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Lo Sviluppo del Potenziale Personale e Potenziale Individuale è trattato nel Metodo HPM del dott. Daniele Trevisani, massimo esperto italiano in Potenziale Umano, Sviluppo del Potenziale Personale e Potenziale Individuale, autore del libro “Il potenziale umano. Metodi e tecniche di coaching e training per lo sviluppo delle performance” edito da Franco Angeli, e di altre 22 libri sul tema.

Sviluppo del Potenziale Personale e Potenziale Individuale

Sviluppo del Potenziale Personale e Potenziale Individuale. Approfondimenti.

Approfondiamo il tema con un estratto dal libro “Il Potenziale Umano

Sviluppo del Potenziale Personale e Potenziale Individuale. Le azioni di sviluppo del potenziale e delle performance

Le azioni di sviluppo del potenziale umano si dividono in:

  • sviluppo bioenergetico: si prefigge di accrescere le energie del corpo, le forze fisiche, lo stato di salute, forze su cui poggiano tutti gli altri sistemi; vengono individuate sia azioni globali (es.: migliorare lo stato di forma fisico) che azioni localizzate su specifici micro-obiettivi, es.: aumentare la resistenza aerobica, migliorare la postura, rivedere l’alimentazione. Gli interventi si dividono in azioni (1) di riparazione (terapeutiche) o (2) di potenziamento; esse riguardano (a) economie dei distretti locali del corpo e (b) azioni centrate sull’economia corporea complessiva;
  • sviluppo psicoenergetico: crescita delle energie psichiche, motivazione, volontà, spinta interiore ad agire e a progredire; rimozione di blocchi psicologici e stili di pensiero che impediscono di raggiungere il potenziale, individuazione delle auto-limitazioni, irrigidimenti cognitivi, credenze culturali autolimitanti o dannose per sé e per il team; lavoro di consapevolezza dei potenziali, riduzione dello stress negativo, incremento di autostima, lucidità decisionale, chiarezza delle proprie risorse interiori; il lavoro è sia sull’economia cognitiva generale (es.: ridurre l’ansia generalizzata, aumentare l’autoefficacia generale) che su economie di specifiche aree psicologiche in azione, es.: lavorare sull’ansia in un public speaking, o l’ansia pre-gara, o la visualizzazione mentale dell’evento;
  • sviluppo delle micro-competenze: è un lavoro specifico, inteso come innestato all’interno di una matrice di obiettivi legati al ruolo. Richiede di individuare fattori che creano differenza tra un’esecuzione (1) scarsa, (2) normale o media, (3) un’esecuzione di alto livello (il nostro obiettivo finale). Gli esempi possono essere tanti. Es.: localizzare i dettagli che differenziano una vendita da principiante vs. una vendita di alto livello (dove sono esattamente le differenze?); capire le “distintività” (azioni, dettagli, micro-atteggiamenti, micro-comportamenti) che mette in campo un combattente professionista rispetto ad un dilettante, nella preparazione, e durante un incontro. O la differenza che c’è tra un rigore tirato bene e un rigore tirato male, o tra una riformulazione corretta e una sbagliata (per un terapeuta), o per un cuoco, il tempo ottimale di cottura e uno leggermente peggiore. La ricerca di dettagli delle performance può essere applicata in ogni campo. Possiamo localizzare le micro-competenze di un direttore, di un venditore, di un atleta, di un medico, di uno psicologo, di un negoziatore, di un educatore. Il lavoro sulle micro-competenze richiede sia una fase di riconoscimento (detection aumentata, stimolo della capacità di percezione e localizzazione) che una fase di formazione (lavorare sulle variabili prima isolate); produce inoltre un forte incremento della sensibilità ai dettagli, dell’attenzione, della capacità di trovare “cose concrete su cui lavorare”;
  • sviluppo delle macro-competenze: le macro-competenze sono la connessione tra (1) il repertorio globale di abilità della persona e (2) il ruolo che quella persona vuole ricoprire. Le due sfere possono di fatto collimare perfettamente, o invece essere scollegate o ridotte (il che mette la persona in sicura difficoltà). Possono anche essere sovrabbondanti e anticipatorie dei futuri cambiamenti (creando agio e una condizione di maggiore elasticità e sicurezza). Prevedono l’esame del ruolo, delle aspirazioni, delle traiettorie, la rilevazione di gaps (lacune) e incoerenze professionali, analisi di bisogni di revisione o cambiamento significativo del proprio lavoro o della posizione professionale, dei ruoli giocati in campo; richiede valutazione e anticipazione dei mutamenti organizzativi cui dare risposta; sviluppo di una coerenza tra proprio profilo professionale e propri obiettivi di vita o obiettivi aziendali da raggiungere, tra le proprie aspirazioni e le opzioni reali dell’azienda e del team, ricerca di spazi nuovi di espressione;
  • sviluppo della vision e del piano morale: localizzazione degli ancoraggi morali forti, dare spessore morale e senso alla vita e all’azione, costruzione e revisione di un piano di lungo periodo, costruire una linea di tendenza ideale, sognare e idealizzare una traiettoria di crescita positiva; coltivare saggezza nelle scelte, cercare un ancoraggio a valori guida, revisione della mappa di credenze morali e consolidamento di una filosofia di vita positiva. Comprende la ricerca di nuovi stimoli all’autorealizzazione, connessione a valori umani positivi e forti, senso pieno del fare e dell’esistenza, ricerca di un senso profondo dei progetti, trovare motivi e direzioni per cui vale la pena impegnarsi; e persino nuove aree di obiettivi esistenziali o/o professionali che diano sapore e senso alla vita, idee e pensieri ispirativi sui quali la persona non aveva ancora riflettuto.
  • sviluppo di mete, traguardi, goal e progettualità necessaria: definizione di obiettivi precisi da raggiungere, misurabili, tempificabili; progettualità su risultati concretamente raggiungibili; sviluppo della capacità di gestione di tempi (time management) e progetti (project management), gestione efficace delle proprie risorse, capacità di concretizzazione, di realizzazione, abilità nel calare nella realtà un concetto o un obiettivo, trasformare una visione d’insieme in to-do-list (lista delle cose da fare); capacità di tradurre un ideale o un proprio valore in un piano di azione.

