Tag

Marketing esperienziale

Browsing

©Copyright. Articolo estratto con il permesso dell’autore dal libro di Daniele Trevisani: “Psicologia di Marketing e Comunicazione” Franco Angeli Editore, Milano

Si manifestano nella necessità di avere un ambiente di vita (persone, spazi fisici) favorevole e non ostile. Ad esempio, abitare in una casa confortevole, avere un vicinato piacevole, lavorare in un luogo nel quale ci si trovi bene in termini di spazi e persone.

I prodotti a valenza “ambientale” possiedono quindi la proprietà di migliorare la qualità degli ambienti – fisici e psicologici – nei quali il consumatore vive.

Nel metodo ALM abbiamo diviso i bisogni ambientali in due categorie: bisogni ambientali fisici (temperature, aria, calore, umidità, spazi sufficienti al movimento, luoghi di vita e lavoro, ecc..) e bisogni ambientali psicologici (i climi organizzativi sul lavoro, gli ambienti umani e relazionali, lo stare bene in famiglia o con gli altri, con i propri vicini o amici).

©Copyright. Articolo estratto con il permesso dell’autore dal libro di Daniele Trevisani: “Psicologia di Marketing e Comunicazione” Franco Angeli Editore, Milano

Semantica articolo. Le parole chiave di questo articolo sono:

Bisogni ambientali

Prodotti a valenza ambientale

Miglioramento della qualità dell’ambiente

Ambiente psicologico

Benessere mentale

Stress e rilassamento

Esperienza del cliente

Marketing emozionale

Psicologia del consumatore

Atmosfera del punto vendita

Engagement emotivo

Percezione del marchio

Ambiente di vendita

Comfort psicologico

Cromoterapia

Ambiente sensoriale

Design emozionale

Fedeltà al brand

Brand storytelling

Influenza psicologica

Ambiente di lavoro

Marketing esperienziale

Customer journey

Appagamento sensoriale

©Copyright. Articolo estratto con il permesso dell’autore dal libro di Daniele Trevisani: “Psicologia di Marketing e Comunicazione” Franco Angeli Editore, Milano

Una forma di misurazione dell’immagine, derivante dalla psicologia sociale e dagli studi di psicolinguistica, si attua tramite il “differenziale semantico”[1]. Questo strumento permette di costruire un profilo di immagine del prodotto, del marchio, o persino di una persona.  Esso restituisce al ricercatore il profilo percettivo che un qualsiasi oggetto o entità genera in un valutatore.

Il modello si presta ottimamente ad essere utilizzato per valutare la performance comunicativa di un venditore, di un politico, di uno speaker, o di un docente, o per capire come gli amici colleghi ci vedono.

Le applicazioni del differenziale semantico sono state utilizzate per diversi scopi, tra cui la misurazione delle reazioni emozionali prodotte da uno stimolo di marketing, l’analisi dell’impatto di un nome di prodotto, di un logo o marchio. Un uso estensivo ne viene fatto anche nella ricerca sociale.

Il differenziale semantico è uno strumento prevalentemente quantitativo, nel senso che richiede elaborazione statistica.

Alla base della tecnica, come per ogni forma di misurazione psicosociale, vi è la constatazione che gli atteggiamenti non possono essere osservati direttamente, ma devono essere inferiti in base ad espressioni e comportamenti, utilizzando “indicatori”.

Per quanto riguarda la scelta degli indicatori, il differenziale semantico utilizza aggettivi bipolari, che esprimono opposti gradi di giudizio (es: positivo–negativo, profondo–superficiale, tollerante–intollerante, coraggioso–vile, aggressivo–remissivo).

Gli aggettivi sono disposti lungo una scala di risposta (in genere a 7 punti, ma possono essere utilizzate anche formulazioni diverse) dove ciascun punto esprime un diverso grado di giudizio. Nelle istruzioni di compilazione è possibile fornire “ancoraggi semantici” delle caselle di risposta, es: “moltissimo” o “estremamente” per i poli estremi della scala, “molto” per il secondo grado, “abbastanza” o “leggermente” per il terzo grado, come evidenziato di seguito.


[1] La tecnica del differenziale semantico è stata sviluppata partendo dagli studi di Osgood (1952) e quindi perfezionata da Osgood, Suci e Tannenbaum e pubblicata (1957) in The Measurement of Meaning, con lo scopo, come evidenzia il titolo, di misurare i significati linguistici. Vedi bibliografia per indicazioni sulla pubblicazione originale.

Al grado intermedio sono associate espressioni tipo “né…/né…”, che indicano un punto centrale, sostanzialmente una valutazione neutra. Altri modelli richiedono invece al compilatore di circolare un numero sulla scala.

Utilizzando le scale del modello originale (Osgood, Suci, Tannenbaum, 1957), la ricerca ha evidenziato che queste coppie di aggettivi si aggregano mentalmente nelle seguenti categorie: Valutazione (good/bad, beautiful/ugly, interesting/boring, e effective/ineffective), Potenza (strong/weak, heavy/light, e tense/relaxed), e Attività (active/passive, fast/slow, e agitated/calm).

Queste dimensioni possono essere applicate per valutare marchi, persone o prodotti, e persino concetti o idee politiche.

Il differenziale semantico originario aveva tra i suoi scopi primari l’obiettivo di misurare il significato delle parole, e compararlo tra diverse culture o sottoculture. Il differenziale semantico originario permette di misurare fattori primari della reazione emotiva del consumatore rispetto ad un oggetto d’acquisto, e quindi determinare la potenza dell’oggetto in termini di generazione delle pulsioni d’acquisto. Al crescere dei punteggi lungo entrambi i fattori, aumenta la probabilità che si generi pulsione d’acquisto. Cala inoltre l’importanza del prezzo, in quanto il prodotto assume valenze psicologiche ancor prima che funzionali. Il principio che ne deriva è il seguente:

©Copyright. Articolo estratto con il permesso dell’autore dal libro di Daniele Trevisani: “Psicologia di Marketing e Comunicazione” Franco Angeli Editore, Milano

Semantica articolo. Le parole chiave di questo articolo sono:

Differenziale semanticoInizio modulo

Profilo di immagine

Profilo percettivo

Performance comunicativa

Misurazione delle reazioni emozionali

Valutazione

Potenza del prodotto

Attività

Misurare il significato delle parole

Potenza psicologica del prodotto

Percezione del valore

Marketing sensoriale

Psicologia del consumo

Branding emotivo

Scarsità del prodotto

Psicologia dei colori

Fattori di fiducia

Effetto placebo

Aspettative del consumatore

Marketing esperienziale

Psicologia della scelta

Effetto di ancoraggio

Fattori di persuasione

Teoria del comportamento del consumatore

Effetto di priming

Coinvolgimento emotivo

Psicologia della gratificazione istantanea

Aspirazioni e desideri del consumatore

Effetto di contrasto

Marketing dell’autenticità

©Copyright. Articolo estratto con il permesso dell’autore dal libro di Daniele Trevisani: “Psicologia di Marketing e Comunicazione” Franco Angeli Editore, Milano

Nel business-to-business, molto spesso la latitudine di accettazione del buyer verso un nuovo prodotto o nuovo servizio non è predefinita, in quanto appunto non vi sono esperienze in merito. Questa rappresenta una problematica generale delle aziende che vendono innovazione.

Una tattica difensiva del buyer è quella di partire da posizioni negative, salvo modificarle in seguito. Non tutti, fortunatamente, adottano questa tattica, in quanto preclude ad una valutazione oggettiva e ponderata delle opportunità che possono essere realmente presenti nell’offerta.

Tra gli individui presenti all’interno di un target o campione eterogeneo di aziende, esistono varietà e differenziazioni in merito alla natura di atteggiamento preesistente. All’interno di una popolazione ampia, spesso la distribuzione degli atteggiamenti preesistenti assume una forma di curva normale (curva gaussiana, in termini statistici), che vede la presenza di un’area di soggetti fortemente positivi, una massa di “incerti” o persone che detengono atteggiamenti deboli, e un’area di soggetti con atteggiamenti negativi. Occorre quindi, per il venditore, capire questo scenario di atteggiamenti preesistenti, poiché con questo quadro egli dovrà confrontarsi.

Il termine “attitude” nella terminologia psicologica e di marketing anglosassone risponde all’equivalente italiano di “atteggiamento”. Con una piccola traslazione linguistica, utilizzeremo questo termine per definire il concetto di “segmentazione attitudinale”, intesa come stratificazione del mercato in funzione degli atteggiamenti preesistenti.

La nostra tecnica individua cinque macrogruppi, differenziati in termini di posizioni latenti verso il prodotto:

Questi diversi stadi corrispondono a diverse realtà psicologiche che il venditore troverà nel buyer. La difficoltà di vendita sarà crescente man mano che ci si sposta dal gruppo A al gruppo E, anche se venditori abili non si scoraggeranno molto nel fronteggiare soggetti E.

La segmentazione attitudinale (identificazione di sottogruppi diversificati in funzione degli atteggiamenti esistenti), ha lo scopo di:

  1. inquadrare la struttura degli atteggiamenti preesistenti,
  2. identificare i target prioritari,
  3. definire strategie di attacco ai diversi target.

©Copyright. Articolo estratto con il permesso dell’autore dal libro di Daniele Trevisani: “Psicologia di Marketing e Comunicazione” Franco Angeli Editore, Milano

Semantica articolo. Le parole chiave di questo articolo sono:

Business-to-business

Valutazione delle opportunità

Distribuzione degli atteggiamenti

Atteggiamenti preesistenti

Segmentazione attitudinale

Realtà psicologiche

Identificazione dei target

Strategie di attacco

Ricerca di mercato

Analisi dei comportamenti dei consumatori

Segmentazione del mercato

Studio dell’atteggiamento del consumatore

Valutazione dell’atteggiamento del consumatore

Analisi dei bisogni dei consumatori

Segmentazione psicografica

Analisi delle motivazioni d’acquisto

Marketing esperienziale

Customer journey mapping

Brand perception

Neuromarketing

Test di concept

Analisi dell’engagement del cliente

Customer feedback

Studio delle preferenze dei consumatori

Valutazione della soddisfazione del cliente

Analisi dell’immagine del brand

Studio delle influenze sociali

Analisi delle emozioni legate al prodotto o al brand

©Copyright. Articolo estratto con il permesso dell’autore dal libro di Daniele Trevisani: “Psicologia di Marketing e Comunicazione” Franco Angeli Editore, Milano

L’ergogenesi rappresenta il processo di percezione delle sensazioni interne all’organismo. Un dolore ad una parte del corpo – ad esempio il mal di testa – o una sensazione positiva (il gonfiore muscolare provocato da un intenso allenamento, per un bodybuilder) sono esempi di sensazioni ergogeniche, così come la percezione di sensazioni emotive di fiducia, di ansia, di tristezza, di gioia o di intensa speranza.

