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Coaching Formativo nel Metodo HPM

di Daniele Trevisani www.studiotrevisani.it

Il coaching formativo HPM (Human Potential Modeling) è un processo di sviluppo personale e professionale che si focalizza sull’acquisizione di competenze, conoscenze e comportamenti specifici attraverso l’interazione con un coach-formatore. Questo tipo di coaching si distingue da altre forme di coaching principalmente per il suo obiettivo educativo e per l’enfasi sull’apprendimento e la crescita individuale all’interno di un contesto di formazione one-to-one.

Caratteristiche del Coaching Formativo

  1. Obiettivi Educativi: Il coaching formativo mira a migliorare le competenze e le conoscenze del coachee (la persona che riceve il coaching) in aree specifiche: Saperi, Saper Essere e Saper Fare, combinati a sei specifici campi o aree che descriveremo in seguito. Questi obiettivi possono includere lo sviluppo di abilità tecniche, comportamentali, di leadership, di intelligenza emotiva, empatia, assertività, o altre capacità rilevanti per il contesto lavorativo o personale.
  2. Approccio Personalizzato: Il processo è altamente personalizzato e basato sulle esigenze individuali del coachee. Il coach lavora a stretto contatto con il coachee per identificare aree di miglioramento e sviluppare un piano di sviluppo e formazione personalizzato.
  3. Feedback e Riflessione: Il coaching formativo prevede un uso intensivo del feedback costruttivo. Il coachee riceve input regolari e dettagliati sulle sue performance, accompagnati da riflessioni guidate per favorire una comprensione più profonda e un miglioramento continuo.
  4. Supporto Continuo: Il rapporto di coaching si sviluppa nel tempo, con incontri regolari che permettono di monitorare i progressi, affrontare nuove sfide e adattare il piano di sviluppo in base ai cambiamenti nelle esigenze o nelle circostanze del coachee.
  5. Sviluppo di Competenze Specifiche: Il coaching formativo si concentra spesso su competenze specifiche rilevanti per il lavoro o per la vita personale del coachee, come l’empatia, la comunicazione efficace, la gestione del tempo, la risoluzione dei conflitti, la leadership, ecc.

Benefici del Coaching Formativo nel Metodo HPM

  • Miglioramento delle Performance: Attraverso il coaching formativo, gli individui possono migliorare significativamente le loro capacità e la loro performance in ambito lavorativo o personale.
  • Maggiore Autoconsapevolezza: Il processo di riflessione e feedback aiuta il coachee a sviluppare una maggiore autoconsapevolezza, riconoscendo punti di forza e aree di miglioramento.
  • Crescita Professionale: Il coaching formativo può accelerare la crescita professionale, preparando il coachee a nuovi ruoli e responsabilità.
  • Soddisfazione Personale: Il raggiungimento degli obiettivi formativi porta a un aumento della soddisfazione personale e della motivazione.

Differenze con Altri Tipi di Coaching

  • Executive Coaching: Mentre il coaching esecutivo si concentra principalmente su leader e dirigenti per migliorare la loro efficacia organizzativa, il coaching formativo può essere applicato a individui a tutti i livelli per sviluppare competenze specifiche.
  • Life Coaching: Il life coaching tende a coprire una gamma più ampia di obiettivi personali e di vita, mentre il coaching formativo è più focalizzato su obiettivi educativi e di sviluppo delle competenze, anche sociali e di interazione, per migliorare i rapporti umani, le energie personali e la gestione di stress e altri eventi di vita.
  • Coaching Mentale: Il coaching mentale spesso si concentra su aspetti psicologici e di mindset, mentre il coaching formativo combina questi aspetti con l’acquisizione di competenze pratiche e conoscenze.

Peculiarità del coaching formativo HPM è il lavoro su sei diversi tipi di conoscenze e sistemi di energie, che caratterizzano il Potenziale Umano della persona:

  1. bioenergetica: la valorizzazione del corpo e della salute
  2. psicoenergetica: la valorizzazione di un pensiero positivo ed ottimista, empatia e resilienza, gestione dello stress relazionale ed emotivo
  3. le microcompetenze, esempio, i dettagli con cui costruire una comunicazione empatica
  4. le macrocompetenze: le diverse aree dei saperi della persona, e l’individuazione di nuovi saperi da acquisire e far entrare nel proprio repertorio
  5. la progettualità: saper costruire e perseguire progetti, saper costruire la propria vita attorno a progetti positivi e stimolanti
  6. i valori e la spiritualità: ancorare la propria vita a scopi nobili, con una ricerca continua dello scopo di vita e apertura agli insegnamenti dei Maestri e delle religioni (in particolare, nel Metodo HPM, quella Cristiana)

Nel Coaching Formativo HPM utilizziamo il termine di “Neotropia” per indicare la ricerca di un nuovo modo di essere e di vivere. Questa una riflessione che vogliamo condividere:

Una pulsione neotropica frenata riguarda lo stato in cui una persona viva il desiderio di evoluzione ma non abbia identificato il percorso, o non trovi supporto, linfa, nutrimento e motivazione dalle relazioni che vive, e questo desiderio rimanga allo stato larvale, in una condizione di insoddisfazione esistenziale cronica, triste, dolorosa.[1]

Dare supporto ai desideri evolutivi, alle voci interiori e trasformarle in azioni concrete e positive è lo scopo primario del Coaching formativo.

Il coaching formativo è uno strumento potente per chi desidera crescere e svilupparsi sia professionalmente che personalmente, attraverso un percorso strutturato e mirato all’apprendimento continuo.

Fonti Scientifiche utilizzate

  1. Trevisani, Daniele (2009). Il Potenziale Umano: Metodi e tecniche di coaching e training per lo sviluppo delle performance. Franco Angeli editore, Milano.
  2. Trevisani, Daniele (2021). Deep Coaching. Il Metodo HPM per la crescita personale il Coaching in profondità e la formazione attiva. Editore Franco Angeli, Milano.
  3. Trevisani, Daniele (2024). Crescita personale. Il metodo HPM per lo sviluppo umano e professionale. Mind Edizioni, Milano.
  4. Grant, A. M., & Cavanagh, M. J. (2007). Evidence-based coaching: Flourishing or languishing? Australian Psychologist, 42(4), 239-254. doi:10.1080/00050060701648175
  5. De Haan, E., & Duckworth, A. (2013). Signalling a new trend in executive coaching outcome research. International Coaching Psychology Review, 8(1), 6-19.
  6. Passmore, J., & Fillery-Travis, A. (2011). A critical review of executive coaching research: A decade of progress and what’s to come. Coaching: An International Journal of Theory, Research and Practice, 4(2), 70-88. doi:10.1080/17521882.2011.596484
  7. Lai, Y. L. (2014). The effect of individual coaching on stress-related outcomes: A meta-analysis of randomized controlled trials. Journal of Occupational Health Psychology, 19(3), 224-238. doi:10.1037/a0035133
  8. Joo, B. K. (2005). Executive coaching: A conceptual framework from an integrative review of practice and research. Human Resource Development Review, 4(4), 462-488. doi:10.1177/1534484305280866

Bibliografia di approfondimento

  • Grant, A. M., & Cavanagh, M. J. (2007). Evidence-based coaching: Flourishing or languishing? Australian Psychologist, 42(4), 239-254. doi:10.1080/00050060701648175
  • De Haan, E., & Duckworth, A. (2013). Signalling a new trend in executive coaching outcome research. International Coaching Psychology Review, 8(1), 6-19.
  • Passmore, J., & Fillery-Travis, A. (2011). A critical review of executive coaching research: A decade of progress and what’s to come. Coaching: An International Journal of Theory, Research and Practice, 4(2), 70-88. doi:10.1080/17521882.2011.596484
  • Lai, Y. L. (2014). The effect of individual coaching on stress-related outcomes: A meta-analysis of randomized controlled trials. Journal of Occupational Health Psychology, 19(3), 224-238. doi:10.1037/a0035133
  • Joo, B. K. (2005). Executive coaching: A conceptual framework from an integrative review of practice and research. Human Resource Development Review, 4(4), 462-488. doi:10.1177/1534484305280866

[1] Crescita Personale, p.38

Coaching formativo. Le aree di applicazione

  • Coaching formativo
  • Coaching one-to-one
  • Tecniche di coaching
  • Formazione coaching
  • Tecniche di coaching
  • Metodi di coaching formativo
  • Efficacia del coaching
  • Coaching aziendale
  • Coaching individuale
  • Coach professionale
  • Corsi di coaching
  • Certificazione coaching
  • Coach certificato
  • Coaching per lo sviluppo personale
  • Coaching per la leadership
  • Coaching per team building
  • Coaching motivazionale
  • Coaching per la carriera
  • Coaching per la gestione del tempo
  • Coaching per la comunicazione
  • Coaching per il problem solving
  • Coaching per la gestione dello stress
  • Coaching per il miglioramento delle performance
  • Coaching per il cambiamento
  • Coaching per l’autostima
  • Coaching orientato ai risultati
  • Coaching per la pianificazione strategica
  • Approcci di coaching formativo
  • Coaching per la crescita professionale
  • Coaching per l’innovazione
  • Coaching per il raggiungimento degli obiettivi
  • Coaching per il benessere lavorativo

Il Corso per diventare Coach in Veneto con la maggiore letteratura scientifica di supporto ed esperienza pratica dimostrabile e referenziata è tenuto da Daniele Trevisani Academy, con la sua rete di professionisti guidata dal Dott. Daniele Trevisani, formatore certificato AIF, con esperienza ultra-trentennale come ricercatore, scrittore, consulente e coach, migliore coach in Italia secondo la classifica di Google Scholar che misura quantità qualità e continuità delle pubblicazioni dedicate.

Corso per diventare Coach in Veneto

Corso per diventare Coach in Veneto: contatta subito il dott. Daniele Trevisani tramite l’apposito form, ti risponderemo al più presto.

Le nostre offerte sono pubbliche e sono anche possibili programmi su misura per aziende e istituzioni: segnaliamo tra le altre:

Corso per diventare Coach in Veneto. Una prima introduzione su cosa qualifica un corso di coaching e come scegliere un corso di coaching.

Un corso di coaching può essere qualificato da diversi fattori che ne determinano la qualità e l’efficacia. Ecco alcuni elementi chiave che possono essere considerati per qualificare un corso di coaching:

  1. Accreditamento e certificazioni: Verifica se il corso è accreditato da organizzazioni riconosciute nel settore del coaching. Questo può includere accreditamenti da parte di associazioni di coaching professionali o istituti accademici. Il corso di Coaching di Daniele Trevisani Academy è tenuto da professionisti associati AIF ed inoltre accreditato da CWF (Coaching World Federation).
  2. Curriculum e contenuti del corso: Esamina il curriculum del corso per assicurarti che copra una vasta gamma di argomenti pertinenti al coaching, come le competenze di coaching, la teoria del cambiamento, le pratiche etiche, la gestione delle relazioni, e così via. Assicurati che il corso fornisca una formazione completa e ben strutturata.
  3. Esperienza e competenza degli istruttori: Valuta le qualifiche, l’esperienza e la reputazione degli istruttori del corso. Gli istruttori dovrebbero avere una solida formazione nel settore del coaching e, preferibilmente, esperienza pratica come coach professionisti.
  4. Metodologia di insegnamento: Verifica la metodologia di insegnamento utilizzata nel corso. Un corso di coaching di qualità dovrebbe offrire una combinazione di teoria, pratica, studi di casi e opportunità di apprendimento esperienziale per sviluppare le competenze di coaching degli studenti.
  5. Supporto post-corso: Valuta se il corso offre supporto post-corso, come sessioni di supervisione, mentoring o risorse di sviluppo professionale continuo. Questo può essere essenziale per aiutare gli studenti a integrare e applicare le loro competenze di coaching nella pratica professionale.
  6. Feedback degli ex studenti: Cerca recensioni e testimonianze da parte di ex studenti del corso. Le loro opinioni possono darti un’idea più chiara dell’esperienza di apprendimento e dell’efficacia del corso.

Per scegliere il corso di coaching più adatto alle tue esigenze, considera i tuoi obiettivi di apprendimento, il tuo budget e la tua disponibilità di tempo. Puoi anche prendere in considerazione la reputazione del fornitore del corso nel settore del coaching e consultare altri professionisti del settore per ottenere raccomandazioni. Infine, prenditi il tempo necessario per valutare attentamente le opzioni disponibili prima di prendere una decisione. Noi siamo a disposizione per guidarti nella scelta delle nostre diverse opzioni in base al tuo budget e alle tue motivazioni.

