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Psicologo Ferrara e Bologna. Cerchi uno psicologo o psicologa a Ferrara o a Bologna? Studio Trevisani, riferimento in Italia per la Formazione e Coaching, funge da punto di contatto per diversi psicologi professionisti selezionati, che operano come psicologo a Ferrara o a Bologna, ai quali lo studio richiede interventi di supporto per i propri corsi di formazione e progetti di coaching a Ferrara, a Bologna o in Italia.

Se cerchi uno psicologo a Ferrara o Bologna puoi rivolgerti a noi tramite il nostro form di contatto e noi sapremo individuare la psicologa, psicologo o psicoterapeuta con la giusta qualificazione in base al tipo di obiettivo da raggiungere.

psicologo ferrara bologna psicoterapeutaPsicologo a Ferrara o Bologna. Come selezioniamo gli psicologi che operano in collaborazione con il nostro studio. Uno psicologo a Ferrara o Bologna che opera con Studio Trevisani deve possedere almeno questi requisiti

  1. essere iscritto all’Ordine degli Psicologi
  2. avere una chiara scuola di formazione in psicologia nelle sue varie forme e declinazioni
  3. avere almeno 20 anni di esperienza come psicologo psicoterapeuta
  4. operare come psicologo o psicoterapeuta a Ferrara o Bologna con un proprio Studio
  5. essere orientato a sviluppare le risorse latenti, il potenziale umano e personale della persona/cliente e non solo a “curare” con un approccio riduttivamente clinico

Psicologo a Ferrara e Bologna. Le aree di intervento della psicologia e della psicoterapia a Ferrara e Bologna

Informazioni di orientamento da fonte Wikipedia

Lo psicologo è un professionista sanitario che svolge attività di prevenzione, diagnosi, intervento, promozione della salute, abilitazione-riabilitazione, sostegno e consulenza in ambito psicologico, rivolte al singolo individuo, alla coppia, al gruppo e altri organismi sociali o comunità[1][2].

Studia, diagnostica e tratta gli stati mentali normali e patologici dei processi cognitiviemotivisociali e comportamentali osservando, interpretando e registrando come gli individui si relazionano tra loro e nei loro contesti[3]. Sono specifici della professione di psicologo tutti gli strumenti e le tecniche conoscitive e di intervento relative a processi psichici (relazionaliemotivicognitivicomportamentali) basati sull’applicazione di principi, conoscenze, modelli o costrutti psicologici[4].

Attività professionale

L’attività professionale dello psicologo può inserirsi all’interno di due categorie generali: quella applicativa, che include gli psicologi che esercitano la loro professione e quella orientata alla ricerca o all’insegnamento che include “scienziati” o “studiosi”. All’interno di queste due categorie vi sono psicologi specializzati in uno o più settori, ad esempio: clinicocognitivodell’età evolutivadinamicoforenselavorativoneuropsicologicosessuologicoscolasticosociale e in numerosi altri ambiti; raggiungendo un pubblico molto diversificato: bambini, adolescenti, adulti, anziani, coppie, famiglie, organizzazioni sociali e imprese.

Lo psicologo svolge la sua attività professionale sia come libero professionista sia come lavoratore dipendente, presso strutture pubbliche e private. Generalmente lo psicologo è in grado di offrire una gamma di servizi professionali, tra cui[1][5][6]:

  • Trattamenti a scopo preventivo e curativo della salute mentale e del benessere psicologico di singoli soggetti, coppie, famiglie e organizzazioni sociali.
  • Diagnosi sul funzionamento psichico e comportamentale – sia normale che patologico (disturbi mentali) – tramite colloquio clinico, osservazione e somministrazione di test psicologici e altri strumenti standardizzati.
  • Valutazioni e approfondimenti su aspetti, struttura e processi di personalità, modalità relazionali, livelli di competenza cognitive, opinioni, atteggiamenti, bisogni, motivazioni, idoneità psicologica, ecc.;
  • Attività finalizzate a riabilitare, reintegrare, recuperare o compensare abilità o competenze che hanno subito una modificazione, un deterioramento o una perdita.
  • Attività di consulenza psicologica (counseling), per la definizione di problemi e la risoluzione di difficoltà relative a processi evolutivi o involutivi, a fasi di transizione e stati di crisi, rinforzando la capacità di scelta, di problem solving e di cambiamento.
  • Attività finalizzate a sensibilizzare, educare, informare ed anticipare atteggiamenti, comportamenti e condotte a rischio o da perseguire.
  • Interventi di riabilitazione, rieducazione funzionale e integrazione sociale.
  • Sostegno psicologico e attività di tipo supportivo che permettono la continuità e il contenimento delle condizioni di benessere della persona.
  • Progettazione e sviluppo di programmi di intervento finalizzati al miglioramento della qualità della vita.
  • Attività didattica e di formazione inerenti gli ambiti teorici della psicologia e le sue applicazioni.
  • Sperimentazione e ricerca in psicologia relative all’attività clinica, al disagio mentale, a particolari processi cognitivi, emotivi e comportamentali, ecc.