I prodotti con funzione ergogenica diretta sono ad esempio gli psicofarmaci – che modificano le percezioni interne dell’organismo e alterano gli stati di coscienza – gli antidolorifici, l’alcool e altre sostanze psicoattive. Possiamo parlare in questo caso di ergogenesi diretta o indotta da sostanze.

Altri prodotti, servizi, prestazioni e situazioni possiedono funzione ergogenica indiretta, attuata senza introdurre sostanze nell’organismo, basandosi unicamente sulle proprietà del prodotto di infondere emozioni. Ad esempio, la valenza di un prodotto turistico, un tramonto sul mare, accompagnato dal rumore delle onde e dal profumo della salsedine, le sensazioni del ballo, la potenza della guida, un design emozionante.

L’emozione complessiva risultante dalla esperienza di un acquisto, il senso generale di professionalità che un venditore riesce a creare, o la piacevolezza di utilizzo di un sistema operativo per computer, costituiscono esempi ulteriori.

Produrre sensazioni costituisce la funzione ergogenica del prodotto.

Anche in campo alimentare l’esperienza totale di prodotto (ETP) – poniamo un pasto di mezzogiorno – è data da un sistema iniziale percettivo (visione del cibo, gusto, olfatto, sensazioni tattili durante la masticazione), e da un sistema successivo di ergogenesi (pesantezza o lentezza digestiva, effetti sul rendimento lavorativo e sullo stato di veglia).

A livello pratico, è necessario analizzare quali prodotti sono suscettibili di possedere funzioni ergogeniche, per poi stabilire la sensazione ergogenica da sviluppare. Lo sviluppo delle sensazioni ergogeniche target dà luogo a strategie di marketing emotivo, che consiste nel pianificare le emozioni complessive generate dal prodotto (prestazione emotiva del prodotto/servizio) sul consumatore target.

©Copyright. Articolo estratto con il permesso dell’autore dal libro di Daniele Trevisani: “Psicologia di Marketing e Comunicazione” Franco Angeli Editore, Milano

Semantica articolo. Le parole chiave di questo articolo sono:

Percezione delle sensazioni

Processo di percezione

Sensazioni ergogeniche

Funzione ergogenica

Infondere emozioni

Produrre sensazioni

Pianificare le emozioni

Consumatore target

Esperienza del consumatore

Psicologia del consumatore

Coinvolgimento emotivo

Branding emotivo

Leva emotiva

Connessione emotiva

Marketing esperienziale

Storytelling

Esperienza sensoriale

Esperienza del marchio

Sensazioni del prodotto

Reazioni emotive

Psicologia dei colori

Creazione di atmosfera

Design emozionale

Fattore emozionale

Sfondo emotivo

Coinvolgimento del cliente

Psicologia della forma

Empatia del marchio

©Copyright. Articolo estratto con il permesso dell’autore dal libro di Daniele Trevisani: “Psicologia di Marketing e Comunicazione” Franco Angeli Editore, Milano

Capire quali emozioni suscita un’interfaccia di prodotto o un interfaccia di servizio è importante in quanto la gradevolezza dell’esperienza emotiva si correla positivamente alla propensione d’acquisto.

Le emozioni sono eventi mentali successivi alla percezione di un oggetto (ad esempio, la fruizione di un film, la lettura di un libro, la contemplazione di un panorama turistico, l’utilizzo di un robot da cucina). Le esperienze che le persone hanno dei prodotti generano un’attività mentale, un sentimento che determina anche modificazioni organiche (ansia, rilassatezza, sudorazione, spossatezza). Ad esempio un utensile per falciare l’erba mal progettato genera non solo stanchezza fisica, ma anche emozioni di ira verso il venditore o verso se stessi per averlo acquistato.

Lo stesso vale per l’interfaccia grafica di un programma per PC. Da essa possono emergere emozioni piacevoli: gioia per la facilità di creazione del proprio progetto, resa possibile dalla buona qualità dell’interfaccia. Queste emozioni d’uso si trasferiscono verso l’azienda produttrice in un processo di osmosi emotiva. Le osmosi negative producono invece l’odio verso il produttore, derivato dalla frustrazione d’uso o dalle aspettative non mantenute.

Ogni prodotto è quindi in grado di generare emozioni, più o meno forti, più o meno intense. La generazione delle emozioni avviene in seguito ai rapporti che la persona ha con la superficie del prodotto, con le sue “interfacce” (interfacce prodotto). Il concetto di interfaccia esprime infatti ciò che sta tra il prodotto e l’utilizzatore, includendo gli aspetti di superficie, gli elementi visibili e tangibili, i comandi, i controlli, e tutto ciò che del prodotto viene fruito, visto, toccato, respirato.

In termini di marketing e di nascita della pulsione d’acquisto, assume peso la capacità di un’interfaccia di produrre emozioni (piuttosto che semplici input sensoriali, asettici, privi di carica emotiva). Un computer con schermo nero e caratteri verdi produce – nell’utilizzatore medio – meno emozioni di un computer che emette suono, video, musica, immagini animate, colorate, divertenti o interessanti. In ogni campo merceologico, e per ogni target, tali emozioni dovranno essere adeguatamente tarate. Il solo fatto di emettere più dati (più colori, o altro) non è sufficiente a creare marketing emotivo. Occorre valutare la rilevanza e gradevolezza di quei dati per il soggetto.

©Copyright. Articolo estratto con il permesso dell’autore dal libro di Daniele Trevisani: “Psicologia di Marketing e Comunicazione” Franco Angeli Editore, Milano

Semantica articolo. Le parole chiave di questo articolo sono:

Esperienza emotiva

Propensione all’acquisto

Interfaccia di prodotto

Emozioni d’uso

Osmosi emotiva

Pulsione d’acquisto

Input sensioriali

Connessione emotiva

Brand affinity

Leva emotiva

Coinvolgimento emotivo

Storytelling

Esperienza sensoriale

Marketing esperienziale

Emozioni positive

Reazioni emotive

Psicologia del consumatore

Brand loyalty

Empatia del marchio

Marketing esperienziale

Psicologia del marketing

Branding emotivo

Esperienza del consumatore

Psicologia dei colori

Emozioni nell’acquisto

Marketing sensoriale

©Copyright. Articolo estratto con il permesso dell’autore dal libro di Daniele Trevisani: “Psicologia di Marketing e Comunicazione” Franco Angeli Editore, Milano

Il tatto è costituito dall’insieme di sensazioni – pressione, calore, temperatura, texture –  che i prodotti determinano al contatto fisico.

La gestione orientata alla customer satisfaction globale deve prevedere sensazioni tattili target del prodotto.

La morbidezza di un oggetto, nonché altre caratteristiche quali il peso o la scivolosità, verranno giudicate diversamente dalla mano morbida di uno studente adolescente, piuttosto che dalla mano incallita di un operaio di fonderia. La differenza fisica tra i due individui determina quindi una differenza sulla valutazione di funzionalità di un attrezzo o di qualsiasi altro oggetto impugnabile, a parità di caratteristiche prestazionali tecnologiche.

Ad esempio l’impugnatura di un utensile elettrico – un trapano o una troncatrice – progettata per i mercati europei e nordamericani sarà considerata troppo larga da parte di popolazioni dell’est asiatico le cui mani sono fisicamente più piccole. La prestazione tattile si presenta in elementi come il grip degli utensili elettrici, le caratteristiche dei tessuti interni di un’automobile, nei capi di abbigliamento e negli oggetti che si utilizzano nella vita quotidiana e professionale.

Al tatto (valutando peso, rugosità, solidità e tenuta) ci affidiamo ad esempio per determinare – congiuntamente agli elementi visivi – se una tastiera di PC sia “solida” oppure di scarsa qualità, o ancora se un mouse sia funzionale o meno.

Elementi come la scivolosità, i materiali, le asperità e protuberanze, spazi e distanze tra componenti di un prodotto, devono essere accuratamente progettati al fine di raggiungere la sensazione tattile target che il prodotto ideale deve fornire.

In termini di marketing tattile, uno dei fattori importanti da considerare è la conduttività del materiale toccato. Infatti la sensazione di caldo/freddo proviene non solo dalla temperatura reale dell’oggetto ma anche dalla sua capacità di disperdere il calore.

Immaginiamo di essere in un ambiente freddo. Materiali isolanti che disperdono molto lentamente il calore, come il legno, diventano percettivamente più caldi al tatto in quanto la zona toccata trattiene localmente il calore corporeo. Al contrario, i materiali molto conduttivi disperdono il calore ricevuto in tutta la loro struttura, e la zona toccata non si satura di calore. In pratica, i materiali conduttivi agiscono da dispersori di calore e risultano più freddi al tatto umano, pur non essendo realmente più freddi.

Queste considerazioni ci portano a considerare la necessità di agire – ove possibile – sulla conduttività dei materiali, per sviluppare le sensazioni ottimali di calore tattile dei prodotti. In questo senso, il marketing deve confrontarsi attivamente con le scienze dei materiali per definire quali percorsi evolutivi sviluppare e come produrre innovazioni significative di prodotto dal punto di vista tattile.

La relazione tra proprietà fisiche ed emotive del prodotto ha una valenza di marketing. Come ben sappiamo, la capacità di infondere calore è importante in ambienti freddi (si pensi al pavimento di una baita di montagna), o per abbigliamenti destinati ai climi estremi, non solo in termini fisici, ma anche in termini psicologici. Materiali caldi e soffici producono sensazioni di avvolgenza che spostano la funzione del prodotto dal marketing tattile al marketing emotivo. Per questo, ad esempio, una sciarpa morbida ed avvolgente può assumere una valenza psicologica di protezione che riporta il soggetto ad una condizione di sicurezza emotiva.

Di contaminazioni (percettive-emotive) tra sensazioni fisiche e potenzialità evocative del prodotto si occupa il marketing percettivo, sino alla pianificazione delle emozioni generate dal prodotto (marketing emotivo).

