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100 Domande di Coaching per lo sviluppo personale, crescita delle risorse umane, colloqui di coaching, counseling,  formazione e terapia

100 domande di coachingRicerca di Sé:

  1. Qual è il tuo concetto di te stesso in questo momento?
  2. Quali sono i valori fondamentali che guidano le tue decisioni?
  3. Cosa ti appassiona veramente?
  4. Quali sono i tuoi obiettivi a breve e lungo termine per la tua crescita personale?
  5. In che modo le tue esperienze passate hanno influenzato la tua identità attuale?
  6. Quali sono i tuoi punti di forza e come li sfrutti nella tua vita quotidiana?
  7. Come gestisci le sfide e le difficoltà personali?

Obiettivi e Realizzazione Personale:

  1. Quali sono i tuoi obiettivi più importanti per il prossimo anno?
  2. Cosa ti impedisce di raggiungere i tuoi obiettivi attuali?
  3. Quali passi stai già facendo per raggiungere i tuoi obiettivi?
  4. Come puoi trasformare i tuoi obiettivi in azioni concrete?
  5. Quali risorse e supporti possono aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi?

Relazioni Interpersonali:

  1. Quali sono le relazioni più significative nella tua vita al momento?
  2. In che modo contribuisci positivamente alle relazioni che consideri importanti?
  3. Quali sono le tue aspettative riguardo alle relazioni e sono realistiche?
  4. Come gestisci i conflitti nelle tue relazioni?

Comunicazione Efficace:

  1. Come descriveresti il tuo stile di comunicazione?
  2. In che modo puoi migliorare la tua capacità di ascolto attivo?
  3. Come gestisci le conversazioni difficili o conflittuali?

Gestione del Tempo e Priorità:

  1. Come organizzi il tuo tempo attualmente?
  2. Quali attività sono prioritarie nella tua vita e perché?
  3. In che modo puoi migliorare la tua gestione del tempo?

Crescita Professionale:

  1. Quali sono i tuoi obiettivi professionali a breve e lungo termine?
  2. Come puoi sviluppare ulteriormente le tue competenze professionali?
  3. Quali sono le tue passioni nel contesto lavorativo?

Benessere Fisico e Mentale:

  1. Come mantieni un equilibrio tra lavoro e salute mentale?
  2. Quali abitudini quotidiane contribuiscono al tuo benessere fisico?
  3. In che modo gestisci lo stress e le pressioni della vita quotidiana?

Creatività e Innovazione:

  1. Come coltivi la tua creatività nella vita quotidiana?
  2. Quali nuove idee o approcci puoi introdurre nelle tue attività?

Autoapprendimento:

  1. Quali sono i tuoi modi preferiti per apprendere nuove cose?
  2. Quali libri, podcast o risorse online hai trovato più ispiranti di recente?

Leadership e Influenza:

  1. In che modo influenzi gli altri nel tuo ambiente personale e professionale?
  2. Quali sono i tuoi punti di forza come leader?

Gestione del Cambiamento:

  1. Come gestisci il cambiamento nella tua vita?
  2. Quali sono le tue strategie per adattarti alle nuove situazioni?

Gratitude e Mindfulness:

  1. Quali sono tre cose per cui sei grato oggi?
  2. In che modo praticare la mindfulness può influire sulla tua vita quotidiana?

Motivazione e Passione:

  1. Qual è la tua fonte principale di motivazione nella vita?
  2. Come mantieni la tua passione per ciò che fai?

Risoluzione dei Problemi:

  1. Come affronti i problemi e le sfide nella tua vita?
  2. Quali sono le tue strategie per risolvere i conflitti in modo costruttivo?

Equilibrio Vita Lavorativa e Vita Privata:

  1. In che modo bilanci la tua vita lavorativa con la tua vita personale?
  2. Quali sono le tue priorità quando si tratta di trovare un equilibrio?

Autostima e Autocompassione:

  1. Come valuti te stesso attualmente?
  2. In che modo coltivi l’autocompassione nelle situazioni difficili?

Decisioni e Assunzione di Responsabilità:

  1. Come prendi decisioni importanti nella tua vita?
  2. In che modo ti assumi la responsabilità delle tue scelte e azioni?

Abitudini Positive:

  1. Quali sono le abitudini positive che hai incorporato nella tua routine quotidiana?
  2. Come puoi incorporare nuove abitudini positive nella tua vita?