Gli psicologi generalmente non prescrivono farmaci, tuttavia in alcuni Stati hanno la possibilità di prescrizione. Ad esempio, in cinque stati degli Stati Uniti (Nuovo MessicoLouisianaIllinoisIowa e Idaho), gli psicologi con formazione post-laurea (post-doctoral training) in psicofarmacologia clinica hanno ottenuto l’autorizzazione a prescrivere farmaci per il trattamento dei disturbi mentali[7][8]. L’APA (American Psychological Association) ha riconosciuto 56 classificazioni professionali per gli psicologi, tra cui Society of Counseling PsychologySociety of Clinical PsychologySociety for Health Psychology e Rehabilitation Psychology[9].

Caratteristiche

In molti paesi del mondo per poter esercitare la professione di psicologo è necessario essere in possesso di un idoneo titolo di studio, aver svolto dei tirocini professionali nonché appartenere ad un ordine professionale / essere iscritto ad un albo/board di natura pubblicistica: tuttavia, la regolamentazione relativa all’abilitazione professionale è diversa da nazione a nazione.

Diversi ordinamenti prevedono inoltre la possibilità che la professione possa essere esercitata sia in forma individuale che associata. All’interno dell’Unione europea valgono le regole della Direttiva 2005/36/CE che disciplina la libera circolazione dei professionisti[10].

La Psicologia in Italia

In Italia, la professione di Psicologo è una professione sanitaria, ordinata dallo Stato con specifiche previsioni legislative[11]. Per la Legge Italiana istitutiva della professione (L. 18/02/89, n. 56 “Ordinamento della professione di psicologo“)[12], la professione di Psicologo comprende “l’uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito”.

Per esercitare la professione di psicologo è necessario:

  1. aver conseguito una laurea magistrale (LM-51) o V.O. in psicologia;
  2. aver completato un tirocinio post-lauream, presso strutture pubbliche o private ritenute idonee dall’Ordine, della durata di un anno (suddiviso in due semestri). Il tirocinio deve riguardare almeno 2 aree tra psicologia generalepsicologia clinicapsicologia sociale e psicologia dello sviluppo;
  3. superare un Esame di Stato di abilitazione alla professione suddiviso in quattro prove (tre scritte e una orale);
  4. iscriversi all’apposito Albo professionale.

Nell’Albo professionale dell’Ordine degli psicologi sono istituite la sezione A e la sezione B:

  1. agli iscritti nella sezione A spetta il titolo professionale di “Psicologo”;
  2. agli iscritti nella sezione B spetta il titolo professionale di “Psicologo iunior“, a cui è possibile accedere dopo il conseguimento della laurea Triennale di ambito psicologico (classe L-24), lo svolgimento di tirocinio semestrale e specifico Esame di Stato. Gli iscritti della Sezione B hanno alcune limitazioni in merito alle attività professionali da loro svolgibili autonomamente, delineate dalla L.170/2003.

Lo psicologo si occupa di una serie di interventi in diversi ambiti professionali (sperimentalieducativipsicosocialiorganizzativineuropsicologici, di psicologia applicata, etc.); si occupa anche di consulenza psicologica (counselling), psicopatologia e psicologia clinica, intervenendo nelle situazioni, personali e relazionali, che generano sofferenza e disagio.

La qualifica di psicologo non abilita all’esercizio della psicoterapia; il ruolo professionale di psicoterapeuta è aperto a psicologi e medici, che abbiano conseguito requisiti formativi supplementari (specializzazione post-lauream quadriennale, in una scuola pubblica o privata riconosciuta dal MIUR e conseguente “annotazione” sull’Albo). Allo stato attuale (dicembre 2017) in Italia sono presenti oltre 105.000 psicologi, nella quasi totalità iscritti alla Sezione A dell’Albo (gli iscritti all’Albo B sono circa 280)[13].

Controversie con altre professioni

Possono verificarsi possibili sovrapposizioni tra lo psicologo e altre figure professionali le cui competenze ed eventuali riconoscimenti dipendono dalla legislazione delle varie nazioni. Alcune sovrapposizioni riguardano soprattutto il counselor e il mediatore familiare. In Italia il counselor è figura di natura privatistica, non corrispondente a percorsi universitari, non ordinistica e priva di univoca formazione (non è necessaria la laurea); il parere del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, anche sulla base di Sentenze di Cassazione, è che il “counseling” esercitato da non psicologi rischi di sovrapporsi indebitamente agli atti professionali tipici e riservati agli Psicologi[14].