©Copyright. Articolo estratto con il permesso dell’autore dal libro di Daniele Trevisani: “Psicologia di Marketing e Comunicazione” Franco Angeli Editore, Milano

Semantica articolo. Le parole chiave di questo articolo sono:

Sensazioni

Tatto

Contatto fisico

Customer satisfaction

Sensazioni tattili target

Differenza di valutazione del prodotto

Prestazione tattile

Progettare la sensazione

Conduttività del materiale

Scienze dei materiali

Proprietà emotive del prodotto

Marketing tattile

Marketing emotivo

Contaminazioni sensoriali

Pianificazione delle emozioni

Esperienze sensoriali

Marketing sensoriale

Stimoli sensoriali

Coinvolgimento multisensoriale

Ambienti sensoriali

Design multisensoriale

Immersione sensoriale

Sensibilità alle texture

Creazione di atmosfere

Coinvolgimento emotivo attraverso i sensi

Personalizzazione sensoriale

Marketing esperienziale

©Copyright. Articolo estratto con il permesso dell’autore dal libro di Daniele Trevisani: “Psicologia di Marketing e Comunicazione” Franco Angeli Editore, Milano

Il cliente può avere difficoltà, o non percepire immediatamente, il valore che si nasconde dietro la soluzione o il prodotto. Tra gli errori più gravi del venditore vi è senza dubbio la “presunzione della chiarezza del valore”.. Compiere questo errore significa supporre che il cliente debba cogliere il valore di una proposta automaticamente. Significa pretendere che tutti debbano vedere e capire ciò che noi vediamo e capiamo perfettamente.

La psicologia cognitiva ci aiuta a capire questo fenomeno. È per tutti scontato che nell’insieme di chiazze sottostanti sia presente qualcosa?

L’immagine dimostra il “principio dell’emergenza” nella percezione. Le regioni locali dell’immagine non contengono sufficiente informazione per formulare un’ipotesi di contenuto, ma non appena l’immagine viene riconosciuta come quella di “un cane”, i contorni percettivi della figura iniziano a prendere forma, riempiendo i perimetri visuali in regioni nelle quali i contorni sono assenti nello stimolo reale.

Certamente, il dalmata che annusa la strada diventerà una normalità per chi è abituato a vederlo, ma non necessariamente per un osservatore casuale.

Lo stesso processo di percezione si applica all’impresa e ai suoi servizi. Ad esempio, per l’impresa che propone servizi internet o formazione aziendale, il potenziale e il valore delle soluzioni offerte sono chiari, palesi, e “parlano da soli”. Per il cliente no.

In questo, ed in altri casi, il cliente va “aiutato a capire”, il che è possibile solamente adottando un approccio centrato sul cliente. Adottare un approccio di vendita e di marketing “centrato sul cliente” significa riconoscere due cose: (1) il cliente non è né un “pollo da spennare”, un soggetto al quale chiedere tanto per poi dare poco, né (2) il padrone dell’azienda o del venditore.

Il cliente è semplicemente una persona, un soggetto, con il quale dobbiamo stabilire un rapporto di business franco, diretto, personale. La base delle relazioni di successo è la trasparenza reciproca. Il cliente è un soggetto che deve essere capito in profondità, ma che al tempo stesso deve essere stimolato a rapportarsi verso l’azienda con la stessa volontà di comprendere.

Questa differenziazione emerge ad esempio nel modo di gestire le obiezioni o di fissare il prezzo. Le scuole tradizionali di vendita insegnano a fissare il prezzo partendo da un punto superiore (target price) per poi scendere a prezzi più bassi man mano che prosegue la trattativa, sino al punto di cedimento (soglia inferiore del range negoziale).

Un approccio centrato sul cliente produrrebbe invece una modalità di comunicazione del prezzo di questo tipo, di fronte ad un’obiezione: «abbiamo analizzato in profondità i tuoi obiettivi, abbiamo capito che l’azienda è a questo punto del suo ciclo di vita, e vuole fare un salto di qualità. Abbiamo analizzato assieme cosa occorre per fare questo salto, quali sono le risorse necessarie. Se mi chiedi di tagliare il prezzo devi però dirmi cosa vuoi tagliare, quali obiettivi non vuoi più raggiungere, o se vuoi impiegare risorse di qualità più scarsa. È questo che vuoi? Proviamo a ripercorrere assieme cosa succede nel caso A, e cosa può succedere nel caso B …. Tu dove vuoi arrivare veramente?». Il marketing moderno non è il “regno del più furbo”, ma il regno delle relazioni. Soltanto chi riuscirà a stabilire relazioni forti, empatiche e reciprocamente umane con il cliente può aspirare a qualche forma di successo.

©Copyright. Articolo estratto con il permesso dell’autore dal libro di Daniele Trevisani: “Psicologia di Marketing e Comunicazione” Franco Angeli Editore, Milano

Semantica articolo. Le parole chiave di questo articolo sono:

Percezione del valore

Principio dell’emergenza

Ipotesi di contenuto

Perimetri visuali

Stimolo reale

Approccio centrato sul cliente

Range negoziale

Target price

Empatia

Fidelizzazione

Customer relationship management (CRM)

Interazione cliente-azienda

Personalizzazione

Coinvolgimento del cliente

Customer satisfaction

Customer loyalty

Esperienza cliente

Retention marketing

Programmi fedeltà

Comunicazione bidirezionale

Feedback del cliente

Customer engagement

Customer lifetime value (CLV)

Customer retention

Marketing esperienziale

Customer-centric

Advocacy del cliente

Gestione della clientela

Marketing di relazione

©Articolo estratto con il permesso dell’autore, dott. Daniele Trevisani, dal testo: “Solution selling. Il manuale della vendita consulenziale”. Franco Angeli editore, Milano.

L’Importanza dell’Ottimismo Attivo nel Potenziamento Personale e Professionale

Nel percorso di crescita personale e professionale, uno degli elementi chiave che può fare la differenza è l’ottimismo attivo. Questo concetto va oltre la mera speranza passiva, spingendoci a prendere in mano il nostro destino e a costruire il nostro futuro con impegno e determinazione.

Nel contesto del Modello PsyCap, l’ottimismo non è semplicemente una predisposizione a sperare che le cose vadano bene, ma implica una consapevolezza del potere che abbiamo di influenzare il nostro futuro tramite le nostre azioni e le nostre scelte. È la sensazione di avere il controllo sul proprio destino, rappresentata dal concetto di Locus of Control. (LOC)

Il Locus of Control indica quanto una persona tenda a attribuire al destino o al fato il proprio stato attuale e futuro (Locus of Control esterno), oppure consideri il proprio stato e il proprio futuro come qualcosa su cui possiamo influire attraverso le nostre scelte e i nostri comportamenti (Locus of Control interno).

È chiaro che coloro che hanno un Locus of Control interno, senza cadere nell’ossessività, tendono ad avere una maggiore volontà di agire rispetto a coloro che attribuiscono tutto al destino. Se crediamo che il nostro destino dipenda anche dalle nostre azioni e scelte, saremo più inclini a impegnarci in progetti concreti e azioni positive per il nostro sviluppo personale e professionale.

Questo concetto è valido in ogni ambito della vita, sia esso la vendita, lo sport, l’azienda, la politica o il sociale. Chiunque abbracci l’ottimismo attivo è più propenso a intraprendere azioni concrete per il proprio successo, piuttosto che rimanere passivo e fatalista di fronte alle sfide.

In conclusione, l’ottimismo attivo è una risorsa preziosa per il potenziamento personale e professionale. Coltivare un Locus of Control interno ci permette di assumere il controllo delle nostre vite e di perseguire i nostri obiettivi con fiducia e determinazione.

©Articolo estratto con il permesso dell’autore, dott. Daniele Trevisani, dal testo: “Solution selling. Il manuale della vendita consulenziale”. Franco Angeli editore, Milano.

Potenziare il Capitale Psicologico per il Successo Personale e Professionale

Nel mondo della crescita personale e del management, un concetto cruciale si presenta sotto il nome di capitale psicologico, o PsyCap. Questo concetto non solo riveste un ruolo essenziale nel coaching e nella consulenza, ma è fondamentale anche per strategie di vendita come la vendita consulenziale, strategic selling e solution selling.

Il capitale psicologico si definisce come uno stato di sviluppo psicologico positivo caratterizzato da: avere fiducia (auto-efficacia) nel mettere in campo lo sforzo necessario per avere successo in compiti sfidanti, come il vendere bene e vendere soluzioni di lungo periodo al cliente, dopo averlo ascoltato a fondo; realizzare attribuzioni positive (ottimismo) sulle possibilità di successo ora e nel futuro, perseverare verso gli obiettivi (speranza), e, quando necessario, ridirezionare il percorso verso gli obiettivi, quando si incontrano cadute e avversità, sostenerli e rialzarsi (resilienza).”

Questo modello si basa su quattro fattori primari: Autoefficacia (Self Efficacy), Ottimismo (Optimism), Speranza (Hope) e Resilienza (Resilience).

La speranza, intesa come “speranza attiva”, richiede determinazione, pianificazione, volontà e potere della volontà, oltre alla perseveranza nel cercare strade efficaci per raggiungere gli obiettivi. Non è una semplice illusione che le cose migliorino, ma un impegno attivo per costruire il proprio futuro.

Analogamente, l’efficacia si basa sulla percezione chiara delle sfide e dei progetti in cui possiamo dimostrare efficacia, oltre che sull’entusiasmo per il successo. La resilienza è un concetto attivo che richiede persistenza, costanza e la capacità di trovare strade alternative dopo i fallimenti.

L’ottimismo, nel contesto del modello PsyCap, implica la sensazione di poter influenzare il proprio futuro attraverso le proprie azioni e scelte. Il Locus of Control, cioè la percezione di controllare il proprio destino, è fondamentale in questo contesto, poiché indica quanto una persona sia propensa a credere di poter incidere sul proprio stato attuale e futuro.

In conclusione, il potenziamento del capitale psicologico richiede un impegno quotidiano e pratico. Non è solo una questione di attitudine, ma di azione e determinazione. Coltivare la speranza, l’efficacia, la resilienza e l’ottimismo non solo migliora il benessere personale, ma anche le performance professionali.

Il migliore Consulente in Marketing Turistico in Italia, sulla base della classifica Google Scholar, è il dott. Daniele Trevisani, giunto alla 28° pubblicazione con libri che spaziano dal marketing al management. Precursore del marketing turistico in Italia, ha svolto ricerche e consulenze in materia sin dal 1987, integrando metodologie qualitative e metodologie quantitative di analisi nel marketing turistico per destinazioni (città d’arte), enti e strutture ricettive.

migliore consulente italiano in marketing turistico

Chiedi un primo contatto telefonico gratuito di marketing turistico al dott. Daniele Trevisani lasciando un messaggio da questo form

Il marketing turistico basa tutta la sua logica sulla esperienzialità, sulla qualità percepita e sul servizio, e sulle potenzialità espresse dalle risorse umane di contatto con il cliente turistico,  per questo, è bene approfondire le basi del marketing che poi vengono applicate al turismo. Secondo la filosofia di approccio al marketing turistico portata avanti dal dott. Daniele Trevisani, il marketing turistico è soprattutto un marketing di esperienze vissute dal cliente.