Finanze Personali:

  1. Come gestisci le tue finanze personali attualmente?
  2. Quali obiettivi finanziari ti sei prefissato per il futuro?

Apprendimento Continuo:

  1. Quali sono le tue aree di interesse per l’apprendimento continuo?
  2. In che modo l’apprendimento costante contribuisce al tuo sviluppo personale?

Confronto e Competizione:

  1. In che modo affronti il confronto con gli altri?
  2. Come vedi la competizione nella tua vita e in che modo influisce su di te?

Sogni e Aspirazioni:

  1. Quali sono i tuoi sogni più grandi per il futuro?
  2. Come puoi tradurre i tuoi sogni in obiettivi realistici?

Riconoscimento e Gratificazione:

  1. In che modo apprezzi i tuoi successi e realizzazioni personali?
  2. Quali sono le tue fonti di gratificazione nella vita?

Capacità di Adattamento:

  1. Come gestisci il cambiamento e l’incertezza?
  2. Quali sono i tuoi punti di forza nell’adattarti a nuove situazioni?

Passioni Ignorate:

  1. C’è qualcosa che hai sempre voluto fare ma che hai ignorato? Perché?
  2. Come puoi integrare le tue passioni trascurate nella tua vita?

Relazione con il Denaro:

  1. Qual è la tua relazione emotiva con il denaro?
  2. In che modo questa relazione influisce sulle tue decisioni finanziarie?

Empatia e Compassione:

  1. In che modo mostri empatia verso gli altri?
  2. Quali azioni quotidiane puoi intraprendere per coltivare la compassione?

Visione del Futuro:

  1. Qual è la tua visione ideale per il futuro?
  2. Come puoi lavorare attivamente per avvicinarti a questa visione?

Gestione dello Stress:

  1. Quali sono le tue strategie per gestire lo stress nella tua vita quotidiana?
  2. Come riconosci i segnali di stress e cosa fai al riguardo?

Lavoro di Squadra:

  1. Come contribuisci positivamente a un ambiente di lavoro di squadra?
  2. Quali sono i tuoi punti di forza nella collaborazione con gli altri?

Legami Familiari:

  1. In che modo gestisci le dinamiche familiari e mantieni relazioni positive?
  2. Quali sono i tuoi contributi positivi alla tua famiglia?

Autocelebrazione:

  1. Come celebrati i tuoi successi, grandi e piccoli?
  2. In che modo riconosci i tuoi progressi personali?

Innovazione Personale:

  1. Come stimoli l’innovazione nella tua vita quotidiana?
  2. Quali cambiamenti innovativi potresti introdurre nella tua routine?

Coerenza con i Valori:

  1. In che modo le tue azioni quotidiane riflettono i tuoi valori fondamentali?
  2. Quali passi puoi fare per vivere in modo più coerente con i tuoi valori?

Apprezzamento del Presente:

  1. Come puoi essere più consapevole del momento presente?
  2. Quali pratiche quotidiane di gratitudine puoi incorporare nella tua vita?

Vulnerabilità:

  1. In che modo mostri vulnerabilità nelle tue relazioni?
  2. Cosa ti impedisce di essere più aperto riguardo ai tuoi sentimenti?

Intelligenza Emotiva:

  1. Quanto sei consapevole delle tue emozioni e di come influenzano il tuo comportamento?
  2. Come gestisci le emozioni intense?

Futuro del Lavoro e Carriera:

  1. Come vedi il tuo futuro professionale in un mondo in rapida evoluzione?
  2. Quali competenze e abilità vuoi sviluppare per rimanere rilevante?

Autenticità:

  1. In che modo vivi la tua autenticità nella vita quotidiana?
  2. Quali aspetti di te stesso ti senti di dover nascondere agli altri?

Bilancio tra Dare e Ricevere:

  1. Come bilanci il dare e il ricevere nelle tue relazioni?
  2. Quali sono i modi in cui puoi essere più generoso nella tua vita?

Immaginazione e Creatività:

  1. Come coltivi la tua immaginazione e creatività?
  2. Quali sfide o progetti ti permettono di esprimere la tua creatività?

Senso di Comunità:

  1. In che modo contribuisci al tuo ambiente locale o comunitario?
  2. Quali sono i tuoi legami con la comunità e in che modo desideri contribuire?

Sviluppo Sostenibile:

  1. In che modo integrare pratiche sostenibili nella tua vita quotidiana?
  2. Quali azioni puoi intraprendere per ridurre l’impatto ambientale delle tue decisioni?