Corso per diventare Coach in Veneto – Approfondimenti sul Coaching

Il coaching è una forma di sviluppo in cui una persona esperta, chiamata coach , supporta uno studente o un cliente nel raggiungimento di uno specifico obiettivo personale o professionale fornendo formazione e guida. [1] Lo studente è talvolta chiamato coachee . Occasionalmente, il coaching può significare una relazione informale tra due persone, di cui una ha più esperienza e competenza dell’altra e offre consigli e guida man mano che quest’ultima impara; ma il coaching differisce dal mentoring poiché si concentra su compiti o obiettivi specifici, anziché su obiettivi più generali o sullo sviluppo complessivo. [1] [2] [3]

Corso per diventare Coach in Veneto – Approfondimenti – Origini

Il primo utilizzo del termine “coach” in relazione a un istruttore o formatore risale intorno al 1830 nello slang dell’Università di Oxford per un tutor che “accompagnava” uno studente attraverso un esame. [4] La parola “coaching” identifica quindi un processo utilizzato per trasportare le persone da dove si trovano a dove vogliono essere. Il primo utilizzo del termine in relazione allo sport risale al 1861. [4]

Storicamente lo sviluppo del coaching è stato influenzato da molti campi di attività, tra cui l’educazione degli adulti , [5] il Movimento per il Potenziale Umano negli anni ’60, [6] gruppi di formazione sulla consapevolezza per grandi gruppi (LGAT) [7] (come Erhard Seminars Training , fondato nel 1971), studi sulla leadership , sviluppo personale e vari sottocampi della psicologia . [8] [ è necessario un preventivo per verificare ] L’ Università di Sydney ha offerto la prima unità di studio al mondo sulla psicologia del coaching nel gennaio 2000, [9] e negli anni successivi sono state fondate varie associazioni accademiche e riviste accademiche per la psicologia del coaching (vedere Psicologia del coaching § Storia ).

Corso per diventare Coach in Veneto – Approfondimenti –  Applicazioni

Il coaching viene applicato in campi come lo sport, le arti dello spettacolo (i cantanti ricevono allenatori di canto ), la recitazione ( istruttori di teatro e dialettali ), gli affari, l’istruzione, l’assistenza sanitaria e le relazioni (ad esempio, allenatori di appuntamenti ).

I coach utilizzano una serie di abilità comunicative (come riaffermazioni mirate, ascolto, domande, chiarimenti, ecc.) per aiutare i clienti a cambiare le loro prospettive e quindi a scoprire diversi approcci per raggiungere i loro obiettivi. [10] Queste abilità possono essere utilizzate in quasi tutti i tipi di coaching. In questo senso, il coaching è una forma di “meta-professione” che può applicarsi al sostegno dei clienti in qualsiasi attività umana, spaziando dalle loro preoccupazioni nella dimensione sanitaria, personale, professionale, sportiva, sociale, familiare, politica, spirituale, ecc. Potrebbero esserci delle sovrapposizioni tra alcuni tipi di attività di coaching. [8] Gli approcci di coaching sono influenzati anche dalle differenze culturali. [11]

Corso per diventare Coach in Veneto – Approfondimenti – Coaching Aziendale ed Executive

Il business coaching è un tipo di sviluppo delle risorse umane per dirigenti, membri del management, team e leadership. [16] Fornisce supporto positivo, feedback e consigli su base individuale o di gruppo per migliorare l’efficacia personale nel contesto aziendale, molte volte concentrandosi sui cambiamenti comportamentali attraverso la psicometria o il feedback a 360 gradi . Il business coaching è anche chiamato executive coaching, [17] corporate coaching o leadership coaching. I coach aiutano i loro clienti ad avanzare verso obiettivi professionali specifici. Questi includono la transizione di carriera, la comunicazione interpersonale e professionale, la gestione delle prestazioni , l’efficacia organizzativa, la gestione della carriera e dei cambiamenti personali, lo sviluppo della presenza esecutiva, il miglioramento del pensiero strategico, la gestione efficace dei conflitti e la costruzione di un team efficace all’interno di un’organizzazione. Uno psicologo industriale-organizzativo può svolgere la funzione di executive coach.

Il coaching aziendale non è limitato a esperti o fornitori esterni. Molte organizzazioni si aspettano che i dirigenti senior e i quadri intermedi istruiscano i membri del proprio team a raggiungere livelli di prestazione più elevati, maggiore soddisfazione sul lavoro, crescita personale e sviluppo di carriera. Studi di ricerca suggeriscono che l’executive coaching ha effetti positivi sia sulle prestazioni sul posto di lavoro che su aree personali al di fuori del posto di lavoro, con alcune differenze nell’impatto dei coach interni ed esterni. [18]

In alcuni paesi, non è richiesta alcuna certificazione o licenza per essere un business coach o un executive coach e l’appartenenza a un’organizzazione di coaching è facoltativa. Inoltre, gli standard e i metodi di formazione dei coach possono variare ampiamente tra le organizzazioni di coaching. Molti business coach si definiscono consulenti , un rapporto commerciale più ampio di quello che coinvolge esclusivamente il coaching. [19] I risultati della ricerca di una revisione sistematica indicano che gli allenatori efficaci sono noti per avere integrità, supporto per coloro che allenano, capacità di comunicazione e credibilità. [16]

Sul posto di lavoro, il coaching della leadership si è dimostrato efficace per aumentare la fiducia dei dipendenti nell’esprimere le proprie idee. [20] I risultati della ricerca in una revisione sistematica dimostrano che il coaching può aiutare a ridurre lo stress sul posto di lavoro. [21]

Corso per diventare Coach in Veneto – Approfondimenti –  Carriera

Vedi anche: Consulenza professionale

Il Career Coaching si concentra sul lavoro e sulla carriera ed è simile a consulente di carriera . Il career coaching non deve essere confuso con il life coaching , che si concentra sullo sviluppo personale. Un altro termine comune per un career coach è ” guida alla carriera “.

Corso per diventare Coach in Veneto – Approfondimenti –  cristiano

Vedi anche: consulenza cristiana

Un coach cristiano non è un pastore o un consulente (anche se può essere qualificato anche in quelle discipline), ma qualcuno che è stato formato professionalmente per affrontare obiettivi specifici del coaching da una prospettiva tipicamente cristiana o biblica. [22]

Corso per diventare Coach in Veneto – Approfondimenti – Co-coaching

Articolo principale: co-coaching

Il co-coaching è una pratica strutturata di coaching tra pari con l’obiettivo di apprendere tecniche di coaching migliorate.

Corso per diventare Coach in Veneto – Approfondimenti – Finanziario

Vedi anche: Pianificatore finanziario

Il coaching finanziario è una forma relativamente nuova di coaching che si concentra sull’aiutare i clienti a superare la loro difficoltà nel raggiungere specifici obiettivi finanziari e aspirazioni che si sono prefissati. Il coaching finanziario è una relazione individuale in cui il coach lavora per fornire incoraggiamento e supporto volti a facilitare il raggiungimento dei piani economici del cliente. Un coach finanziario , chiamato anche coach del denaro , si concentra tipicamente sull’aiutare i clienti a ristrutturare e ridurre il debito, ridurre la spesa, sviluppare abitudini di risparmio e sviluppare la disciplina fiscale. Al contrario, il termine consulente finanziario si riferisce a una gamma più ampia di professionisti che tipicamente forniscono ai clienti prodotti e servizi finanziari. Sebbene le prime ricerche colleghino il coaching finanziario al miglioramento dei risultati dei clienti, è necessaria un’analisi molto più rigorosa prima di poter stabilire qualsiasi collegamento causale. [23]

Corso per diventare Coach in Veneto – Approfondimenti – Salute e benessere

Articolo principale: coaching sulla salute

Il coaching sanitario viene riconosciuto come un nuovo modo per aiutare le persone a “gestire” le proprie malattie e condizioni, soprattutto quelle di natura cronica. [24] Il coach utilizzerà tecniche speciali, esperienza personale, competenza e incoraggiamento per assistere il coachee nell’apportare i suoi cambiamenti comportamentali mirando a ridurre i rischi per la salute e i costi sanitari. [25] La National Society of Health Coaches (NSHC) ha differenziato il termine coach della salute da coach del benessere . [25] Secondo l’NSHC, gli allenatori della salute sono qualificati “per guidare coloro che soffrono di condizioni acute o croniche e/o con un rischio per la salute da moderato ad alto”, e gli allenatori del benessere forniscono guida e ispirazione “a individui altrimenti ‘sani’ che desiderano mantenere o migliorare il loro stato generale di salute”. [25]

Corso per diventare Coach in Veneto – Approfondimenti – Compiti a casa

Articolo principale: allenatore dei compiti

i compiti a casa si concentra sul fornire allo studente le competenze di studio necessarie per avere successo a livello accademico. Questo approccio è diverso dal tutoraggio regolare che in genere cerca di migliorare le prestazioni di uno studente in una materia specifica. [26]

Corso per diventare Coach in Veneto – Approfondimenti – Nell’istruzione

Vedi anche: Psicologia del coaching § Nell’educazione e Tutor § Coaching accademico

Il coaching viene applicato per supportare studenti, docenti e amministratori nelle organizzazioni educative. [27] Per gli studenti, le opportunità di coaching includono la collaborazione con gli altri studenti per migliorare i voti e le competenze, sia accademiche che sociali; per insegnanti e amministratori, il coaching può aiutare nella transizione verso nuovi ruoli. [27]

Corso per diventare Coach in Veneto – Approfondimenti – Vita

Il life coaching è il processo che aiuta le persone a identificare e raggiungere obiettivi personali attraverso lo sviluppo di abilità e attitudini che portano all’auto-empowerment. [8] [28] Il life coaching si occupa generalmente di questioni quali l’equilibrio tra lavoro e vita privata e i cambiamenti di carriera e spesso avviene al di fuori del contesto lavorativo. [29] L’impegno psicologico accademico sistematico con il life coaching risale agli anni ’80. [30] Gli scettici hanno criticato l’attenzione del life coaching all’auto-miglioramento per il suo potenziale di commercializzazione di amicizie e altre relazioni umane, [31] ma critiche simili sono state fatte anche ad altre professioni di aiuto come la psicologia clinica. [32] [33]

Corso per diventare Coach in Veneto – Approfondimenti – Relazione

Vedi anche: Consulenza relazionale

Il coaching relazionale è l’applicazione del coaching alle relazioni personali e aziendali . [34]

Corso per diventare Coach in Veneto – Approfondimenti – Gli sport

Articoli principali: Allenatore (sport) e Psicologia dello sport § Coaching

Nello sport , un allenatore è un individuo che fornisce supervisione e formazione alla squadra sportiva o ai singoli giocatori. Gli allenatori sportivi sono coinvolti nell’amministrazione, nella preparazione atletica, nell’allenamento delle competizioni e nella rappresentanza della squadra e dei giocatori. Un’indagine condotta nel 2019 sulla letteratura sull’allenamento sportivo ha rilevato un aumento del numero di pubblicazioni e la maggior parte degli articoli presentava un approccio di ricerca quantitativo. [35] La psicologia dello sport è emersa a partire dal 1890. [36]

Corso per diventare Coach in Veneto – Approfondimenti – Vocale

Articolo principale: allenatore vocale

Un vocal coach, noto anche come voice coach (anche se questo termine spesso si applica a coloro che lavorano con la parola e la comunicazione piuttosto che con il canto), è un insegnante di musica , solitamente un accompagnatore di pianoforte, che aiuta i cantanti a prepararsi per un’esibizione, spesso aiutandoli anche migliorare la propria tecnica di canto e prendersi cura e sviluppare la propria voce, ma non è la stessa cosa di un insegnante di canto (chiamato anche “insegnante di canto”). Gli allenatori vocali possono dare lezioni di musica private o seminari di gruppo o masterclass ai cantanti. Possono anche istruire i cantanti che stanno provando sul palco o che cantano durante una sessione di registrazione.

Corso per diventare Coach in Veneto – Approfondimenti – Scrivere

Un coach di scrittura aiuta gli scrittori, come studenti, [37] [38] giornalisti, [39] [40] e altri professionisti [41] [42] , a migliorare la loro scrittura e la loro produttività. [43]

Corso per diventare Coach in Veneto – Approfondimenti – Etica e standard

Vedi anche: Licenza , Certificazione professionale ed Etica professionale

Dalla metà degli anni ’90, le associazioni professionali del coaching come l’Association for Coaching (AC), l’ European Mentoring and Coaching Council (EMCC), l’International Association of Coaching (IAC) e l’ International Coach Federation (ICF) hanno lavorato per sviluppare standard di formazione. [1] : 287–312 [44] Lo psicologo Jonathan Passmore ha osservato nel 2016: [1] : 3

Anche se il coaching è diventato un intervento riconosciuto, purtroppo non esistono ancora standard o accordi di licenza ampiamente riconosciuti. Gli organismi professionali hanno continuato a sviluppare i propri standard, ma la mancanza di regolamentazione significa che chiunque può definirsi un coach. […] Se il coaching sia una professione che richiede regolamentazione, o sia professionale e richieda standard, rimane una questione di dibattito.

