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Il migliore Corso di Formazione Formatori in Italia è sviluppato dal dott. Daniele Trevisani, in base ad una speciale classifica di Google Scholar che valuta autorevolezza scientifica, numero delle pubblicazioni, qualità e continuità delle pubblicazioni sul tema. Il dott. Daniele Trevisani è autore di 30 libri su temi di management, formazione esperienziale, comunicazione e coaching, tra cui il libro specifico “Regie di Cambiamento.  Approcci integrati alle risorse umane, allo sviluppo personale e organizzativo e al coaching“, e il libro “Il Potenziale Umano. Metodi e tecniche di coaching e training per lo sviluppo delle performance” editi da Franco Angeli, Milano. Il dott. Daniele Trevisani è stato insignito dal Governo USA dell’onorificenza di “Fulbright Scholar” come migliore esperto italiano sul tema delle Risorse Umane e della Comunicazione Interculturale.

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Formazione formatori. Alcuni principi guida

La formazione per formatori, nota anche come “train the trainer” (formare il formatore), è un processo attraverso il quale gli individui acquisiscono le competenze necessarie per diventare formatori efficaci. Questo tipo di formazione è essenziale per coloro che sono responsabili di trasmettere conoscenze e competenze ad altri. Ecco alcuni punti chiave che potrebbero essere inclusi nella formazione per formatori:

  1. Conoscenza del soggetto: I formatori devono essere esperti e ben informati sulle materie che insegneranno. Devono avere una comprensione approfondita degli argomenti e delle competenze che stanno trasmettendo.
  2. Competenze didattiche: I formatori devono acquisire competenze didattiche per trasmettere le informazioni in modo efficace. Ciò include la capacità di sviluppare programmi di formazione, creare materiali didattici, gestire il tempo in aula, coinvolgere gli studenti e valutare i risultati.
  3. Comunicazione efficace: Una parte fondamentale della formazione per formatori riguarda lo sviluppo delle competenze di comunicazione. Questo include la capacità di spiegare concetti complessi in modo chiaro, rispondere alle domande degli studenti e gestire situazioni di aula in modo efficace.
  4. Gestione della classe: I formatori devono imparare a gestire una classe in modo che l’apprendimento possa avvenire in un ambiente positivo e produttivo. Ciò include la gestione del comportamento degli studenti, la gestione dei conflitti e la creazione di un clima di apprendimento positivo.
  5. Utilizzo di tecnologie didattiche: A seconda del contesto, i formatori potrebbero dover acquisire competenze nell’uso di tecnologie didattiche, come presentazioni multimediali, piattaforme online o altri strumenti interattivi.
  6. Valutazione: I formatori devono imparare a valutare l’apprendimento degli studenti in modo accurato. Ciò può includere la creazione di test, progetti o altre attività valutative.
  7. Aggiornamento continuo: La formazione per formatori non dovrebbe essere un evento unico. I formatori dovrebbero essere incoraggiati a continuare a sviluppare le proprie competenze, rimanere aggiornati sulle nuove tendenze nell’istruzione e cercare costantemente di migliorare le loro abilità.

Le organizzazioni spesso offrono corsi specifici o programmi di formazione per formatori per garantire che coloro che sono incaricati di insegnare ad altri siano adeguatamente preparati per svolgere il loro ruolo in modo efficace.

Migliore Corso di Formazione Formatori in Italia – approfondimenti – Formatore

Un Formatore è una persona che aiuta un gruppo di persone a lavorare meglio insieme, a comprendere i loro obiettivi comuni e a pianificare come raggiungerli, durante riunioni o discussioni. In tal modo, il Formatore rimane “neutrale”, nel senso che non prende una posizione particolare nella discussione . [1] Alcuni strumenti di Formazione cercheranno di aiutare il gruppo a raggiungere un consenso su eventuali disaccordi preesistenti o emersi durante l’incontro in modo che abbia una solida base per l’azione futura.

Migliore Corso di Formazione Formatori in Italia – approfondimenti – Definizioni

Esistono diverse definizioni di Formatore :

  • “Un individuo che consente a gruppi e organizzazioni di lavorare in modo più efficace; di collaborare e raggiungere sinergie . Lui o lei è una parte ‘neutrale rispetto ai contenuti’ che, non prendendo posizione o esprimendo o sostenendo un punto di vista durante l’incontro, può sostenere un’equità , procedure aperte e inclusive per realizzare il lavoro del gruppo” – Michael Doyle [2]
  • “Colui che contribuisce alla struttura e al processo delle interazioni in modo che i gruppi siano in grado di funzionare in modo efficace e prendere decisioni di alta qualità. Un aiutante e Formatore il cui obiettivo è supportare gli altri nel perseguimento dei propri obiettivi.” – I. Bens, p.viii. [3]
  • “Il compito del Formatore è quello di aiutare tutti a pensare e a praticare al meglio . Per fare ciò, il Formatore incoraggia la piena partecipazione, promuove la comprensione reciproca e coltiva la responsabilità condivisa. Supportando tutti a pensare al meglio, un Formatore consente ai membri del gruppo di cercare per soluzioni inclusive e costruire accordi sostenibili” – Kaner et al [4]

Migliore Corso di Formazione Formatori in Italia – approfondimenti – Autorità

Il concetto di autorità (del Formatore ) è uno di quelli che può creare confusione. John Heron sposa tre alternative (inizialmente nel contesto educativo) come:

  • di tutela – basata sulle credenziali, competenze e capacità del tutor/Formatore. Un professore con un dottorato di ricerca nella sua specialità invitato a facilitare un incontro otterrebbe autorità tutelare dalle sue conoscenze e credenziali.
  • Autorità politica – che implica l’esercizio del processo decisionale [5] rispetto agli obiettivi, al programma, ai metodi, alle risorse e alla valutazione dell’apprendimento. Ciò si manifesta particolarmente nella dimensione della pianificazione.
  • Autorità carismatica – influenza tramite presenza, stile e modi. Si manifesta in particolare attraverso le dimensioni del sentimento, del confronto e della valutazione.

Migliore Corso di Formazione Formatori in Italia – approfondimenti – Tipi

Facilitatori aziendali

I facilitatori aziendali lavorano nelle imprese e in altre organizzazioni formali, ma possono anche lavorare con una varietà di altri gruppi e comunità. È un principio della Formazione che il Formatore non conduca il gruppo verso la risposta che ritiene migliore anche se possiede un’opinione sull’argomento della Formazione. Il ruolo del Formatore è quello di rendere più facile per il gruppo arrivare alla propria risposta, decisione o risultato finale.

Ciò può dare origine, e dà origine, a conflitti organizzativi tra la gestione gerarchica e le teorie e la pratica dell’empowerment . I facilitatori spesso devono navigare tra i due, soprattutto laddove le dichiarazioni esplicite sull’empowerment non sono confermate dai comportamenti organizzativi. [6]

Facilitatori della risoluzione dei conflitti

I facilitatori della risoluzione dei conflitti vengono utilizzati nei processi di pace e riconciliazione sia durante che dopo un conflitto . Sostengono il dialogo costruttivo e democratico tra gruppi con posizioni diverse e solitamente diametralmente opposte. I facilitatori della risoluzione dei conflitti devono essere imparziali nei confronti dei gruppi (o delle società) in conflitto e devono aderire alle regole del dialogo democratico. Non possono prendere posizione o esprimere opinioni personali. Il loro ruolo è quello di supportare i gruppi a sviluppare una visione condivisa per il futuro, imparare ad ascoltarsi a vicenda e comprendere e apprezzare i sentimenti, le esperienze e le posizioni della parte opposta.

Facilitatori educativi

Gli educatori nell’apprendimento dialogico e in altri approcci di istruzione tra pari spesso fungono da facilitatori. Secondo una definizione comune, un Formatore educativo ha lo stesso livello di conoscenza sia dell’istruzione che della materia di un insegnante , ma lavora con l’obiettivo di far sì che gli studenti si assumano la massima responsabilità possibile per il proprio apprendimento. [7] Gli istruttori dello Shimer College , ad esempio, vengono spesso definiti facilitatori a causa del loro ruolo nel provocare l’apprendimento facilitando una conversazione tra gli studenti sul testo piuttosto che istruire direttamente gli studenti. [8] Nell’insegnamento delle lingue , gli insegnanti possono assumere un ruolo di Formazione per aumentare la titolarità degli studenti nel processo di apprendimento. [9] Una Formazione efficace richiede l’automonitoraggio e un’attenta attenzione ai dettagli dell’interazione e al contenuto del materiale. [10]

Facilitatori di piccoli gruppi

I facilitatori possono aiutare i partecipanti in gruppi di piccole e medie dimensioni a lavorare su un ordine del giorno della riunione. Il Formatore viene spesso nominato al posto di quello che una volta sarebbe stato il ruolo di presidente. Insieme ad altri funzionari, il Formatore viene nominato durante l’assemblea generale annuale del gruppo per ricoprire il ruolo per l’anno successivo. I gruppi che hanno adottato questo modello includono gruppi di preghiera, gruppi maschili, gruppi di scrittura e altre organizzazioni comunitarie.

Facilitatori della formazione

I facilitatori della formazione vengono utilizzati nell’educazione degli adulti . Questi facilitatori non sono sempre esperti in materia e tentano di attingere alle conoscenze esistenti dei partecipanti e di facilitare quindi l’accesso alla formazione in cui le lacune nella conoscenza vengono identificate e concordate. I facilitatori della formazione si concentrano sui fondamenti dell’educazione degli adulti: stabilire le conoscenze esistenti, svilupparle e mantenerle pertinenti. Il ruolo è diverso da quello di un formatore con esperienza in materia. Tale persona assumerà un ruolo più guida e guiderà il gruppo attraverso un’agenda progettata per trasmettere un insieme di conoscenze o una serie di competenze da acquisire. (Vedi autorità tutelare sopra.)

Facilitatori avvolgenti

I facilitatori avvolgenti sono facilitatori nella comunità dei servizi sociali. Il termine “avvolgente” si riferisce all’approccio ampio e olistico utilizzato dai facilitatori, tenendo conto di una serie di fattori. Inizialmente servivano adolescenti disabili che stavano passando all’età adulta. Ora includono facilitatori che servono bambini di età compresa tra 0 e 3 anni che necessitano di servizi. Al di fuori degli incontri, il Formatore organizza riunioni, coinvolge i membri del team e conduce il follow-up. Durante gli incontri il Formatore guida e gestisce la squadra mantenendo i partecipanti sulla buona strada e incoraggia una discussione basata sulla forza che affronta i bisogni del bambino. Il Formatore incoraggia la pari partecipazione tra i membri del team.

Migliore Corso di Formazione Formatori in Italia – approfondimenti – Competenze

Vedere Formazione ( business ) per una panoramica delle competenze e delle attività specifiche.

Per essere un buon Formatore sono necessarie molte competenze. Le competenze di base di un Formatore consistono nel seguire buone pratiche di riunione: rispettare i tempi, seguire un ordine del giorno concordato e tenere un registro chiaro. Le abilità di ordine superiore implicano l’osservazione del gruppo e dei suoi individui alla luce delle dinamiche di gruppo . Inoltre, i facilitatori necessitano anche di una varietà di capacità di ascolto, inclusa la capacità di parafrasare; impilare una conversazione; attirare le persone; partecipazione al saldo; e fare spazio ai membri del gruppo più reticenti (Kaner, et al., 1996). È fondamentale per il ruolo del Formatore avere la conoscenza e l’abilità necessarie per poter intervenire in un modo che accresca la creatività del gruppo anziché toglierla.

Un Formatore di successo incarna il rispetto per gli altri e un’attenta consapevolezza dei molteplici strati di realtà di un gruppo umano .

Nel caso in cui non sia possibile raggiungere un consenso, il Formatore aiuterà il gruppo a comprendere le differenze che lo dividono.

I facilitatori richiedono anche una buona comprensione dei processi: come consentire il processo decisionale di gruppo, strutturare programmi per risultati appropriati, risoluzione dei problemi, ecc.

Migliore Corso di Formazione Formatori in Italia – approfondimenti – Associazioni e organizzazioni

L’Associazione Internazionale dei Facilitatori (IAF) è stata fondata nel 1994 per promuovere e sostenere la Formazione come professione. [11] La IAF mantiene il programma Formatore Professionale Certificato. Le competenze di un Formatore Professionista Certificato sono reperibili sul sito IAF. [12] Queste competenze chiave sono: (1) Creare rapporti di collaborazione con i clienti; (2) Pianificare processi di gruppo adeguati; (3) Creare e sostenere un ambiente partecipativo; (4) Guidare il gruppo verso risultati appropriati e utili; (5) Costruire e mantenere la conoscenza professionale e; (6) Modellare un atteggiamento professionale positivo.