Domande di Coaching. Semantica articolo e applicazioni

  1. Coaching
  2. Sviluppo personale
  3. Obiettivi
  4. Crescita
  5. Autoconsapevolezza
  6. Competenze
  7. Motivazione
  8. Leadership
  9. Gestione del tempo
  10. Comunicazione efficace
  11. Crescita professionale
  12. Risoluzione dei problemi
  13. Fiducia
  14. Autostima
  15. Leadership coach
  16. Coaching esecutivo
  17. Coaching di vita
  18. Coaching di carriera
  19. Coaching aziendale
  20. Coaching di gruppo
  21. Resilienza
  22. Empowerment
  23. Bilanciamento lavoro-vita
  24. Autenticità
  25. Stress management
  26. Intelligenza emotiva
  27. Obiettivi SMART
  28. Feedback
  29. Gestione del cambiamento
  30. Procrastinazione
  31. Autoefficacia
  32. Autodisciplina
  33. Valori
  34. Auto-riflessione
  35. Mindfulness
  36. Visione
  37. Auto-motivazione
  38. Focus
  39. Auto-gestione
  40. Auto-compassione
  41. Zone di comfort
  42. Feedback 360 gradi
  43. Strategie di comunicazione
  44. Abilità decisionali
  45. Leadership autentica
  46. Auto-identità
  47. Coaching online
  48. Coaching interpersonale
  49. PNL (Programmazione Neuro-Linguistica)
  50. Coaching basato sulle forze
  51. Coaching positivo
  52. Psicologia positiva
  53. Creatività
  54. Apprendimento continuo
  55. Leadership transformazionale
  56. Coaching basato sulle soluzioni
  57. Coaching basato sulla fiducia
  58. Coaching assertivo
  59. Coaching di gruppo
  60. Coaching per il successo
  61. Coaching motivazionale
  62. Coaching per la gestione dello stress
  63. Coaching per la resilienza
  64. Coaching per il cambiamento di carriera
  65. Coaching per la leadership femminile
  66. Coaching per l’equilibrio tra vita e lavoro
  67. Coaching per lo sviluppo del team
  68. Coaching per la gestione del tempo
  69. Coaching per la leadership etica
  70. Coaching per la gestione del conflitto
  71. Coaching per lo sviluppo delle competenze
  72. Coaching per la gestione delle emozioni
  73. Coaching per il miglioramento delle relazioni
  74. Coaching per l’autenticità
  75. Coaching per la definizione degli obiettivi
  76. Coaching per la creazione di abitudini positive
  77. Coaching per il cambiamento personale
  78. Coaching per la trasformazione personale
  79. Coaching per la gestione delle crisi
  80. Coaching per l’innovazione
  81. Coaching per la consapevolezza culturale
  82. Coaching per il miglioramento delle prestazioni
  83. Coaching per la resilienza organizzativa
  84. Coaching per la comunicazione efficace
  85. Coaching per lo sviluppo della leadership
  86. Coaching per il miglioramento dell’efficienza
  87. Coaching per la crescita spirituale
  88. Coaching per la leadership agili
  89. Coaching per la gestione delle relazioni
  90. Coaching per la pianificazione della carriera
  91. Coaching per il miglioramento delle competenze relazionali
  92. Coaching per la consapevolezza emotiva
  93. Coaching per la gestione delle transizioni
  94. Coaching per la gestione del conflitto interpersonale
  95. Coaching per il cambiamento organizzativo
  96. Coaching per il miglioramento della comunicazione interpersonale
  97. Coaching per la definizione di obiettivi aziendali
  98. Coaching per la crescita del business
  99. Coaching per lo sviluppo della leadership
  100. Coaching per il miglioramento della qualità della vita

 

Il bestseller di autore Italiano nel marketing della Franco Angeli, scritto da Daniele Trevisani, una pietra miliare per la formazione marketing, formazione marketing strategico e formazione in comunicazione d’impresa

Link al volume Psicologia di marketing e comunicazione su IBS

Novità: Slides gratuite per la Formazione in Marketing, Psicologia del Marketing e Comunicazione, basata sul volume di Daniele Trevisani.

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Introduzione alla psicologia del comportamento di acquisto e strategie per la competitività

I 5 punti del metodo ALM – Action Line Management – Copyright Daniele Trevisani – www.studiotrevisani.it

Pulsioni d’acquisto: ragioni di un’analisi

Perché le persone acquistano? Sotto l’influsso di quali forze avvengono le scelte di mercato? E soprattutto, perché affrontare questo tema è così cruciale per la competitività delle aziende?