Una delle sfide nel campo del coaching è mantenere livelli di professionalità, standard ed etica. [44] A tal fine, gli organismi e le organizzazioni di coaching dispongono di codici etici e standard per i membri. [1] : 287–312 [45] Tuttavia, poiché questi organismi non sono regolamentati e poiché gli allenatori non hanno bisogno di appartenere a tale organismo, l’etica e gli standard sono variabili nel campo. [44] [46] Nel febbraio 2016, l’AC e l’EMCC hanno lanciato un “Codice etico globale” per l’intero settore; singoli individui, associazioni e organizzazioni sono invitati a diventarne firmatari. [47] [48] : 1

Con la crescente popolarità del coaching, [49] molti college e università ora offrono programmi di formazione per coach accreditati da un’associazione professionale. [50] Alcuni corsi offrono un certificato di life coach dopo solo pochi giorni di formazione, ma tali corsi, se sono accreditati, sono considerati programmi di formazione “à la carte”, “che possono o meno offrire coach dall’inizio alla fine”. formazione”. [51] Alcuni programmi di formazione “tutto compreso” accreditati dall’ICF, ad esempio, richiedono un minimo di 125 ore di contatto con gli studenti, 10 ore di tutoraggio e un processo di valutazione delle prestazioni. [52] [53] Si tratta di una formazione molto scarsa rispetto ai requisiti di formazione di alcune altre professioni di aiuto: ad esempio, la licenza come psicologo consulente nello Stato della California richiede 3.000 ore di esperienza professionale supervisionata. [54] Tuttavia, l’ICF, ad esempio, offre una credenziale di “Master Certified Coach” che richiede la dimostrazione di “2.500 ore (2.250 pagate) di esperienza di coaching con almeno 35 clienti” [55] e una credenziale di “Professional Certified Coach” con meno requisiti. [56] Altri organismi professionali offrono in modo simile opzioni di accreditamento degli allenatori di livello base, intermedio e avanzato. [57] Alcuni coach sono sia coach certificati che psicologi consulenti autorizzati, integrando coaching e consulenza. [58]

I critici vedono il life coaching come simile alla psicoterapia ma senza le restrizioni legali e la regolamentazione statale degli psicologi. [44] [59] [60] [61] Non esistono regolamenti statali/requisiti di licenza per gli autobus. A causa della mancanza di regolamentazione, le persone che non hanno una formazione o una certificazione formale possono legalmente definirsi life o coach del benessere. [62]

Corso per diventare Coach in Veneto – Approfondimenti – Mercato

Un sondaggio del 2004 su 2.529 membri ICF ha riferito che il 52,5% lavora part-time come coach e guadagna 30.000 dollari o meno, mentre il 32,3% ha riferito di guadagnare meno di 10.000 dollari all’anno. [63]

Un sondaggio del 2016 dell’ICF ha riportato che su 53.000 coach professionisti, la maggior parte operava in America. Hanno riferito un reddito medio di 51.000 dollari, con alcuni allenatori specializzati che hanno riferito di guadagnare 100.000 dollari o più. [64]

Guarda anche

Corso per diventare Coach in Veneto – Approfondimenti – Riferimenti

  1. ^ Vai a: aB C D e Passmore, Jonathan, ed. (2016) [2006]. Eccellenza nel Coaching: The Industry Guide (3a ed.). Londra; Filadelfia: Pagina Kogan . ISBN 9780749474461 . OCLC 927192333 .
  2. ^Renton, Jane (2009). Coaching e Mentoring: cosa sono e come sfruttarli al meglio. New York: Bloomberg Press . ISBN 9781576603307 . OCLC 263978214 .
  3. ^Chakravarthy, Pradeep (20 dicembre 2011). “La differenza tra coaching e mentoring” . Forbes . Estratto il 4 luglio il 2015.
  4. ^ Vai a: aB coach , Dizionario etimologico online, recuperato il 4 luglio 2015 .
  5. ^Linee, David; Evans, Christina, a cura di. (2020). “Una meta-analisi del coaching: ripercorrere le radici e rianalizzare la storia del coaching”. Il business globale del coaching: una prospettiva meta-analitica . Studi Routledge sullo sviluppo delle risorse umane. New York: Routledge. ISBN 9780429884917 . Estratto 26 luglio 2020. […] Brock (2014: 116–119) identifica che il coaching si basa sulle basi di conoscenza dell’educazione degli adulti. […] Né Brock (2014) né Grant (2005) stabiliscono un nesso causale tra l’educazione degli adulti e l’emergere del coaching. Tuttavia, entrambi riconoscono l’importanza e la relazione delle diverse teorie e basi di conoscenza con il lavoro di un coach. Ciò fa emergere la pratica di adottare basi di conoscenze consolidate dalle professioni che esistevano prima del coaching.
  6. ^Stelter , Reinhard (2012). Una guida al coaching di terza generazione: teoria e pratica narrativa-collaborativa [ Tredje generation coaching – Guida all’uso narrativa-samskabende teori eg pratica ]. Dordrecht: Springer Science+Business Media (pubblicato nel 2013). P. 2. ISBN 9789400771864 . Estratto 26 luglio il 2020 . La storia del coaching e della psicologia del coaching può essere fatta risalire a due radici chiave: la psicologia dello sport e il movimento del potenziale umano.
  7. ^Brock, Vikki G. (2018). “Le radici e l’evoluzione del coaching”. In inglese, Susan; Sabatine , Janice Manzi ; Brownell, Filippo (a cura di). Coaching professionale: principi e pratica . Pubblicazione Springer . P. 13-14. ISBN 9780826180094 . Estratto 26 luglio 2020. Diverse fonti di connessioni che gettano le basi per il coaching sono: […] La formazione sulla consapevolezza di grandi gruppi (LGAT) è stata il culmine del passaggio a una prospettiva di consapevolezza e responsabilità. I partecipanti hanno lasciato le riunioni con strutture di supporto limitate per cambiare, sebbene avessero dichiarazioni, impegni ed entusiasmo.
  8. ^ Vai a: aB C Cox, Elaine; Bachkirova , Tatiana; Clutterbuck, David, a cura di. (2018) [2010]. Il manuale completo del coaching (3a ed.). Los Angeles; Londra: pubblicazioni Sage . ISBN 9781473973046 . OCLC 1023783439 .
  9. ^“Antonio Grant” . www.icfaustralasia.com. Estratto il 5 maggio il 2019.
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Corso per diventare Coach in Veneto – Approfondimenti –  Psicologia del coaching

La psicologia del coaching è un campo della psicologia applicata che applica teorie e concetti psicologici alla pratica del coaching . Il suo obiettivo è aumentare le prestazioni, i risultati e il benessere degli individui, dei team e delle organizzazioni utilizzando metodi basati sull’evidenza e fondati sulla ricerca scientifica. [1] La psicologia del coaching è influenzata da teorie in vari campi psicologici, come la psicologia umanistica , la psicologia positiva , la teoria dell’apprendimento e la psicologia sociale .

La psicologia del coaching è nata formalmente come sottodisciplina psicologica nel 2000, quando il primo corso di “psicologia del coaching” è stato offerto presso l’ Università di Sydney . Da allora, si sono formate società scientifiche dedicate alla psicologia del coaching e riviste sottoposte a revisione paritaria pubblicano ricerche sulla psicologia del coaching. Le applicazioni della psicologia del coaching spaziano dal coaching atletico ed educativo alla leadership e al coaching aziendale.

Corso per diventare Coach in Veneto – Approfondimenti – Storia

Le prime applicazioni della teoria e della pratica psicologica al coaching (in particolare, al coaching atletico) possono essere fatte risalire agli anni ’20. [2] Nel 1926, Coleman Griffith pubblicò The Psychology of Coaching: A Study of Coaching Methods in the Point of View of Psychology. [2] Basandosi sulle osservazioni delle squadre di calcio e basket, Griffith ha discusso un’ampia varietà di aspetti del coaching come gli effetti sugli spettatori, i problemi di over-coaching, i principi dell’apprendimento. [3] Griffith è stato notato come ” il primo psicologo dello sport americano ” e un pioniere nell’applicazione della scienza della psicologia all’allenamento. [4] Anni dopo, iniziarono ad emergere altri testi sulla psicologia del coaching. Nel 1951, John Lawther della Penn State University pubblicò Psychology of Coaching . [5] Il primo libro in WorldCat con il termine “psicologia del coaching” nel titolo è Modern Coaching Psychology di Curtiss Gaylord, pubblicato nel 1967. [6] [7]

Corso per diventare Coach in Veneto – Approfondimenti – 21 ° secolo

Nonostante questi primi sviluppi, la psicologia del coaching contemporanea è stata formalmente affermata solo all’inizio del 21° secolo. Nel gennaio 2000, Anthony Grant ha implementato la prima unità di studio sulla “psicologia del coaching” presso l’ Università di Sydney e la sua tesi di dottorato ha posto le basi per ulteriori ricerche per stabilire il campo della psicologia del coaching come disciplina basata sull’evidenza. [8] [9] Molti psicologi coach considerano Grant un pioniere nel campo. [4] [10]

Un ulteriore sviluppo è iniziato nel 2006, quando l’ Australian Psychological Society (APS) ha tenuto una conferenza che ha fondato l’Interest Group in Coaching Psychology (IGCP). Fuori dall’Australia, Stephen Palmer della British Psychological Society (BPS) ha formato lo Special Group in Coaching Psychology (SGCP). [4] Sia l’IGCP che l’SGCP miravano a sviluppare ulteriormente la professione della psicologia del coaching in termini di teoria e applicazione fornendo una piattaforma per la condivisione di ricerche ed esperienze rilevanti tra gli psicologi del coaching. [4] [1] [11] Dall’istituzione dell’IGCP e dell’SGCP, sono state fondate più società internazionali dedicate alla psicologia del coaching in Europa, Medio Oriente e Sud Africa. [4] Il 18 dicembre 2006 è stata fondata la International Society for Coaching Psychology (ISCP) per promuovere lo sviluppo internazionale del campo. [4] [12]

Attualmente esistono numerose riviste sottoposte a revisione paritaria dedicate alla letteratura e alla ricerca sulla psicologia del coaching. Ad esempio, The Coaching Psychologist (dal 2005) è fornito dall’SGCP . [13] L’IGCP e l’IGCP pubblicano congiuntamente l’ International Coaching Psychology Review (dal 2006). [14] Coaching Psychology International (dal 2009) è pubblicato dalla International Society of Coaching Psychology. [15]

Corso per diventare Coach in Veneto – Approfondimenti – Influenze teoriche

Psicologia umanistica

Vedi anche: Psicologia umanistica e terapia centrata sulla persona

L’ approccio umanistico alla psicologia è considerato un grande contributore al coaching psicologico. [3] Sia la psicologia umanistica che quella del coaching condividono la visione comune dell’essere umano come autorealizzante . Cioè, ogni volta che ne viene data l’opportunità, gli esseri umani coglieranno la capacità di migliorare se stessi. [16] La psicologia del coaching considera questo sviluppo come un processo consistente in cambiamenti positivi concreti nella propria vita. Inoltre, questo processo di crescita è intrapreso sia dal cliente che dal coach che facilita l’autorealizzazione nei loro clienti. [1] [17]

Nella terapia centrata sulla persona di Carl Rogers , la relazione cliente-terapeuta è un elemento chiave nel facilitare la crescita. [17] Pertanto, la relazione tra il coach (il facilitatore) e il cliente (lo studente) è cruciale. [18] In particolare, Rogers ha identificato tre qualità chiave in una buona relazione coach-cliente: “realtà” (genuinità), fiducia e comprensione empatica . [17] [18] Inoltre, viene fatta un’importante distinzione tra lavorare sul cliente e lavorare con il cliente. Un coach deve essere disposto a collaborare e impegnarsi attivamente con il cliente per comprendere le sue esperienze e fare scelte che promuovano la crescita . [17] Quando ciò viene raggiunto, la relazione coach-cliente diventa una partnership attiva . [19]

Inoltre, secondo Rogers, la crescita di un cliente si ottiene attraverso una considerazione positiva incondizionata . [20] I coach devono entrare in empatia con i propri clienti per comprendere le loro esperienze e punti di vista. [1] Per raggiungere questo obiettivo, il coach deve essere in grado di comprendere i propri clienti non solo a livello intellettuale, ma anche a livello emotivo. [17] Insieme all’empatia, i coach devono essere in grado di accettare i propri clienti per quello che sono veramente poiché gli individui hanno bisogno di sentirsi apprezzati per il loro ” vero sé ” per autorealizzarsi . [1]

Corso per diventare Coach in Veneto – Approfondimenti – Psicologia positiva

Vedi anche: Psicologia positiva

La psicologia positiva (sviluppata da Martin Seligman e altri) si sofferma sugli aspetti positivi delle caratteristiche umane come la forza e la competenza. [17] [21] [22] Fondamentalmente, la psicologia del coaching condivide questo focus; un coaching efficace implica il miglioramento delle prestazioni e del benessere del cliente. [23] La psicologia positiva fornisce quindi una base per il coaching. [21] La psicologia del coaching è stata considerata un tipo di psicologia positiva applicata. [23]