L’Istituto Internazionale per la Formazione (INIFAC) è stato fondato nel 2003 per mantenere e promuovere un programma di certificazione per la Formazione, il programma Certified Master Facilitator. [13] Le competenze di un Master Formatore Certificato sono reperibili sul sito INIFAC. [14]

Migliore Corso di Formazione Formatori in Italia – approfondimenti – Guarda anche

Migliore Corso di Formazione Formatori in Italia – approfondimenti – Riferimenti

  1. ^Bens, ViIngrid (2012). Facilitare con facilità! Competenze fondamentali per facilitatori, team leader e membri, manager, consulenti e formatori. San Francisco: Wiley.
  2. ^ Michael Doyle, citato in Kaner, et al., 2007, p. xiii.
  3. ^ Bens, I. (2012) Formazione: la tua guida tascabile alla Formazione (3a edizione). Salmen, NH: GOAL/QPC.
  4. ^ Sam Kaner e colleghi (2007) p. 32.
  5. ^ Heron, J. Il manuale completo del Formatore (1999) Kogan Page ISBN0-7494-2798-1
  6. ^ Wherrett, R. The Compleat Biz , (2009) Reroq Publishing ISBN978-0-9561305-0-1
  7. ^Underhill, Adrian (1999). “Formazione nell’insegnamento delle lingue”. In Arnold, Jane (a cura di). Influenza nell’apprendimento delle lingue . P. 126. ISBN 0521650410 .
  8. ^Gonzalez, Austin; Stanevich, Kyle (22/09/2013). “L’iscrizione incrociata allo Shimer College si rivela un’esperienza piacevole” . Notizie tecniche. Estratto il 16/01/2015.
  9. ^Underhill 1999 , pag. 125.
  10. ^Underhill 1999 , pp. 133–140.
  11. ^Carta dell’Associazione Internazionale dei Facilitatori (PDF) . Giugno 2022. Estratto il 28 ottobre 2022.
  12. ^“Competenze per la Certificazione” . Iaf-world.org. Estratto il 04-02-2014.
  13. ^“INIFAC – Istituto Internazionale per la Formazione | INIFAC, L’Istituto Internazionale per la Formazione” . Inifac.org. Estratto il 04-02-2014.
  14. ^“Le competenze del Master Formatore | INIFAC, L’Istituto Internazionale per la Formazione” . Inifac.org. Archiviata dall’originale il 2013-12-02. Estratto il 04-02-2014.

Migliore Corso di Formazione Formatori in Italia – approfondimenti – Bibliografia

  • Bens, I. Facilitare con facilità !: Una guida passo passo con fogli di lavoro personalizzabili su CD-ROM , (2000) Jossey-Bass, ISBN0-7879-5194-3
  • Formazione di gruppo: un giornale di ricerca e applicazioni , IAF, ISSN 1534-5653 (stampa) e ISSN 1545-5947 (online)
  • Hogan, CF (1999), Facilitare l’apprendimento , Melbourne, Australia: Eruditions, ISBN1-86491-005-4
  • Hogan, CF (2000), Facilitare l’empowerment , Londra: Kogan Page, ISBN978-0749432973
  • Hogan, CF (2002), Formazione della comprensione , Londra: Kogan Page, ISBN07494 38266
  • Hogan, CF (2003), Formazione pratica , Londra: Kogan Page, ISBN07494 38274
  • Hogan, CF (2007), Facilitare i gruppi multiculturali: una guida pratica , Londra: Kogan Page, ISBN0749444924
  • Kaner, S. con Lind, L., Toldi, C., Fisk, S. e Berger, D. Guida per facilitatori al processo decisionale partecipativo , (2007) Jossey-Bass; ISBN0-7879-8266-0
  • Schuman, S. (a cura di) Il Manuale IAF sulla Formazione di gruppo: migliori pratiche dell’organizzazione leader nella Formazione , (2005) Jossey-Bass ISBN0-7879-7160-X
  • Schuman, S. (a cura di) Creare una cultura della collaborazione: il manuale IAF , (2006) Jossey-Bass ISBN0-7879-8116-8
  • Schwarz, R. The Skilled Facilitator , (3a edizione 2017) Jossey-Bass ISBN978-1119064398
  • Seifert, JW Visualizzazione – Presentazione – Formazione: Traduzione del classico tedesco , (2012) Gabal, ISBN978-3-86936-394-3
  • Wilkinson, M. Il Formatore efficace , (2004) Jossey-Bass ISBN0-7879-7578-8

 

Migliore Corso di Formazione Formatori in Italia – approfondimenti – Formazione (organizzativa)

La Formazione nel business , lo sviluppo organizzativo (OD) e il processo decisionale consensuale si riferiscono al processo di progettazione e gestione di un incontro secondo una serie di requisiti precedentemente concordati. [1]

La Formazione si occupa di tutti i compiti necessari per raggiungere un risultato produttivo e imparziale della riunione che rifletta gli obiettivi concordati e i risultati finali definiti in anticipo dal proprietario della riunione o dal cliente. [2]

Migliore Corso di Formazione Formatori in Italia – approfondimenti – Aree di applicazione

La Formazione è “utilizzata in un’ampia gamma di situazioni e occupazioni, compresi i luoghi di lavoro, le attività ricreative e sanitarie, la pianificazione organizzativa e lo sviluppo della comunità”. [3] La Formazione soddisfa le esigenze di qualsiasi gruppo che si incontra con uno scopo comune, sia che si tratti di prendere una decisione, risolvere un problema o semplicemente scambiare idee e informazioni. Non guida il gruppo, né cerca di distrarre o intrattenere. Un’interpretazione leggermente diversa si concentra più specificamente su un gruppo impegnato nell’apprendimento esperienziale . [4] In particolare ciò è associato all’apprendimento attivo e ai concetti di potestà tutelare . Questo aspetto è trattato in modo approfondito nel lavoro di ricerca di John Heron presso l’ Università del Surrey e l’International Center for Co-operative Inquiry .

Migliore Corso di Formazione Formatori in Italia – approfondimenti – Competenze di Formazione

Il ruolo del Formatore (vedi sotto)

Il ruolo di Formatore è emerso come un insieme di competenze separato solo negli anni ’80. Ha somiglianze con i tradizionali ruoli di presidente o segretario in una riunione, ma va oltre per partecipare attivamente e guidare il gruppo verso il consenso. [5]

L’Associazione Internazionale dei Facilitatori ha definito una gamma di competenze chiave raccolte in un quadro delle Competenze Principali del Formatore che comprende 6 competenze principali e diverse sottocompetenze che sostengono un’ampia gamma di dinamiche di Formazione. [6]

Dinamiche di Formazione

Stabilire le regole di base

Spesso ignorata da chi non è addestrato alla Formazione, la definizione di regole di base è una componente chiave del processo di Formazione, soprattutto nelle riunioni convocate per discutere problemi difficili o per la formazione. Queste regole vengono solitamente ribadite in qualche forma all’inizio di una riunione o di un seminario facilitato per garantire che i partecipanti comprendano i vari ruoli assunti e le responsabilità accordate a ciascuno. Alcuni aspetti sono fortemente caratterizzanti come:

  • essere aperto ai suggerimenti
  • basandosi su quello che c’è, non buttando giù le idee
  • concedere spazio agli altri (per parlare o esprimersi)
  • rispetto reciproco
  • che il Formatore non è proprietario dell’argomento in discussione e l’identità di tale proprietario è chiara
  • regole di ingaggio come time-out e procedure che verranno adottate
  • come le questioni irrisolte verranno catturate e affrontate
  • Infine, è fondamentale che, durante l’incontro, sia chiaro che non è previsto che il titolare dell’argomento intervenga per imporre idee oltre a stabilire parametri da considerare o fornire spunti. Il Formatore a questo riguardo è proprietario del processo dell’incontro.

Questi sono tutti strettamente associati all’idea di Formazione come strumento di empowerment (sul posto di lavoro) . [4]

Migliore Corso di Formazione Formatori in Italia – approfondimenti – Consulenza con il cliente

Un Formatore lavorerà con un cliente che è qualcuno in un’organizzazione, o gruppo eterogeneo, che lo sta chiamando e ha invitato il Formatore ad assistere. Cercheranno di comprendere lo scopo e il risultato dell’incontro discutendone con il cliente.

Prendere accordi per l’ incontro

Le modalità pratiche saranno organizzate o gestite dal Formatore. Considereranno anche in dettaglio la posizione e la disposizione della stanza. Effettueranno ricerche in anticipo sull’incontro per capire il motivo per cui si sta svolgendo e per verificare che tutte le parti interessate siano invitate e possano partecipare.

Definizione dell’ordine del giorno

Capiranno nel dettaglio come affrontare ciascun punto all’ordine del giorno e quanto tempo occorrerà. Utilizzando tecniche specialistiche consentiranno ai partecipanti di comprendere tutte le questioni in gioco e tutte le linee d’azione alternative. Il Formatore progetta il processo (agenda) sulla base delle sue discussioni con i partecipanti e della sua esperienza nel processo.

Comprendere le norme del gruppo

Non faranno supposizioni sul modo in cui le persone interagiscono e cercheranno di adattarsi ai modi di culture e organizzazioni diverse.

Comprendere le dinamiche di gruppo

Mentre affrontano gli aspetti pratici di un incontro, rimangono consapevoli delle correnti sotterranee, sia verbali che non verbali, che possono indicare problemi che il gruppo sta avendo. Il Formatore può provare ad aiutare il gruppo a prenderne consapevolezza.

Migliore Corso di Formazione Formatori in Italia – approfondimenti – Considerare la necessità di flexcilitare “Flex-cil-a-tate”

per cui si facilita in modo flessibile una discussione o un incontro con un obiettivo finale e un piano in mente per arrivarci e quindi adattare il piano in base alle risposte e alla direzione in cui il gruppo va, riportandolo comunque all’obiettivo finale.

Migliore Corso di Formazione Formatori in Italia – approfondimenti – Il ruolo del Formatore

Vedi Formatore per i dettagli su come un Formatore potrebbe gestire una riunione.

Non è necessario che i compiti e le responsabilità elencati di seguito siano coperti da un singolo Formatore. Il ruolo del Formatore è spesso condiviso da più persone, ad esempio una persona può organizzare la logistica prima della riunione, un’altra persona può tenere il tempo e monitorare l’agenda durante la riunione e una terza persona può essere responsabile della registrazione degli accordi.

  • Prima di un incontro, i facilitatori:
    • fare ricerche sull’incontro
    • scoprire lo scopo e l’obiettivo (se presente) dell’incontro
    • stabilire chi deve partecipare
    • elaborare un progetto di ordine del giorno e progettare i processi del gruppo per ottenere i risultati necessari
    • condividere l’agenda con i potenziali partecipanti, modificandola se necessario
    • assicurarsi che tutti siano pienamente informati sulla riunione e che tutti conoscano lo scopo e le potenziali conseguenze della riunione
  • Durante l’incontro i facilitatori:
    • monitorare l’ordine del giorno
    • tenere il tempo
    • gestire il processo di gruppo
    • incoraggiare la partecipazione di tutti i partecipanti
    • aiutare i partecipanti a comprendere diversi punti di vista
    • promuovere soluzioni che incorporino diversi punti di vista
    • gestire il comportamento dei partecipanti
    • creare un ambiente sicuro
    • insegnare nuove abilità di pensiero e facilitare attività di pensiero strutturato
    • registrare (con una fraseologia concordata) gli accordi. Potrebbero anche annotare questioni irrisolte per un dibattito successivo.
  • Il Formatore può redigere e pubblicare i risultati dell’incontro a tutti gli interessati, compresi coloro che non hanno potuto partecipare.

Migliore Corso di Formazione Formatori in Italia – approfondimenti – La forma dell’incontro

Una riunione di solito significa che tutti sono insieme nella stessa stanza allo stesso tempo e questa è la situazione principale in cui viene praticata la Formazione. Con l’introduzione delle moderne telecomunicazioni il campo è cresciuto fino ad abbracciare altre forme di riunioni:

Stessa ora, stesso posto

Il tradizionale incontro in una stanza con tutte le parti presenti contemporaneamente.

Stessa ora, posto diverso

La teleconferenza con tutti i partecipanti in luoghi separati o con alcuni in sottoriunioni geograficamente disperse, tutte con connessione audio/video.

Ora diversa, stesso posto

Un incontro incentrato su un particolare luogo fisico in cui le persone contribuiscono mentre passano. Un esempio è una bacheca montata a parete e/o un display per poster che consente alle persone di aggiungere commenti mentre passano. Anche un sondaggio che utilizza computer non collegati in rete in un chiosco sarebbe un incontro “in orari diversi e stesso luogo”.

Orari diversi, luoghi diversi

Riunione tramite un collegamento Web come gruppi di discussione, forum, blog e Usenet . Esiste un software specializzato di supporto alle decisioni di gruppo abilitato al web. Le pagine di discussione di Wikipedia rientrano in questa categoria.

