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metri di giudizio

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potenziale-umano-coachinglorenzo in aula1360989657[1]Copyright, estratto con modifiche Dal volume Personal Energy di Daniele Trevisani

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Ho aiutato. Si, ho aiutato atleti internazionali a vivere in modo diverso gli incontri decisivi, viverli ad un livello superiore, rimuovendo l’ansia e generando un forte senso di gioia e di “festa” per l’avvenimento.

Ho aiutato persone che non erano soddisfatte sul piano professionale a “riposizionare” la propria attenzione su un piano superiore, con effetti potenti su come essi conducevano la vita professionale e non solo: maggiore coscienza del proprio valore, maggiore coscienza del valore del proprio tempo, maggiore capacità di concentrazione e allo stesso tempo maggiore capacità di rilassamento.

Ho aiutato ragazzi a diventare uomini in palestra e a volte mi sono sostituito ai loro genitori come figura di riferimento, senza mai volerlo fare di proposito. Ma saperlo è fondamentale, perchè sai che quello che farai verrà visto e entrerà, coscientemente o meno. Allora sento di avere una responsabilità in più.

Mi sono impegnato per portare semplici “istruttori” a diventare “maestri” in alcuni settori delle Arti Marziali, così come mi sono impegnato a portare persone insoddisfatte della vita a sentire di vivere a pieno.

Ci sono riuscito? Lo sapremo veramente solo tra cinque o sette anni… quando il Maestro sarà rimasto Maestro o sarà scivolato indietro nella “buca” del semplice istruttore…. Quando quel ragazzo dovrà scegliere se aiutare una persona in difficoltà per strada o farà finta di niente. Quando l’imprenditore che ho aiutato a riportare la sua vita al centro delle sue attenzioni continuerà a farlo o sarà scivolato nel baratro. Quale baratro? Identificarsi unicamente e totalmente con la sua azienda sino a dimenticare i figli o anzi vederli solo come rotelle dell’ingranaggio da utilizzare in sostituzione dei vecchi ingranaggi…Ci sono tante prove che la vita ci offre. Tante

Vedremo… Per ora una valutazione:

In tutti questi casi personali così come nei casi aziendali che ho trattato, ho sempre trovato una costante: usare metri di giudizio sbagliati, metri del “mondo inferiore” e non del “mondo superiore”.

Un esempio di metri del mondo inferiore: se tuo figlio gioca in una squadra amatoriale o invece professionistica, e a che livello di prestigio. Un esempio di metri del mondo superiore: se tuo figlio sta assimilando i valori puliti della sacralità della sua esistenza, se ti considera degno di comunicare i suoi momenti difficili o condividere, se sente che ci sei, o se invece è immerso nel sistema produci-consuma-muori, gioca-alle-slot-studiare-poco-fottere-il-prossimo e anche peggio. In campo sportivo: quanto “picchio forte” rispetto a “quanto riesco ad essere concentrato e focalizzato durante uno sparring e gustarmi l’allenamento”.

Generalmente in una prima seduta di coaching olistico fatta “non da improvvisatori” scopri che qualche distorsione c’è. Quando impari che i metri che stavi usando prima erano distorti, lo choc è forte ma subito dopo stai meglio. Spariscono alcuni sensi di colpa, ti “ricentri” su quello che vuoi davvero, lo focalizzi, cerchi il senso delle cose e progressivamente lo trovi.

La cultura di cui siamo parte mette in circolo continue “esche” che possono bloccare il nostro decollo o appesantirci e farci atterrare nella banalità.

Dobbiamo riconoscerle, dobbiamo starci lontano, dobbiamo continuare a volare il nostro volo.

Di conseguenza, il nostro tempo subirà un netto ricentraggio.

Capiremo che la nostra stessa vita merita attenzione, come processo, come qualità, come contributo, inizieremo a riflettere sui frutti che sarebbe bello lasciare.

Un percorso di crescita personale non parla solo di risollevarsi da condizioni di vita non appaganti. Parla anche a persone che possono anche avere raggiunto un livello di risultato che tutti giudicherebbero buono (notorietà, denaro, successi sportivi o professionali).

Ci sono stati di vita che esternamente appaiono abbondanti e appaganti, ma una vocina, dentro, dice che le cose non vanno proprio bene.

Avere braccia, gambe, un lavoro, o un matrimonio, una macchina, non significa essere umani sino in fondo.

Nessun oggetto sostituisce il vuoto interiore.

Per cui, cambiare metri di giudizio, è un’operazione che dobbiamo portare avanti ogni giorno, sino alla fine, verso la luce.

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Copyright, estratto con modifiche Dal volume Personal Energy di Daniele Trevisani