Lo schema base di riferimento del Metodo HPM per lo sviluppo del potenziale individuale e del potenziale personale è esposto in questa figura riassuntiva

sviluppo del potenziale personale e sviluppo del potenziale individuale Metodo HPMI meccanismi energetici nel modello HPM sono molteplici, ma per ora osserviamo due meccanismi in particolare:

  • le diffusioni energetiche: le immissioni di energia in un’area hanno implicazioni positive (fanno bene) anche alle altre aree;
  • i drenaggi energetici: i cali o blocchi di energia in un’area danneggiano anche le altre aree.

Le implicazioni per lo sviluppo personale sono numerose, ma soprattutto:

  • è possibile realizzare una strategia di immissione selettiva di energie in un’area, per poi utilizzarla come perno per lo sviluppo di altre aree. Ad esempio, creare grounding bioenergetico, il che significa lavorare principalmente sulle energie del corpo per poi poter “fare leva” su un corpo energeticamente carico, su un fisico forte, pronto ad assumersi impegni psicologicamente rilevanti, anche gravosi, goal e obiettivi sfidanti;
  • è possibile realizzare una strategia di immissione multipla di energie ricercando una crescita su più livelli e stadi. Ad esempio, lavorare sistematicamente e contemporaneamente su tutte le aree del modello HPM.

In generale, un lavoro su un’area è possibile solo se i livelli energetici di base dell’area toccata sono a livello sufficiente per supportare carichi superiori. Se non vi sono condizioni minime, occorre trovare strade alternative.

Ad esempio, in campo manageriale è completamente inutile realizzare un intervento dalle grandi ambizioni  (job enrichment, job enlargement, role-modeling, e altri), attaccando lo strato delle macro-competenze, se le micro-competenze di supporto sono insufficienti. Se una persona non sa nemmeno gestire una riunione di un piccolo gruppo di lavoro, inutile passare a temi ancora più complessi che poggiano su competenze che ancora non ci sono.

Altrettanto inutile è riempire di competenze (skills) un manager se mancano le energie motivazionali (volontà) necessarie a mettersi in gioco.

Inutile studiare nuovi progetti creativi se l’intero team è in stato di demotivazione cronica o affaticamento. Una persona disabilitata nelle energie mentali non va da nessuna parte, non porta avanti nemmeno se stessa, e tantomeno il progetto più ambizioso che qualsiasi mente possa partorire.

In generale, in mancanza di energie, il “nuovo” non viene affrontato. Sem­plicemente non ci sono le forze per affrontare il cambiamento.

L’area psicoenergetica assieme a quella bioenergetica sono quindi ancoraggi forti di lavoro per un coaching e una formazione seria e analitica.