Legislazione a tutela della professione

L’art. 348 del codice penale italiano prevede e punisce chiunque eserciti una professione per l’esercizio della quale è prevista l’ammissione ed iscrizione a speciali albi o elenchi, senza esserne stato abilitato a norma di legge. Nel caso della figura dello psicologo sono state emanate diverse Sentenze per una maggiore tutela della professione. Soprattutto al fine di discernere le pratiche del professionista psicologo da diverse altre figure che possono incorrere nel reato di esercizio abusivo della professione. Segue un elenco di alcune di queste sentenze.

  1. «Costituisce esercizio abusivo di professione: l’attività […] che […] intrattenga approfonditi colloqui su aspetti intimi della vita dei pazienti, per diagnosticare problematiche psicologiche eventualmente all’origine dei disturbi da loro lamentati»[16].
  2. «Costituisce esercizio abusivo di professione chi tratta soggetti affetti da disturbi psicologici (ansia, fobie, depressioni) con colloqui e anamnesi per collegare cause psicologiche e disturbi fisici[17] o con consulenze per problemi caratteriali e relazionali, sostenute da percorsi terapeutici, sedute, colloqui e pratiche ipnotiche[18] o con la rievocazione delle esperienze passate[19]».
  3. Infine, «può qualificarsi come esercizio abusivo della professione di psicologo l’attività psicoterapeutica teleologicamente orientata, che prescinde dalle modalità con cui l’attività si esplica e richiede che essa abbia come presupposto la diagnosi e come obbiettivo la cura di disturbi psichici. […] Non è necessario che il soggetto non qualificato si avvalga di una delle metodologie proprie della professione psicoterapeutica, ma è sufficiente che la sua azione incida sulla sfera psichica del paziente con lo scopo di indurne una modificazione, che potrebbe risultare dannosa».
  • Sentenza del 17/11/2015 TAR Lazio[20]: «la gradazione del disagio psichico presuppone una competenza diagnostica pacificamente non riconosciuta ai counselors e che il disagio psichico, anche fuori da contesti clinici, rientra nelle competenze della professione sanitaria dello psicologo».
  • Sentenza Corte di Cassazione n. 767/2006[21]: è riservata agli psicologi qualsiasi attività in cui l’aspetto di valutazione psicologica è così evidente (come controllo dell’ansia, dell’aggressività, della socievolezza, della leadership) da poter essere definita come una vera e propria attività di diagnosi psicologica o di valutazione attitudinale.
  • Sentenza Corte di Cassazione n. 17702/2004[22]: «l’attività di dialogo con i propri clienti, volta a chiarire gli eventuali disturbi di natura psicologica ed anche a fornire consigli […] costituisce un’attività di diagnosi e di terapia che, nonostante la genericità delle indicazioni contenute nella legge professionale 18 febbraio 1989, n. 56, è certamente intimamente connessa alla professione di psicologo, costituendo espressione della specifica competenza e del patrimonio di conoscenze della psicologia».

Note

  1. ^Salta a:ab Consiglio Nazionale Ordine PsicologiLa professione di psicologo: declaratoria, elementi caratterizzanti ed atti tipici (PDF), su psy.it, 5 giugno 2015, p. 3. URL consultato il 13 settembre 2018.
  2. ^ Definizione e significato di Psicologo, su dizionari.corriere.it. URL consultato il 28 maggio 2017.
  3. ^ U.S. Department of Labor, Bureau of Labor Statistics, Occupational Outlook Handbook: Psychologists
  4. ^ Consiglio Nazionale Ordine PsicologiCodice deontologico degli psicologi italiani, su psy.it. URL consultato il 4 novembre 2018.
    «Capo I, art. 21».
  5. ^ Compas, Bruce & Gotlib, Ian. (2002). Introduction to Clinical Psychology. New York, NY : McGraw-Hill Higher Education
  6. ^ Ordine psicologi Piemonte, Lo psicologo e l’atto diagnostico (PDF), su ordinepsicologi.piemonte.it. URL consultato il 6 aprile 2019.
  7. ^ APA Applauds Landmark Illinois Law Allowing Psychologists to Prescribe Medications, su apa.org. URL consultato il 1º aprile 2019.
  8. ^ Louisiana grants psychologists prescriptive authority, su apa.org, 5 maggio 2004. URL consultato il 1º aprile 2019.
  9. ^ APADivisions of APA, su apa.org. URL consultato il 1º aprile 2019.
  10. ^ http://www.ordinepsicologilazio.it/psicologi/il-riconoscimento-del-titolo-di-psicologo-allestero
  11. ^ L.56/9, L.170/2003, “Legge Lorenzin”.
  12. ^ Art. 1 della Legge 56/89.
  13. ^ Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi
  14. ^ http://www.psy.it/allegati/promozione-e-prevenzione.pdf
  15. ^ Abuso della professione di psicologo: Sentenza n° 39339 del 2017 (PDF), su aupi.it. URL consultato il 27 giugno 2018.
  16. ^ Sez. 6, n° 16562 del 15/03/2016; Sez. 6, n. 17702 del 03/03/2004, Rv. 228472
  17. ^ Sez. 6, n. 20099 del 19/04/2016
  18. ^ Sez. 2, n. 43328 del 15/11/2011, Rv. 251375; Sez. 3, n.4 Corte di Cassazione – copia non ufficiale 22268 del 24/04/2008, Rv. 240257
  19. ^ Sez. 6, n. 14408 del 23/03/2011
  20. ^ Sentenza del 17/11/2015 TAR LAZIO (PDF), su psy.it. URL consultato il 27 giugno 2018.
  21. ^ Ordine degli Psicologi. Consiglio Regionale del Veneto (PDF), su ordinepsicologiveneto.it. URL consultato il 27 giugno 2018.
  22. ^ Cass. n. 17702/2004, su brocardi.it. URL consultato il 27 giugno 2018.