Formazione virtuale

Con lo sconvolgimento della rivoluzione digitale, l’uso diffuso della videoconferenza combinato con altri strumenti digitali per la collaborazione ha dato origine a un campo emergente di Formazione virtuale che si svolge nello stesso momento, in luoghi diversi. Le riunioni e i workshop online sono ottimi esempi di Formazione virtuale. In breve, l’approccio riunisce i membri del team remoti per discutere argomenti rilevanti in tempo reale. [7]

Migliore Corso di Formazione Formatori in Italia – approfondimenti – Guarda anche

Migliore Corso di Formazione Formatori in Italia – approfondimenti – Riferimenti

  1. ^ Strauss, David (2002): Come far funzionare la collaborazione. SF, BK Editori.
  2. ^ Schwarz, Roger et al. (2011): Il Formatore esperto: una risorsa completa per consulenti, facilitatori, manager, formatori e coach, Willey.
  3. ^Hogan, Christine (2004). Comprendere la Formazione: teoria e principi. Pagina Kogan. ISBN 978-0749438265 .
  4. ^ Vai a: ab Heron, J. The Complete Facilitator’s Handbook , (1999) Kogan Page ISBN 0-7494-2798-1
  5. ^ Strauss, David (2002): Come far funzionare la collaborazione. SF, BK Editori
  6. ^ Schuman, Sandor. (a cura di) (2005) Il Manuale IAF sulla Formazione di gruppo: le migliori pratiche dell’organizzazione leader nella Formazione. San Francisco: Jossey-Bass
  7. ^ Nunesdea, Paul et al. (2020): Oltre le riunioni virtuali: strumenti digitali per team e organizzazioni con prestazioni più elevate, Amazon ISBN979-8654064332 .

Migliore Corso di Formazione Formatori in Italia – approfondimenti – Ulteriori letture

  • Bens, I. Facilitare con facilità! , (Nuovo e rivisto nel febbraio 2005) Jossey-Bass ISBN0-7879-7729-2
  • Hogan, CF (1999), Facilitare l’apprendimento , Melbourne, Australia: Eruditions, ISBN1-86491-005-4
  • Hogan, CF (2000), Facilitare l’empowerment , Londra: Kogan Page, ISBN978-0749432973
  • Hogan, CF (2002), Formazione della comprensione , Londra: Kogan Page, ISBN07494 38266
  • Hogan, CF (2003), Formazione pratica , Londra: Kogan Page, ISBN07494 38274
  • Hogan, CF (2007), Facilitare i gruppi multiculturali: una guida pratica , Londra: Kogan Page, ISBN0749444924
  • Kaner, S. con Lind, L., Toldi, C., Fisk, S. e Berger, D. Guida per facilitatori al processo decisionale partecipativo , (2007) Jossey-Bass ISBN978-0-7879-8266-9
  • Kayser, T. Mining Group Gold , (terza edizione 2010) McGraw Hill ISBN978-0-07-174062-3
  • Schuman, S. (a cura di). Il Manuale IAF sulla Formazione di gruppo: migliori pratiche dell’organizzazione leader nella Formazione , (2005) Jossey-Bass ISBN0-7879-7160-X
  • Schuman, S. (a cura di). Creazione di una cultura della collaborazione , (2006) Jossey-Bass ISBN0-7879-8116-8
  • Schwarz, R. The Skilled Facilitator , (3a edizione 2017) Jossey-Bass ISBN978-1119064398
  • Josef W. Seifert: Visualizzazione – Presentazione – Formazione: Traduzione del classico tedesco Gabal, Offenbach 2012. ISBN978-3-86936-394-3
  • Spencer, L. Vincere attraverso la partecipazione , (1989) Kendall Hunt Pub. Co. ISBN978-0-8403-6196-7
  • Salas, Tillmann, McKee Visualization in Participatory Programs , (1999) Southbound, in associazione con l’UNICEF Dhaka, ISBN978-983-9054-45-3
  • Wilkinson, M. CLICK: The Virtual Meetings Book , (2013) Leadership Strategies Publishing ISBN978-0-9722-4585-2
  • Wilkinson, M. I segreti della Formazione , (2a edizione 2012) Jossey-Bass ISBN978-1-1182-0613-3

Migliore Corso di Formazione Formatori in Italia – approfondimenti – semantica

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Il Migliore Corso Aziendale Outdoor, in base alla classifica di Google Scholar e alle pubblicazioni dell’organizzatore è organizzato da Daniele Trevisani Academy e oltre a formazione di tipo esperienziale in rifugio, non prevede attività sovrumane ma semplici passeggiate nella natura e meditazioni guidate, esercizi in combinazione tra aula e outdoor.

Migliore Corso Aziendale Outdoor interni

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Migliore Corso Aziendale Outdoor – temi trattati

  • Le caratteristiche della comunicazione efficace come atto di espressività
  • Potenziare l’espressività personale. Esercizi pratici
  • Approfondimenti sulla comunicazione verbale, paralinguistica e non verbale metodo Stanislavskij (formazione dell’attore metodo Actors’ studio)
  • Uso della voce: la voce e le emozioni
  • Il Body Language per aumentare l’espressività
  • Esercizi di ascolto attivo ed empatico
  • Competenze di Coaching e strumenti. Il Coaching delle energie personali e professionali tramite il Metodo T-Chart (mappa dei Tempi Personali, metodologia parte del Metodo HPM)
  • Le emozioni, il loro funzionamento e lo sblocco delle emozioni positive
  • Il potenziale personale nel modello HPM del Potenziale Umano. Capire come potenziare le nostre energie

Migliore Corso Aziendale Outdoor – esperienze nella natura

  • Esercizi di rilassamento
  • Esercizi di respirazione (Pranayama)
  • Camminata consapevole nel bosco
  • Trarre energia dalla natura
  • Esercizi di autobiografia in passeggiata nella natura
  • Esercizi di focalizzazione delle priorità personali (RME – Retargeting Mental Energies)
  • Intelligenza emotiva e T-Chart (ricentraggio dei propri tempi personali e obiettivi personali)

Migliore Corso Aziendale Outdoor – Bibliografia di riferimento

Durante il Workshop viene esaminato materiale di studio dai testi di Daniele Trevisani, in particolare dai seguenti libri:

Migliore Corso Aziendale Outdoor –  Aspetti logistici

  • Sede di riferimento del corso. il corso può essere tenuto ovunque tuttavia abbiamo avuto ottimi feedback da questa sede del Workshop: Rifugio Wellness Centro Fondo Campolongo, altopiano di Asiago. Località Campolongo Mt. 1551 – 36010 Rotzo (VI) https://www.centrofondocampolongo.it/ – al sito sono presenti indicazioni per l’arrivo
  • Orario (esempio); Venerdì pomeriggio h 14.30-18 introduzione alle tematiche e prima esperienza outdoor a basso impatto (esercizi di grounding e respirazione)  – Workshop il Sabato e Domenica h 9.30-12.30 e 14-17. Esperienza outdoor indicativamente dalle 11.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 16
  • Il rifugio è raggiungibile in auto, a 10 minuti da Asiago. E’ consigliabile prenotare in un B&B qualsiasi di Asiago e poi raggiungere il rifugio in macchina. Centro Fondo Campolongo è un rifugio-wellness, una location tranquilla e ben attrezzata dove poter fare colazioni, pranzi, cene e attività outdoor.
  • L’attrezzatura necessaria è unicamente un paio di scarponi da trekking (altro viene consigliato in base alla stagione)

Migliore Corso Aziendale Outdoor –  concetti fondanti della formazione outdoor

La formazione outdoor è un apprendimento organizzato che si svolge all’aperto,. I programmi di formazione outdoor a volte comportano esperienze residenziali o di viaggio nella natura in cui gli studenti partecipano a una serie di sfide avventurose e attività all’aperto. La formazione outdoor si basa sulla filosofia, sulla teoria e sulle pratiche dell’educazione esperienziale e dell’educazione ambientale .

Migliore Corso Aziendale Outdoor –  concetti fondanti della formazione outdoor – scopo

La formazione outdoor ha obiettivi e pratiche diversi, ma implica sempre l’apprendimento riguardo, dentro e attraverso la vita all’aria aperta.

Migliore Corso Aziendale Outdoor –  concetti fondanti della formazione outdoor – Definizioni

La formazione outdoor può essere semplicemente definita come apprendimento esperienziale dentro, per o riguardo all’aria aperta . Il termine “formazione outdoor”, tuttavia, è utilizzato in senso lato per riferirsi a una serie di attività organizzate che si svolgono in vari modi in ambienti prevalentemente all’aperto. È difficile ottenere definizioni comuni di formazione outdoor perché le interpretazioni variano a seconda della cultura, della filosofia e delle condizioni locali. [1]

L’formazione outdoor viene spesso definita sinonimo di apprendimento all’aria aperta, scuola all’aperto, scuole forestali ed educazione alla natura selvaggia. L’formazione outdoor spesso utilizza o attinge a elementi correlati e/o riporta aree correlate, come insegnare agli studenti come montare le tende e cucinare su un falò. Il segno distintivo dell’formazione outdoor è la sua attenzione al lato “esterno” di questa educazione; mentre l’educazione all’avventura si concentrerebbe sull’aspetto avventuroso e l’educazione ambientale si concentrerebbe sull’aspetto ambientale. L’educazione alla spedizione implica spedizioni nella natura selvaggia “dove l’uomo non è altro che un visitatore”. Tutte queste attività implicano tipicamente una formazione esperienziale .

Migliore Corso Aziendale Outdoor –  concetti fondanti della formazione outdoor – Educazione fuori dalla classe

“L’istruzione fuori dalla classe” descrive l’apprendimento del curriculum scolastico, diverso da quello con una classe di studenti seduti in una stanza con un insegnante e libri. Comprende gite didattiche di biologia e ricerca di insetti nel giardino della scuola, nonché attività al chiuso come l’osservazione del controllo delle scorte in un negozio locale o la visita di un museo . È un concetto che attualmente gode di una rinascita grazie al riconoscimento dei benefici derivanti dallo stile più attivo. Il Comitato per l’Istruzione e le Competenze [2] della Camera dei Comuni del Regno Unito ha riferito che dà vita alla storia e all’arte, sviluppa le abilità sociali e migliora chiaramente la geografia e la scienza.,. [3] Esistono politiche chiave in atto per l’apprendimento all’aperto in Inghilterra, [4] Scozia [5] e Galles.

Nonostante le prove a sostegno di un’estensione del campeggio educativo e dell’apprendimento all’aria aperta per i bambini, ci sono una serie di ostacoli sul percorso. Uno di questi ostacoli è l’avversione al rischio tra insegnanti, genitori e altri, che aumenta la riluttanza verso compiti così diversi e fisici. Il giornalista Tim Gill ha scritto dell’avversione al rischio dei genitori e delle istituzioni che colpisce molte attività con i bambini nel suo libro “No Fear”. [6] Un altro ostacolo è l’alto costo percepito per facilitare l’apprendimento all’aperto. Tuttavia, la creazione di un ambiente di apprendimento all’aperto non deve necessariamente costare molto. L’Early Years Framework Stage del Regno Unito, che delinea le migliori pratiche nell’insegnamento Early Years, afferma che: “L’apprendimento all’aperto è più efficace quando gli adulti si concentrano su ciò che i bambini devono essere in grado di fare piuttosto che su ciò di cui hanno bisogno. Un approccio che considera le esperienze piuttosto che l’attrezzatura, pone i bambini al centro dell’apprendimento e garantisce che i bisogni di apprendimento e di sviluppo dei singoli bambini siano presi in considerazione e soddisfatti in modo efficace” [7]

Linda Tallent , consulente educativa con sede nel Regno Unito che ha lavorato a lungo con le scuole per trasformare gli spazi esterni in ambienti di apprendimento, è d’accordo. Lei ritiene che concentrandosi sulle attività e sullo sviluppo delle competenze, sia possibile sviluppare un programma di apprendimento all’aria aperta su una “stringa di scarpe”. [8] Cita un commento di Will Nixon, che ricorda ai lettori che “L’uso del mondo reale è il modo in cui l’apprendimento è avvenuto per il 99,9% dell’esistenza umana”. Solo negli ultimi cento anni l’abbiamo messo in una piccola scatola chiamata aula.’ [9] Tallent fa anche riferimento alle prove provenienti da una serie di studi secondo cui il modo più efficace di apprendere è attraverso la partecipazione e invita gli educatori a compiere uno sforzo particolare per creare opportunità affinché i bambini possano partecipare al loro apprendimento.