Le emozioni positive motivano gli individui a migliorare le proprie capacità e competenze. [24] La teoria dell’ampliamento e della costruzione di Barbara Fredrickson presuppone che le emozioni positive possano svolgere un ruolo nello stimolare non solo la motivazione , ma anche azioni produttive e benefiche. [25] Nel coaching, viene enfatizzato l’incoraggiamento delle emozioni positive al fine di ispirare i clienti ad intraprendere azioni concrete verso i loro obiettivi. [17]

A parte le emozioni, anche il pieno coinvolgimento nell’attività è un fattore per massimizzare le proprie prestazioni. [26] Mihaly Csikszentmihalyi ha descritto questo livello di massimo coinvolgimento in un compito come flusso . In altre parole, gli individui che sperimentano il flusso sono “nella zona”. [17] Gli allenatori svolgono un ruolo nella creazione di un ambiente che induca il flusso. Ciò può essere raggiunto attraverso una definizione degli obiettivi chiara e coerente. [26] Fornire un feedback chiaro e immediato mantiene inoltre il cliente informato sul fatto che le sue azioni stiano aiutando a raggiungere i suoi obiettivi. [17] I coach aiutano anche a trovare un equilibrio tra sfida e abilità poiché compiti troppo facili o troppo difficili per il cliente possono ostacolare il raggiungimento degli obiettivi. [17] [26]

Corso per diventare Coach in Veneto – Approfondimenti – temi dell’articolo

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  • Coaching per la leadership ispiratrice
  • Coaching per il successo personale e professionale

Il Migliore libro sul Coaching in Italia sulla base delle citazioni in Google Scholar è “Deep coaching. Il Metodo HPM™ per la crescita personale, il coaching in profondità e la formazione attiva“, di Daniele Trevisani, edito da Franco Angeli. Si tratta del seguito del libro “Il potenziale umano. Metodi e tecniche di coaching e training per lo sviluppo delle performance” dello stesso editore, dove vengono poste le basi per il Metodo HPM (Human Potential Modeling).

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Migliore libro sul Coaching in Italia. I contenuti

(in grassetto i titoli di capitolo e a lato la pagina per ogni sottocapitolo)

Migliore libro sul Coaching in Italia. Capitoli e sottocapitoli

Prefazione. Agire sul fattore umano: per potenziare capacità e talento e far emergere doti straordinarie delle persone e dei Leader. Generale Salvatore Farina, Capo di Stato Maggiore Esercito

Prefazione: Manifesto per la Formazione Attiva e il Coaching in Profondità

1. Struttura del Modello Deep Coaching. Focalizzare un intervento di formazione e coaching tramite il modello HPM 20
1.1. La motivazione di un coaching in profondità (Deep Coaching) 20
1.2. Approfondimento sulle sei aree di lavoro del Metodo HPM 24
1.2.1. Energie fisiche (stato bioenergetico) e autostima 25
1.2.2. Energie mentali (stato psicoenergetico) 26
1.2.3. Micro-competenze 27
1.2.4. Macro-competenze 28
1.2.5. Progettualità e concretizzazione 30
1.2.6. Visione e ideali, spiritualità 31
1.3. I principi di un Deep Coaching efficace 36
1.4. Il Deep Coaching e il suo effetto sul Capitale Psicologico (PsyCap) 38
1.4.1. Il concetto di Capitale Psicologico 38
1.5. Il modello H.E.R.O e il Capitale Psicologico 43
1.5.1. Hope – Speranza. Il potere della volontà e della determinazione 43
1.5.2. Efficacy – Efficacia. La capacità di accettare sfide 44
1.5.3. Resilience – Resilienza. La capacità di rialzarsi 44
1.5.4. Optimism – Ottimismo. Creare ciò che si può fare e non fermarsi a ciò che non si può fare 45
1.6. Interazione tra le diverse dimensioni ed effetto “contagio positivo” 46
2. Saperi, Saper Essere, Saper Fare: i tre obiettivi di ogni azione di formazione attiva e del Deep Coaching 49
2.1. Integrazione di modelli diversi come strada maestra per un metodo di coaching olistico 51
2.2. I Catalizzatori Formativi 56
2.3. L’insufficienza dei Saperi 57
2.4. Test di realtà, reality check, momenti della verità 58
2.5. L’insufficienza del Saper Fare 60
2.6. L’insufficienza del Saper Essere 60
2.6.1. I punti di arresto del percorso 61
2.7. Rimuovere i catalizzatori negativi dal processo di cambiamento: i vettori di sviluppo formativo 62
2.7.1. I principali ostacoli di percorso (catalizzatori negativi) nella crescita personale e professionale 63
2.8. Agire sui “saperi” tramite il modello XY 64
2.9. La tassonomia di Bloom sugli Educational Objectives (obiettivi di apprendimento) 65
2.9.1. Verificare gli apprendimenti tramite checklist comportamentali 72
2.10. La didattica e la revisione dei metodi di formazione 73
2.11. Il setting formativo come facilitatore o rallentatore 76
2.11.1. Il setting formativo e la scelta della location per fare active training nella formazione aziendale 77
2.12. Metodi per far accadere una scoperta autonoma dei saperi 79
2.12.1. Esempio applicativo sulla costruzione in aula di un Diagramma di Causa-Effetto 80
3. Coaching Operativo. Agire sul “saper fare” (skills) tramite il modello XY 86
3.1. Inquadrare il tipo di intervento 86
3.2. Agire sul “saper essere” tramite il modello XY 87
3.3. Azioni formative In-Out e azioni Out-In 88
3.4. Il potere delle abitudini. Apprendere nuove abitudini e non solo nuovi concetti 92
3.4.1. Esempio applicativo sulle tecniche di ascolto – esercitazione “ascolto dell’estate” 94
3.4.2. Esempio di lavoro sul saper essere relativo alla Competitività Fondamentale (competitività assoluta vs competitività relativa) 95
3.5. Collegare un percorso formativo o di coaching a verifiche, anticipare tipo e natura delle verifiche 98
3.6. Utilizzo della Staircase come modello per profilare il cliente, visualizzare i progressi e dare evidenza ai risultati 101
3.7. Profilazione di dettaglio 102
3.8. Come arrivare alla profilazione 106
4. Approcci di Formazione Aziendale e Coaching “centrati sulla persona”: dall’Active Training al Deep Coaching e Experiential Learning 109
4.1. Deep Coaching e Formazione Aziendale Attiva. Principi di un approccio diretto al massimo potenziale umano della persona 109
4.2. Essere protagonista di un percorso di Formazione Attiva e Deep Coaching, non solo spettatore passivo 112
4.3. Formazione Aziendale Personalizzata e Personal Coaching 115
4.4. Leadership per Coach e Formatori. Non solo pratica, ma valore fondante 116
4.5. Il vero significato della formazione, del coaching e di ogni azione educativa. Fare formazione e coaching per appiattire nella media, o per far emergere il massimo potenziale della persona? 117
4.6. Il fine ultimo non è l’azione ma i suoi effetti: il modello RME (Retargeting Mental Energy™, di Daniele Trevisani) 120
4.7. Limiti biologici e mentali nel funzionamento del ricevente 123
4.8. Inefficacia del metodo didattico classico nel produrre cambiamento vero 125
4.9. Coaching, mentoring, active training. Multicanalità e varietà emotiva nel processo di coaching e formazione 127
4.10. Il senso del percorso e il bisogno di strutturazione (NFS – Need for Structure) 127
4.11. Leadership espressiva e leadership di regia. Diventare i protagonisti di un percorso di crescita personale e professionale 129
5. Accompagnare il cliente lungo un percorso in profondità (Deep Coaching) 131
5.1. La concordanza del prototipo formativo 133
5.2. Principio del coinvolgimento emotivo e curve emozionali 134
5.3. Principio del coinvolgimento partecipativo ed azione esperienziale 138
5.4. Principio di varietà e multicanalità nel coaching: prevenire ed evitare il ceiling effect (effetto saturazione) 141
5.5. Curve di attenzione, presenza mentale, immersività, frames esperienziali. Verso la Total Quality Training Experience 142
5.6. Dal Training Deep Coaching. Confini ed evoluzioni della formazione classica e della nuova formazione esperienziale 147
5.7. Coaching e formazione esperienziale: entrare nel cuore e nella mente 153
5.8. Il nuovo ruolo dei Deep Coach e formatori esperienziali tra capacità empatiche e capacità direttive 158
6. Deep Coaching: una “palestra” sul fattore umano, dalle incompetenze inconsapevoli verso le supercompetenze 160
6.1. Fare formazione efficace richiede un approccio multidisciplinare 160
6.2. Un obiettivo neotropico: creare fluidità di azione e comportamento “scorrevole” 162
6.3. Unknown Incompetence vs Focused Incompetence: passaggi verso la fluidità 165
6.3.1. Il modello Staircase of Competences (scala di competenze) 165
6.4. L’adozione del modello in vari campi 170
6.4.1. Formazione in azienda: la consapevolezza dei bisogni latenti dell’organizzazione 170
6.4.2. La formazione degli educatori 171
6.4.3. Il modello in psicoterapia 172
6.5. Differenziare l’inconsapevolezza dalla totale padronanza di una tecnica 173
7. Deep Coaching. Scoprire gli Universi Motivazionali: analisi psicologica dei bisogni di coaching e cambiamento 174
7.1. Il progetto di cambiamento come incontro tra volontà 174
7.2. Diffidenza e accettazione verso il coach 174
7.3. Tipologie del bisogno di formazione: addestramento, formazione, ricentraggio 175
7.4. Budget finanziario e budget mentale per il coaching 178
7.5. Analisi motivazionale del bisogno di formazione 180
7.6. Il modello di Moles 181
7.7. Stimolazione all’apprendimento. L’uso di provocazioni e stimolazioni, il modello di Gagne sulle nove fasi degli Instructional Events (eventi formativi) 184
7.8. Il modello di Trevisani sulla Tensione e Motivazione 186
7.9. Far emergere il proprio dialogo interiore. Identità e Ruoli, Communication Situation (COMSIT) 187
7.10. La mappa dei nostri stati di coscienza e gli stati alterati di coscienza 190
8. Il Deep Coaching richiede analisi e Focusing, la depurazione di falsi obiettivi nel processo di cambiamento: analisi X-Y, o “from where to where” 193
8.1. Il principio di crescita: modello XY di Gap Management 193
8.2. Chiarificare gli obiettivi di azione sul fattore umano, capire la destinazione (Y) – goals analysis 194
8.3. Chiarificare la situazione latente di partenza (situazione pre-intervento, o X) – situation analysis 196
8.4. Chiarificazione dei falsi steps ed errori di percorso nel coaching 198
8.5. Il Deep Coaching come orchestrazione tra interventi di rimozione, di consolidamento e di apprendimento. Le tre zone del coaching. 199
8.6. Domande potenti. Dall’intervista esistenziale alla formalizzazione del percorso di cambiamento desiderato 203
8.7. Brainstorming: Alcuni esempi di domande potenti per il Deep Coaching, l’Analisi e la Consulenza di Sviluppo Personale e Manageriale 204
8.7.1. Esempio di domande in un colloquio di Business Coaching 204
8.7.2. Elenco di domande per colloqui di coaching, di counseling o di analisi terapeutica 205
8.8. La triplice componente della wish-list formativa 207
8.9. Non confondere interventi di sviluppo con interventi di sensibilizzazione 209
8.10. Le risorse messe in campo per attivare il cambiamento sono adeguate? 211
8.11. L’applicazione del modello XY ad un gruppo formativo e ai team aziendali 214
9. La “lettura” dell’intervento di cambiamento e l’analisi del grado di difficoltà/profondità di coaching tramite il modello 3S 216
9.1. Analisi delle difficoltà del compito di coaching: il modello dei vettori di sviluppo 217
9.2. Le variabili-filtro del progetto formativo 219
9.2.1. Complessità del task 219
9.2.2. Grado di collaboratività dei soggetti (utenti/allievi/clienti) 220
9.2.3. Motivazioni della non collaboratività di alcuni partecipanti a progetti formativi 221
9.3. Azione formativa sui soggetti collaborativi 226
9.4. La difficoltà del compito formativo in relazione all’audience e alla carica energetica del formatore 227
10. La scelta dei canali esperienziali, dei ritmi e delle intensità allenanti 229
10.1. Contributi dall’Instructional Design: la progettazione di percorsi formativi, i fenomeni di ipostimolazione e overfeeding 229
10.2. Stimoli, stressor, supercompensazione 230
10.3. Agire con stimolazioni formative sul sistema simpatico e parasimpatico 233
10.4. Allenare le abilità nei contesti difficili: verso la palestra dell’apprendimento 234
10.5. Dalla trascuratezza verso l’eccellenza: le 5 Zone Operative 236
10.6. Caratteristiche e progettualità del formatore esperienziale e Deep Coach 242
10.7. Puntare all’intelligenza emotiva e alla stimolazione intellettuale: la lotta contro la stupidità e la differenza tra formazione scolastica e formazione esperienziale 243
10.8. Profili e tipologie di coach: scegliere il coach in relazione all’obiettivo 244
10.9. Il profilo del coach formatore-regista 247
10.10. Il profilo del Regista puro 249
10.11. Il profilo di coach-attore o coach istrionico 251
10.12. Il profilo di coach inquadratore teorico o “framer” 252
10.13. Il profilo di coach “squalo psicanalitico” o “apriscatole mentali” 252
10.14. Il profilo di coach “aggressivo-agitatore-provocatore” 252
10.15. Il profilo di coach “olistico-bio-psicoenergetico” 253
10.16. Il profilo di “coach buono” o “bravo maestrino”/”brava maestrina” 253
10.17. Il matching tra caratteristiche del coach/formatore e esigenze dell’intervento 253
10.18. Problemi, opportunità e vantaggi del passaggio verso la formazione esperienziale e il Deep Coaching 254
10.19. I cicli e i tempi della regia di coaching 255
10.20. Training, ripetizione e angolo di ripetizione 257
10.21. Macro-cicli, meso-cicli e micro-cicli 259
10.22. Conclusione 260
10.23. Allegato: elenco delle 333 emozioni e stati d’animo 262
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Migliore libro sul Coaching in Italia. Approfondimenti sul Coaching

Fonte: nostra traduzione da Wikipedia inglese con modifiche

Migliore libro sul Coaching in Italia – Coaching

Per le teorie del coaching, vedi Psicologia del coaching .