La vita di ogni persona e di ogni azienda è costellata da momenti d’acquisto. Nonostante questo dato incontrovertibile, la psicologia del consumo costituisce uno dei fenomeni meno studiati e meno tradotti in azienda, in buona parte a causa dell’impostazione classica che vedeva nel consumatore un soggetto razionale, che agisce secondo criteri logici. Capovolgendo quest’impostazione, rivolgeremo la nostra attenzione soprattutto alle dinamiche psicologiche, ai moventi nascosti, al “dark side” del consumo.

Per raggiungere gli obiettivi previsti, riteniamo necessario fornire una prima griglia di impostazione del lavoro, che divide i comportamenti di acquisto in base a motivazioni conscie, subconscie ed inconsce.

 

Fig. 1.1 – I tre livelli della motivazione d’acquisto

Questa prima revisione ha profonde implicazioni a più livelli: (1) per la comunicazione aziendale, (2) per le strategie di creazione del valore nella progettazione di un prodotto/servizio, e (3) per l’educazione al consumo.

Una seconda considerazione ci spinge a rivolgere la nostra attenzione all’area della psicologia dei bisogni. L’atto di acquisto si lega innegabilmente a qualche forma di problema esistente nell’individuo (es: risolvere un dolore fisico tramite una medicina), o di aspirazione da raggiungere (es: in un’azienda, l’acquisto di un macchinario per aumentare la produttività), sia che si tratti di un bene povero che di un genere di lusso. Questi problemi o moventi sono il nesso che collega il prodotto alla scelta di acquisto.

Il comportamento degli individui, orientato a diminuire i problemi che li circondano, determina, in un certo momento del tempo, la nascita di una pulsione, un impulso d’acquisto, uno stimolo alla risoluzione dello stato di tensione[1]. Una strategia aziendale che non tenga in seria considerazione quali impulsi d’acquisto inserire nelle proprie offerte, non ha alcuna prospettiva di successo.

Conscio, subconscio e inconscio

A volte risulta difficile spiegare il comportamento delle persone nella sfera del consumo e del rapporto con i prodotti. Ci animiamo per questioni apparentemente futili (quale film vedere…), ma ci abituiamo a fatti che non dovrebbero lasciarci dormire (es: la produzione di mine antibambino). Un impiegato dedica una vita a far raccolte di tappi di bottiglia, un bambino non va a scuola senza quello specifico zainetto, un operaio non dorme se la sua auto non ha il cerchio in lega leggera cromato a cinque raggi, un manager soffre nell’indecisione su quale quadro alla parete può meglio comunicare la sua immagine all’interno dell’ufficio, ecc… ecc…. I casi umani sono tanti. Ogni persona ha le proprie ansie, paure, speranze, illusioni, e queste si trasferiscono anche nel comportamento di acquisto (e di riflesso, sulle strategie di vendita).

Se dovessimo catalogare in “consapevoli vs. inconsapevoli”, “razionali vs. irrazionali”, “realmente utili vs. futili”, gli acquisti e i comportamenti del consumatore medio, saremmo costretti ad attribuirne buona parte al  secondo tipo: illogico, irrazionale, difficile da spiegare.

Quando si entra nella sfera dei gusti e delle preferenze, esprimere consciamente perché odiamo un certo tipo di scarpe (es.: un adolescente che non sopporta i sandali aperti di cuoio “da frate”, pur essendo essi comodi e confortevoli), un vestito di un certo colore, un’azienda tedesca piuttosto che italiana, vede spesso goffi tentativi di ricerca di spiegazioni. Quando queste vengono attuate, si dimostrano spesso vere e proprie “azioni di copertura”. In queste azioni, l’individuo si sforza di riportare una coltre di apparente razionalità in scelte altrimenti difficile da spiegare anche a se stessi.

Il grado di consapevolezza delle proprie pulsioni infatti decresce nel passaggio da conscio a subconscio ed inconscio.

Possiamo o meno essere d’accordo con le analisi freudiane, certo, tuttavia, risulta strano spiegare ricorrendo alla logica perché le persone non utilizzino più i cavalli come mezzo di spostamento a corto raggio, perché molte donne amino il giardinaggio, perché esistano gli sport violenti, perché i bambini siano attratti da attività quali lo smontare e il rimontare o l’arrampicarsi sugli alberi, perché esistano i rossetti, perché alcuni odino i computer, perché esistano le pellicce, perché.., perché…. infiniti perché ai quali non è possibile rispondere dando soluzioni meccaniche e razionali.