Migliore Corso Aziendale Outdoor –  concetti fondanti della formazione outdoor – Obiettivi

Alcuni obiettivi tipici della formazione outdoor sono:

  • imparare come superare le avversità;
  • migliorare lo sviluppo personale e sociale;
  • sviluppare un rapporto più profondo con la natura;
  • aumentare la fiducia in se stessi durante il campeggio con i compagni di classe;
  • aumentare i risultati attraverso migliori esperienze di insegnamento e apprendimento.

La formazione outdoor abbraccia i tre ambiti del sé, degli altri e del mondo naturale. L’enfasi relativa di questi tre ambiti varia da un programma all’altro. Un programma di formazione outdoor può, ad esempio, enfatizzare uno (o più) di questi obiettivi per:

La formazione outdoor è spesso utilizzata come mezzo per creare un senso più profondo del luogo per le persone in una comunità. Il senso del luogo si manifesta attraverso la comprensione e la connessione che si ha con l’area in cui si risiede. Il senso del luogo è un aspetto importante dell’ambientalismo e della giustizia ambientale perché rende l’importanza di sostenere un particolare ecosistema molto più personale per un individuo. [10]

Migliore Corso Aziendale Outdoor –  concetti fondanti della formazione outdoor –  Storia

La moderna formazione outdoor deve i suoi inizi a iniziative separate. Il campeggio organizzato era evidente tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo in Europa, Regno Unito, Stati Uniti, Australia e Nuova Zelanda. Il movimento scout , fondato nel Regno Unito nel 1907 da Robert Baden-Powell , impiega l’educazione non formale con un’enfasi sulle attività pratiche all’aperto. Il primo viaggio verso l’esterno Il centro di Aberdyfi nel Galles fu fondato durante la seconda guerra mondiale . Le scuole forestali della Danimarca sono esempi di programmi europei con scopi e obiettivi simili.

I principali pionieri dell’formazione outdoor includono Kurt Hahn , un educatore tedesco che ha fondato scuole come la Schule Schloss Salem in Germania ; il movimento degli United World Colleges , il programma del Duke of Edinburgh Award (che enfatizza il servizio alla comunità, le abilità artigianali, l’abilità fisica e le spedizioni all’aperto) e il movimento Outward Bound.

La seconda metà del ventesimo secolo ha visto una rapida crescita delLa formazione outdoor in tutti i settori (statale, volontariato e commerciale) con una gamma sempre più ampia di gruppi di clienti e applicazioni. In questo periodo l’Outward Bound si diffuse in oltre 40 paesi, compresi gli Stati Uniti negli anni ’60. Altri programmi di formazione outdoor con sede negli Stati Uniti includono Project Adventure e National Outdoor Leadership School (NOLS). Project Adventure si concentra sull’uso quotidiano dei percorsi su corde. NOLS utilizza l’ambiente esterno per formare leader per programmi all’aperto e per altri contesti, inclusa la formazione di ogni nuovo astronauta statunitense e del 10% dell’Accademia navale degli Stati Uniti. L’ Associazione per la Formazione Esperienziale è un’associazione professionale di educatori “esperienziali”. La Wilderness Education Association (WEA) è un consorzio di programmi universitari di formazione outdoor con un curriculum standard basato su un modello accademico. (Vedi anche Nord America nella sezione Il giro del mondo .)

Una storia dell’formazione outdoor nel Regno Unito è stata documentata da Lyn Cook (1999), [11] e una storia dell’formazione outdoor in Nuova Zelanda è stata pubblicata in Camping in the Curriculum di Pip Lynch (2007). [12]

Migliore Corso Aziendale Outdoor –  concetti fondanti della formazione outdoor – Filosofia e teoria

La filosofia e la teoria sull’formazione outdoor tendono a enfatizzare l’effetto degli ambienti naturali sugli esseri umani , il ruolo educativo dello stress e della sfida e l’apprendimento esperienziale . [1]

Un punto di vista è che i partecipanti raggiungono il loro livello più “grezzo” quando sono all’aperto perché sono “privati” di molte delle comodità della vita moderna. I partecipanti possono diventare più consapevoli di far parte di un ecosistema più ampio e di non essere vincolati da costumi e norme sociali. In sostanza i partecipanti possono essere fedeli a se stessi e più capaci di vedere gli altri come persone indipendentemente dalla razza, classe, religione, ecc. La formazione outdoor aiuta anche a instillare gli elementi di base del lavoro di squadra perché i partecipanti spesso hanno bisogno di lavorare insieme e fare affidamento sugli altri. Per molte persone un percorso ad alta fune o un’attività all’aperto può ampliare la propria zona di comfort e indurli a mettersi alla prova fisicamente, il che a sua volta può portare a mettersi alla prova mentalmente. [ citazione necessaria ]

Le radici della moderna formazione outdoor possono essere trovate nel lavoro filosofico di:

Il lavoro fondamentale sulla filosofia dell’formazione outdoor comprende il lavoro di:

Un’ampia gamma di scienze sociali e teorie e modelli specifici dell’formazione outdoor sono stati applicati nel tentativo di comprendere meglio l’formazione outdoor. Tra i modelli o concetti teorici chiave ci sono:

Migliore Corso Aziendale Outdoor –  concetti fondanti della formazione outdoor – Intorno al mondo

La formazione outdoor avviene, in una forma o nell’altra, nella maggior parte se non in tutti i paesi del mondo. Tuttavia, può essere implementato in modo molto diverso, a seconda del contesto culturale. Alcuni paesi, ad esempio, considerano La formazione outdoor come sinonimo di educazione ambientale , mentre altri paesi trattano La formazione outdoor e l’educazione ambientale come distinte. Le forme moderne di formazione outdoor sono più diffuse nel Regno Unito, negli Stati Uniti, in Australia, Nuova Zelanda, Europa e, in una certa misura, in Asia e Africa. [ citazione necessaria ] [14] Molti programmi di educazione all’aperto sono stati cancellati nel 2020 a causa della pandemia COVID-19.

UK

L’English Outdoor Council, un ente ombrello, definisce l’formazione outdoor come un modo per studenti e insegnanti di essere pienamente coinvolti in una lezione, abbracciando al tempo stesso la vita all’aria aperta. L’ EOC ritiene che l’formazione outdoor “fornisca profondità al curriculum e offra un contributo importante all’educazione fisica, personale e sociale degli studenti”. [15] Nel Regno Unito, Learning through Landscapes sostiene l’uso dei cortili scolastici come luogo di apprendimento e di gioco economicamente vantaggioso e facilmente accessibile. Scuola forestale . [16] è di moda anche nel Regno Unito, poiché fornisce un approccio molto specialistico allo sviluppo personale nel contesto più ampio dell’Outdoor Learning.

Australia e Nuova Zelanda

In tutta l’Australia e la Nuova Zelanda molti studenti delle scuole intraprendono attività di formazione outdoor e ambientale. Aust/NZ hanno diversi titoli di studio all’aperto e programmi ricreativi professionali all’aperto. Undici insegnanti e leader dell’outdoor hanno completato i loro studi, molti hanno l’opportunità di lavorare in scuole, organizzazioni private o vari centri di formazione outdoor in entrambi i paesi. L’formazione outdoor è prevista come parte dell’educazione fisica e sanitaria della Nuova Zelanda come una delle 7 aree chiave dell’apprendimento. L’Australian Curriculum Assessment and Reporting Authority, con il supporto di Outdoor Education Australia, ha sviluppato documenti curriculari per supportare le scuole a condurre l’istruzione all’aperto in tutto il paese principalmente attraverso le aree di apprendimento di scienze, salute, educazione fisica e discipline umanistiche.

Canada

L’educazione ambientale, in particolare l’formazione outdoor in Canada, è vista attraverso campi all’aperto e programmi residenziali, programmi scolastici e operazioni di viaggio commerciale. L’formazione outdoor in Canada si basa su competenze tecniche “dure” – spesso capacità di viaggiare e campeggiare – e le competenze “soft” – competenze di gruppo e qualità di crescita personale – si fondono con, si potrebbe dire, le competenze “verdi” e “calde” di un focus complementare sull’eco-avventura.” [17] Le avventure si trovano se si partecipa a seminari di sensibilizzazione ambientale o di team building in tutto il Canada.

Danimarca

La Danimarca è conosciuta come uno dei paesi più attenti all’ambiente nel mondo sviluppato. Uno dei modi in cui questo si presenta è attraverso il sistema scolastico forestale che esiste lì. Nei boschi i bambini imparano a usare la natura e gli animali per apprendere l’educazione ambientale di base e l’educazione elementare necessaria. [18]

Finlandia

Nelle scuole finlandesi, il termine “istruzione all’aria aperta” rappresenta l’insegnamento e l’apprendimento che avviene al di fuori della classe con l’obiettivo di raggiungere gli obiettivi del curricolo di base nazionale per l’istruzione di base e del curricolo di base nazionale per le scuole secondarie superiori. Nelle scuole secondarie superiori (studenti di età compresa tra 16 e 18 anni), il tema è “Sviluppo sostenibile”. Gli studenti sono incoraggiati a perseguire uno stile di vita sostenibile, ad agire per lo sviluppo sostenibile e ad esaminare le sfide dello sviluppo sostenibile. [19] Alcuni istituti professionali offrono diplomi secondari in studi sulla natura e sull’ambiente concentrandosi principalmente sul turismo e sulle industrie dell’esperienza. [venti] L’Università di Scienze Applicate di Humak offre una laurea in Avventura e Formazione outdoor nel suo programma di lingua inglese concentrandosi sulle competenze tecniche per gli sport d’avventura e la pedagogia, il turismo e l’imprenditorialità. Ogni anno vengono accolti nel programma 20 studenti . [21] Inoltre l’Università di Scienze Applicate di Humak offre corsi di aggiornamento per insegnanti e persone attive negli sport d’avventura nella loro Università Aperta di Scienze Applicate. [22]

Francia

Alain Kerjean fonda nel 1986 “Hors Limites -Outward Bound France”, adattamento agli adulti della pedagogia attiva e introduce in Francia il movimento aprentissage par l’expérience . Il primo paese latino membro di questa rete. Presidente d’onore: SAS Principe Alberto di Monaco. Nel 1994 sono state fondate due entità: Association Apprendre par l’expérience (giovani) e SARL Expérientiel (aziendali). Dal 2008, Alain Kerjean sviluppa l’Outdoor Education per le università in Romania e fornisce consulenza in Francia agli organismi di formazione che desiderano progettare programmi basati su questa pedagogia. I suoi libri e articoli mettono a disposizione del pubblico francese ricerche e pubblicazioni anglosassoni sull’argomento. [ citazione necessaria ]

Spagna

Il primo progetto di apprendimento all’aperto importante e molto pubblicizzato è stato Ruta Quetzal . Lanciato con l’assistenza del re Juan Carlos nel 1979, era fortemente incentrato sull’esplorazione dei legami culturali dell’Hispanidad attraverso l’Atlantico e per decenni è stato gestito dall’avventuriero e celebrità dei media Miguel de la Quadra-Salcedo . Il progetto è in corso. Esistono numerosi programmi simili, anche se meno ambiziosi, attualmente operativi, ad esempio Rumbo al Sur , tour annuali in Africa gestiti dalla star di un reality show televisivo Telmo Aldaz de la Quadra-Salcedo . [23]

Migliore Corso Aziendale Outdoor –  concetti fondanti della formazione outdoor – Ricerca e opinioni

Esistono molte prove aneddotiche sui benefici delle esperienze di formazione outdoor; Gli insegnanti, ad esempio, parlano spesso del miglioramento che hanno nei rapporti con gli studenti in seguito ad un viaggio. Un’importante meta-analisi di 97 studi empirici ha indicato un effetto complessivo positivo dei programmi di educazione all’avventura su risultati quali il concetto di sé, la leadership e le capacità di comunicazione. [24] Questo studio ha anche indicato che sembravano esserci effetti positivi in corso. Il più ampio studio empirico sugli effetti dei programmi di formazione outdoor (principalmente programmi Outward Bound ) ha rilevato impatti positivi a breve termine, da piccoli a moderati, su una vasta gamma di abilità di vita generiche, con i risultati più forti per programmi più lunghi basati su spedizioni con giovani adulti motivati e il mantenimento parziale a lungo termine di questi guadagni. [25]

Migliore Corso Aziendale Outdoor –  concetti fondanti della formazione outdoor – Tendenze

Esistono diverse tendenze importanti e circostanze mutevoli per La formazione outdoor, tra cui:

Associazioni 

Migliore Corso Aziendale Outdoor –  concetti fondanti della formazione outdoor – Organizzazioni

Migliore Corso Aziendale Outdoor –  concetti fondanti della formazione outdoor – Persone

Ulteriori informazioni: Elenco dei sostenitori dell’outdoor e degli educatori all’aperto del 20 ° secolo

Ulteriori informazioni: Elenco dei sostenitori dell’outdoor e degli educatori all’aperto del 20 ° secolo

Migliore Corso Aziendale Outdoor –  concetti fondanti della formazione outdoor – Temi

Migliore Corso Aziendale Outdoor –  concetti fondanti della formazione outdoor – Riferimenti

  1. ^ Vai a: ab Attività ricreative all’aperto. (nd). Estratto da http://www.trunity.net/lifegermination/topics/view/23121/
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  4. ^“Politiche di apprendimento all’aperto Inghilterra | Imparare attraverso i paesaggi” .
  5. ^“Apprendimento all’aperto in Scozia | Imparare attraverso i paesaggi” .
  6. ^Gill, Tim (2007). Nessuna paura: crescere in una società avversa al rischio (PDF) . Fondazione Calouste Gulbenkian. P. 81. ISBN 978-1-903080-08-5 . Archiviato dall’originale (PDF) il 06-03-2009.
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  46. ^Progetto Avventura Evoluzione
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  48. ^ Seton, Julia, Dai mille fuochi , 1967.