Il coaching è una forma di sviluppo in cui una persona esperta, chiamata coach , supporta uno studente o un cliente nel raggiungimento di uno specifico obiettivo personale o professionale fornendo formazione e guida. [1] Lo studente è talvolta chiamato coachee . Occasionalmente, il coaching può significare una relazione informale tra due persone, di cui una ha più esperienza e competenza dell’altra e offre consigli e guida man mano che quest’ultima apprende; ma il coaching differisce dal tutoraggio in quanto si concentra su compiti o obiettivi specifici, anziché su obiettivi più generali o sullo sviluppo generale. [1] [2] [3]

Origini

Il primo uso del termine “coach” in relazione a un istruttore o formatore sorse intorno al 1830 nello slang dell’Università di Oxford per un tutor che “trasportava” uno studente attraverso un esame. [4] La parola “coaching” identificava così un processo utilizzato per trasportare le persone da dove si trovano a dove vogliono essere. Il primo utilizzo del termine in relazione allo sport risale al 1861. [4]

Storia

Storicamente lo sviluppo del coaching è stato influenzato da molti campi di attività, tra cui l’educazione degli adulti , [5] il Movimento del potenziale umano negli anni ’60, [6] gruppi di formazione sulla consapevolezza di grandi gruppi (LGAT) [7] (come Erhard Seminars Training , fondato nel 1971), studi sulla leadership , sviluppo personale e vari sottocampi della psicologia . [8] [ è necessaria una citazione per verificare ] L’ Università di Sydney ha offerto la prima unità di studio di psicologia del coaching nel gennaio 2000, [9] e negli anni successivi sono state fondate varie associazioni accademiche e riviste accademiche per la psicologia del coaching (vedi Psicologia del coaching § Storia ).

Migliore libro sul Coaching in Italia – Applicazioni

Il coaching viene applicato in campi come lo sport, le arti dello spettacolo (i cantanti ottengono insegnanti di canto ), la recitazione ( istruttori di recitazione e dialettali ), gli affari, l’istruzione, l’assistenza sanitaria e le relazioni (ad esempio, gli allenatori di appuntamenti ).

I coach utilizzano una gamma di abilità comunicative (come riformulazioni mirate, ascolto, domande, chiarimenti, ecc.) per aiutare i clienti a cambiare le loro prospettive e quindi scoprire approcci diversi per raggiungere i loro obiettivi. [10] Queste abilità possono essere utilizzate in quasi tutti i tipi di coaching. In questo senso, il coaching è una forma di “meta-professione” che può applicarsi per supportare i clienti in qualsiasi attività umana, che vanno dalle loro preoccupazioni in ambito sanitario, personale, professionale, sportivo, sociale, familiare, politico, spirituale, ecc. potrebbe esserci qualche sovrapposizione tra alcuni tipi di attività di coaching. [8] Gli approcci di coaching sono anche influenzati dalle differenze culturali. [11]

Migliore libro sul Coaching in Italia – Allenamento Agile

Vedi anche: Sviluppo software agile

Coaching agile significa aiutare un’organizzazione a trasformarsi in un modo di lavorare più agile. Gli allenatori agili sono esperti in materia che, oltre alle loro capacità di coaching, sono tenuti a trasferire le conoscenze attraverso l’insegnamento e il tutoraggio e modellare i valori agili. L’obiettivo è spesso un team o un dipartimento di ricerca e sviluppo, ma può essere qualsiasi sezione trasversale di qualsiasi organizzazione . Il campo di intervento può quindi essere piuttosto ampio. [12] [13] [14]

Disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD)

Vedi anche: Gestione del disturbo da deficit di attenzione e iperattività

Il concetto di coaching per l’ ADHD è stato introdotto nel 1994 dagli psichiatri Edward M. Hallowell e John J. Ratey nel loro libro Driven to Distraction . [15] Il coaching per l’ADHD è un tipo specializzato di life coaching che utilizza tecniche progettate per assistere le persone con disturbo da deficit di attenzione e iperattività mitigando gli effetti del deficit della funzione esecutiva , che è un disturbo comune per le persone con ADHD. [16] I coach lavorano con i clienti per aiutarli a gestire meglio il tempo , organizzare, fissare obiettivi e completare i progetti. [17] Oltre ad aiutare i clienti a comprendere l’impatto che l’ADHD ha avuto sulle loro vite, i coach possono aiutare i clienti a sviluppare strategie di ” soluzione alternativa ” per affrontare sfide specifiche e determinare e utilizzare i punti di forza individuali. Gli allenatori aiutano anche i clienti a comprendere meglio quali sono le aspettative ragionevoli per loro come individui poiché le persone con “cablaggio cerebrale” dell’ADHD spesso sembrano aver bisogno di “specchi” esterni per l’autoconsapevolezza del loro potenziale nonostante la loro menomazione. [18]

Migliore libro sul Coaching in Italia – Affari e dirigenti

Il coaching aziendale è un tipo di sviluppo delle risorse umane per dirigenti, membri del management, team e leadership. [19] Fornisce supporto positivo, feedback e consigli su base individuale o di gruppo per migliorare l’efficacia personale nel contesto aziendale, concentrandosi molte volte sui cambiamenti comportamentali attraverso la psicometria o feedback a 360 gradi . Il coaching aziendale è anche chiamato coaching esecutivo, [20] coaching aziendale o coaching di leadership. I coach aiutano i loro clienti ad avanzare verso obiettivi professionali specifici. Questi includono la transizione di carriera, la comunicazione interpersonale e professionale, la gestione delle prestazioni , l’efficacia organizzativa, la gestione della carriera e dei cambiamenti personali, lo sviluppo della presenza esecutiva, il miglioramento del pensiero strategico, la gestione efficace dei conflitti e la creazione di un team efficace all’interno di un’organizzazione. Uno psicologo industriale-organizzativo può lavorare come executive coach.

Il coaching aziendale non è limitato a esperti o fornitori esterni. Molte organizzazioni si aspettano che i loro dirigenti e quadri intermedi inducano i membri del loro team a raggiungere livelli più elevati di prestazioni, maggiore soddisfazione sul lavoro, crescita personale e sviluppo professionale. Studi di ricerca suggeriscono che l’executive coaching ha effetti positivi sia all’interno delle prestazioni sul posto di lavoro che nelle aree personali al di fuori del posto di lavoro, con alcune differenze nell’impatto dei coach interni ed esterni. [21]

In alcuni paesi, non è richiesta alcuna certificazione o licenza per essere un business o executive coach e l’appartenenza a un’organizzazione di coaching è facoltativa. Inoltre, gli standard e i metodi di formazione degli allenatori possono variare ampiamente tra le organizzazioni di coaching. Molti business coach si definiscono consulenti , un rapporto d’affari più ampio di quello che coinvolge esclusivamente il coaching. [22] I risultati della ricerca da una revisione sistematica indicano che gli allenatori efficaci sono noti per avere integrità, supporto per coloro che allenano, capacità di comunicazione e credibilità. [19]

Sul posto di lavoro, il coaching della leadership ha dimostrato di essere efficace per aumentare la fiducia dei dipendenti nell’esprimere le proprie idee. [23] I risultati della ricerca in una revisione sistematica dimostrano che il coaching può aiutare a ridurre lo stress sul posto di lavoro. [24]

Migliore libro sul Coaching in Italia – Carriera

Vedi anche: Consulenza professionale

Career Coaching si concentra sul lavoro e sulla carriera ed è simile a consulenza professionale . Il Career Coaching non va confuso con il Life Coaching , che si concentra sullo sviluppo personale. Un altro termine comune per un career coach è ” guida professionale “.

Migliore libro sul Coaching in Italia – cristiano

Vedi anche: consulenza cristiana

Un allenatore cristiano non è un pastore o un consigliere (sebbene l’allenatore possa anche essere qualificato in quelle discipline), ma qualcuno che è stato professionalmente formato per affrontare obiettivi di coaching specifici da una prospettiva tipicamente cristiana o biblica. [25]

Co-coaching

Articolo principale: co-coaching

Il co-coaching è una pratica strutturata di coaching tra pari con l’obiettivo di apprendere tecniche di coaching migliorate.

Dating

Articolo principale: allenatore di appuntamenti

Gli allenatori di appuntamenti offrono coaching e prodotti e servizi correlati per migliorare il successo dei loro clienti negli appuntamenti e nelle relazioni.

Finanziario

Vedi anche: pianificatore finanziario

Il coaching finanziario è una forma relativamente nuova di coaching che si concentra sull’aiutare i clienti a superare la loro lotta per raggiungere specifici obiettivi finanziari e aspirazioni che si sono prefissati. Il coaching finanziario è una relazione individuale in cui il coach lavora per fornire incoraggiamento e supporto volti a facilitare il raggiungimento dei piani economici del cliente. Un coach finanziario , chiamato anche money coach , in genere si concentra sull’aiutare i clienti a ristrutturare e ridurre il debito, ridurre le spese, sviluppare abitudini di risparmio e sviluppare la disciplina fiscale. Al contrario, il termine consulente finanziario si riferisce a una gamma più ampia di professionisti che in genere forniscono ai clienti prodotti e servizi finanziari. Sebbene le prime ricerche colleghino il coaching finanziario al miglioramento dei risultati dei clienti, è necessaria un’analisi molto più rigorosa prima di poter stabilire qualsiasi nesso causale. [26]

Migliore libro sul Coaching in Italia – Salute e benessere

Articolo principale: coaching per la salute

Il coaching sanitario sta diventando riconosciuto come un nuovo modo per aiutare le persone a “gestire” le proprie malattie e condizioni, in particolare quelle di natura cronica. [27] Il coach utilizzerà tecniche speciali, esperienza personale, competenza e incoraggiamento per assistere il coachee nel portare i suoi cambiamenti comportamentali, mirando a ridurre i rischi per la salute ea ridurre i costi sanitari. [28] La National Society of Health Coaches (NSHC) ha differenziato il termine allenatore della salute da allenatore del benessere . [28] Secondo l’NSHC, gli allenatori sanitari sono qualificati “per guidare le persone con condizioni acute o croniche e/o con un rischio per la salute da moderato ad alto”, e gli allenatori di benessere forniscono guida e ispirazione “a individui altrimenti ‘sani’ che desiderano mantenere o migliorare il loro stato di salute generale generale”. [28]

Compiti a casa

Articolo principale: coach per i compiti

compiti a casa si concentra sul fornire a uno studente le capacità di studio necessarie per avere successo accademico. Questo approccio è diverso dal tutoraggio regolare che in genere cerca di migliorare le prestazioni di uno studente in una materia specifica. [29]

Migliore libro sul Coaching in Italia – Nell’istruzione

Vedi anche: Psicologia del coaching § In education e Tutor § Coaching accademico

Il coaching viene applicato per supportare studenti, docenti e amministratori nelle organizzazioni educative. [30] Per gli studenti, le opportunità di coaching includono la collaborazione con altri studenti per migliorare i voti e le abilità, sia accademiche che sociali; per insegnanti e amministratori, il coaching può aiutare con il passaggio a nuovi ruoli. [30]