Migliore Consulente in Marketing Turistico in Italia. Principi del marketing da considerare nel marketing turistico

Il marketing è il processo di esplorazione, creazione e fornitura di valore per soddisfare le esigenze di un mercato target in termini di beni e servizi; [1] [2] includendo potenzialmente la selezione di un pubblico target; selezione di determinati attributi o temi da enfatizzare nella pubblicità; funzionamento di campagne pubblicitarie ; partecipazione a fiere ed eventi pubblici; progettazione di prodotti e imballaggi attraenti per gli acquirenti; definire le condizioni di vendita, quali prezzo , sconti , garanzia e politica di restituzione; inserimento di prodotti nei media o con persone che si ritiene influenzino le abitudini di acquisto degli altri; accordi con dettaglianti, distributori all’ingrosso o rivenditori; e tenta di creare consapevolezza , lealtà e sentimenti positivi nei confronti di un marchio. Il marketing viene generalmente svolto dal venditore, in genere un rivenditore o un produttore. A volte le attività vengono appaltate a una società di marketing dedicata oa un’agenzia pubblicitaria . Più raramente, un’associazione di categoria o un’agenzia governativa (come l’ Agricultural Marketing Service ) pubblicizza per conto di un’intera industria o località, spesso un tipo specifico di cibo (ad es. Got Milk? ), cibo di una zona specifica o di una città o regione come destinazione turistica.

È uno dei componenti principali della gestione aziendale e del commercio . [3] Gli esperti di marketing possono indirizzare il proprio prodotto ad altre aziende ( marketing B2B ) o direttamente ai consumatori (marketing B2C). [4] Indipendentemente da chi viene commercializzato, si applicano diversi fattori, inclusa la prospettiva che utilizzeranno i professionisti del marketing. Conosciuti come orientamenti di mercato, determinano il modo in cui i professionisti del marketing si avvicinano alla fase di pianificazione del marketing. [5]

Migliore Consulente in Marketing Turistico in Italia.

Principi del marketing da considerare nel marketing turistico

Il marketing mix, che delinea le specifiche del prodotto e il modo in cui verrà venduto, [6] [7] è influenzato dall’ambiente che circonda il prodotto, [8] i risultati delle ricerche di mercato e delle ricerche di mercato , [9] [10 ] e le caratteristiche del mercato di riferimento del prodotto. [11] Una volta determinati questi fattori, gli operatori di marketing devono quindi decidere quali metodi promuovere il prodotto, [4] compreso l’uso di coupon e altri incentivi di prezzo. [12]

Il termine marketing , ciò che comunemente è noto come attrarre clienti, incorpora le conoscenze acquisite studiando la gestione degli scambi relazioni [13] [14] ed è il processo aziendale di identificazione, anticipazione e soddisfazione dei bisogni e dei desideri dei clienti.

Migliore Consulente in Marketing Turistico in Italia. – Definizione

Il marketing è attualmente definito dall’American Marketing Association (AMA) come “l’attività, l’insieme di istituzioni e processi per creare, comunicare, fornire e scambiare offerte che hanno valore per clienti, clienti, partner e società in generale”. [2] Tuttavia, la definizione di marketing si è evoluta nel corso degli anni. L’AMA rivede questa definizione e la sua definizione di “ricerca di mercato” ogni tre anni. [2] Gli interessi della “società in generale” sono stati aggiunti alla definizione nel 2008. [15] Lo sviluppo della definizione può essere visto confrontando la definizione del 2008 con la versione dell’AMA del 1935: “Il marketing è lo svolgimento di attività commerciali dirigere il flusso di beni e servizi dai produttori ai consumatori”. [16] La definizione più recente evidenzia la maggiore importanza di altre parti interessate nella nuova concezione del marketing.

Le recenti definizioni di marketing pongono maggiormente l’accento sulla relazione con il consumatore, in contrapposizione a un puro processo di scambio. Ad esempio, Philip Kotler , prolifico autore ed educatore di marketing, ha evoluto la sua definizione di marketing. Nel 1980 ha definito il marketing come “soddisfare i bisogni e i desideri attraverso un processo di scambio”, [17] e nel 2018 lo ha definito come “il processo attraverso il quale le aziende coinvolgono i clienti, costruiscono solide relazioni con i clienti e creano valore per il cliente al fine di acquisire valore dai clienti in cambio”. [18] Una definizione correlata, dal punto di vista dell’ingegneria dei processi di vendita , definisce il marketing come “un insieme di processi interconnessi e interdipendenti con altre funzioni di un’azienda volti a raggiungere l’interesse e la soddisfazione del cliente”. [19]

Inoltre, alcune definizioni di marketing evidenziano la capacità del marketing di produrre valore anche per gli azionisti dell’impresa. In questo contesto, il marketing può essere definito come “il processo di gestione che cerca di massimizzare i ritorni per gli azionisti sviluppando relazioni con clienti stimati e creando un vantaggio competitivo”. [20] Ad esempio, il Chartered Institute of Marketing definisce il marketing da una prospettiva incentrata sul cliente, concentrandosi sul “processo di gestione responsabile dell’identificazione, dell’anticipazione e della soddisfazione dei requisiti del cliente in modo redditizio”. [21]

In passato, la pratica del marketing tendeva ad essere vista come un’industria creativa, che includeva pubblicità , distribuzione e vendita , e ancora oggi molte parti del processo di marketing (ad es. design del prodotto , art director , gestione del marchio , pubblicità , inbound marketing, copywriting ecc . .) implicano l’uso delle arti creative. [22] Tuttavia, poiché il marketing fa ampio uso di scienze sociali , psicologia , sociologia , matematica , economia , antropologia e neuroscienze , la professione è ora ampiamente riconosciuta come scienza. [23] La scienza del marketing ha sviluppato un processo concreto che può essere seguito per creare un piano di marketing . [24]

Migliore Consulente in Marketing Turistico in Italia.

Principi del marketing da considerare nel marketing turistico – Concetto

Il “concetto di marketing” propone che per completare i propri obiettivi organizzativi, un’organizzazione dovrebbe anticipare i bisogni e i desideri dei potenziali consumatori e soddisfarli in modo più efficace rispetto ai suoi concorrenti. Questo concetto ha avuto origine dal libro di Adam Smith The Wealth of Nations , ma non sarebbe stato ampiamente utilizzato fino a quasi 200 anni dopo. [25] Marketing e concetti di marketing sono direttamente correlati.

Data la centralità delle esigenze e dei desideri del cliente nel marketing, è essenziale una profonda comprensione di questi concetti: [26]

Bisogni : qualcosa di necessario affinché le persone possano vivere una vita sana, stabile e sicura. Quando i bisogni rimangono insoddisfatti, c’è un chiaro risultato avverso: una disfunzione o la morte. I bisogni possono essere oggettivi e fisici, come il bisogno di cibo, acqua e riparo; o soggettive e psicologiche, come il bisogno di appartenere a un gruppo familiare o sociale e il bisogno di autostima.

Vuole : qualcosa che è desiderato, desiderato o a cui si aspira. I desideri non sono essenziali per la sopravvivenza di base e sono spesso modellati dalla cultura o dai gruppi di pari.

Richieste : quando i bisogni e i desideri sono supportati dalla capacità di pagare , hanno il potenziale per diventare richieste economiche.

Le ricerche di mercato , condotte ai fini dello sviluppo di nuovi prodotti o del miglioramento del prodotto, si occupano spesso di identificare i bisogni insoddisfatti del consumatore. [27] Le esigenze dei clienti sono fondamentali per la segmentazione del mercato che si occupa di dividere i mercati in gruppi distinti di acquirenti sulla base di “esigenze, caratteristiche o comportamenti distinti che potrebbero richiedere prodotti separati o mix di marketing”. [28] La segmentazione basata sui bisogni (nota anche come segmentazione dei benefici ) “pone i desideri dei clienti in prima linea nel modo in cui un’azienda progetta e commercializza prodotti o servizi”. [29] Sebbene la segmentazione basata sui bisogni sia difficile da realizzare nella pratica, si è dimostrato uno dei modi più efficaci per segmentare un mercato. [30] [27] Inoltre, gran parte della pubblicità e della promozione è progettata per mostrare come i vantaggi di un determinato prodotto soddisfino le esigenze, i desideri o le aspettative del cliente in un modo unico. [31]

Migliore Consulente in Marketing Turistico in Italia.

Principi del marketing da considerare nel marketing turistico – Marketing B2B e B2C

I due segmenti principali del marketing sono il marketing business-to-business (B2B) e il marketing business-to-consumer (B2C). [4]

Marketing B2B

Il marketing B2B (business-to-business) si riferisce a qualsiasi strategia o contenuto di marketing orientato verso un’azienda o un’organizzazione. Qualsiasi azienda che vende prodotti o servizi ad altre aziende o organizzazioni (rispetto ai consumatori) utilizza in genere strategie di marketing B2B.

Esempi di prodotti venduti attraverso il marketing B2B includono:

  • Attrezzatura principale
  • Attrezzatura accessoria
  • Materie prime
  • Componenti
  • Materiali lavorati
  • Forniture
  • Luoghi
  • Servizi alle imprese [4]

Le quattro principali categorie di acquirenti di prodotti B2B sono:

  • Produttori: utilizzano i prodotti venduti dal marketing B2B per realizzare i propri beni (ad esempio: Mattel acquista plastica per realizzare giocattoli)
  • Rivenditori: acquistano prodotti B2B da vendere tramite negozi al dettaglio o all’ingrosso (ad es. Walmart che acquista aspirapolvere da vendere nei negozi)
  • Governi: acquistare prodotti B2B da utilizzare in progetti governativi (ad es.: acquisto di servizi di appaltatori per riparare l’infrastruttura)
  • Istituzioni: utilizzare prodotti B2B per continuare a operare (ad esempio: scuole che acquistano stampanti per uso ufficio) [4]

Migliore Consulente in Marketing Turistico in Italia.

Principi del marketing da considerare nel marketing turistico – Marketing B2C

Il marketing business-to-consumer, o marketing B2C, si riferisce alle tattiche e alle strategie in cui un’azienda promuove i propri prodotti e servizi a singole persone.