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Elevarsi rispetto alla coscienza ordinaria. I 17 livelli di David Hawkins

©Articolo estratto con il permesso dell’autore, dott. Daniele Trevisani, dal testo “Il Coraggio di Evolvere. Coaching attivo esperienziale e counseling per lo sviluppo personale e professionale. Il metodo della Neotropia”, Bologna, OM Editore.

L’esercizio neotropico e la ricerca della nostra crescita umana, professionale e manageriale, ci trascina inesorabilmente verso una maggiore libertà esistenziale e anche professionale, uscendo dalla morsa di schemi vecchi e obsoleti.

La vera sfida, come dice Goethe, è lavorarci per conquistarne un brano in ogni singolo giorno della nostra vita. Farne quindi un abito mentale è la vera forma di progresso che cerchiamo.

In questo processo ci scontriamo contro un nemico invisibile: lo stato di coscienza ordinario in cui passiamo la maggior parte del nostro tempo.

Secondo David Hawkins esistono 17 livelli di coscienza ognuno dei quali ha precise caratteristiche.

Conoscere a che livello di coscienza siamo è un’operazione eccezionale tra tutte le possibili operazioni psicologiche che possiamo raggiungere.

(Shame). Vergogna, disperazione. (Livelli di calibrazione 20 e inferiori)

Secondo Hawkins, questo livello è pericolosamente vicino alla morte, che può essere scelta come suicidio cosciente o più sottilmente mascherata dall’incapacità di prendere provvedimenti per prolungare la vita. La morte per negligenza, indifferenza, abbandono o incidente è comune a questo livello. Tutti sono consapevoli del dolore di “perdere la faccia”, essere screditati o sembrare una “non persona”. In Shame, le persone chinano la testa e scappano via, desiderando di essere invisibili. L’esilio è un tradizionale accompagnamento della vergogna, e nelle società primitive da cui ha origine l’umanità l’esilio equivale alla morte. È la base della paura della disapprovazione, del rifiuto o del fallimento.

Per dare la possibilità all’evoluzione personale di concretizzarsi, occorre liberarsi delle zavorre di autoflagellazione del passato e del presente e perdonarsi, per poi ripartire.

La Neotropia e la crescita personale, in questo caso specifico, ci chiedono di “andare via da” una condizione di vita interiore miserabile e intraprendere il nostro personale “Viaggio”, il “viaggio dell’eroe” che dovrà attraversare selve oscure e abissi dell’anima per trovare la propria libertà e realizzazione.

(Guilt). Colpa e odio vendicativo. (Livello di calibrazione 30)

Secondo Hawkins la colpa, così comunemente usata sotto forma di vergogna dalla nostra società per manipolare e punire, si manifesta in una varietà di espressioni, come il rimorso, l’auto-recriminazione, il masochismo e l’intera gamma di sintomi di vittimismo. Il senso di colpa inconscio si traduce in malattie psicosomatiche, predisposizione agli incidenti e comportamenti suicidi. Molte persone lottano con il senso di colpa per tutta la vita, mentre altri tentano disperatamente di sfuggirvi negando amoralmente del tutto il senso di colpa.

La Neotropia e la crescita personale ci chiedono di fare nostro il concetto di accettazione di sé stessi, proposto da Carl Rogers come base fondamentale per un percorso di crescita personale. Quando iniziamo ad accettarci per come siamo, da lì possiamo partire per scalare tutte le vette possibili della realizzazione personale.

(Apathy). Apatia. (Livello di calibrazione 50)

Secondo Hawkins il livello di Apatia è caratterizzato da abbandono, indifferenza, povertà e, in gradi più gravi, da disperazione. Il mondo e il futuro sembrano tetri e il pathos è il tema della vita. È uno stato di impotenza e le sue vittime, bisognose in ogni modo, mancano non solo di risorse, ma anche di energie per sfruttare ciò che può essere disponibile. A meno che l’energia esterna non venga fornita dai “caregiver” (portatori di aiuto), può risultare la morte per suicidio passivo. Senza la volontà di vivere, i disperati guardano con sguardo assente, insensibili agli stimoli. Gli occhi smettono di seguire e non c’è energia sufficiente nemmeno per ingoiare il cibo offerto.

Questo è il livello dei senzatetto e dei derelitti della società. È anche il destino di molti anziani e di altri che si isolano da malattie croniche o progressive. Gli apatici sono dipendenti; sono “pesanti” e si sentono come un peso per coloro che li circondano.

La Neotropia e più in generale la ricerca di nuovi equilibri di vita, l’inserimento di nuove passioni e interessi, in caso di apatia, è esattamente la cura che serve. Inquadrare obiettivi, traguardi, goals, stimola e fa uscire dall’apatia, e più facciamo azione dopo azione più cancelliamo l’apatia per sempre dal nostro modo di essere.

Nel modello HPM abbiamo una innumerevole serie di vettori di crescita e di evoluzione che ci aspettano. Dobbiamo solo intraprendere uno o più dei cammini descritti da tale modello.

(Grief). Dolore/Rimorso. (Livello di calibrazione 75)

Secondo Hawkins questo è il livello di tristezza, perdita e sconforto. La maggior parte delle persone lo ha sperimentato per periodi di tempo, ma coloro che rimangono a questo livello vivono una vita di costante rimpianto e depressione. Questo è il livello di lutto, sconforto e rimorso per il passato. È anche il livello dei perdenti abituali e di quei giocatori d’azzardo cronici che accettano il fallimento come parte del loro stile di vita, spesso con la perdita di lavoro, amici, famiglia e opportunità, nonché denaro e salute.

Grandi perdite nella prima infanzia rendono più tardi una persona vulnerabile all’accettazione passiva del dolore, come se il dolore fosse il prezzo della vita. In Grief si vede tristezza ovunque: la tristezza dei bambini piccoli, delle condizioni del mondo e persino la tristezza della vita stessa. Questo livello colora l’intera visione dell’esistenza. Parte della sindrome della perdita è il senso di incapacità di sostituire ciò che è perso o ciò che simboleggiava. C’è una generalizzazione dal particolare, così che la perdita di una persona amata è equiparata alla perdita dell’amore stesso. A questo livello, tali perdite emotive possono innescare una grave depressione o addirittura la morte.

Sebbene il dolore sia il cimitero della vita, ha ancora più energia rispetto all’Apatia. Quindi, quando i pazienti apatici traumatizzati iniziano a piangere, sappiamo che stanno migliorando, perché una volta che iniziano a piangere, mangeranno di nuovo.

In condizioni di dolore fisico o esistenziale pensare al nuovo o al futuro è possibile ma molto faticoso. E quasi sempre il nuovo viene visto come una minaccia anziché come una opportunità. Per questo motivo è bene praticare tecniche di training mentale atte a riportare in alto i livelli di energia personale e sbloccare le energie che servono per progettare il nuovo, affrontarlo e volerlo ardentemente.

(Fear). Paura. (Livello di calibrazione 100)

Secondo Hawkins al livello di 100, è disponibile più energia vitale. La paura del pericolo pervade gran parte del mondo, stimolando un’attività senza fine. La paura dei nemici, della vecchiaia o della morte e del rifiuto, insieme a una moltitudine di paure sociali, è una motivazione fondamentale nella vita della maggior parte delle persone.

Dal punto di vista di questo livello, il mondo appare pericoloso, pieno di trappole e minacce. La paura è lo strumento ufficiale preferito per il controllo da parte delle agenzie totalitarie oppressive.

La proliferazione delle paure è illimitata quanto l’immaginazione umana. Una volta che ci si concentra sulla paura, gli infiniti eventi spaventosi del mondo la alimentano. La paura diventa ossessiva e può assumere qualsiasi forma, ad esempio la paura della perdita di una relazione porta alla gelosia e a un livello di stress cronicamente elevato.

Il pensiero timoroso può sfociare in paranoia o generare strutture difensive nevrotiche e, poiché è contagioso, può diventare una tendenza sociale dominante.

La paura limita la crescita della personalità e porta all’inibizione. Poiché ci vuole energia per elevarsi al di sopra della Paura, gli oppressi non sono in grado di raggiungere un livello superiore senza assistenza. Quindi, i timorosi cercano leader forti che sembrano aver vinto la loro paura per condurli fuori dalla loro schiavitù.

La paura è un’emozione, ma come stile di vita pervasivo è limitante. La paura realistica (cioè la cautela) serve alla sopravvivenza, in contrasto con le paure irrazionali, che indicano problemi psicologici intrapsichici.

Per quanto riguarda la Neotropia e l’evoluzione personale, uscire da uno stato di paura permanente è un grandissimo e nobile traguardo. È indispensabile il ricorso a psicoterapeuti, counselor, coach, formatori, guide spirituali, perché la persona sequestrata dalla paura e angoscia permanentemente, molto difficilmente riuscirà a trovare una luce da sola.

La paura è un fenomeno ancestrale e pervade anche atti come il parlare in pubblico, il prendersi cura di altri, la paura di essere o meno all’altezza di un certo compito.

Se riusciamo a liberarci da paure inutili il nostro viaggio attraverso la Neotropia e l’evoluzione personale sarà un grande percorso di liberazione delle nostre potenzialità ancora inespresse.

Accettiamo quindi di fallire, accettiamo di fallire e riprovare, accettiamo di cadere, perché sappiamo che in un modo o nell’altro ci rialzeremo e diventeremo ancora più forti.

Rispetto al tema della paura e dell’angoscia, è interessante la distinzione proposta da Rogers e Kinget:

La sicurezza interna, condizione primaria del progresso terapeutico, consiste in una diminuzione del livello di angoscia. Per il fatto che si tratta di angoscia, di uno stato diffuso, e non di paura che è una reazione a una situazione o a un oggetto ben definito, questa diminuzione non può prodursi con uno sforzo di volontà. Almeno non potrebbe risultarne in modo diretto. In effetti l’angoscia non è un’emozione specifica: è uno stato generalizzato che penetra l’organismo intero nei suoi aspetti sia fisiologici – tensione muscolare, circolazione, secrezione endocrina – che esperienziali. Gli effetti psicosomatici che uniscono il disturbo psicologico alla disfunzione fisiologica dimostrano chiaramente il carattere diffuso dell’angoscia. (Ricorrendo ad un’analogia un po’ terra terra, diciamo che gli effetti della paura possono paragonarsi ad una spina nel piede; quelli dell’angoscia ad un’infezione. L’una può essere estirpata, mentre l’altra richiede un certo risanamento generale).

Sempre ricorrendo al contributo di Rogers e Kinget, notiamo che la figura stessa del terapeuta e le sue capacità di ascolto empatico e di “non giudizio” del cliente, diventano i fattori primari attraverso i quali la paura e l’angoscia possono essere superate:

Come l’angoscia, la sicurezza di cui si tratta qui è uno stato generalizzato o diffuso che sfugge all’influenza diretta. Essa si sviluppa in modo impercettibile, in qualche modo per contagio. Per il fatto che si estende all’intero organismo, nei suoi aspetti affettivi così come in quelli cognitivi, si può dire che questa sicurezza rappresenta una risposta alla persona del terapeuta più che una reazione all’attività di costui. In effetti non essendo il terapeuta Rogersiano “attivo”, nel senso che non prende l’iniziativa, non interroga e non giudica, non provoca reazioni nel senso di attività sferrate dal di fuori.

(Desire). Desiderio. (Livello di calibrazione 125)

Secondo Hawkins c’è ancora più energia disponibile a livello di Desiderio. Il desiderio motiva vaste aree dell’attività umana, compresa l’economia. I pubblicitari giocano sui desideri per programmarci con bisogni legati a pulsioni istintive. Il desiderio ci spinge a fare grandi sforzi per raggiungere obiettivi o ottenere ricompense. Il desiderio di denaro, prestigio o potere guida la vita di molti di coloro che hanno superato la paura come motivo di vita predominante.

Il desiderio è anche il livello delle dipendenze, in cui il desiderio diventa un desiderio più importante della vita stessa. Le vittime del Desiderio possono effettivamente essere inconsapevoli della base delle loro motivazioni.