Se analizziamo le trascrizioni scientifiche dei moventi d’acquisto – espresse dagli stessi consumatori – notiamo che in molti atti non appare niente di quanto previsto dall’economia classica. Il concetto di utilità razionale del prodotto a volte sparisce e l’acquisto diventa un fenomeno psicologico che risponde ad altre esigenze, ad esempio un “riempitivo psicologico”, una tecnica di “riparazione di stati emotivi negativi”, o un modo di affermarsi. Ad esempio[2]:

A volte, se non mi sento molto in forma, vado fuori, questo mi fa già sentire meglio. Poi penso, beh, voglio tirarmi su ancora un pò, e quando vedi qualcosa, dici, beh, lo prendo. Mi trasporta in un altro mondo, mi porta con la mente in una sorta di viaggio magico, mi tira su totalmente. Mi  nutre, in qualche modo, è qualcosa di cui ho bisogno.

Man mano che procediamo nell’analisi dei moventi, notiamo che le motivazioni divengono sempre meno “superficiali” e razionali, ed emergono fattori nuovi. Le motivazioni di primo livello (il motivo apparente d’acquisto) sono progressivamente sostituite da concetti più complessi e la coltre di razionalità sparisce.

Magari passo davanti ad un negozio di vestiti e vedo qualcosa nella vetrina, e dico, quello è proprio carino. Vado nel negozio, e poi vedo qualcos’altro. E poi dico… quello è ancora più carino di quello in vetrina. E poi mi dico, non ho proprio intenzione di comprare queste cose, me le provo solo un attimo. Così, vado dentro, li provo, e dico, mmh, questo mi sta proprio bene, mi chiedo se c’è qualcos’altro che ci stia bene assieme. Così, provo altre cose che ci si abbinino, … vado dentro perché sono interessata ad una cosa e me ne esco con altre tre o quattro. E posso persino venir fuori con tre o quattro o cinque pezzi tutti uguali, solo di colore diverso. Devo andare dentro, e poi sento quasi che non posso uscire dal negozio senza aver preso qualcosa.[3]

Continuando a scendere nel grado di introspezione, si nota che le motivazioni apparenti (del tipo, “l’ho comprato perché ne avevo bisogno”, o “mi piaceva, e basta”), non tengono. Il livello di profondità nella discesa verso il mondo nascosto a se stessi, l’area delle pulsioni profonde, può decifrare i significati simbolici ed il rapporto emotivo che si genera tra prodotto ed immagine di sè. Da queste analisi emerge spesso che il prodotto diviene strumento di proiezione d’immagine, o mezzo per raggiungere obiettivi strategici (seduzione, potere), e ciò avviene anche inconsapevolmente.

L’inconsapevolezza dei propri moventi non deve meravigliare. Vediamo una constatazione sulla natura umana, svolta in base al pensiero di Freud:

Per Freud la psiche è per la maggior parte inconscia. Essa assomiglia ad un iceberg, i nove decimi della quale sono nascosti o inconsci, e solo un decimo è in superficie o consapevole. Per questo i 9/10 dei nostri atti sono dettati da motivazioni inconsce. La parte consapevole, poi, si divide tra Io o Ego (la coscienza propriamente detta) e Super-io o Super-ego, che raccoglie i referenti morali e educativi. L’Io o Ego media tra motivazioni inconsce e motivazioni morali. La psicoanalisi è pertanto un processo di autoconoscenza, perché aiuta a svelare l’inconscio, e a capire quali sono le motivazioni autentiche dell’individuo rispetto a quelle imposte dai modelli morali o educativi[4].

Il fatto che i moventi dei consumatori non siano sempre ben chiari, o le scelte delle aziende appaiano a volte controintuitive, deve portarci ad una prima riflessione generale: i consumatori e clienti sono macchine biologiche e sociali il cui funzionamento è lungi dall’essere compreso a pieno. Queste macchine a volte hanno dei comportamenti strani, ma le aziende, con questi comportamenti, devono fare i conti tutti i giorni.

A volte i desideri e le scelte di acquisto delle persone sono prevedibili, a volte non lo sono affatto. Se il campo del consumo fosse dominato dalle leggi della razionalità, vivremmo in un mondo diverso.