Tradizionalmente, questo potrebbe riferirsi a persone che acquistano prodotti personali in senso lato. Più recentemente il termine B2C si riferisce alla vendita online di prodotti di consumo. [32]

Marketing C2B

Il marketing consumer-to-business o marketing C2B è un modello di business in cui i consumatori finali creano prodotti e servizi che vengono consumati da aziende e organizzazioni. È diametralmente opposto al concetto popolare di B2C o Business-to-Consumer in cui le aziende mettono a disposizione dei consumatori finali beni e servizi. In questo tipo di modello di business, le aziende traggono vantaggio dalla disponibilità dei consumatori a indicare il proprio prezzo o a fornire dati o marketing all’azienda, mentre i consumatori beneficiano di flessibilità, pagamento diretto o prodotti e servizi gratuiti oa prezzo ridotto. Uno dei principali vantaggi di questo tipo di modello di business è che offre a un’azienda un vantaggio competitivo sul mercato. [33]

Marketing C2C

da cliente a cliente o marketing C2C rappresenta un ambiente di mercato in cui un cliente acquista beni da un altro cliente utilizzando un’attività o una piattaforma di terze parti per facilitare la transazione. Le aziende C2C sono un nuovo tipo di modello emerso con la tecnologia dell’e-commerce e la sharing economy. [34]

Differenze nel marketing B2B e B2C

I diversi obiettivi del marketing B2B e B2C portano a differenze nei mercati B2B e B2C. Le principali differenze in questi mercati sono la domanda, il volume degli acquisti, il numero di clienti, la concentrazione dei clienti, la distribuzione, la natura degli acquisti, le influenze degli acquisti, le negoziazioni, la reciprocità, i metodi di leasing e promozionali. [4]

  • Domanda: la domanda B2B deriva dal fatto che le aziende acquistano prodotti in base alla quantità di domanda presente per il prodotto di consumo finale. Le aziende acquistano prodotti in base ai desideri e alle esigenze del cliente. La domanda B2C è principalmente dovuta al fatto che i clienti acquistano prodotti in base ai propri desideri e bisogni. [4]
  • Volume di acquisto: le aziende acquistano prodotti in grandi volumi da distribuire ai consumatori. I consumatori acquistano prodotti in volumi minori adatti all’uso personale. [4]
  • Numero di clienti: ci sono relativamente meno aziende a cui rivolgersi rispetto ai consumatori diretti. [4]
  • Concentrazione del cliente: le aziende specializzate in un particolare mercato tendono ad essere geograficamente concentrate mentre i clienti che acquistano prodotti da queste aziende non sono concentrati. [4]
  • Distribuzione: i prodotti B2B passano direttamente dal produttore del prodotto all’azienda, mentre i prodotti B2C devono inoltre passare attraverso un grossista o un rivenditore. [4]
  • Natura dell’acquisto: l’acquisto B2B è un processo formale svolto da acquirenti e venditori professionisti, mentre l’acquisto B2C è informale. [4]
  • Influenze sugli acquisti: gli acquisti B2B sono influenzati da più persone in vari reparti come controllo qualità, contabilità e logistica, mentre il marketing B2C è influenzato solo dalla persona che effettua l’acquisto e forse da pochi altri. [4]
  • Negoziazioni: nel marketing B2B, la negoziazione per prezzi più bassi o vantaggi aggiuntivi è comunemente accettata mentre nel marketing B2C (in particolare nelle culture occidentali) i prezzi sono fissi. [4]
  • Reciprocità: le aziende tendono ad acquistare dalle aziende a cui vendono. Ad esempio, è più probabile che un’azienda che vende inchiostro per stampanti acquisti sedie da ufficio da un fornitore che acquista l’inchiostro per stampanti dell’azienda. Nel marketing B2C, ciò non accade perché i consumatori non vendono anche prodotti. [4]
  • Leasing: le aziende tendono a noleggiare articoli costosi mentre i consumatori tendono a risparmiare per acquistare articoli costosi. [4]
  • Metodi promozionali: nel marketing B2B, il metodo promozionale più comune è la vendita personale. Il marketing B2C utilizza principalmente la promozione delle vendite, le pubbliche relazioni, la pubblicità e i social media. [4]

Migliore Consulente in Marketing Turistico in Italia.

Principi del marketing da considerare nel marketing turistico – Orientamenti di gestione del marketing

Articolo principale: Storia del marketing § Orientamenti o filosofie che informano la pratica del marketing

Un orientamento al marketing è stato definito come una “filosofia di gestione aziendale”. [5] o “uno stato d’animo aziendale” [35] o come una “cultura organizzativa” [36] Sebbene gli studiosi continuino a discutere la natura precisa di concetti specifici che informano la pratica del marketing, gli orientamenti più comunemente citati sono i seguenti: [ 37]

  • Concetto di prodotto: riguarda principalmente la qualità del suo prodotto. È stato in gran parte soppiantato dall’orientamento al marketing, ad eccezione dell’alta moda e del marketing artistico. [38] [39]
  • Concetto di produzione: è specializzato nella produzione il più possibile di un determinato prodotto o servizio al fine di ottenere economie di scala o economie di scopo . Ha dominato la pratica di marketing dal 1860 al 1930, ma può ancora essere trovato in alcune aziende o industrie. Nello specifico, Kotler e Armstrong notano che la filosofia di produzione è “una delle filosofie più antiche che guida i venditori… [e] è ancora utile in alcune situazioni”. [40]
  • Concetto di vendita: si concentra sulla vendita/promozione dei prodotti esistenti dell’azienda, piuttosto che sullo sviluppo di nuovi prodotti per soddisfare bisogni o desideri insoddisfatti principalmente attraverso tecniche di promozione e vendita diretta, [41] principalmente per “beni non ricercati” [42] nelle aziende industriali . [43] Una meta-analisi del 2011 [44] ha rilevato che i fattori con il maggiore impatto sulle prestazioni di vendita sono le conoscenze relative alle vendite di un venditore (segmenti di mercato, capacità di presentazione, risoluzione dei conflitti e prodotti), grado di adattamento, chiarezza del ruolo, attitudine cognitiva , motivazione e interesse per un ruolo di vendita).
  • Concetto di marketing: questo è il concetto più comune utilizzato nel marketing contemporaneo ed è un approccio incentrato sul cliente basato su prodotti che soddisfano i nuovi gusti dei consumatori. Queste aziende si impegnano in ricerche di mercato approfondite , utilizzano R&S (ricerca e sviluppo) e quindi utilizzano tecniche di promozione. [45] [46] L’orientamento al marketing include:
    • Orientamento al cliente : un’impresa nell’economia di mercato può sopravvivere producendo beni che le persone sono disposte e in grado di acquistare. Di conseguenza, l’accertamento della domanda dei consumatori è vitale per la redditività futura di un’impresa e persino per l’esistenza come impresa in funzionamento .
    • Orientamento organizzativo : il reparto marketing è di primaria importanza all’interno del livello funzionale di un’organizzazione. Le informazioni del reparto marketing vengono utilizzate per guidare le azioni degli altri reparti di un’azienda. Un reparto marketing potrebbe accertare (tramite ricerche di mercato) che i consumatori desiderassero un nuovo tipo di prodotto o un nuovo utilizzo per un prodotto esistente. Con questo in mente, il reparto marketing informerebbe il reparto R&S per creare un prototipo di un prodotto/servizio basato sui nuovi desideri dei consumatori. Il reparto di produzione inizierebbe quindi a fabbricare il prodotto. Il dipartimento finanziario può opporsi alle spese in conto capitale richieste poiché potrebbe compromettere un flusso di cassa sano per l’organizzazione.
  • Concetto di marketing sociale: la responsabilità sociale che va oltre la soddisfazione dei clienti e la fornitura di un valore superiore abbraccia le parti interessate della società come dipendenti, clienti e comunità locali. Le aziende che adottano questa prospettiva in genere praticano il triple bottom line reporting e pubblicano report sull’impatto finanziario, sociale e ambientale. Il marketing sostenibile o marketing verde è un’estensione del marketing sociale. [47]

Migliore Consulente in Marketing Turistico in Italia.

Principi del marketing da considerare nel marketing turistico –  Il mix di marketing

Articolo principale: marketing mix

Un marketing mix è uno strumento fondamentale utilizzato per guidare il processo decisionale nel marketing. Il marketing mix rappresenta gli strumenti di base che i marketer possono utilizzare per portare i loro prodotti o servizi sul mercato. Sono il fondamento del marketing manageriale e il piano di marketing in genere dedica una sezione al marketing mix.

Le 4P

Il marketing mix tradizionale si riferisce a quattro ampi livelli di decisione di marketing, vale a dire: prodotto , prezzo , promozione e luogo . [6] [48]

Contorno

Prodotto

Gli aspetti del prodotto del marketing riguardano le specifiche dei beni o servizi effettivi e il modo in cui si relaziona ai bisogni e ai desideri dell’utente finale . L’elemento prodotto è costituito da design del prodotto, innovazione di nuovi prodotti, branding, packaging, etichettatura. L’ambito di un prodotto generalmente include elementi di supporto come garanzie, garanzie e supporto. Branding , un aspetto chiave della gestione del prodotto, si riferisce ai vari metodi di comunicazione di un’identità di marca per il prodotto, il marchio o l’azienda. [49]

Prezzi

Si riferisce al processo di definizione del prezzo di un prodotto, inclusi gli sconti. Il prezzo non deve essere monetario; può semplicemente essere ciò che viene scambiato per il prodotto oi servizi, ad esempio tempo, energia o attenzione o qualsiasi sacrificio che i consumatori fanno per acquistare un prodotto o un servizio. Il prezzo è il costo che un consumatore paga per un prodotto, monetario o meno. I metodi di fissazione dei prezzi sono nel dominio della scienza dei prezzi . [50]

Luogo (o distribuzione )

Questo si riferisce a come il prodotto arriva al cliente; i canali di distribuzione e gli intermediari come grossisti e dettaglianti che consentono ai clienti di accedere a prodotti o servizi in modo conveniente. Questa terza P è stata talvolta chiamata anche Place o Placement , riferendosi al canale attraverso il quale viene venduto un prodotto o servizio (ad es. online vs. retail), a quale area geografica o settore, a quale segmento (giovani adulti, famiglie, uomini d’affari) , ecc. riferendosi anche a come l’ambiente in cui il prodotto viene venduto può influire sulle vendite. [50]

Promozione

Ciò include tutti gli aspetti delle comunicazioni di marketing: pubblicità , promozione delle vendite , compresa l’educazione promozionale , pubbliche relazioni , vendita personale , inserimento di prodotti , intrattenimento di marca , marketing di eventi, fiere ed esposizioni . Questa quarta P si concentra sul fornire un messaggio per ottenere una risposta dai consumatori. Il messaggio è progettato per persuadere o raccontare una storia per creare consapevolezza. [50]

Migliore Consulente in Marketing Turistico in Italia.