Alcune persone diventano dipendenti dal desiderio di attenzione e allontanano gli altri dalle loro continue richieste. Il desiderio di approvazione sessuale ha prodotto le enormi industrie della cosmetica e della moda che esaltano il glamour e il fascino.

Il desiderio ha a che fare con l’acquisizione e l’accumulo, che spesso è insaziabile perché è un campo energetico in corso. La soddisfazione di un desiderio è semplicemente sostituita dal desiderio insoddisfatto di qualcosa di più, ad esempio, i multimilionari spesso rimangono ossessionati dall’acquisizione di sempre più denaro.

Il desiderio è ovviamente uno stato molto più alto dell’apatia o del dolore. Per “ottenere”, bisogna prima avere l’energia di “volere”. La televisione ha avuto una grande influenza su molte persone oppresse, inculcando desideri e aumentando i loro desideri nella misura in cui escono dall’Apatia e iniziano a cercare una vita migliore. “Want” e “Desire” possono avviarci sulla strada del successo. Il desiderio può quindi diventare un trampolino di lancio verso livelli di consapevolezza ancora più elevati.

Il desiderio è un dono, quando ben calibrato e non sovrastante l’individuo. In Neotropia, il desiderio del nuovo non deve essere fine a sé stesso ma ancorato a precisi traguardi di miglioramento ed evoluzione personale.

Al livello del Desiderio, dobbiamo fare una grande opera di Neotropia positiva per liberarci da quei desideri indotti dai messaggi pubblicitari e dai modelli sociali devianti che ci circondano che rischiano di avvelenare il nostro animo e renderci mai contenti e mai soddisfatti.

Dobbiamo invece autodeterminare i nostri desideri più profondi partendo dai valori forti che ci possono fare da guida e sorreggere il nostro viaggio di crescita personale e il percorso che vogliamo intraprendere.

“Non si tratta semplicemente di «abituarsi a ignorare» la pressione esercitata dagli spot, ma anche – e forse in primo luogo – le pressioni, probabilmente meno ovvie e tuttavia quasi certamente più efficaci, che sono esercitate dalle persone che ci circondano, dagli standard che queste si sforzano di mantenere e ai quali si aspettano che tutti nella loro cerchia si attengano. E per ignorare, minimizzare, superare la pressione sociale ci vuole coraggio – un sacco di coraggio.

(Anger). Rabbia. (Livello di calibrazione 150)

Secondo Hawkins, la rabbia può portare ad azioni costruttive o distruttive. Quando le persone escono dall’Apatia e dal Dolore per superare la Paura come stile di vita, iniziano a desiderare. Il desiderio porta alla frustrazione che a sua volta porta alla rabbia. Quindi, la rabbia può essere un fulcro attraverso il quale gli oppressi vengono infine catapultati verso la libertà.

La rabbia per l’ingiustizia sociale, la vittimizzazione e la disuguaglianza ha alimentato grandi movimenti che hanno portato a grandi cambiamenti nella struttura della società. Nota che sono stati i movimenti e non la rabbia stessa a portare benefici costruttivi.

La rabbia, tuttavia, si esprime più spesso come risentimento o come uno stile di vita esemplificato da persone irritabili, esplosive che sono ipersensibili agli insulti e diventano “estrattori di ingiustizie”, così come irascibili, piantagrane, bellicose o litigiose.

La rabbia che deriva da un desiderio frustrato si basa sul campo energetico sottostante (Desiderio). La frustrazione deriva dall’esagerare l’importanza dei desideri. La persona arrabbiata può, come il bambino frustrato, andare su tutte le furie. La rabbia porta facilmente all’odio, che ha un effetto erosivo su tutte le aree della vita di una persona.

La rabbia come emozione è prevalente in tutta la società come reazione transitoria, ma la rabbia come livello di coscienza è indicativa del dominio di un pervasivo campo energetico negativo che riflette le percezioni distorte dell’ego. Un aspetto primario della distorsione è una visione del mondo orientata narcisisticamente e le aspettative che il mondo dovrebbe soddisfare e conformarsi ai propri desideri e percezioni. Dal momento che il mondo non è centrato o interessato a un individuo specifico di per sé, il risultato è frustrazione e risentimento cronici.

Affrontare il nuovo con rabbia è deleterio in quanto solo uno stato mentale positivo ci fa cogliere verso cosa dirigersi veramente, mentre la rabbia offusca la mente e ci rende ciechi verso cosa valga la pena davvero vivere, o quali progetti vale la pena attivare.

Per capire bene su cosa impegnarsi serve una mente calma e uno stato d’animo positivo.

(Pride). Orgoglio. (Livello di calibrazione 175)

Secondo Hawkins, le persone si sentono più positive quando raggiungono questo livello e l’aumento dell’autostima è un balsamo per tutto il dolore provato ai livelli più bassi di coscienza.

L’orgoglio è abbastanza lontano da vergogna, colpa o paura e uscire dalla disperazione è un enorme salto. L’orgoglio in quanto tale ha generalmente una buona reputazione ed è incoraggiato socialmente, tuttavia, come vediamo dalla Mappa della Scala della Coscienza, è sufficientemente negativo da rimanere al di sotto del livello critico di 200. L’orgoglio si colloca bene solo in contrasto con i livelli inferiori.

Poiché “L’orgoglio precede una caduta”, è difensivo e vulnerabile in quanto dipende dalle condizioni esterne, senza le quali può tornare improvvisamente a un livello inferiore. L’ego gonfiato è vulnerabile agli attacchi. L’orgoglio rimane debole perché può essere buttato giù dal suo piedistallo nella vergogna, che è la minaccia che accende la paura della perdita dell’orgoglio.

L’orgoglio crea divisioni e dà origine a faziosità, con conseguenze costose. Vi sono uomini che muoiono comunemente per l’orgoglio per il quale gli eserciti ancora si massacrano regolarmente a vicenda. …

Il lato negativo dell’orgoglio è l’arroganza e la negazione. Queste caratteristiche bloccano la crescita. In Pride, il recupero dalle dipendenze è impossibile perché vengono negati problemi emotivi o difetti di carattere. L’intero problema della negazione è quello dell’orgoglio; quindi, l’orgoglio è un blocco molto considerevole per l’acquisizione del potere reale, che sostituisce l’orgoglio con vera statura e prestigio.

Per dirigersi verso il nuovo ed evolvere in modo sano occorre una sana autostima, ma non un ego ipertrofico tale da farci perdere la sottile linea di confine che separa l’orgoglio verso la propria identità da altre forme come l’arroganza e sentirsi superiori agli altri.

Il rischio è bene evidenziato in questo passaggio: “L’orgoglio è autoammirazione, il che implica che gli altri, al confronto, sono inferiori o hanno meno valore, rango o virtù”.

(Courage). Coraggio. (Livello di calibrazione 200)

Secondo Hawkins, a livello di Coraggio, l’energia spirituale altera profondamente l’esperienza di sé e degli altri; quindi, è il livello dell’inizio dell’Empowerment. Questa è la zona di esplorazione, realizzazione, forza d’animo e determinazione.

Ai livelli inferiori, il mondo è visto come senza speranza, triste, spaventoso, allettante o frustrante, ma al livello del Coraggio, la vita è vista come eccitante, sfidante e stimolante.

Il coraggio implica la volontà di provare cose nuove e di affrontare le vicissitudini della vita. A questo livello di responsabilizzazione, si è in grado di affrontare e gestire efficacemente le opportunità della vita.

Al livello 200, ad esempio, c’è l’energia per apprendere nuove competenze lavorative, e la crescita e l’istruzione sono ormai obiettivi raggiungibili. C’è la capacità di affrontare le paure o i difetti del carattere e di crescere nonostante loro, e l’ansia non paralizza lo sforzo come fa negli stadi inferiori dell’evoluzione.

Gli ostacoli che sconfiggono le persone il cui livello di coscienza è inferiore a 200 agiscono come stimolanti per coloro che si sono evoluti nel primo livello di vero potere.

Le persone a questo livello restituiscono al mondo tanta energia quanta ne prendono. Ai livelli più bassi, le popolazioni così come gli individui assorbono energia dagli altri individui e dalla società senza ricambiare. Poiché la realizzazione si traduce in un feedback positivo, l’auto-ricompensa e l’autostima si rafforzano progressivamente. È qui che inizia la produttività.

Superare il livello 200 è il passo più critico nell’evoluzione della coscienza umana e della sua qualità concordante sia della vita interiore che esteriore.

Lo sviluppo della capacità di allinearsi con una verità riconosciuta piuttosto che con un guadagno personale separa chiaramente la verità dalla menzogna.

La scelta decisiva per fare questo passo è quella di assumersi la responsabilità ed essere responsabili delle proprie decisioni o azioni. Ciò indica anche un passaggio dall’essere dominati dalle emozioni primitive, che vengono attenuate dall’intelligenza e dalla validità verificabile piuttosto che dall’emotività egoistica che si traduce in un ragionamento fallace e distorto.

Pertanto, il coraggio rappresenta la vittoria sulla paura della perdita di guadagno e la sua sostituzione con ricompense di verità più a lungo termine.

Il coraggio porta fiducia interiore e un maggiore senso di potere personale perché non dipende da fattori o risultati esterni. Scegliere l’integrità e l’onestà verso sé stessi è gratificante e rafforzante.

Coraggio e perseveranza sono due capacità che in Neotropia è bene coltivare. Al livello del Coraggio, abbiamo le energie per apprendere nuove competenze lavorative, sportive, culturali, qualsiasi cosa vogliamo imparare sappiamo che se ci impegniamo può essere alla nostra portata.

Il coraggio è inoltre un grande antidoto dell’apatia, uno stato di bassa energia che, similmente alla paura, blocca la persona in un regime di vita amputante e interrompe anche l’idea stessa di impegnarsi in un progetto sul Nuovo.

(Neutrality). Neutralità. (Livello di calibrazione 250)

Secondo Hawkins, l’energia diventa molto positiva al livello chiamato Neutrale a causa del rilascio dalle posizioni dei livelli inferiori.

Ai livelli inferiori a 200, la coscienza tende a vedere dicotomie e ad assumere posizioni rigide che sono impedimenti in un mondo complesso e multifattoriale piuttosto che in bianco e nero.

L’assunzione di posizioni dualistiche crea polarizzazione, che poi crea opposizione e divisione. Come nelle arti marziali, una posizione rigida diventa un punto di vulnerabilità: ciò che non si piega può rompersi.

Elevandosi al di sopra delle barriere o delle opposizioni che dissipano le proprie energie, la condizione Neutrale consente flessibilità e una valutazione realistica e non giudicante dei problemi.

Essere neutrali significa essere relativamente distaccati dai risultati. Non ottenere ciò che si vuole non è più vissuto come una sconfitta, una paura o una frustrazione.

A livello Neutrale una persona può dire: “Beh, se non ottengo questo lavoro, ne troverò un altro”. Questo è l’inizio della fiducia interiore. Quando si percepisce il proprio potere, non si è facilmente intimiditi o spinti a provare qualcosa. L’aspettativa che la vita, con i suoi alti e bassi, andrà sostanzialmente bene è un atteggiamento di livello 250.

Le persone in stato di Neutrality hanno un senso di benessere; il segno di questo livello è una capacità fiduciosa di vivere nel mondo. Questo è il livello di sicurezza. È facile andare d’accordo con le persone di livello neutrale e con cui è sicuro associarsi perché non sono interessate al conflitto, alla competizione o al senso di colpa. Sono a loro agio e fondamentalmente emotivamente indisturbati.

Questo atteggiamento è non giudicante e non porta ad alcun bisogno di controllare i comportamenti degli altri. Di conseguenza, il livello di Neutralità si traduce in una maggiore libertà per sé e per gli altri.

L’acquisizione di uno stato di calma interiore favorito dalla Neutralità è un ottimo alleato della Neotropia e di qualsiasi percorso di evoluzione, in quanto rimuove il senso di fretta, che in genere è una cattiva consigliera.

Inoltre – quando non ottenere ciò che si vuole non è più vissuto come una sconfitta, una paura o una frustrazione – una condizione che appartiene alla Neutralità, si dissolve ogni ansia da prestazione e ogni indugio quindi ad intraprendere qualcosa di nuovo.

Ci si libera dallo stato paralizzante della ossessione da risultato e del bisogno di competere sempre contro tutto e contro tutti. Ci si concentra sul proprio miglioramento personale e quello delle aziende o del mondo intero. Si procede verso il Nuovo con uno stato di serenità di fondo che fa bene sia alla persona che ai progetti in cui si impegna.