Saltarli piè pari e passare subito alle competenze applicative è inutile. Così come costruire progetti che richiedono presenza di energie che non ci sono.

Sviluppo del Potenziale Personale e Potenziale Individuale – Gli effetti positivi delle immissioni di energie sui livelli di performance e di aspirazione

In termini di psicologia positiva notiamo che l’immissione di energia in una qualsiasi cella può apportare maggiori energie al sistema, e quindi riflettiamo sul fatto che esistono molteplici modi e strade, enormi opportunità, per poter accrescere le energie personali e fare coaching e formazione di qualità.

La liberazione da una catena, o “togliere un sasso dal proprio zaino”, può aprire le strade della volontà per una scalata ulteriore. In generale, le immissioni di energie in un certo stadio aumentano il livello di fiducia in se stessi, autostima e percezione di autoefficacia. Aumenta il senso di libertà.

Le osmosi energetiche portano ad una maggiore propensione dell’indi­viduo verso l’assunzione di rischio positivo, di accettazione di sfide che prima il soggetto riteneva impensabili o troppo pericolose. Per rischio positivo intendiamo azioni che non siano minate da un livello di aspirazione malato, superumano e maniacale, condotte col cuore ma anche con la ragione.

I livelli di aspirazione sono decisamente correlati alle energie circolanti.

Gli studi scientifici di Bresson individuano il livello di aspirazione come “il risultato che un soggetto si dà per un fine da raggiungere, in un compito che ammette diversi gradi di realizzazione”[1].

A bassi livelli di energie personali corrispondono bassi livelli di aspirazione. Le energie si abbassano drasticamente, e i compiti o goal che l’individuo sente di poter gestire si richiudono sempre più entro una nicchia, sino ad implodere, se la tendenza non viene invertita.

Quando mancano le energie, ogni rischio assume sembianze mostruose, persino lo scendere in strada, o l’incontrare altre persone. Al contrario, forti osmosi energetiche positive (contaminazioni positive tra energie fisiche, mentali, competenze, volontà) conducono alla voglia e consapevolezza di poter accettare sfide e rischi superiori, persino lanciarsi con un paracadute, o condurre una operazione chirurgia al cervello (per un medico), o accettare la sfida di avere figli in un mondo difficile (per ogni genitore), o iniziare a pensare di potersi laureare, per qualcuno che aveva rinunciato a questa idea non sentendosi all’altezza, e tante altre occasioni di crescita.

Per questo motivo, nel metodo HPM, quando i canali per introdurre energie sono bloccati da un certo lato (poniamo i valori, o le competenze), è possibile sia teoricamente che concretamente aggirare questo ostacolo. Potremo partire dalla base delle energie fisiche, o da altri canali aperti o apribili, per incrementare le energie totali del sistema. È un lavoro sperimentato e funzionante nella pratica, di cui troviamo crescente supporto teorico.

Avviare il lavoro, e sbloccare i meccanismi, è più importante che fare un lavoro ingegneristicamente perfetto ma – nei fatti – solo teorico, vuoto.

L’effetto di trascinamento e di osmosi positiva avrà riverberi anche sugli altri stati altrimenti inaccessibili per via diretta.

[1] Bresson, F. (1965), Rischio e personalità. Il livello di aspirazione, in Trattato di Psicologia Sperimentale, a cura di Paul Fraisse e Jean Piaget (1978), Einaudi, Torino, p. 458. Edizione originale: Traité de Psychologie Expérimentale. VIII. Langage, communication et décision, 1965, Presses Universitaires de France, Paris.

Se vuoi intraprendere un percorso personalizzato sullo Sviluppo del tuo Potenziale Personale e Potenziale Individuale contattaci tramite il seguente form e ti daremo indicazioni dettagliate su tutte le varie opzioni disponibili.

dott. Daniele Trevisani, esperto in Potenziale Umano, Sviluppo del Potenziale Personale e Potenziale Individuale

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Per visualizzare tutta la letteratura e i libri di Sviluppo del Potenziale Personale e Potenziale Individuale realizzati dal dott. Daniele Trevisani vedi il seguente link

Altri siti di riferimento per lo Sviluppo del Potenziale Personale e Sviluppo Manageriale

 

comunicazione, relazioni umane, formazioneLink-building-strategy-planeyes

Articolo Copyright. Estratto dal volume Self Power, di Daniele Trevisani.