Migliore libro sul Coaching in Italia – Vita

life coaching è il processo per aiutare le persone a identificare e raggiungere obiettivi personali attraverso lo sviluppo di abilità e atteggiamenti che portano all’auto-potenziamento. [8] [31] Il life coaching generalmente si occupa di questioni come l’equilibrio tra lavoro e vita privata e i cambiamenti di carriera e spesso si verifica al di fuori del contesto lavorativo. [32] L’impegno psicologico accademico sistematico con il life coaching risale agli anni ’80. [33] Gli scettici hanno criticato l’attenzione del life coaching sull’auto-miglioramento per il suo potenziale di commercializzazione di amicizie e altre relazioni umane, [34] ma critiche simili sono state fatte anche ad altre professioni di aiuto come la psicologia clinica. [35] [36]

Relazione

Vedi anche: Consulenza relazionale

Il coaching relazionale è l’applicazione del coaching alle relazioni personali e commerciali . [37]

Migliore libro sul Coaching in Italia – Gli sport

Articoli principali: Coach (sport) e Psicologia dello sport § Coaching

Nello sport , un allenatore è un individuo che fornisce supervisione e formazione alla squadra sportiva o ai singoli giocatori. Gli allenatori sportivi sono coinvolti nell’amministrazione, nella preparazione atletica, nell’allenamento delle competizioni e nella rappresentanza della squadra e dei giocatori. Un’indagine nel 2019 della letteratura sull’allenamento sportivo ha rilevato un aumento del numero di pubblicazioni e la maggior parte degli articoli presentava un approccio di ricerca quantitativa. [38] La psicologia dello sport è emersa dal 1890. [39]

Migliore libro sul Coaching in Italia – Vocale

Articolo principale: coach vocale

Un vocal coach, noto anche come voice coach (sebbene questo termine si applichi spesso a coloro che lavorano con la parola e la comunicazione piuttosto che con il canto), è un insegnante di musica , solitamente un accompagnatore di pianoforte, che aiuta i cantanti a prepararsi per un’esibizione, spesso anche aiutandoli migliorare la propria tecnica canora e prendersi cura e sviluppare la propria voce, ma non è la stessa cosa di un insegnante di canto (detto anche “insegnante di canto”). Gli allenatori vocali possono dare lezioni private di musica o workshop di gruppo o masterclass ai cantanti. Possono anche allenare cantanti che stanno provando sul palco o che stanno cantando durante una sessione di registrazione.

Migliore libro sul Coaching in Italia – Scrivere

Un coach di scrittura aiuta gli scrittori, come studenti, [40] [41] giornalisti, [42] [43] e altri professionisti [44] [45], a migliorare la loro scrittura e produttività. [46]

Migliore libro sul Coaching in Italia – Etica e standard

Vedi anche: Licenze , Certificazione professionale ed Etica professionale

Dalla metà degli anni ’90, associazioni professionali di coaching come l’Association for Coaching (AC), l’ European Mentoring and Coaching Council (EMCC), l’International Association of Coaching (IAC) e l’ International Coach Federation (ICF) hanno lavorato per sviluppare standard di formazione. [1] : 287–312 [47] Lo psicologo Jonathan Passmore ha osservato nel 2016: [1] : 3

Sebbene il coaching sia diventato un intervento riconosciuto, purtroppo non ci sono ancora standard o accordi di licenza ampiamente riconosciuti. Gli organismi professionali hanno continuato a sviluppare i propri standard, ma la mancanza di regolamentazione significa che chiunque può definirsi un allenatore. … Se il coaching è una professione che richiede regolamentazione, o è professionale e richiede standard, rimane oggetto di dibattito.

Una delle sfide nel campo del coaching è il mantenimento dei livelli di professionalità, standard ed etica. [47] A tal fine, gli organismi e le organizzazioni di coaching hanno codici etici e standard dei membri. [1] : 287–312 [48] Tuttavia, poiché questi organismi non sono regolamentati e poiché gli allenatori non devono appartenere a un tale organismo, l’etica e gli standard sono variabili sul campo. [47] [49] Nel febbraio 2016 AC e EMCC hanno lanciato un “Codice etico globale” per l’intero settore; individui, associazioni e organizzazioni sono invitati a diventarne firmatari. [50] [51] : 1

Con la crescente popolarità del coaching, [52] molti college e università offrono ora programmi di formazione per coach accreditati da un’associazione professionale. [53] Alcuni corsi offrono un certificato di life coach dopo pochi giorni di formazione, ma tali corsi, se accreditati, sono considerati programmi di formazione “à la carte”, “che possono o meno offrire coach dall’inizio alla fine formazione”. [54] Alcuni programmi di formazione “tutto compreso” accreditati dall’ICF, ad esempio, richiedono un minimo di 125 ore di contatto con gli studenti, 10 ore di tutoraggio e un processo di valutazione delle prestazioni. [55] [56] Questa è una formazione molto ridotta rispetto ai requisiti di formazione di alcune altre professioni di aiuto: ad esempio, la licenza come psicologo consulente nello Stato della California richiede 3.000 ore di esperienza professionale supervisionata. [57] Tuttavia, l’ICF, ad esempio, offre una credenziale “Master Certified Coach” che richiede la dimostrazione di “2.500 ore (2.250 pagate) di esperienza di coaching con almeno 35 clienti” [58] e una credenziale “Professional Certified Coach” con meno requisiti. [59] Altri organismi professionali offrono allo stesso modo opzioni di accreditamento per allenatori di livello base, intermedio e avanzato. [60] Alcuni coach sono sia coach certificati che psicologi di consulenza autorizzati, che integrano coaching e counseling. [61]

I critici vedono il life coaching come simile alla psicoterapia ma senza le restrizioni legali e la regolamentazione statale degli psicologi. [47] [62] [63] [64] Non ci sono regolamenti statali/requisiti di licenza per gli allenatori. A causa della mancanza di regolamentazione, le persone che non hanno una formazione o una certificazione formale possono chiamarsi legalmente coach della vita o del benessere. [65]

Migliore libro sul Coaching in Italia – Guarda anche

Migliore libro sul Coaching in Italia – Riferimenti

  1. ^ Salta su : aB C D e Passmore, Jonathan, ed. (2016) [2006]. Eccellenza nel coaching: la guida del settore (3a ed.). Londra; Filadelfia: Pagina di Kogan . ISBN 9780749474461 . OCLC 927192333 .
  2. ^Renton, Jane (2009). Coaching e Mentoring: cosa sono e come sfruttarli al meglio. New York: Bloomberg Press . ISBN 9781576603307 . OCLC 263978214 .
  3. ^Chakravarthy, Pradeep (20 dicembre 2011). “La differenza tra coaching e mentoring” . Forbes . Estratto il 4 luglio 2015.
  4. ^ Salta su : aB coach , Dizionario di etimologia online, recuperato il 4 luglio 2015 .
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  6. ^Stelter , Reinhard (2012). Una guida al coaching di terza generazione: teoria e pratica narrativa-collaborativa [ Coaching per generazioni di Tredje – En guide til narrativ-samskabende teori og praksis ]. Dordrecht: Springer Science+Business Media (pubblicato nel 2013). P. 2. ISBN 9789400771864 . Estratto il 26 luglio 2020 . La storia del coaching e della psicologia del coaching può essere fatta risalire a due radici chiave: la psicologia dello sport e il movimento del potenziale umano.
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Copyright. Articolo estratto dal libro “Direzione Vendite e Leadership. Coordinare e formare i propri venditori per creare un team efficace” di Daniele Trevisani, Franco Angeli editore, Milano. Pubblicato con il permesso dell’autore.

Solution Selling. Un modo di vendere

Se il Solutions Selling riguarda il “come” vendere, rimane un grande interrogativo, il “come” esercitare la leadership. La risposta si trova in un metodo molto importante, il “Leading by Coaching”, che significa guidare la squadra essendone il coach, né più né meno come un Coach sportivo guiderebbe le proprie persone, allenandole, aiutandole a scendere in campo preparate, motivate e con gli strumenti giusti per vincere.Si tratta, in altre parole, di applicare la leadership attraverso la gestione delle persone (People Management), sia come team, che con interventi uno-ad-uno.

Per quanto riguarda la componente primaria del People Management (la gestione delle persone), la Leadership di Vendita si basa prevalentemente:

  • sulle tecniche di coaching umanistico (crescita personale e professionale del venditore, formazione dei venditori);
  • sull’Analisi della Conversazione come strumento per guidare il dialogo e creare attivamente un clima di comunicazione di qualità, interno al gruppo, e tra venditori e clienti;
  • sulle dinamiche di Leadership Emozionale, per intervenire con successo sulle situazioni sia positive che negative, insite nella leadership stessa e nei suoi momenti di vita professionale, gestire le gratificazioni, dare voce ai successi, ma anche intervenire nei momenti difficili che la vita professionale di direzione vendite comporta.

I valori e le competenze da instillare tramite il coaching alla propria squadra sono proprio quelli del Solutions Selling.Il cliente moderno è più esperto e competente che mai. Adottando un approccio collaborativo con l’acquirente e sviluppando soluzioni, anziché fare affidamento su tattiche di vendita manipolatorie, i venditori professionisti possono creare valore reale per i clienti e successivamente concludere più affari. Il metodo di “vendita della soluzione” (Solution Selling) sposta l’enfasi dalle caratteristiche del prodotto al valore che riusciamo a creare per il cliente. Questo significa aiutare il cliente a raggiungere i suoi obiettivi, non i nostri, e risolvere i suoi problemi, non i nostri. 

Ecco alcuni elementi fondamentali che un buon coaching deve trasferire.

Capire gli obiettivi del cliente

Riconoscere il fatto di essere portatori di valore

Portare la relazione su un livello di parità

Trasformare le conversazioni in ascolto attivo del cliente

Scalare le gerarchie aziendali e arrivare a parlare con chi decide veramente

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I relatori e i temi trattati (sono possibili variazioni nel team di relatori in funzione di impegni istituzionali che si possano verificare).

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  • Dott. Lorenzo Manfredini. Psicologo Psicoterapeuta e scrittore (elenco dei libri scritti qui). Chi sono, cosa cerco, dove guardo ©? Il coaching come relazione d’aiuto e la qualità nelle relazioni personali. L’intelligenza emotiva nel colloquio di coaching, l’intelligenza emotiva con i collaboratori del team
  • Dott. Ing. Lorenzo Savioli. Psicologo e Manager. La leadership e la Self Leadership: il Metodo ACE+™ e il miglioramento personale che parte da dentro
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Corso Coaching, Crescita Personale e Professionale Metodo HPM Testo del Master in Coaching e Sviluppo del Potenziale Umano di Daniele Trevisani Academy

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Un Mental Coach è un professionista che allena la mente di un atleta, di un manager o di una persona di qualsiasi tipo, nel compiere evoluzioni positive verso un futuro migliore e ottenere migliori performance. Non è uno psicoterapeuta o uno psichiatra, non tratta questioni cliniche ma può agire sulle stesse variabili che si trovano in alcune aree della psicologia, della comunicazione e della formazione, come la scienza delle performance, la gestione delle emozioni, operando sulla formazione personalizzata di una squadra o di un singolo atleta o manager.

A mio parere gli strumenti che un Mental Coach professionista deve conoscere sono almeno:

  1. la Scala di Fisher, per comprendere e far comprendere ai propri clienti il concetto di stato di coscienza e aiutarlo a riconoscerli nella sua vita personale e nelle performance
  2. le tecniche di rilassamento
  3. le tecniche di visualizzazione
  4. le tecniche di respirazione connesse agli stati corporei (Pranayama)
  5. la tecnica del colloquio di Coaching (e nei casi più evoluti, la tecnica del colloquio di Counseling)
  6. le tecniche di “Analisi degli Episodi”
  7. le tecniche di Analisi della Conversazione (derivate dalle Scienze della Comunicazione)
  8. i principi di base della motivazione
  9. i principi dello stato di Flow (flusso) e delle Optimal Performance
  10. la struttura delle emozioni (in particolare il modello di Plutchick)
  11. il lavoro allenante sulle micro-competenze e macro-competenze (Modello HPM)
  12. i principi dell’Andragogia (la scienza della formazione degli adulti) e la capacità di realizzare active training (formazione attiva) sui propri clienti
  13. sensibilità e competenze sulle intersezioni tra aree diverse: spirituale, emotiva, fisico-corporea, esistenziale, professionale, familiare e sistemica, lavoro sulle competenze
  14. conoscenza e applicazione del modello delle Regie di Cambiamento o modello X-Y, con capacità di progettare azioni di RME (Retargeting Mental Energies)
  15. capacità di fissare micro-obiettivi e macro-obiettivi (Y o “End-States”) e monitorare i progressi del cliente
  16. conosce sulle Scienze del Potenziale Umano (Modello HPM – Human Potential Modeling)

Dal libro “Il potenziale umano. Metodi e tecniche di coaching e training per lo sviluppo delle performance“:

Ognuno di noi ha ricevuto un’eredità mentale e genetica da chi lo ha preceduto, un patrimonio di risorse, per alcuni ricco e pieno di frutti, per altri disastrato e pieno di debiti non pagati, con la quale fare i conti. Di questo non abbiamo né colpe né meriti, è il nostro punto di partenza.