(Willingness). Volontà. (Livello di calibrazione 310)

Secondo Hawkins, questo livello di energia molto positivo può essere visto come la porta per i livelli superiori di consapevolezza. Considerando che i lavori, ad esempio, vengono eseguiti bene a livello Neutrale, a livello di Volontà, il lavoro viene svolto ancora meglio e il successo è comune a tutti gli sforzi.

La crescita è rapida qui; qui si trovano le persone scelte per l’avanzamento. La disponibilità implica che si è superata la resistenza interiore alla vita e si è impegnati nella partecipazione.

Al di sotto del livello 200, le persone tendono ad essere di mentalità chiusa, ma al livello 310 si verifica una grande apertura. A questo livello le persone diventano veramente amichevoli e i successi sociali ed economici sembrano seguire automaticamente. I volenterosi non sono turbati dalla disoccupazione; accetteranno qualsiasi lavoro quando necessario, o creeranno una carriera o diventeranno lavoratori autonomi. Non si sentono umiliati da lavori di servizio o iniziando “dal basso”. Sono utili agli altri e tendono al volontariato, contribuendo al bene della società. Sono anche disposti ad affrontare problemi interiori e non hanno grandi blocchi di apprendimento.

A questo livello, l’autostima è alta e rafforzata dal feedback positivo della società sotto forma di riconoscimento, apprezzamento e ricompensa. La disponibilità è comprensiva e sensibile ai bisogni degli altri.

Le persone volenterose sono costruttori e collaboratori della società. Con la loro capacità di riprendersi dalle avversità e di imparare dall’esperienza, tendono a correggersi da soli. Dopo aver lasciato andare l’orgoglio, sono disposti a guardare i propri difetti e imparare dagli altri. A livello di Volontà, le persone diventano studenti eccellenti e rappresentano una notevole fonte di potere per la società.

Le persone “percepiscono” come con un sesto senso se la controparte è portatrice di buona volontà o di scopi solo personalistici. Quando si percepisce di relazionarsi e lavorare con una persona della quale si avverte la buona volontà questo diventa un fattore positivo.

Come afferma Peale “Mentre affermate e riaffermate con forza la vostra intenzione, essa vi si anniderà nel subconscio e, da lì, vi aiuterà effettivamente a diventare ciò che volete essere. Ma questo passo richiede fermezza, un atteggiamento che esclude qualsiasi gioco a nascondino con sé stessi.”

(Acceptance). Accettazione. (Livello di calibrazione 350)

Secondo Hawkins, a questo livello di consapevolezza, avviene una grande trasformazione con la comprensione che la persona stessa è la fonte e il creatore dell’esperienza della propria vita. L’assunzione di tale responsabilità è caratteristica di questo grado di evoluzione, caratterizzato dalla capacità di vivere in armonia con le forze della vita.

Al di sotto del livello di coscienza 200, c’è la tendenza a considerarsi una vittima in balia della vita. Ciò deriva dalla convinzione che la fonte della propria felicità o la causa dei propri problemi sia “là fuori”. L’enorme salto di riprendersi il proprio potere si completa a questo livello con la consapevolezza che la fonte della felicità è dentro di sé. In questa fase più evoluta, niente “là fuori” ha la capacità di rendere felici, e l’amore non è qualcosa che viene dato o tolto da un altro, ma è creato dall’interno.

L’accettazione non va confusa con la passività, che è sintomo di apatia. Questa forma di accettazione consente di impegnarsi nella vita secondo i termini della vita, senza cercare di conformarsi a un programma.

Con l’Accettazione, c’è calma emotiva e la percezione si amplia man mano che la negazione viene trascesa. Ora si vedono le cose con meno distorsioni o interpretazioni errate e il contesto dell’esperienza viene ampliato in modo da essere in grado di “vedere l’intero quadro”. L’accettazione ha essenzialmente a che fare con l’equilibrio, la proporzione e l’adeguatezza.

L’individuo a livello di Accettazione è meno interessato al giudizio e invece è dedicato alla risoluzione dei problemi e alla scoperta di cosa fare con i problemi. I lavori difficili non causano disagio o sgomento. Gli obiettivi a lungo termine hanno la precedenza su quelli a breve termine; l’autodisciplina e la padronanza sono prominenti.

Il livello di Accettazione non è polarizzato dal conflitto o dall’opposizione; vede che le altre persone hanno uguali diritti e quindi onora l’uguaglianza.

Mentre i livelli inferiori sono caratterizzati da rigidità, a questo livello la pluralità sociale comincia ad emergere come una forma di risoluzione dei problemi. Pertanto, questo livello è privo di estremi di discriminazione o intolleranza. C’è la consapevolezza che l’uguaglianza non preclude la diversità. L’accettazione include piuttosto che respingere.

Vivere in armonia con le forze della vita è uno dei grandi obiettivi della Neotropia e di ogni percorso evolutivo. Altri stati favorevoli alla Neotropia, caratteristici di questo livello, sono dati dal fatto che i lavori difficili non causano disagio o sgomento, così come i progetti sfidanti si depurano da paura e ansia.

Come evidenzia Hawkins, gli obiettivi a lungo termine hanno la precedenza su quelli a breve termine, e quindi il Nuovo che cerchiamo può diventare più saggio, più lungimirante; l’autodisciplina e la padronanza sono prominenti e quindi abbiamo anche la pazienza che serve per portare avanti progetti che richiedono impegno continuativo e a lungo tempo.

A questo stato avviene un vero salto di paradigma nella comunicazione. Come evidenzia Hawkins, I livelli di coscienza inferiori a 350 riflettono il dominio della percezione da parte di posizioni emotive e valori presunti. A livelli inferiori a 200, le emozioni sono dure, distruttive e conflittuali, e quindi inclini a conflitti e contese. Al livello 200, l’emotività si sposta dalla negatività a una visione più positiva del mondo e di sé e diventa di supporto alla vita. Al livello 310, l’emotività e la volizione sono prevalentemente positive ma rappresentano ancora le pulsioni emotive. Al livello 350, con l’accettazione, la tranquillità sostituisce le emozioni disturbanti in modo che l’interferenza dell’emotività svanisca in secondo piano piuttosto che determinare i sentimenti.

(Reason). Ragione. (Livello di calibrazione 400)

Secondo Hawkins, l’intelligenza e la razionalità vengono alla ribalta quando l’emotività dei livelli inferiori viene trascesa. La ragione è in grado di gestire grandi e complesse quantità di dati e di prendere decisioni rapide e corrette; di comprendere la complessità delle relazioni, delle gradazioni e delle sottili distinzioni; e della manipolazione esperta dei simboli man mano che i concetti astratti diventano sempre più importanti.

Questo è il livello della scienza, della medicina e, in generale, della maggiore capacità di razionalità, concettualizzazione e comprensione.

Pertanto, la conoscenza e l’istruzione sono molto apprezzate.

La comprensione dell’informazione e della logica sono i principali strumenti di realizzazione che sono i tratti distintivi del livello 400. Questo è il livello dei vincitori del Premio Nobel, dei grandi statisti, dei giudici della Corte Suprema, di Einstein, di Freud e di molte altre figure importanti nella storia del pensiero come rappresentato in The Great Books of the Western World (per comodità, ristampato da Truth vs Falsehood).

I difetti di questo livello sono l’incapacità di distinguere chiaramente la differenza tra i simboli (cioè res cogitans) e ciò che rappresentano (res externa), e la confusione tra il mondo oggettivo e quello soggettivo che limita la comprensione della causalità.

A questo livello è facile perdere di vista la foresta per gli alberi, infatuarsi di concetti e teorie, e finire per perdere l’essenziale. [1]

Saper inserire parti di “ragionamento” nella ricerca del nuovo (Neotropia) fa bene, ma non diamo per scontato che siano sufficienti. Nella Neotropia e nei percorsi di evoluzione personale è facile dover dare ascolto anche alle “pulsioni” che spingono verso un certo tipo di nuovo, anche se ancora non razionalizzate.

In un gruppo di lavoro sull’innovazione e Netropia è facile avere visioni contrapposte e fare analisi diverse, che potrebbero condurre a conflitti nel gruppo stesso.

Secondo la “Scuola della Negoziazione dei Principi” sviluppata da Fisher, Ury e Patton[2], la competenza principale di chi si trova a negoziare è quella di trovare dei principi condivisi nonostante le diversità presenti (ricerca del “common ground”) e questo richiede le seguenti competenze:

  • saper scindere le persone dal problema, focalizzarsi sul problema;
  • saper gestire le proprie emozioni;
  • apprendere a concentrarsi sugli interessi e non sulle posizioni
  • riuscire a generare una gamma di opzioni e possibilità prima di decidere cosa fare
  • riuscire a far sì che i risultati attesi dalla negoziazione si basino su qualche unità di misura oggettiva.

Si tratta già di grandi passi avanti rispetto alle decisioni condotte in stato di rabbia o di orgoglio estremo, tuttavia presuppongono che nessuna delle parti cadrà vittima del “sequestro emotivo” che invece è una possibilità non remota nella ricerca del nuovo, soprattutto quando mosse da sentimenti e pulsioni profonde.

(Love). Amore. (Livello di calibrazione 500)

Secondo Hawkins, il livello 500 è caratterizzato dallo sviluppo di un campo energetico che è progressivamente incondizionato, immutabile e permanente.

Non fluttua perché la sua fonte all’interno della persona che ama non dipende da fattori esterni.

L’amore è un modo di stare e di relazionarsi con il mondo ed è indulgente, nutriente e di supporto. L’amore non è intellettuale e non procede dalla mente; l’amore emana dal cuore. Ha la capacità di sollevare gli altri e compiere grandi imprese grazie alla sua purezza di motivazione.

A questo livello di sviluppo, la capacità di discernere l’essenza diventa predominante; il nucleo di un problema diventa il centro dell’attenzione. Quando la ragione viene aggirata, sorge la capacità di riconoscimento istantaneo della totalità di un problema e di una maggiore espansione del contesto.

La ragione si occupa di particolari, mentre l’amore si occupa di interi. Questa capacità, spesso attribuita all’intuizione, è la capacità di comprensione istantanea senza ricorrere all’elaborazione sequenziale di simboli.

Questo fenomeno apparentemente astratto è, infatti, abbastanza concreto ed è accompagnato da un misurabile rilascio di endorfine nel cervello.

L’amore non prende posizione e quindi è globale, elevandosi al di sopra della separazione della posizionalità. È quindi possibile essere “uno con l’altro” poiché non ci sono più barriere. L’amore è quindi inclusivo e amplia progressivamente il senso di sé.

L’amore si concentra sulla bontà della vita in tutte le sue espressioni e aumenta ciò che è positivo. Dissolve la negatività ricontestualizzandola piuttosto che attaccandola. In quanto tale, è benigno, di supporto e nutre la vita; di conseguenza, è il livello della vera felicità.

Un progetto di Neotropia condotto a questo livello parte da certezze interiori solidissime, certezze che sono all’interno della persona e non dipendono da fattori esterni né se ne lasciano influenzare.

Siamo nel campo dell’evoluzione personale in terreni dove “so che è giusto così”, so che è mio dovere morale impegnarmi, al di là di quello che ne pensano gli altri.

A questi livelli, la convinzione e determinazione diventano solidissime e difficilmente modificabili da pressioni esterne.

(Joy). Amore incondizionato, gioia ed estasi. (Livello di calibrazione 540-599)

Secondo Hawkins, man mano che l’Amore diventa sempre più incondizionato, comincia a essere sperimentato come Gioia interiore. Questa non è la gioia improvvisa di un piacevole susseguirsi di eventi, ma è invece un accompagnamento costante a tutte le attività.

La gioia nasce dall’interno di ogni momento dell’esistenza piuttosto che da qualsiasi fonte esterna.

Il livello 540 è anche il livello di guarigione e di gruppi di auto-aiuto a base spirituale.

Dal livello 540 in su è il dominio dei santi, dei guaritori spirituali e degli studenti spirituali avanzati.

Caratteristica di questo campo energetico è la capacità di un’enorme pazienza e la persistenza di un atteggiamento positivo di fronte a avversità prolungate. Il segno distintivo di questo stato è la compassione. Le persone che hanno raggiunto questo livello hanno un notevole effetto sugli altri. Sono capaci di uno sguardo visivo prolungato e aperto che induce uno stato di amore e pace.

Nella zona alta dello stadio 500, il mondo che si vede è illuminato dalla squisita bellezza e perfezione della creazione. Tutto avviene senza sforzo per sincronicità, e si vede il mondo e tutto ciò che contiene come un’espressione dell’Amore e della Divinità.

La volontà individuale si fonde con la volontà divina. Si sente il potere della Presenza che facilita i fenomeni al di fuori delle aspettative convenzionali della realtà, definita “miracolosa” dall’osservatore ordinario. Questi fenomeni rappresentano il potere del campo energetico, non dell’individuo.

Il senso di responsabilità per gli altri a questo livello è di una qualità diversa da quella mostrata ai livelli inferiori. C’è il desiderio di usare il proprio stato di coscienza a beneficio della vita stessa piuttosto che per particolari individui.