  • Area: Crescita Personale – Libri

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La Comunicazione ha due poteri in base al tipo di messaggi che vogliamo esaminare:

1 – messaggi in ingresso: il potere di farti qualcosa, e quindi il potere dei “messaggi che ti colpiscono”, le comunicazioni che ricevi ogni giorno. Ciò che ti entra. Che messaggi ti danno le pubblicità? Che messaggi ti arrivano dalle persone che hai vicino? Che effetto ti fanno? Quali ti danno energia e quali te ne tolgono? Ti sai schermare da quelle che ti prosciugano?

2 – messaggi in uscita: il potere dei tuoi messaggi. La tua forza persuasiva, o didattica, la tua capacità di generare attenzione, interesse, desiderio, muovere all’azione, o incuriosire, persuadere, affascinare. Quando e con chi ti riesce, quando e con chi ancora non abbastanza?

Il potere dei messaggi degli altri su di te

In merito alle comunicazioni in ingresso, immagina di ricevere questo messaggio:

…sei veramente una Persona meravigliosa e con il tuo libro cambierai sicuramente la Vita di molti , così come avrai già fatto. Sono fortunata a conoscerti .

Un altro messaggio invece recita:

E’ inutile che ti sbatti tanto i tuoi libri andranno tutti a finire in cantina.

Come ti fanno sentire? Come reagisco al primo? Come reagisco al secondo?

È in base a come reagisco ad un messaggio che il mio destino si forma, giorno dopo giorno.

Il messaggio negativo potrebbe annullare le mie energie mentali, oppure spronarmi a fare il massimo, per spirito di vendetta o di narcisismo o di orgogliuo: “adesso ti faccio vedere io…” Se così funziona, mi rimane dentro la voglia di impegnarmi e continuare il libro. Addirittura, questo messaggio potrebbe portarmi a cercare cosa di vero ci sia e migliorami, riducendo al massimo la possibilità che il libro rimanga in cantina, ampliando le mie energie sia per realizzare un ottimo libro, che per promuoverlo bene.

La mia personalità ha bisogno del primo messaggio o del secondo, per essere motivata? Se se sono stato in grado di lavorare su di me al punto tale da trarre motivazione da entrambi, significa che so riconoscere i messaggi tossici e gestirli veramente. E che allo stesso tempo so nutrirmi dai messaggi positivi.

Tra i tanti messaggi che ricevi in un giorno, quanti ti fanno sentire bene, quanti ti fanno sentire apprezzato, e quanti cercano di smontarti? E tu cosa fai? Reagisci con spirito guerriero, li ignori, li deridi? Li analizzi per quanto possono magari insegnarti? O ti lasci avvelenare?

 

“Molte volte la sconfitta bussa alla porta del Guerriero. In quei momenti, egli rimane in silenzio. Non spreca energia con le parole, perché le parole non possono fare niente. E’ meglio usare le forze per resistere e pazientare, sapendo che Qualcuno sta guardando. Qualcuno che ha visto l’ingiusta sofferenza, e non vi si rassegna. Questo Qualcuno dà al Guerriero ciò di cui ha bisogno: il tempo. Prima o poi, tutto tornerà a lavorare in suo favore”.
(Paulo Coelho)[1]

 

Il “Potere della Comunicazione”, quello vero, è di far sentire bene le persone o invece distruggerle moralmente.

Credo che questa cosa sfugga a tanti.

E so anche che purtroppo pochi conoscono i training che ti aiutano a schermarti dalle negatività, anche perché questo flusso di messaggi inizia presto, accade sino dai primi bagliori di vita. Ma per nostra fortuna, continua da adulti, e possiamo agire, possiamo intervenire. Quindi, se non riprendiamo le redini del “filtro” – cosa vogliamo far entrare in noi, e cosa no – ne saremo sempre vittime inconsapevoli.

Dobbiamo imparare l’arte di lasciar fluire i messaggi negativi, vedere se per caso contengano qualche suggerimento buono ma lasciar scorrere via la malignità e negatività che contengono. E allo stesso tempo, ricordare sempre e fissare chiaramente in memoria i messaggi positivi che ci arrivano. Questi alimenteranno il nostro Auto-Potere in modo permanente, come batterie inesauribili.

Se non l’hai già fatto, inizia a farne una raccolta. Tieni un diario dei messaggi in ingresso, positivi e negativi.

Rileggila ogni tanto, anche nei momenti difficili, ti aiuterà.

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Articolo Copyright. Estratto dal volume Self Power (Best Seller tra i Libri di Crescita Personale), di Daniele Trevisani.

Vietata la riproduzione senza citazione dell’autore come fonte, e del volume di provenienza.