Da questo punto in avanti, tuttavia, si avvia la responsabilità della persona nel compiere suoi progressi, tentativi anche piccoli, una responsabilità potente e individuale del volere realizzare se stessi, provare a farlo, o progredire per quanto sia possibile, senza accettare la stasi o la passività (passività da non confondere invece con capacità di rilassamento, un tratto invece positivo).

E quando parliamo di potenziale umano o espressività, non esiste punto di arrivo o traguardo finale. Si tratta di un atteggiamento costante di amore per la vita e per la ricerca.

La scienza è un’amica importante, perché dimostra che esistono possibilità enormi di emancipazione umana e crescita del potenziale personale.

Una grande quantità di studi provano che è possibile mettere mano attivamente alla propria espressività e alle abilità, sia generali che specifiche. Ma per farlo occorre volontà e lavoro allenante.

Lo studio autonomo o di gruppo, la crescita voluta, le esperienze, ma anche il lavoro allenante, formativo, di coaching, di counseling, di training, sono forme per alimentare le nostre ali per volare. Amplificare il potenziale umano significa dare ali a chi non le ha, e aiutare le persone che già volano a volare ancora più in alto.

Con le tecniche giuste, anche persone con handicap hanno potuto amplificare la propria espressività, nel caso specifico l’espressività comunicativa, grazie al ricorso a training particolari basati su tecniche efficaci.

Ad esempio, se parliamo di comunicazione verbale, il prosodic modeling[1] – tecnica che allena la persona a gestire meglio il parlato, il ritmo e intonazione, la buona scansione delle sillabe – migliora la capacità di esprimersi bene, di generare frasi compiute e comprensibili, e ha prodotto effetti scientificamente dimostrati. Il miglioramento è un fatto concreto e possibile.

Ed ancora, è scientificamente dimostrato che le tecniche teatrali nelle loro varie forme (incluso il role-playing, lo psicodramma, le simulazioni) possono essere usate con successo nella formazione in azienda, e anche per aumentare l’espressività di ragazzi con problemi, con risultati tangibili, reali, forti.

Gli studi dimostrano efficacia su variabili determinanti dell’espressività, quali listening skills (capacità di ascolto), eye contact (gestione del contatto visivo), body awareness (consapevolezza corporea), coordinamento fisico, espressività facciale e verbale, focalizzazione e concentrazione, flessibilità mentale e problem solving skills, capacità di interazione sociale, ma anche tratti psicologici quali la self esteem (autostima)[2].

Sono ambiti localizzati, dettagli di un puzzle di crescita, ma sono avanzamenti possibili e mostrano una via, una possibilità reale.

Questo per noi significa tanto: le persone possono andare oltre la posizione di partenza ereditata e oltre lo stato in cui si trovano, qualsiasi esso sia: (1) problematico o patologico, (2) normale o mediano, (3) eccellente o agonistico.

Sicuramente chi si impegna in programmi di sviluppo, su qualsiasi stadio di partenza, sta facendo uno sforzo intenzionale per andare oltre l’eredità ricevuta, e ha un merito. Lo ha anche chi li supporta, i coach, trainer o terapeuti che vi si impegnano. Lo hanno anche i leader se e quando nelle imprese fanno crescere le persone. I leader sono coloro che sviluppano le persone e non solo risultati.

Espressività è liberazione di sé, energia, possibilità di emancipazione, dare aiuto e contributi agli altri e ai loro sogni, così come ai nostri.

Le performance e l’apprendimento sono atti di espressività che non arrivano ad un punto per poi fermarsi, sono piuttosto momenti di azione, seguiti da altri di riflessione, ricarica, e poi ancora ricerca di altre zone di espressività e altre crescite, altri progetti positivi, e ancora riposo, contributi, espressione, in un susseguirsi di “respiro vitale”, un battito di vita profondo e potente.

Ci si può esprimere in una poesia, in una corsa, in un progetto aziendale. Ci si può esprimere aiutando il prossimo, nel volontariato, o in una ricerca spirituale.

Ci si può esprimere nel raccontare con vividezza un racconto o una favola ad un bambino. Non è necessario far soldi o vincere le olimpiadi per esprimersi. Ci si può esprimere nelle professioni, nel lavoro, nell’impresa, ma diventare ricchi non è sempre sintomo di successo vero, anzi, persone che hanno raggiunto obiettivi spirituali, come Gesù, San Francesco, i monaci buddisti, e altri illuminati, hanno deciso che il loro metro di misura fosse altro.

È questa la vera emancipazione: decidere quale sia il nostro metro di misura senza ingoiarlo a forza da altri, non assorbirlo passivamente e impregnarsi da quanto certa società vorrebbe a forza, il consumismo, l’esaspe­razione, il comportamento “produci-consuma-muori”.

Ma, quello che conta ai fini formativi, è che – qualsiasi sia il target o l’obiettivo – l’espressività sia percepita da un mental coach come fattore altamente “lavorabile”, così come lo è, più in generale, ogni ambito della crescita e del potenziale umano.

[1] Young, Arlene R.  et al. (1996), Effects of Prosodic Modeling and Repeated Reading on Poor Readers’ Fluency and Comprehension, Applied Psycholinguistics, v. 17, n. 1, pp. 59-84, Mar.

[2] Bailey, S.D. (1993), Wings To Fly: Bringing Theatre Arts to Students with Special Needs, Woodbine House, Rockville.

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© Dott. Daniele Trevisani, Formatore, Ricercatore, Mental Coach, Mental Trainer, Counselor, autore del testo “Il Potenziale Umano” edito da Franco Angeli, Milano. www.danieletrevisani.it www.danieletrevisani.com

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© Articolo Copyright di Dott. Daniele Trevisani www.danieletrevisani.it


https://youtu.be/xW9-Ivhwb1E

Il T-chart (Time-Chart) è una tecnica di coaching e consulenza, uno strumento di ricerca che si presta ad analisi per azioni di formazione, di coaching, ma anche di terapia, consulenza aziendale e professionale, sportiva o life, e analisi di temi di sviluppo personale e organizzativo.

Tra le azioni praticabili con il t-chart:

  • Mappare la propria storia e i suoi punti critici e focali
  • Strutturare obiettivi futuri con consapevolezza superiore rispetto al proprio “Life Purpose” o scopo di vita
  • Apprendere dal proprio passato positivo, fare “lessons learned” positive
  • Apprendere dal proprio passato negativo, e rielaborarlo, fare “lessons learned” dagli errori del passato e stati negativi esperiti in passato nella propria “storia di vita”
  • Capire come la persona si orienta rispetto al proprio tempo e come lo percepisce, come lo struttura, come lo vive

Per le aziende

  • Rstrutturare e ricentrare i tempi personali con maggiore soddisfazione, essere più efficaci nel decidere “cosa è bene fare ora”
  • Capire la traiettoria del “da dove veniamo, attraverso cosa siamo passati, cosa ci ha reso chi siamo, verso dove ci stiamo dirigendo”
  • Attivare azioni di “consulenza di processo” ben centrate su episodi del proprio “viaggio imprenditoriale”.
  • Capire la dimensione del “clima del gruppo”, fare coesione sul “dove vogliamo dirigerci” e “da cosa vogliamo stare lontani”, individuare differenze e similarità sui “futuri possibili” tra i membri di un team, coerenze e incoerenze, far emergere il “non detto”.

 

Gli obiettivi futuri possono rimanere per sempre entro un vago “sfondo aspirazionale” e “sfondo pulsionale”, senza mai essere davvero bene focalizzati in termini di tempi, azioni, step congruenti.

Lo sfondo aspirazionale e lo sfondo pulsionale fanno riferimento al nostro “tendere a, tendere verso”, ma ancora senza una precisa e netta definizione del cosa, come, quando, perché, e strategie.

La valenza del modello è sia in termini di coaching che nelle operazioni psicologiche di cambiamento e persuasione.

È necessario a questo punto introdurre il concetto di campo situazionale della persona, ovvero il panorama psicologico individuale, in cui compaiono idee, pensieri, progetti, ansie, paure, sogni, aspirazioni.

La nostra attenzione consente di immettere nel campo situazionale di volta in volta solo una limitata serie di elementi.

Figura 1 – Inclusione ed esclusione dal campo situazionale

 

Ogni persona è contornata da una moltitudine di situazioni, di messaggi e stimoli, ma solo pochi di questi entrano nel sistema percettivo. Nel caso sopra visualizzato, solo gli elementi E ed F sono percepiti chiaramente dalla persona, mentre gli altri rimangono latenti, come invisibili – seppur presenti.

Capire il panorama psicologico di una persona, il “sistema cliente” che un counselor, coach o formatore si trova a fronteggiare, cosa vi è incluso, cosa la persona pensa, cosa non pensa, è uno dei compiti più impegnativi della regia di cambiamento.

L’analisi della psicologia dei tempi individuali ha effetti positivi sul campo psicologico:

  1. capire meglio chi siamo e dove vogliamo arrivare;
  2. esplorare e costruire il proprio futuro;
  3. costruire attivamente i propri obiettivi;
  4. identificare nel campo psicologico i veri problemi e i falsi problemi;
  5. eliminare dal proprio orizzonte i tempi/spazzatura e le soluzioni/spazzatura, saperle finalmente riconoscere;
  6. trovare ancoraggi forti per le proprie azioni e per il proprio sforzo quotidiano;
  7. ridurre l’ansietà ed il senso di smarrimento, i sentimenti di confusione e incertezza che qualsiasi persona oggi manifesta, data l’enormità delle scelte e alternative esistenti in ogni campo, incluso l’utilizzo del proprio tempo e su quali fronti, siano essi sogni o progetti.

 

L’analisi dal punto di vista della psicologia strategica permette invece di:

  1. capire quali sono gli “ancoraggi” che possono smuovere la volontà e la motivazione di un soggetto o di un target audience;
  2. esplorare gli spazi psicologici e scoprire vulnerabilità, resistenze, spazi aperti, nervi scoperti, desideri, sogni, aspirazioni, paure;
  3. costruire attivamente un messaggio persuasivo che sia ancorato alle strutture mentali del ricevente;
  4. identificare nel campo psicologico i veri motivatori (leve efficaci) e i falsi motivatori (leve persuasive inefficaci), considerando che ogni soggetto ha una propria psicologia e ogni cultura ha una propria psicologia, tale che il messaggio che funziona nella cultura o soggetto A può essere del tutto inefficace per la cultura o soggetto B.

 

Esiste una continuità tra (a) consulenza professionale che utilizza il modello t-chart, (b) consulenza aziendale e (c) terapia cognitiva e/o counseling.

Il consulente professionale che utilizza il t-chart è tale se riesce a capire, costruire o ricostruire l’orizzonte psicologico del soggetto, se è in grado di aiutare il cliente a ridurre le proprie tensioni, le proprie ansie e a ri-orientare il campo psicologico che manifesti delle distorsioni o incongruità.

 

tecniche di coaching

Nel caso sopra evidenziato, la persona riesce

1 – a ridurre imprecisioni di focusing, l’attenzione concentrata su elementi inutili o controproducenti che ingombravano il campo;

2 – a spostare l’attenzione verso nuovi elementi, che erano presenti ma scarsamente percepiti o non percepiti del tutto, creando nuove priorità.

L’effetto collaterale, indiretto e positivo, delle attività di problemsolving che utilizzano il metodo t-chart, è dato dal potere rigenerativo e terapeutico di cui esso dispone, nel momento stesso in cui la chiarificazione del quadro psicologico, il reperimento di soluzioni efficaci, produce l’effetto di ridurre la tensione e lo stato di dissonanza cognitiva del cliente.

Il t-chart orientato al futuro si basa su tecniche di intervista che sollecitano e fanno emergere i bisogni della persona. Come tale, l’esperienza del t-chart è per il cliente un momento di riorganizzazione della realtà, la presa di possesso del proprio orizzonte psicologico che a volte è smarrito o offuscato dalle preoccupazioni quotidiane, dall’ansia, o semplicemente dalla carenza o dall’eccesso di informazioni

Il T-chart come sistema di focalizzazione dei problemi e fissazione di obiettivi

Il T-chart si pone come sistema di focalizzazione dei problemi (problem setting: quali sono i veri problemi da affrontare?) e di risoluzione dei problemi (problem solving: come risolviamo i problemi?), così come di goals setting (fissazione di goals e obiettivi). Per farlo, si ritiene indispensabile partire da un principio di ancoraggio: i problemi o obiettivi devono essere ancorati a proiezioni future, ad aspirazioni forti, a stati di vision, ad un senso di missione.

La base manageriale del T-chart è il meccanismo di Backward-Planning (pianificazione a ritroso).

Backward-Planning: Fissare dei valori e ideali, ricavarne un obbiettivo e da questo dedurre tutte le singole tattiche finalizzate a quell’obbiettivo, fissare tappe intermedie, e definire le condizioni necessarie al suo raggiungimento.