 

Psicoterapeuta a Ferrara o Bologna

Studio Trevisani opera con il contributo di psicoterapeuti qualificati cui indirizza le persone che seguono percorsi di formazione e coaching e hanno contemporaneamente bisogno di un supporto da parte di uno Psicoterapeuta a Ferrara o Bologna.

Note informative sulla professione di Psicoterapeuta a Ferrara o Bologna, da fonte wikipedia.

Lo psicoterapeuta è un professionista sanitario – medico o psicologo – autorizzato all’esercizio della psicoterapia dall’Ordine professionale di appartenenza. Il suo intervento mutua le tecniche dai numerosi modelli applicativi della psicologia, ed è rivolto alla risoluzione dei sintomi, e delle loro cause, conseguenti a disturbi mentali, disadattamenti e sofferenza[1].

Psicoterapeuti In Italia

L’attività dello psicoterapeuta è regolamentata ex art. 3 della Legge n° 56 del 18 febbraio 1989 (Ordinamento della professione di psicologo), che obbliga il professionista a conseguire una specializzazione post universitaria in psicoterapia, presso una scuola di specializzazione pubblica (universitaria) o privata riconosciuta dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, che abbia almeno durata quadriennale. A tali scuole possono accedere solo i laureati in psicologia o in medicina iscritti ai rispettivi Albi professionali. A conclusione della scuola di specializzazione in psicoterapia, si potrà richiedere all’Ordine di appartenenza (il CNOP per gli psicologi e il FNOMCeO per i medici) l’annotazione nell’Albo dell’attività psicoterapeutica.

Il medico specializzato in psichiatria o in neuropsichiatria è autorizzato – a condizione di aver svolto attività psicoterapeutiche professionalizzanti nel suo percorso specialistico – ad esercitare la psicoterapia, chiedendone l’annotazione al proprio Ordine provinciale di appartenenza.

Allo stesso modo, ai sensi del D. M. 24/07/06, lo psicologo specializzato in una delle scuole di specializzazione universitaria di area psicologica – quali psicologia clinicaneuropsicologia, psicologia del ciclo della vita, valutazione psicologica e consulenza (counseling) e psicologia della salute[2], a condizione che nel suo percorso specialistico abbia svolto attività psicoterapeutiche professionalizzanti – è autorizzato all’esercizio della psicoterapia, chiedendone l’annotazione al proprio Ordine regionale di appartenenza. Dunque, sia i medici che gli psicologi specialisti nelle discipline suddette, pur non avendo conseguito una formazione specialistica propriamente psicoterapeutica, sono autorizzati ad esercitare la psicoterapia.

La formazione dello psicoterapeuta si può basare su modelli formativi diversi, tra i quali:

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Psicoterapia § Orientamenti teorici.

Note

  1. ^ Consiglio Nazionale Ordine PsicologiLa professione di psicologo: declaratoria, elementi caratterizzanti ed atti tipici (PDF), su psy.it, 5 giugno 2015, p. 3. URL consultato il 13 settembre 2018.
  2. ^ Amededo Di Filippo, Psicologia apre le porte a cinque specializzazioniIl Sole 24 ORE, 15 aprile 2019. URL consultato il 23 maggio 2019.

Voci correlate

 

 

Dr. Daniele Trevisani - Formazione Aziendale, Ricerca, Coaching