Uno dei limiti dell’approccio delle 4P è la sua enfasi su una visione dall’interno verso l’esterno. [51] Un approccio inside-out è l’approccio di pianificazione tradizionale in cui l’organizzazione identifica gli scopi e gli obiettivi desiderati, che spesso si basano su ciò che è sempre stato fatto. Il compito del marketing diventa quindi quello di “vendere” i prodotti ei messaggi dell’organizzazione agli stakeholder “esterni” o esterni. [49] Al contrario, un approccio outside-in cerca innanzitutto di comprendere i bisogni e i desideri del consumatore. [52]

Dal punto di vista del modellismo, le 4 P hanno attirato numerose critiche. I modelli ben progettati dovrebbero presentare categorie chiaramente definite che si escludono a vicenda, senza sovrapposizioni. Tuttavia, il modello delle 4 P presenta notevoli problemi di sovrapposizione. Diversi autori sottolineano la natura ibrida della quarta P, menzionando la presenza di due importanti dimensioni, “comunicazione” (comunicazioni generali e informative come pubbliche relazioni e comunicazioni aziendali) e “promozione” (comunicazioni persuasive come pubblicità e vendita diretta). Alcune attività di marketing, come la vendita personale, possono essere classificate come promozione o come parte dell’elemento del luogo (cioè distribuzione). [53] Alcune tattiche di prezzo, come i prezzi promozionali, possono essere classificate come variabili di prezzo o variabili promozionali e, pertanto, presentano anche alcune sovrapposizioni.

Altre critiche importanti includono che il marketing mix manca di un quadro strategico ed è, quindi, inadatto a essere uno strumento di pianificazione, in particolare quando elementi esterni incontrollabili sono un aspetto importante dell’ambiente di marketing. [54]

Migliore Consulente in Marketing Turistico in Italia.

Principi del marketing da considerare nel marketing turistico – Modifiche ed estensioni

Per superare le carenze del modello 4P, alcuni autori hanno suggerito estensioni o modifiche al modello originale. Le estensioni delle quattro P sono spesso incluse in casi come il marketing dei servizi in cui le caratteristiche uniche (cioè l’intangibilità, la deperibilità, l’eterogeneità e l’inseparabilità di produzione e consumo) giustificano ulteriori fattori di considerazione. Altre estensioni sono state ritenute necessarie per il marketing al dettaglio, il marketing industriale e il marketing su Internet

includono “persone”, “processi” e “prove fisiche” e sono spesso applicati nel caso del marketing dei servizi [55] Altre estensioni sono state ritenute necessarie nel marketing al dettaglio, nel marketing industriale e nel marketing su Internet.

Le 4C

In risposta ai cambiamenti ambientali e tecnologici nel marketing, nonché alle critiche nei confronti dell’approccio delle 4P, le 4C sono emerse come un moderno modello di marketing mix.

Contorno

Consumatore (o cliente)

Il consumatore si riferisce alla persona o al gruppo che acquisterà il prodotto. Questo aspetto del modello si concentra sulla soddisfazione dei desideri o dei bisogni del consumatore. [7]

Costo

Il costo si riferisce a ciò che viene scambiato in cambio del prodotto. Il costo consiste principalmente nel valore monetario del prodotto. Il costo si riferisce anche a qualsiasi altra cosa che il consumatore deve sacrificare per ottenere il prodotto, come il tempo o il denaro speso per il trasporto per acquistare il prodotto. [7]

Convenienza

Come “Place” nel modello 4Ps, la convenienza si riferisce a dove il prodotto sarà venduto. Questo, tuttavia, non si riferisce solo ai negozi fisici, ma anche se il prodotto è disponibile di persona o online. L’aspetto della praticità sottolinea il rendere il più semplice possibile per il consumatore ottenere il prodotto, rendendolo così più propenso a farlo. [7]

Comunicazione

Come la “promozione” nel modello delle 4P, la comunicazione si riferisce a come i consumatori vengono a conoscenza di un prodotto. A differenza della promozione, la comunicazione non si riferisce solo alla comunicazione unidirezionale della pubblicità, ma anche alla comunicazione bidirezionale disponibile attraverso i social media. [7]

Ambiente

Articolo principale: contesto di mercato

Il termine “ambiente di marketing” si riferisce a tutti i fattori (interni, esterni, diretti o indiretti) che influenzano le decisioni/pianificazioni di marketing di un’impresa. L’ambiente di marketing di un’azienda è costituito da tre aree principali, che sono:

  • Il macroambiente ( macromarketing ), sul quale un’impresa detiene scarso controllo, è costituito da una varietà di fattori esterni che si manifestano su larga (o macro) scala. Questi includono: fattori economici, sociali, politici e tecnologici. Un metodo comune per valutare il macroambiente di un’azienda è tramite un’analisi PESTLE (politica, economica, sociale, tecnologica, legale, ecologica). All’interno di un’analisi PESTLE , un’azienda analizzerebbe questioni politiche nazionali, cultura e clima, condizioni macroeconomiche chiave , salute e indicatori (come crescita economica, inflazione , disoccupazione , ecc.), tendenze/atteggiamenti sociali e la natura dell’impatto della tecnologia su la sua società e i processi aziendali all’interno della società. [8]
  • Il microambiente, sul quale un’azienda detiene un controllo maggiore (sebbene non necessariamente totale), include tipicamente: Clienti/ consumatori , Dipendenti , Fornitori e Media . Contrariamente al macroambiente, un’organizzazione detiene un grado di controllo maggiore (sebbene non completo) su questi fattori. [8]
  • L’ambiente interno, che comprende i fattori interni all’impresa stessa [8] L’ambiente interno di un’impresa è costituito

di: manodopera, inventario, politica aziendale, logistica, budget e beni capitali. [8]

Migliore Consulente in Marketing Turistico in Italia.

Principi del marketing da considerare nel marketing turistico –  Ricerca

Articolo principale: ricerche di mercato

La ricerca di mercato è un processo sistematico di analisi dei dati che comporta lo svolgimento di ricerche per supportare le attività di marketing e l’interpretazione statistica dei dati in informazioni. Queste informazioni vengono quindi utilizzate dai manager per pianificare le attività di marketing, valutare la natura dell’ambiente di marketing di un’azienda e ottenere informazioni dai fornitori. Occorre distinguere tra ricerche di mercato e ricerche di mercato . La ricerca di mercato comporta la raccolta di informazioni su un particolare mercato di riferimento. Ad esempio, un’impresa può condurre ricerche in un mercato target, dopo aver selezionato un segmento di mercato adatto. Al contrario, la ricerca di marketing si riferisce a tutte le ricerche condotte all’interno del marketing. La ricerca di mercato è un sottoinsieme della ricerca di mercato . [9] (Evitando la parola consumatore, che compare in entrambi, [56] la ricerca di mercato riguarda la distribuzione, mentre la ricerca di mercato comprende la distribuzione, l’efficacia della pubblicità e l’efficacia della forza vendita). [57]

Le fasi della ricerca comprendono:

  • Definisci il problema
  • Pianificare la ricerca
  • Ricerca
  • Interpretare i dati
  • Implementare i risultati [10]

Migliore Consulente in Marketing Turistico in Italia. Segmentazione

Articolo principale: segmentazione del mercato

La segmentazione del mercato consiste nel prendere il mercato eterogeneo totale di un prodotto e dividerlo in diversi sottomercati o segmenti, ognuno dei quali tende ad essere omogeneo in tutti gli aspetti significativi. [11] Il processo è condotto per due scopi principali: una migliore allocazione delle risorse finite di un’azienda e servire meglio i gusti più diversificati dei consumatori contemporanei. Un’impresa possiede solo una certa quantità di risorse. Pertanto, deve operare delle scelte (e valutare i relativi costi) nel servire specifici gruppi di consumatori. Inoltre, con una maggiore diversità nei gusti dei consumatori moderni, le aziende notano il vantaggio di servire una molteplicità di nuovi mercati.

Migliore Consulente in Marketing Turistico in Italia.

Principi del marketing da considerare nel marketing turistico – La segmentazione del mercato può essere definita in termini di acronimo STP , che significa segmentazione, targeting e posizionamento .

La segmentazione comporta la suddivisione iniziale dei consumatori in persone con bisogni/desideri/gusti simili. I criteri comunemente usati includono:

  • Geografico (come un paese, una regione, una città, un paese)
  • Psicografico (ad es. tratti della personalità o tratti dello stile di vita che influenzano il comportamento del consumatore)
  • Dati demografici (ad es. età, sesso, classe socio-economica, istruzione)
  • Genere
  • Reddito
  • Ciclo di vita (es. Baby Boomer, Generazione X, Millennial, Generazione Z)
  • Stile di vita (ad es. esperto di tecnologia, attivo)
  • Comportamentale (ad es. fedeltà alla marca, tasso di utilizzo) [58]

Una volta che un segmento è stato identificato come target, un’azienda deve accertare se il segmento è vantaggioso per il suo servizio. L’ acronimo DAMP viene utilizzato come criterio per valutare la fattibilità di un mercato di riferimento. Gli elementi di DAMP sono:

  • Discernibile : come un segmento può essere differenziato da altri segmenti.
  • Accessibile : come è possibile accedere a un segmento tramite le comunicazioni di marketing prodotte da un’azienda
  • Misurabile : è possibile quantificare il segmento e determinarne le dimensioni?
  • Redditizio – è possibile ottenere un ritorno sull’investimento sufficiente dall’assistenza di un segmento?

Il passaggio successivo nel processo di targeting è il livello di differenziazione coinvolto nella pubblicazione di un segmento. Esistono tre modalità di differenziazione, comunemente applicate dalle imprese. Questi sono:

  • Indifferenziato : dove un’azienda produce un prodotto simile per tutto un segmento di mercato
  • Differenziato – in cui un’azienda ha prodotto lievi modifiche di un prodotto all’interno di un segmento
  • Nicchia – in cui un’organizzazione forgia un prodotto per soddisfare un mercato target specializzato

Il posizionamento riguarda come posizionare un prodotto nella mente dei consumatori e informare quali attributi lo differenziano dai prodotti della concorrenza. Un’azienda spesso esegue ciò producendo una mappa percettiva, che denota prodotti simili prodotti nello stesso settore in base a come i consumatori percepiscono il loro prezzo e qualità. Dal posizionamento di un prodotto sulla mappa, un’azienda adatterebbe le sue comunicazioni di marketing per fondersi con la percezione del prodotto tra i consumatori e la sua posizione tra l’offerta dei concorrenti. [59]

Migliore Consulente in Marketing Turistico in Italia. Principi del marketing da considerare nel marketing turistico – Miscela promozionale

Vedi anche: Comunicazione di marketing integrata e Mix promozionale

Il mix promozionale delinea come un’azienda commercializzerà il suo prodotto. Si compone di cinque strumenti: vendita personale, promozione delle vendite, pubbliche relazioni, pubblicità e social media