Le persone, sia come consumatori singoli che come decisori aziendali (buyer[5]), esprimono nei propri comportamenti tutta la natura umana, in cui subentra, spesso, un versante di irrazionalità e di scelte poco spiegabili.

Forniamo, in via iniziale, una prima tipologia di moventi d’acquisto:

  • pulsioni conscie: gli impulsi d’acquisto che derivano da valutazioni razionali, consapevoli e quasi-scientifiche della convenienza di acquisto in relazione ad un’analisi accurata dei propri bisogni (personali o aziendali);
  • pulsioni subconscie: gli impulsi d’acquisto che derivano da associazioni inconsapevoli o solo parzialmente consapevoli tra l’atto d’acquisto e l’eliminazione di problemi reali o potenziali. Le pulsioni subconscie sono prevalentemente di natura culturale e ontogenetica (influssi che il soggetto ha subito durante la sua crescita e sviluppo, partendo dalla nascita);
  • pulsioni inconscie: gli impulsi d’acquisto governati da dinamiche non percepite dal soggetto, soprattutto provenienti dalle pulsioni ancestrali, istintuali, genetiche, recondite, le quali agiscono sull’individuo senza che egli stesso ne sia consapevole. Tali impulsi sono prevalentemente dovuti ad aspetti psicobiologici, associati a pulsioni derivanti dalla filogenesi dell’individuo (influssi che derivano dalla storia della specie e dalla sua biologia).

Copyright Franco Angeli editore, vietata la riproduzione senza la citazione della fonte originale: Psicologia di marketing e comunicazione , di Daniele Trevisani

___

[1] Vedi Rook, D.W. (1987). The buying impulse. Journal of Consumer Research, 14 (September), 189-199.

[2] Trascrizioni tratte da Dittmar, H. & Drury, J. (2000). Self-image – is it in the bag? A qualitative comparison between “ordinary” and “excessive” consumers. Journal of Economic Psychology, 21. 109-142.

[3] Fonte: trascrizioni svolte da Dittmar & Drury, 2000.

[4] Enciclopedia Rizzoli Larousse 2000.

[5] Il termine “buyer” viene utilizzato nel corso del testo per indicare la persona responsabile degli acquisti, o chi comunque assume un ruolo di cliente, acquirente, decisore o controparte rispetto al venditore.

https://youtu.be/0mcNltzWR9g

Psicologia di Marketing e Comunicazione, di Daniele Trevisani, video introduttivo

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Molto spesso la comunicazione aziendale e professionale è ben fatta, con contenuti di grande creatività, e persino budget importanti, ma manca di un impianto strategico.

  1. A chi stiamo comunicando? Chi è il nostro Target Audience esatto? Riusciamo a descriverlo, nero su bianco?
  2. Che “archetipo” di riferimento stiamo usando per comunicare? Cosa “si sente” dalla parte del ricevente, rispetto all’immagine che abbiamo di lui/lei?
  3. Cosa diciamo, come strutturiamo il messaggio? Qual’è il messaggio chiave che la gente ricorderà?
  4. Usiamo i canali giusti?
  5. Si attivano emozioni?
  6. Abbiamo la volontà di misurare gli effetti tangibili e intangibili della comunicazione?
  7. Possiamo trasformare i nostri sforzi da “azioni spot” in “campagne strutturate”?
  8. E soprattutto, se vogliamo farlo, esiste un metodo, un modello di riferimento?

Ho trattato tutti questi temi in un libro che molti dei miei clienti hanno finora visto come dispensa riservata. Espone i 12 punti chiave da considerare quando vogliamo trasformare un “intento comunicativo” in una campagna comunicativa strutturata.

Perchè? Perchè le aziende e istituzioni che comunicano con la comunicazione strategica ottengono più risultati rispetto a quelle che fanno comunicazione spot, anche a budget molto elevati.

E se hanno un modello chiaro a disposizione, lo faranno molto meglio.

