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La quarta rivoluzione

Luciano Floridi ha pubblicato un libro intitolato “La quarta rivoluzione” in cui si impegna a rispondere a domande generali riguardanti la comprensione dell’evoluzione dei sistemi informatici e di individuare e discutere i problemi legati ad essa. Per Floridi, il passaggio dalla carta al digitale ha portato il nostro essere a trasformarsi in qualcosa che egli definisce come “inforg” ovvero entità composte di informazioni, in grado di condividerle non solo tra umani ma anche con le macchine presenti.

«Stiamo lentamente accettando l’idea per cui non siamo agenti newtoniani isolati e unici, ma organismi informazionali, inforg, reciprocamente connessi e parte di un ambiente informazionale (infosfera), che condividiamo con altri agenti informazionali».

I risultati di tali “inforg” possiamo notarli con le generazioni nate dopo gli anni duemila: essi cercano di interagire con qualsiasi cosa come se questo disponesse di una predisposizione digitale. La differenza con le generazioni precedenti è concreta: la generazione X (che riguarda i nati tra il 1960 e il 1980) non ha la stessa predisposizione al digitale della seconda (la generazione Y, che riguarda i nati tra il 1980 e gli anni 2000), né tanto meno con l’ultima.

Questo divario generazionale, secondo Floridi, creerà problemi non solo dal punto di vista digitale, ma anche da quello sociale e culturale. E dal momento che trascorriamo sempre più tempo all’interno dell’infosfera, la nostra quotidianità sarà sempre più plasmata in base a ciò che succede a livello virtuale e digitale. Preoccuparsi del continuo distacco con la natura è un’azione ingiustificata: per Floridi se non possiamo competere con le macchine e gli algoritmi che sono in grado di codificare miliardi di dati al secondo, deteniamo ancora la caratteristica di poter comprendere i significati degli eventi che accadono intorno a noi.

In via definitiva stiamo tornando al discorso che avevamo intrapreso qualche capitolo indietro: significato ed intenzionalità sono gli attributi che ci rendono umani, al di sopra delle complessità mentali inferiori che possediamo rispetto ad una determinata intelligenza artificiale.

E nonostante questo, la nostra identità è sempre più orientata ad essere digitalizzata: onlife, come dice Floridi. La concezione che abbiamo di noi stessi è diventata quasi più importante sui vari social network piuttosto che nella vita reale, entrando in una sorta di” flusso continuo” fatto di messaggi istantanei, foto e video. Il trasferimento della nostra identità sul piano digitale ha, di conseguenza, portato un trasferimento delle situazioni reali sullo stesso piano: app per incontri, messaggistica istantanea, social media.

«Le micronarrazioni che produciamo e consumiamo stanno cambiando anche i nostri sé sociali e quindi il modo in cui ci percepiamo».[1]

Definire sé stessi risulta sempre più difficile in un mondo oramai sempre più condizionato da realtà parallele. Ma risulta quasi fisiologico, se accettiamo l’idea che stiamo vivendo una vera e propria rivoluzione, la quarta secondo Luciano Floridi. La prima è stata quella di Nicolò Copernico, che ha posizionato la terra non al centro dell’universo, facendo cadere la posizione centrale dell’uomo. Caduta la nostra centralità, ci siamo avvicinati alla seconda rivoluzione: nel 1859 Darwin pubblicò l’origine delle specie. Al suo interno, è presente la spiegazione secondo cui ogni essere vivente è l’evoluzione nel tempo da parte di progenitori comuni attraverso un processo di selezione naturale. Siamo passati da rivoluzione ad evoluzione, come ci fa notare Floridi.

«Questa volta fu la parola “evoluzione” ad acquisire un nuovo significato».[2]

Ma anche questa volta è avvenuto un nuovo spostamento: ci siamo allontanati dal centro del mondo naturale. La terza rivoluzione avvenne per mano di Sigmund Freud: egli sostenne che la mente umana è inconscia e soggetta a meccanismi di difesa come quello della repressione. Ennesimo spostamento, questa volta dal centro della coscienza verso la parte più buia della nostra mente.

La linea comune di queste rivoluzioni è stata il progressivo allontanamento della posizione centrale dell’uomo rispetto a diverse concezioni: non siamo al centro dell’universo, né al centro del mondo biologico, né tanto meno al centro della nostra stessa volontà. La quarta rivoluzione che stiamo vivendo, senza rendercene pienamente conto ed aspettando un evento significativo che non è detto si realizzi, è quella digitale. La posizione centrale dell’uomo in questo ambito è stata determinata dal fatto che la nostra intelligenza e capacità di ragionamento non potesse mai essere superata. Ma ci siamo decentralizzati anche da questa primarietà.

«Turing ci ha deposto dalla posizione privilegiata ed esclusiva che avevamo nel regno del ragionamento logico, della capacità di processare informazioni e di agire in modo intelligente. Non siamo più gli indiscussi padroni dell’infosfera. I nostri dispositivi digitali svolgono un numero crescente di compiti che richiederebbero da parte nostra una certa attività intellettuale se ci fossero affidati».[3]

Se consideriamo le aspettative sull’intelligenza artificiale e le varie ipotesi distopiche formulate a riguardo, è chiaro come la nostra immaginazione si sia lasciata andare, inghiottita all’interno di un universo fantascientifico. Non è assolutamente un male, ma dobbiamo confrontarci con la realtà: la trasformazione che stiamo vivendo non è da considerarsi dal punto di vista biotecnologico all’interno del nostro corpo, quanto piuttosto come la trasformazione dell’ambiente in cui viviamo e delle varie implicazioni che ne derivano.

© Cpyright. Estratto dalla tesi di Laurea in Filosofia, Teorie e sistemi dell’intelligenza artificiale, a cura di Federico Malpighi. Alma Mater Studiorum Università di Bologna. Materiale pubblicato per fini didattici e di ricerca con il permesso dell’autore. Riproducibile solo con citazione della fonte originale.


[1] Luciano Floridi, La quarta rivoluzione. Come l’infosfera sta trasformando il mondo, Raffaello Cortina Editore, 2014, p. 72.

[2] Luciano Floridi, La quarta rivoluzione. Come l’infosfera sta trasformando il mondo, Raffaello Cortina Editore, 2014, p. 101.

[3] Luciano Floridi, La quarta rivoluzione. Come l’infosfera sta trasformando il mondo, Raffaello Cortina Editore, 2014, p. 105.

Dr. Daniele Trevisani - Formazione Aziendale, Ricerca, Coaching