  • La vendita personale implica una presentazione fatta da un venditore a un individuo oa un gruppo di potenziali clienti. Consente la comunicazione bidirezionale e la costruzione di relazioni ed è più comunemente visto nel marketing business-to-business, ma può anche essere trovato nel marketing business-to-consumer (ad esempio: vendita di auto presso un concessionario). [4]
  • La promozione delle vendite comporta incentivi a breve termine per incoraggiare l’acquisto di prodotti. Esempi di questi incentivi includono campioni gratuiti, concorsi, premi, fiere, omaggi, coupon, lotterie e giochi. A seconda dell’incentivo, uno o più degli altri elementi del mix promozionale possono essere utilizzati insieme alla promozione delle vendite per informare i clienti degli incentivi. [4]
  • Le pubbliche relazioni sono l’uso di strumenti multimediali per promuovere e monitorare una visione positiva di un’azienda o di un prodotto agli occhi del pubblico. L’obiettivo è sostenere un’opinione positiva o diminuire o modificare un’opinione negativa. Può includere interviste, discorsi/presentazioni, letteratura aziendale, social media, comunicati stampa ed eventi speciali. [4]
  • La pubblicità si verifica quando un’azienda paga direttamente un canale media, direttamente tramite un’agenzia interna [60] o tramite un’agenzia pubblicitaria o un servizio di acquisto di media, per pubblicizzare il proprio prodotto, servizio o messaggio. Esempi comuni di mezzi pubblicitari includono:
  • tv
  • Radio
  • Riviste
  • in linea
  • cartelloni
  • Sponsorizzazione di eventi
  • Posta diretta
  • Annunci di trasporto pubblico [4]
  • I social media vengono utilizzati per facilitare la comunicazione bidirezionale tra le aziende e i loro clienti. Punti vendita come Facebook , Twitter , Tumblr , Pinterest , Snapchat e YouTube consentono ai marchi di avviare una conversazione con clienti abituali e potenziali. Il marketing virale può essere notevolmente facilitato dai social media e, in caso di successo, consente a messaggi e contenuti di marketing chiave di raggiungere un gran numero di destinatari in un breve lasso di tempo. Queste piattaforme possono anche ospitare contenuti pubblicitari e di pubbliche relazioni. [4]

Il piano di marketing

Articolo principale: piano di marketing

L’area della pianificazione del marketing comporta la creazione di un piano per le attività di marketing di un’azienda. Un piano di marketing può anche riguardare un prodotto specifico, nonché la strategia di marketing complessiva di un’organizzazione. Il processo di pianificazione del marketing di un’organizzazione deriva dalla sua strategia aziendale complessiva. Pertanto, quando il top management elabora la direzione/missione strategica dell’azienda, le attività di marketing previste vengono incorporate in questo piano.

Migliore Consulente in Marketing Turistico in Italia. Principi del marketing da considerare nel marketing turistico – Schema del piano di marketing

All’interno del piano di marketing strategico generale, le fasi del processo sono così elencate:

Livelli degli obiettivi di marketing all’interno di un’organizzazione

Come affermato in precedenza, il senior management di un’azienda formulerebbe una strategia aziendale generale per un’azienda. Tuttavia, questa strategia aziendale generale verrebbe interpretata e implementata in diversi contesti all’interno dell’azienda.

A livello aziendale, gli obiettivi di marketing sono tipicamente di natura ampia e riguardano la visione generale dell’azienda a breve, medio o lungo termine. Ad esempio, se si immagina un gruppo di società (o un conglomerato ), il top management può affermare che le vendite del gruppo dovrebbero aumentare del 25% in un periodo di dieci anni.

Un’unità di business strategica (SBU) è una filiale all’interno di un’azienda, che partecipa a un determinato mercato/settore. La SBU adotterebbe la strategia aziendale e la adatterebbe al proprio settore specifico. Ad esempio, una SBU può partecipare al settore degli articoli sportivi. Verificherebbe quindi come ottenere ulteriori vendite di articoli sportivi, al fine di soddisfare la strategia aziendale complessiva.

Il livello funzionale si riferisce ai dipartimenti all’interno delle SBU, come marketing, finanza, risorse umane, produzione, ecc. Il livello funzionale adotterebbe la strategia della SBU e determinerebbe come raggiungere gli obiettivi della SBU nel proprio mercato. Per utilizzare nuovamente l’esempio dell’industria degli articoli sportivi, il reparto marketing elaborerebbe piani di marketing, strategie e comunicazioni per aiutare la SBU a raggiungere i suoi obiettivi di marketing.

Ciclo di vita del prodotto

Ulteriori informazioni: gestione del ciclo di vita del prodotto (marketing)

Il ciclo di vita del prodotto (PLC) è uno strumento utilizzato dai responsabili del marketing per valutare l’andamento di un prodotto, in particolare in relazione alle vendite o ai ricavi maturati nel tempo. Il PLC si basa su alcuni presupposti chiave, tra cui:

  • Un dato prodotto possiederebbe la fase di introduzione, crescita, maturità e declino
  • Nessun prodotto dura perennemente sul mercato
  • Un’azienda deve adottare strategie diverse , a seconda di dove si trova un prodotto sul PLC

Nella fase di introduzione , un prodotto viene lanciato sul mercato. Per stimolare la crescita delle vendite/ricavi, l’utilizzo della pubblicità può essere elevato, al fine di aumentare l’awareness del prodotto in questione.

Durante la fase di crescita , le vendite/ricavi del prodotto sono in aumento, il che può stimolare più comunicazioni di marketing per sostenere le vendite. Più concorrenti entrano nel mercato, per raccogliere gli apparenti alti profitti che l’industria sta producendo.

Quando il prodotto raggiunge la maturità , inizia a stabilizzarsi e un numero crescente di partecipanti a un mercato produce un calo del prezzo del prodotto. Le aziende possono utilizzare promozioni di vendita per aumentare le vendite.

Durante il declino , la domanda di un bene inizia a diminuire e l’impresa può scegliere di interrompere la produzione del prodotto. Questo è vero se i ricavi per il prodotto derivano da risparmi di efficienza nella produzione, rispetto alle vendite effettive di un bene/servizio. Tuttavia, se un prodotto serve un mercato di nicchia o è complementare a un altro prodotto, può continuare la fabbricazione del prodotto, nonostante sia stato accumulato un basso livello di vendite/ricavi. [4]

Migliore Consulente in Marketing Turistico in Italia. Principi del marketing da considerare nel marketing turistico – Guarda anche

Articolo principale: schema del marketing

Tipi di marketing

Orientamenti o filosofie di marketing

Migliore Consulente in Marketing Turistico in Italia. Principi del marketing da considerare nel marketing turistico – Riferimenti