Qui voglio mettere a disposizione il primo capitolo e soprattutto l’indice, scaricabile in formato pdf, come risorsa per tutti.

https://www.francoangeli.it/Area_PDFDemo/1065.144_demo.pdf

Qui il link del libro su IBS

Strategie di comunicazione e marketing. Un metodo in 12 punti per campagne di comunicazione persuasiva

Qui un link ad un breve video di spiegazione sul testo

https://www.youtube.com/watch?v=JLJ4bDRYIjA

 

Video. Introduzione al testo di Daniele Trevisani “Strategie di Comunicazione e di Marketing”, i 12 punti per sviluppare Campagne di Comunicazione Persuasiva. Franco Angeli editore, Milano

https://www.youtube.com/watch?v=tAU1PtZV40E

  • Per iscrizione alla rivista online gratuita http://eepurl.com/b727Pv
    Per il blog e articoli in anteprima https://www.studiotrevisani.it
    Link al libro su Amazon http://amzn.to/2so1tGl

Libro “Strategie di comunicazione e marketing”, di Daniele Trevisani, Franco Angeli editore, Milano.

Modelli per il Business Coaching. Temi fondamentali

Un libro per focalizzare le proprie operazioni di marketing, comunicazione, informazione, vendita strategica, con un metodo chiaro e lineare in 12 punti. Un approccio frutto di 25 anni di esperienza, testato e divulgato in aziende e organizzazioni come Siemens, Volksbank, Carnival Corporation (Costa Cruises), Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Frost & Sullivan (London), Commax Consulting (Monaco di Baviera), Barilla, Coop Italia, IIR (Institute of International Research), Arch-Chemicals, Panini, Fedon, Ricoh Europe…

Presentazione del volume

 

Un libro per focalizzare le proprie operazioni di marketing, comunicazione, informazione, vendita strategica, con un metodo chiaro e lineare in 12 punti.

Qual è la differenza sostanziale tra vere e proprie “campagne strutturate” e azioni sfocate, poco mirate? Molti vogliono comunicare, vendere, fare marketing, ma si limitano a pubblicità generiche, usano i social senza una vera strategia integrata, affrontano la vendita, specialmente nel business to business, senza una vera concentrazione sul cliente-target e sui bisogni che fanno scattare la vendita.

Questo testo espone un modello a 12 stadi per sviluppare campagne di marketing, di comunicazione, di vendita, frutto di una sinergia tra i metodi di derivazione aziendale e quelli usati nelle scienze strategiche.
Il termine “campagna” deriva infatti proprio dalle azioni militari che si prefiggevano di raggiungere un certo risultato in un certo periodo di tempo, con estrema concentrazione.
Un metodo frutto di 25 anni di esperienza di formazione e consulenza, testato e divulgato in centinaia di “operazioni strategiche”, in aziende e organizzazioni come Siemens, Volksbank, Learning Resources Associates, Commax, Siemens Healthcare, ONU (United Nations), Carnival Corporation (Costa Cruises), Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Frost & Sullivan (London), Commax Consulting (Monaco di Baviera), Barilla, Coop Italia, IIR (Institute of International Research), Arch-Chemicals, Panini, Fedon, Ricoh Europe.