Il primo focus è nella fase di problem-setting, senza la quale ogni tentativo di problem-solving risulta vano. La preoccupazione principale del consulente è la seguente: Stiamo cercando di risolvere i problemi sbagliati? Perché investire il proprio tempo e quello del cliente su problemi irrilevanti? Posso essere produttivo e veramente utile?

Il T-chart si prefigge di dare un contributo alla risoluzione di problemi, passando dalla non-definizione alla definizione, dalla oscurità alla presa di coscienza.

Il passaggio di Tullio-Altan è qui estremamente chiarificatore della valenza che un approccio di problem-setting è in grado di fornire alla qualità di vita dell’uomo e delle aziende:

Se noi viviamo in una certa situazione avvertendo in essa delle oscure esigenze, che non riusciamo ancora a chiarire a noi stessi, ma solo a sentire angosciosamente, in tal caso possiamo dire che stiamo soffrendo le contraddizioni che la caratterizzano, senza avere una visione razionale dei reali problemi che la distinguono. Dal momento nel quale noi riusciamo ad iniziare un processo di problematizzazione di tali contraddizioni sofferte, il processo di una conoscenza nuova ha preso il suo corso. Quando un dubbio angoscioso prende la forma di un preciso problema, la sua soluzione è vicina.[1]

Non si tratta di fissare per sempre il futuro con il cemento armato e irrigidirlo. E’ impossibile. Si può invece capire anche solo un micro-brano di una soluzione vicina o fare un passo concreto verso uno stato migliore, e questo è già un ottimo traguardo.

“Quando ti dai obiettivi troppo elevati e non sei in grado di raggiungerli, il tuo entusiasmo si trasforma in amarezza. Cerca una meta più ragionevole e poi gradualmente sorpassala. È il solo modo per arrivare in vetta.”

(Emil Zatopek)

[1] Tullio-Altan, C. (1983). Antropologia. Milano: Feltrinelli. P. 206-207.


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Dal libro “Il potenziale umano. Metodi e tecniche di coaching e training per lo sviluppo delle performance

Le tre zone del cambiamento

Zona 1. La zona del disapprendimento e del distanziamento: Unlearning

  • Di cosa vuoi liberarti?
  • Da cosa vuoi ripulirti?
  • Di cosa vuoi ridurre la valenza nella tua vita?
  • Che cosa vuoi che abbia meno peso nella tua vita?
  • Di cosa vuoi fare pulizia nella tua vita?
  • Quali sono i virus mentali che sarebbe bene rimuovere?
  • Io voglio fare la pulizia nella mia mente, di che cosa?
  • Di che cosa vuoi ridurre la valenza?
  • Cosa vuoi che conti meno nella tua vita?
  • Di cosa vorresti alleggerirti?
  • Cos’è che ti farebbe sentire un po’ più leggero?
  • Quali cose buone vorresti far entrare nella tua vita?

Zona 2. La zona del consolidamento e gli ancoraggi

  • Cos’è che di me non vorrei far cambiare?
  • Cosa vuoi consolidare?
  • Cosa vorresti trattenere di te in un cambiamento?
  • Cosa non vorresti che ti togliessero di te, del tuo modo di essere?
  • A quali lati di te sei affezionato e tieni particolarmente?
  • A cosa tieni particolarmente di buono nel tuo carattere o delle tue abitudini?

Zona 3. La zona dell’apprendimento, delle osmosi in ingresso

  • Che cosa vuoi far entrare nella tua vita?
  • Cosa ti piacerebbe apprendere, o cosa hai bisogno di apprendere?
  • Cosa ti piacerebbe lasciare entrare nella tua vita?
  • A che possibilità vorresti aprirti?
  • Quali competenze vorresti acquisire per i tuoi progetti professionali o di vita?
  • Se potessi scegliere, cosa ti piacerebbe assorbire di buono dal mondo esterno?
  • Di cosa vorresti essere un ricercatore attivo, cosa cercheresti?
  • Cosa stimola la tua curiosità?
  • Quali credenze pensi ti faccia bene inserire tra le tue credenze preesistenti?
  • Quali abitudini ti piacerebbe acquisire o far rientrare tra le tue abitudini
  • Cosa ti piacerebbe assimilare da persone che conosci o che hai visto in tv o al cinema, o da un certo personaggio?

Le domande presentate si ispirano al “Principio metabolico” esposto nei testi Regie di Cambiamento e Il Potenziale Umano, che inquadra queste tre aree per l’Optimal Functioning (funzionamento ottimale) della persona

  • Espellere cataboliti, sostanze di scarto, sia organiche che mentali o memetiche. Unlearning di competenze diventate obsolete
  • Definire il proprio confine (confine cellulare, confine di ruolo, confine personale)
  • Acquisire sostanze e nutrimenti, assimilazione sia di sostanze organiche e fisiche, che di idee, concetti, memi, conoscenze, acquisizione di competenze

Copyrigh, Dal libro “Il potenziale umano. Metodi e tecniche di coaching e training per lo sviluppo delle performance”. Franco Angeli editore, Milano.

 

https://youtu.be/CqHoWzZivv8

Esercizio Tecniche di coaching – la Ruota della Vita

Ispirato dal volume “Ascolto Attivo ed Empatia. I segreti di una comunicazione efficace“.

Il concetto della Legge di attrazione (The secret) nasconde una realtà molto semplice: se mi concentro su obiettivi positivi, anziché su quello che NON voglio che accada, posso costruire un futuro migliore attivando micro-steps che mi avvicinano all’immagine mentale che voglio raggiungere

Concentrazione sugli obiettivi: esistono obiettivi sporchi, falsi (false Y) e obiettivi puliti, revisionati, raffinati tramite azioni di focusing (vere Y)

Immagini mentali cui attingere. Che immagine ideale di me e di me in azione mi può attirare e ispirare?

Mental training. Allenare la mente a stare in stati mentali positivi

Public speaking come esempio: se dico “non devo fare brutta figura”, penserò a me stesso che fa brutta figura, mentre se mi vedo “calmo, tranquillo, sereno, rilassato” e fisso quella immagine di mè nella mente, potrò attingere a quell’immagine durante l’azione

Concentrazione su obiettivi positivi. Gli obiettivi puliti fanno bene alla prospettiva temporale della persona

La ruota della vita

Quali sono i fronti, le aree di interesse e di attività che sto coltivando in questo periodo

Per ciascuna area, quali sono i punti forti (zona verde), quali i punti di dubbio (zona gialla), quali i punti deboli che riconosco in me (zona rossa)? E che differenze ci sono tra una “fetta” della ruota e un’altra?

Domande potenti: domande che aprono il ragionamento

Cosa vorresti migliorare in ciò che stai facendo ora?

Quali aree di lavoro stai affrontando in questo periodo?

Quali progetti stai affrontando in questo periodo?

Quali progetti metterai in cantiere o ti piacerebbe mettere in cantiere?

Su ciascun tema o macroarea (fetta della ruota della vita), quali sono i punti forti, quali da migliorare, quali sono invece criticità?

Offerte di tema da parte del cliente e domanda potente da parte del coach

Le Y erronee (falsi obiettivi) e le Y pulite (obiettivi puliti)

L’onestà del riconoscere le proprie lacune di competenze per poi poterci lavorare

Dare struttura ai propri tempi

 

https://youtu.be/HzMu5GvOMA0

Scuole di Coaching – La Scuola di Coaching STEP e l’approccio del Self Power

Master in Coaching & Mental Training e Scuola di Counseling STEP (In presenza)

Lettura tratta dal libro Self Power: Psicologia della Motivazione e delle Performance, Franco Angeli editore, Milano. Scheda https://amzn.to/2GYv025

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Copyright dott. Daniele Trevisani www.danieletrevisani.it

Ogni giorno ti alzi. E ogni giorno combatti una battaglia.

A volte ti accorgi persino che stai combattendo, a volte sei anestetizzato e non lo senti, ma la lotta continua, sempre.

Dentro di noi si fronteggiano forze profonde. Nell’intimo del nostro cuore lottano, due entità, due draghi, forze o titani… non importa come vogliamo chiamarli. Sono le Energie e le Paure.

Il primo guerriero è la nostra Energia Personale, fisica e mentale, la nostra determinazione, capacità, voglia di fare, la potenza fisica e mentale. Ma anche le idee buone, generative, positive. È la metafora della Luce, del Bene, della Vita.

L’altro è il fronte delle Paure, il buio, il dolore, l’ansia, le sfide ardue che la vita ci riserva, le difficoltà, le idee negative, le ideologie oppressive, che ci frenano e ci fanno tornare indietro, ostacolano la nostra avanzata. Per quanto illusorie o reali, queste paure ci contengono, tolgono resistenza alla nostra pulsione di vita e assopiscono la fame di libertà.

Nelle favole e nei miti, questa lotta è rappresentata come la metafora del Viaggio dell’Eroe e la vita come una serie di Prove che  l’Eroe deve compiere per affermare se stesso.

E noi, minuscole creature tra milioni di stelle nell’universo, immerse in questa lotta, cosa possiamo fare? Beh, lasciatemi dire: molto! Possiamo innanzitutto installare un radar mentale che vada a caccia delle idee negative che circolano nella nostra mente. Le credenze negative, una volta smascherate, diventano nemici identificati, e si possono finalmente combattere.

 

L’intelligenza è utile per la sopravvivenza se ci permette di estinguere una cattiva idea prima che la cattiva idea estingua noi

Karl Popper

 

Altra operazione fondamentale è aprire la nostra mente verso l’ingresso di idee buone, positive, nuove visioni, nuovi apprendimenti, e lasciare entrare acqua fresca da mille ruscelli. Può essere un viaggio, un libro, una persona illuminata o piacevole da ascoltare. Qualsiasi fonte di apprendimento carica peso sulla bilancia della luce e indebolisce il buio.

 

La mente che si apre ad una nuova idea non torna mai

alla dimensione precedente.

Albert Einstein

 

Ogni persona accetta o meno le sfide in base alla “dimensione” che vive, al suo stato di potenza ed energia fisico-mentale, e questo è collegato a come funziona la propria “bilancia interiore”, e l’accuratezza del proprio radar mentale.

La nostra mente soppesa energie percepite e paure percepite, poi decide.

Chi è riuscito a fare pulizia mentale e caricarsi di energie, diventa potente oltre ogni limite, e cerca attivamente progetti sfidanti – si getta in battaglie difficili in base alle energie che sente di possedere.

Questo vale per gli atleti, i praticanti di arti marziali, i combattenti della vita, una coppia che decide di avere figli in questo mondo marcio, sapendo che alla fine la luce prevarrà o che almeno questa possibilità esiste.

Le sfide insegnano sempre.

Quelle che accettiamo ma anche quelle che non accettiamo.

Le paure crescono in noi. Alcune sono motivate e utili a salvarci la vita. Guidare senza fare attenzione alla strada deve generare coscienza del pericolo, e non si tratta di una paura patologica, ma aver paura di guidare in assoluto è invece una paura debilitante, di cui liberarsi.

 

Quando sarai pronto a morire sarai grande abbastanza per vivere.

Toro Seduto (1831 – 1890), capo tribù dei Hunkpapa Sioux (Lakota).

 

Chi vive entro completamente immotivate, porta estenuanti sassi nello zaino. Idee sbagliate, angosce sbagliate, pesi inutili di cui disfarsi al più presto. La paura di provare una carriera diversa, la paura di sbagliare in un progetto, la paura di parlare in pubblico, la paura di provare strade nuove.

Come in una favola epica, lo scontro tra queste due forze non ha mai fine dentro di noi e fuori da noi.

Diventa una sfida togliere la sofferenza ad ogni bambino del pianeta.

Diventa una sfida togliere da se stessi le paure di cui possiamo fare a meno e imparare a vivere a pieno.

Vivere a pieno significa decidere cosa sarà della nostra vita. Non lasciarlo decidere alla massa, agli altri, alla tv, o all’ignoranza.

E questo occorre farlo ogni giorno. E’ un esercizio quotidiano di autonomia mentale, di libertà allo stato liquido. Un combattente non rimane in piedi a lasciarsi colpire senza reagire, userà ogni tecnica, ogni energia, ogni tattica, per vincere il suo incontro. Questo vale anche nella vita.

E allora combattiamo ogni giorno questa nostra lotta verso la libertà.

E siamo fieri di questo.

 

Il destino non è scritto, è quello che noi ci creiamo.

(John Connor) dal film Terminator Salvation

Mente e Destino

Se vogliamo che la Forza vinca, il nostro destino deve essere pilotato dalla nostra mente. Per cui, la pratica per migliorare se stessi e potenziarsi – mente e corpo – deve essere quotidiana.

Si tratta di avviare un percorso di allenamento alla coltivazione dell’energia fisica e mentale, con tecniche diverse in ogni stadio della vita.

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