  1. ^Cerf, M.; Garcia-Garcia, M.; Kotler, P. (2017). Neuroscienze del consumatore . The MIT Press (in francese). Stampa del MIT. P. 281. ISBN 978-0-262-03659-7 . Estratto il 5 gennaio 2022.
  2. ^ Salta a: aB c American Marketing Association, Definitions of Marketing , approvato 2017, accesso 24 gennaio 2021
  3. ^Drucker, Pietro (1954). La pratica della gestione. New York: Harper & Row . P. 32.
  4. ^ Salta a: aB C D e F G H io J K l M N o P Q R S T tu v w Agnello, Carlo; Capelli, Giuseppe; McDaniel, Carlo (2016). Princìpi di Marketing. Boston, MA: Cengage Apprendimento. ISBN 978-1-285-86014-5 .
  5. ^ Salta a: ab Mc Namara (1972) citato in Deshpande, R., Developing a Market Orientation , Thousand Oaks, CA, Sage, 1999, p. 11
  6. ^ Salta a: aB McCarthy, Girolamo E. (1964). Marketing di base. Un approccio manageriale. Homewood, IL: Irwin.
  7. ^ Salta a: aB C D e Hester, Bretagna (9 aprile 2019). “Strategia di marketing: dimentica le 4 P! Cosa sono le 4 C?” . CATMEDIA Comunicazione Interna. Estratto l’8 novembre 2019.
  8. ^ Salta a: aB C D e “Cos’è l’ambiente di marketing? definizione e significato – gerghi commerciali” . Gerghi aziendali. 25 agosto 2015. Estratto l’8 novembre 2017.
  9. ^ Salta a: ab La ricerca di mercato è un sottoinsieme della ricerca di marketing “Differenza tra ricerca di mercato e ricerca di marketing” . 24 settembre 2019. La ricerca di mercato è un sottoinsieme della ricerca di marketing
  10. ^ Salta a: aB “Il processo di ricerca di marketing | Principi di marketing” . course.lumenlearning.com. Estratto il 15 novembre 2019.
  11. ^ Salta a: aB Stanton, William J (1984). Fondamenti di marketing. McGraw Hill.
  12. ^Julie Bosman (10 marzo 2006). “Per il tabacco, il marketing furtivo è la norma” . Il New York Times .
  13. ^Hunt, Shelby D. (luglio 1976). “La natura e la portata del marketing”. Giornale di marketing . 40 (3): 17–28. doi : 2307/1249990 . JSTOR 1249990 .
  14. ^Bagozzi, Richard P. (ottobre 1975). “Marketing come scambio”. Giornale di marketing. 39 (4): 32–39. doi : 2307/1250593 . JSTOR 1250593 .
  15. ^ Pomering, A., Noble, G. e Johnson, L., “A Sustainability Roadmap for Contemporary Marketing Education: Thinking Beyond the 4Ps” , 2008, accesso 25 gennaio 2021
  16. ^ Jenny Darroch, Morgan P. Miles, Andrew Jardine e Ernest F. Cooke, The 2004 AMA Definition of Marketing and its Relationship to a Market Orientation: An Extension of Cooke, Rayburn, & Abercrombie , Journal of Marketing Theory and Practice, Fall, 2004, vol. 12, No. 4 (Fall, 2004), pp. 29-38, consultato il 25 gennaio 2021
  17. ^Kotler, Filippo (1980). Princìpi di Marketing. Englewood Cliffs, New Jersey: Prentice-Hall. ISBN 0-13-701557-7 . OCLC 5564799 .
  18. ^Kotler, Filippo; Gary Amstrong (2018). Principi di marketing (XVII ed.). Hoboken. ISBN 978-0-13-449251-3 . OCLC 954203453 .
  19. ^Paul H.Selden (1997). Ingegneria dei processi di vendita: un seminario personale. Milwaukee, WI: Stampa di qualità ASQ. P. 23.
  20. ^Paliwoda, Stanley J.; Ryans, John K. (2008). “Ritorno ai primi principi” . Marketing internazionale – Carte moderne e classiche (1a ed.). P. 25. ISBN 978-1-84376-649-0 . Estratto il 15 ottobre 2009.
  21. ^“Marketing delle risorse della biblioteca – contenuto, database della conoscenza” . CIM. Estratto il 16 marzo 2017.
  22. ^Subin, Im (2004). Orientamento al mercato, creatività e prestazioni di nuovi prodotti nelle aziende ad alta tecnologia. Giornale di marketing. pp. 114–132.
  23. ^Zhou, Julie. “La scienza del marketing” . Forbes. Estratto il 16 giugno 2017.
  24. ^“10 passaggi per creare un piano di marketing per la tua piccola impresa” . Manichini. Estratto il 27 settembre 2017.
  25. ^com. “Concetto di marketing” . www.netmba.com. Estratto l’8 novembre 2017.
  26. ^Settimane, Riccardo; Marx, William (autunno 1968). “Il concetto di mercato: problemi e promesse”. Affari e società. 9 : 39–42. doi : 1177/000765036800900106 . S2CID 154456073 .
  27. ^ Salta a: aB Aia, Paul N.; Aia, Nicola; Morgan, Carol Ann (2013). Ricerca di mercato in pratica: come ottenere maggiori informazioni dal tuo mercato. Londra: Kogan-Page. pp. 19-20.
  28. ^Smith, WR (luglio 1956). “Differenziazione del prodotto e segmentazione del mercato come strategie di marketing alternative” (PDF) . Giornale di marketing. 21 (1): 3–8. doi : 1177/002224295602100102 . S2CID 49060196 . Archiviato dall’originale (PDF) il 20 febbraio 2019.
  29. ^“What Comes Next? Survey Analysis and Segmentation” , Scopri il futuro della ricerca, Wiley, 12 gennaio 2017
  30. ^Ahmad, Rizal (maggio 2003). “Segmentazione dei vantaggi” . Rivista internazionale di ricerche di mercato. 45 (3): 1–13. doi : 1177/147078530304500302 . ISSN 1470-7853 . S2CID 220319720 .
  31. ^du Plessis, DF Introduzione alle pubbliche relazioni e alla pubblicità. P. 134.
  32. ^“Cos’è il B2C?” . Notizie economiche quotidiane. Estratto il 16 aprile 2020.
  33. ^Aspara, Jaakko; Grant, David B.; Holmlund, Maria (1 febbraio 2021). “Il coinvolgimento dei consumatori nelle reti di fornitura: una tipologia cubica di modelli di business C2B2C e C2B2B” . Gestione del marketing industriale. 93 : 356-369. doi : 1016/j.indmarman.2020.09.004 . ISSN 0019-8501 . S2CID 226739953 .
  34. ^Tarver, Evan. “Da cliente a cliente – C2C” . Investopedia. Estratto il 16 aprile 2020.
  35. ^ Kohli, AK e Jaworski, BJ, “Orientamento al mercato: il costrutto, le proposte di ricerca e le implicazioni manageriali”, Journal of Marketing, 54, aprile 1990, pp. 1–18
  36. ^Narver, JC; Slater, San Francisco (1990). “L’effetto di un orientamento al mercato sulla redditività aziendale”. Giornale di marketing. 54 (4): 20–34. doi : 2307/1251757 . JSTOR 1251757 .
  37. ^Olanda, Carolina del Sud; Jones, DGB; Dix, L. (2005). “Periodizzazione nella storia del marketing”. Rivista di Macromarketing. 25 (1): 33–39. doi : 1177/0276146705274982 . S2CID 9997002 .
  38. ^Fillis, Ian (2006). “Art for Art’s Sake o Art for Business Sake: un’esplorazione dell’orientamento artistico al prodotto”. La revisione del marketing. 6 : 29–40. doi : 1362/146934706776861573 .
  39. ^ Sheth, J., Sisodia, RS e Sharma, A., “Gli antecedenti e le conseguenze del marketing incentrato sul cliente”, Journal of the Academy of Marketing Science, 28, n. 1, 2000, pag. 55
  40. ^ Kotler, P., Armstrong, G., Principi di marketing , 12a ed., Upper Saddle River: Pearson Education, 2008, p. 28
  41. ^Kotler, Filippo (1980). Princìpi di Marketing. Englewood Cliffs, New Jersey: Prentice-Hall Inc.
  42. ^ Kotler, P., Armstrong, G., Principi di marketing , 12a ed., Upper Saddle River: Pearson Education, 2008, p. 29
  43. ^ Avlonitis, GJ e Gounaris, SP, “Orientamento al marketing e prestazioni aziendali: aziende di beni di consumo rispetto a quelle industriali”, Gestione del marketing industriale, 26, 1997, pp. 385–402
  44. ^Verbeke, Willem; Dietz, Bart; Verwaal, Ernst (2010). “Driver delle prestazioni di vendita: una meta-analisi contemporanea. I venditori sono diventati broker di conoscenza?” (PDF) . Rivista dell’Accademia di scienze del marketing. 39 (3): 407–28. doi : 1007/s11747-010-0211-8 . S2CID 53687035 .
  45. ^ McGee, LW e Spiro, RL, “The Marketing Concept in Perspective”, Business Horizons , maggio-giugno 1988, pp. 40-45
  46. ^ Hooley, G., Fahy, J., Beracs, J., Fonfara, K. e Snoj, B., “Market Orientation in the Transition Economies of Central Europe: Tests of the Narver and Slater Market Orientation Scales”, Journal of Ricerca aziendale, 50, 2000, pp. 273–85. Si noti che la scala più ampiamente applicata è quella sviluppata da Narver e Slater in Narver, JC, e Slater, SF, “The Effect of Marketing Orientation on Business Profitability”, Journal of Marketing, Vo. 54, 1990, pp. 20-35
  47. ^ , Blackwell Reference, Kotler, P., “Cosa significa il consumismo per i professionisti del marketing” , Harvard Business Review , vol. 50, n. 3, 1972, pp. 48-57; Wilkie, WL e Moore, ES, “Il macromarketing come pilastro del pensiero di marketing”, Journal of Macromarketing, 26 n. 2, dicembre 2006, pp. 224–32 doi : 10.1177/0276146706291067 ; Wilkie, WL e Moore, ES, “Scholarly Research in Marketing: Exploring the” 4 Eras “of Thought Development”, Journal of Public Policy and Marketing, vol. 22, n. 2, 2003, pp. 116–46
  48. ^ Grönroos, Christian. “Dal marketing mix al marketing relazionale: verso un cambio di paradigma nel marketing”, Management Decision, 32, n. 2, 1994, pp. 4–20.
  49. ^ Salta a: ab Kerr, F., Patti, C. e Ichul, K., “An Inside-out Approach to Integrated Marketing Communications: An International Perspective”, International Journal of Advertising, 27, n. 4, 2008, pp. 531–40
  50. ^ Salta a: aB c Borden, N., “The Concept of the Marketing Mix”, Journal of Advertising Research, giugno 1964 pp. 2–7; van Waterschoot, W. e van den Bulte, C., “La classificazione 4P del marketing mix rivisitata”, Journal of Marketing, 56, n. 4, 1992, pp. 83-93
  51. ^Gareth, Morgan (1988). Cavalcando le onde del cambiamento . Jossey-Bass. ISBN 978-1555420932 .
  52. ^ Porcu, L., del Barrio-Garcia, S., e Kitchen, PJ, “Come funziona la comunicazione integrata di marketing (IMC)? Una revisione teorica e un’analisi dei suoi principali driver ed effetti / ¿Cómo funciona la Comunicación Integrada de Marketing (CIM)? Una revisione teorica e un’analisi dei suoi effetti antecedenti,” Comunicación y Sociedad, XXV, Num. 1, 2012, pp. 313–48
  53. ^van Waterschoot, W.; van den Bulte, C. (1992). “La classificazione 4P del marketing mix rivisitata”. Giornale di marketing. 56 (4): 83–93. doi : 2307/1251988 . JSTOR 1251988 .
  54. ^ Constantinides, E., “Il marketing mix rivisitato: verso il marketing del 21 ° secolo”, Journal of Marketing Management, 22, 2006, pp. 407–38
  55. ^ Fisk, RP, Brown, W. e Bitner, MJ, “Tracking the Evolution of Services Marketing Literature”, Journal of Retailing , vol. 41 (aprile), 1993; Booms, B. e Bitner, MJ “Strategie di marketing e strutture organizzative per le imprese di servizi” in James H. Donnelly e William R. George (a cura di), Marketing of Services , Chicago: American Marketing Association, 47–51; Rafiq, M. e Ahmed, PK “Utilizzo delle 7P come marketing mix generico: un’indagine esplorativa di accademici di marketing britannici ed europei”, Marketing Intelligence & Planning , vol. 13, n. 9, pp. 4-15
  56. ^ I dati del censimento degli Stati Uniti sono sia per ricerche di mercato che per ricerche di mercato: “Elenco prodotti NAPCS per NAICS 54191: ricerche di marketing”(PDF) . servizi di raccolta dati per ricerche di mercato e sondaggi di opinione pubblica, con metodi diversi da … servizi di raccolta dati forniti come parte di un pacchetto di servizi di ricerca di mercato che comprende
  57. ^“Differenza tra ricerche di mercato e ricerche di mercato” . 9 gennaio 2018.
  58. ^Moore, Carlo; Pareek, Niketh (2010). Marketing: le basi. New York, NY: Routledge. pp. 38–65. ISBN 978-0-415-77899-2 .
  59. ^Moutinho, Luiz (2000). Gestione strategica nel turismo . New York, NY: Pubblicazione CABI. pp. 121-166 . ISBN 9780851992822 .
  60. ^Tiffany Hsu (28 ottobre 2019). “L’industria della pubblicità ha un problema: la gente odia gli annunci” . Il New York Times .

Bibliografia

Migliore Consulente in Marketing Turistico in Italia. Semantica dell’articolo

  • Marketing turistico
  • Marketing del turismo
  • Marketing alberghiero
  • Migliore esperto in Marketing turistico
  • Migliore esperto in Marketing del turismo
  • Migliore esperto in Marketing alberghiero in Italia
  • Migliore consulente in Marketing turistico in Italia
  • Migliore consulente in Marketing del turismo in Italia
  • Migliore consulente in Marketing alberghiero in Italia
  • Migliore esperto in Marketing turistico in Italia
  • Migliore esperto in Marketing del turismo in Italia
  • Migliore esperto in Marketing alberghiero in Italia
  • Migliore consulente in Marketing turistico in Italia
  • Migliore consulente in Marketing del turismo in Italia
  • Migliore consulente in Marketing alberghiero in Italia
  • Consulenti marketing turistico
  • Consulenti marketing alberghiero
  • Consulenza marketing turistico
  • Marketing esperienziale
  • Consulenze alberghiere
  • Consulenza alberghiera
  • Consulenti alberghieri
  • Consulenza marketing villaggi turistici
  • Consulenza marketing città d’arte
  • Misurazione della qualità turistica
  • Consulenza turismo incoming
Dr. Daniele Trevisani - Formazione Aziendale, Ricerca, Coaching