Daniele Trevisani, consulente aziendale senior, trainer & training manager, coach e counselor, è stato insignito dell’onorificenza Fulbright dal Governo USA per le aree del Fattore Umano e Comunicazione. Ha al proprio attivo 25 anni e 25.000 ore di esperienza in HR training, formazione, consulenza, coaching ad aziende, istituzioni e privati, la direzione e progettazione di master, business school e corporate university, il coaching di amministratori delegati e direttori vendite e marketing. È autore di numerosi testi tra cui, per i nostri tipi, Il potenziale umano e Psicologia di marketing e comunicazione. Dirige le attività di formazione e consulenza di www.studiotrevisani.it
Indice
  • Introduzione: principi base delle strategie comunicative e il ruolo delle campagne di comunicazione e marketing
  • Il concetto di “energia di attivazione”;
  • Azioni comunicative come forma di engagement (ingaggio, aggancio, incontro, impegno);
  • Mmacro-fasi della campagna di comunicazione; Ricerca; Adattamento; Implementazione; Valutazione
  • Elementi critici per lo sviluppo di una strategia di comunicazione efficace
  • Centratura ed efficacia della comunicazione;
  • Communication Planning: programmare campagne marketing “centrate sul cliente”;
  • Centrare i bisogni psicologici del target; Esercizio di localizzazione dei bisogni;
  • Collegamento tra bisogni e “archetipi”, le strutture primordiali cui le persone desiderano appartenere;
  • Perché le campagne di comunicazione funzionano meglio delle attività di comunicazione generiche;
  • Applicazioni sul fronte della vendita; Ricerca e valutazione: gli strumenti per produrre campagne comunicative di qualità ed impatto)
  • Struttura a 12 punti di una campagna di comunicazione e marketing
    (I punti chiave che determinano il successo di una campagna; Schema grafico a 12 punti; Scheda per fissare i punti chiave della campagna)
  • Azioni con intenti chiari sviluppano risultati migliori.
  • Focalizzarsi sul perché e sulla mission della campagna
    (Titolo del progetto; Definizione del problema da attaccare: problem setting comunicazionale; Ricerche inerenti il problema (situation analysis);
  • Mission della campagna. Chiarire per cosa lavoriamo, a chi comunicare, verso chi attivare Key Leader Engagement (della serie… “salta tutto il libro se vuoi, ma non queste 2 pagine…”)
  • Team di progetto, coordinatore del progetto e confini dei ruoli
    (Competenza tecnica e qualificazione dei membri interni ed esterni del Campaign Team; Partner potenziali e loro ruolo nella campagna di comunicazione)
  • A chi comunicare? Per ottenere quali effetti psicologici e comportamentali? Chiarezza e precisione nell’inquadrare i target primari e secondari
  • Che storia racconti, e a chi? Target audience primarie; Siamo in un mondo tribale, anche nel business; Target audience secondarie e opinion leader; Communication Goal; Goal specifici e misurabili
  • Formulare il messaggio: leve persuasive che centrano il bersaglio comunicativo
  • Message Strategy: strategia del messaggio e leve della persuasione; Inserire nel messaggio leve persuasive e combinarle; La natura multipla delle funzioni di prodotto;
  • Messaggio e mappe mentali; La linea di azione comunicativa e la strategia relazionale; Struttura delle linee di azione
  • Channel strategy: la strategia olistica dei canali comunicativi
  • Differenze tra target e audience: centrare i bersagli e non disperdere comunicazione; Reach, frequency, continuity, message quality: i fattori primari dell’impatto comunicativo
  • Valutazione dei risultati, misurazione e analisi del raggiungimento dei goal di campagna
  • Activation Research: misurare le attivazioni e i risultati della comunicazione; Analisi dei costi/benefici intangibili di comunicazione; Coltivazione comunicativa
  • Project Management, struttura dei tempi, budget e responsabilità, diagrammi Gantt: far funzionare i progetti
  • Definizione dei budget della campagna di comunicazione; Il follow-up della campagna di comunicazione
  • Bibliografia

 

Breve analisi delle strategie di Obama. Quali sono i segreti della vittoria di Obama?

Il primo, la strategia digitale di “marketing virale” (centrato sull’attivazione interpersonale stimolata). In merito a questo punto, divulghiamo il link diretto che spiega il funzionamento del vero “motore strategico” della campagna di Obama in Internet. Si tratta di una strategia digitale di marketing door-to-door, email-to-email, che ruota attorno al sito my.barackobama.com, centrale operativa dell’azione capillare sulla massa elettorale. Lo scopo? Trasformare gli “interessati” in attivisti, favorire il passaggio da sostenitori passivi a supporter attivi, stimolare il “word of mouth”, l’aggregazione, la costituzione di micro-comunità locali di supporto. Il video è disponibile su Youtube al link http://it.youtube.com/watch?v=uRY720HE0DE

Il secondo: un repertorio personale di competenze comunicative variegato, che attinge sia dai prodigi verbali dei Gospel del predicatori di colore, ma anche da training specifici, una competenza comunicativa nel public speaking forte, rafforzata da dosi di training evidenti per i cultori della formazione in comunicazione, tra cui l’utilizzo in particolare delle tecniche di visualizzazione (imegery visivo) nei discorsi pubblici (far visualizzare immagini mentali agli uditori), lo storytelling emotivo (racconto centrato su “critical incidents” positivi e negativi in grado di suscitare emozioni), e l’analisi transazionale, che appare con stati di comunicazione prevalenti di tipo assertivo, da genitore ad adulto, adatti a creare nell’audience sensazioni di sicurezza, con poco spazio per battute e gags.

Un’ultima tecnica evidente è la conoscenza (almeno tra i membri dello staff elettorale) delle tecniche di marketing semantico, e della semiotica, che consiste nel depositare segni, tracce mentali apparentemente casuali, ma ancorate a valori che il cliente/consumatore riconosce (es: voto come ribellione dalla schiavitù vs. rimanere nello status esistente).

Il messaggio finale: non si tratta di una vittoria casuale, nè di fortuna, ma di un uso attento di strategie di comunicazione efficaci, di training, di ricerca applicata.

Daniele Trevisani