Questa capacità di amare più persone contemporaneamente è accompagnata dalla scoperta che più si ama, più si può amare. Le esperienze di pre-morte, tipicamente trasformative nei loro effetti, hanno spesso permesso alle persone di sperimentare il livello di energia tra 540 e 600.

Ripercussioni per l’evoluzione personale: l’enorme pazienza e la persistenza di un atteggiamento positivo di fronte a avversità prolungate sono caratteristiche che qualsiasi persona, manager o professionista deve imparare a sviluppare. Cercare il nuovo può essere così faticoso che il farlo senza gioia, senza pazienza e senza mettere in conto avversità prolungate (misunderstanding, disaccordi) può diventare causa di abbandono dell’attività stessa (burnout). L’amore per la vita che è presente in questo stato consente di essere trasmesso agli altri e di creare osmosi emotive positive, a tutto vantaggio della relazione con sé stessi e con gli altri.

(Peace). Pace, beatitudine e illuminazione. (Livello di calibrazione 600)

Secondo Hawkins, gli stati dell’Illuminazione emergono al livello di coscienza 600 conseguente alla sostituzione del lineare con il non lineare. Questo campo energetico è associato all’esperienza designata da termini come Trascendenza, Illuminazione, Beatitudine e Coscienza di Dio.

Quando si raggiunge questo stato, la distinzione tra soggetto e oggetto scompare e non c’è un punto focale specifico della percezione. Spesso gli individui a questo livello lasciano il mondo perché lo stato di beatitudine preclude l’attività ordinaria. Alcuni persistono, tuttavia, e diventano maestri spirituali, e altri lavorano in modo anonimo per il miglioramento dell’umanità.

Alcuni ritornano nel mondo e diventano geni notevoli nei rispettivi campi, dando importanti contributi alla società. Coloro che rimangono all’interno di una religione possono eventualmente essere designati ufficialmente come santi, sebbene a questo livello la religione formale sia comunemente trascesa e sostituita dalla pura spiritualità da cui ha origine ogni religione.

Attualmente ci sono sei persone sul pianeta che si calibrano a 600 o più (anonime); tre sono tra 600-700; uno a 700-800; uno a 800-900; e uno a 900-1.000.

L’azione a livello di 600 e oltre è percepita come al rallentatore, sospesa nel tempo e nello spazio. Tutto è vivo, radioso e fluisce continuamente, dispiegandosi in una danza evolutiva squisitamente coordinata in cui il significato e la Sorgente sono travolgenti.

Questa straordinaria rivelazione avviene senza pensiero o concezione così che c’è un silenzio infinito nella mente, che ha smesso di concettualizzare. Ciò che è testimone e ciò che è testimoniato sono la stessa identità. L’osservatore si dissolve e diventa ugualmente l’osservazione. Tutto è connesso a tutto il resto e unificato dalla Presenza il cui potere è infinito, ma squisitamente gentile.

Grandi opere d’arte, musica e architettura che si calibrano tra 600 e 700 possono trasportarci temporaneamente a livelli di coscienza più elevati e sono universalmente riconosciute come ispiratrici e senza tempo.

Le implicazioni per la Neotropia e per la comunicazione in generale sono date dal fatto che è estremamente raro riuscire a trovare persone con questo livello di coscienza, ma nei dialoghi con religiosi, Maestri, grandi scienziati e eminenti pensatori questo è possibile e quando accade, apprendere da loro può essere un grande obiettivo.

Le evoluzioni personali condotte a questo livello hanno doti di genialità e di radicale rottura con il passato, e per questo possono persino essere viste come sovversive o rivoluzionarie, o essere additate come pazzia, come successo nella rivoluzione copernicana, o nelle teorie della relatività di Einstein, o alle invenzioni di Leonardo da Vinci.

(Self-Realization) Auto-Realizzazione personale. (Livello di calibrazione 700-849)

Secondo Hawkins, questo è il livello dei saggi, i Grandi Maestri dell’Advaita o Vedanta che hanno descritto le realtà spirituali dell’autorealizzazione. È il livello di potente ispirazione che avviene quando questi Saggi Illuminati stabiliscono campi di energia attrattori che influenzano tutta l’umanità.

A questo livello non c’è più l’esperienza di un sé personale individuale separato dagli altri; piuttosto, c’è un’identificazione del Sé con la coscienza e la Divinità. La Divinità Immanente si realizza come Sé al di là della mente. Questo è vicino al picco dell’evoluzione della coscienza nel regno umano.

Grandi insegnamenti elevano le masse e innalzano il livello di consapevolezza di tutta l’umanità. Avere tale visione si chiama Grazia, e il dono che porta è Pace infinita che è ineffabile e al di là delle parole. A questo livello di realizzazione, il senso della propria esistenza trascende ogni tempo e ogni individualità.

Non c’è più alcuna identificazione con il corpo fisico come ‘me’, e quindi il suo destino non ha importanza. Il corpo è visto come mero strumento della coscienza attraverso l’intervento della mente, il cui valore primario è quello della comunicazione. Il sé si fonde di nuovo nel Sé. Questo è il livello della non-dualità, o Unità completa. Non c’è localizzazione della coscienza; la consapevolezza è ugualmente presente ovunque.

Grandi opere d’arte raffiguranti individui che hanno raggiunto il livello dell’Illuminazione spesso mostrano l’insegnante con una posizione specifica della mano, chiamata mudra, in cui il palmo della mano irradia simbolicamente la benedizione. Questo è l’atto della trasmissione di questo campo energetico alla coscienza dell’umanità, che è anche rappresentato da un’aureola.

Questo è il livello della Grazia Divina, che può evolvere potenzialmente fino a 1.000, il livello più alto raggiunto da qualsiasi persona vissuta nella storia documentata, come i Grandi Avatar per i quali il titolo di “Signore” è appropriato: Lord Krishna, Lord Buddha, Signore Gesù Cristo e Zoroastro.

Nella ricerca dell’evoluzione è possibile, soprattutto nel dialogo con religiosi, meditatori, e nel contesto interreligioso, incontrare persone che hanno raggiunto la propria autorealizzazione spirituale. In questo caso, la cosa migliore da fare è ascoltare e apprendere. Queste persone sono quelle che hanno creato religioni che oggi contano milioni o miliardi di fedeli, usando solo la parola e senza tecnologie. Come evidenziato, i loro grandi insegnamenti elevano le masse e innalzano il livello di consapevolezza di tutta l’umanità, per cui la Neotropia svolta a questo livello è di tipo prettamente spirituale e meno legata a progetti e invenzioni.

(Full Enlightenment). Illuminazione completa. (Livello di calibrazione 850+)

Secondo Hawkins, mentre i livelli di coscienza superiori a 600 sono statisticamente molto rari, quelli superiori a 850 sono ancora più rari. Durante gli ultimi 1.000 anni, per il cinquanta percento del tempo, non c’è stato nessuno al livello 850, e per il venti percento di quel tempo non c’è stato nessuno oltre il livello di calibrazione 600.

Le frequenze energetiche molto elevate dell’Illuminazione trasmettono una vibrazione al campo della coscienza collettiva dell’umanità in generale e si iscrivono nei campi aurici (corpi di energia spirituale eterica) delle persone spiritualmente allineate mediante “trasmissione silenziosa”.

La vibrazione di frequenza di questa energia rimane all’interno del corpo eterico spirituale per periodi di tempo molto lunghi e (confermato dalla ricerca sulla calibrazione della coscienza) può durare fino a venticinque incarnazioni o anche mille anni, dove rimane in attesa di essere rivendicato.

La potenza unica del campo di livelli elevatissimi controbilancia anche le energie negative che prevalgono nella maggioranza della popolazione mondiale, di cui, come precedentemente citato, il settantotto per cento sono attualmente al di sotto del livello di calibrazione 200 (il quarantanove per cento negli Stati Uniti).

L’altro servizio che forniscono i livelli avanzati di coscienza è l’informazione che è di valore trasformativo e di solito trasmessa attraverso i secoli a beneficio degli studenti spirituali (come da elenchi alla fine dei capitoli). Molti insegnamenti di questa elevata calibrazione erano originariamente di origine molto antica e furono promulgata tramite gli antichi Veda, come le Upanishad e la Bhagavad-Gita, così come il Nuovo Testamento, lo Zohar e altri. In alcuni casi, gli autori reali sono sconosciuti ma gli insegnamenti provengono dalla Divinità o dai Grandi Avatar che si calibrano a 1.000 (Cristo, Buddha, Krishna, Zoroastro).

Gli stessi Grandi Maestri insegnavano principalmente la Verità solo ai livelli più alti. Le varie religioni del mondo furono stabilite molto più tardi dai seguaci, a volte molti secoli dopo, che inavvertitamente consentirono l’errore, come è ben noto ai biblisti. Gli insegnamenti calibrati delle stesse religioni sono quindi di per sé inferiori a quelli dei fondatori originari.

È storicamente insolito e raro che i Grandi Maestri siano i veri autori dei testi dei loro insegnamenti. A volte, la disparità e l’errore sono molto grandi, come l’inclusione del Libro dell’Apocalisse (cal. 70) nel Nuovo Testamento. Quando viene rimosso, la calibrazione del Nuovo Testamento sale da 640 a 880 (traduzione della Bibbia di Lamsa).

I saggi illuminati erano principalmente mistici autorealizzati o destinatari dell’Incarnazione Divina, come Gesù Cristo. Le fonti più antiche della più alta verità spirituale storicamente discendono dai grandi saggi ariani dell’antica India (cioè i Veda, le Upanishad). Questi hanno avuto origine intorno al 5.000 a.C. (Il Buddha visse circa nel 563 a.C.).

I saggi che hanno raggiunto il livello 850 o più sono diventati insegnanti influenti primari e i loro insegnamenti costituiscono il nucleo di importanti scuole e venerate tradizioni spirituali. Così, un grande insegnamento conserva il suo valore intrinseco per molti secoli.

L’autenticità e la validità degli insegnanti e dei loro insegnamenti sono ora convalidabili dall’emergere della scienza della coscienza e dalla sua capacità di calibrare livelli di verità confermabili.

Mentre il numero effettivo di saggi molto avanzati e illuminati che influenzano l’umanità è stato limitato nel corso dei secoli, i loro insegnamenti sono stati essenzialmente gli stessi, anche se sono sorti indipendentemente in diverse parti del mondo, in diverse culture e in diversi millenni. Quindi si può dire che la verità è sempre vera perché c’è una sola verità da scoprire.

I grandi maestri e i loro insegnamenti emanano campi di energia ad alta frequenza estremamente potenti nella coscienza collettiva dell’umanità, senza la quale probabilmente si sarebbe autosterminata.

Il pensiero conclusivo legato a questo strato del livello di coscienza consiste nel credere a fenomeni energetiche possono sembrare esoterici, ma farlo con coscienza, conservare il dubbio sul fatto che la scienza contemporanea non sia ancora in grado di misurare o dare risposte ai fenomeni sopra citati, e che quindi una vera crescita personale basata sulla diffusione di energie positive verso tutta l’umanità, sia teoricamente possibile.

Spesso negli adulti si arriva alla spiritualità o ad una pratica religiosa per cercare la salvezza dopo una fase di vita difficile o dopo eventi traumatici.

Quello che è importante nella Neotropia è permettere ad ogni creatura di praticare la propria via spirituale e lasciare che da essa emerga il nuovo sé interiore, che poi potrà, se vi sono le condizioni giuste, anche dare frutti straordinari all’esterno, tangibili e utili per tutti.

©Articolo estratto con il permesso dell’autore, dott. Daniele Trevisani, dal testo “Il Coraggio di Evolvere. Coaching attivo esperienziale e counseling per lo sviluppo personale e professionale. Il metodo della Neotropia”, Bologna, OM Editore.

Altri materiali su Comunicazione, Coaching, Formazione, Potenziale Umano, Crescita Personale e Professionale, disponibili in questi siti e link:

Altre risorse online:

Coaching World Federation (CWF)

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  • Andragogia
  • Fare attivo

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Dalla trascuratezza verso l’eccellenza: le 5 Zone Operative

©Articolo estratto con il permesso dell’autore, dott. Daniele Trevisani, dal testo “Il Coraggio di Evolvere. Coaching attivo esperienziale e counseling per lo sviluppo personale e professionale. Il metodo della Neotropia”, Bologna, OM Editore.

Come esposto in “Deep Coaching”, trattare il tema del “come facciamo le cose” non è un tema banale. Lo scopo finale è la ricerca dell’eccellenza, opposta ad una ricerca del perfezionismo maniacale futile da un lato, e della trascuratezza dall’altro.

Abbiamo trattato questo tema anche in Team Leadership e Comunicazione Operativa[1]:

L’eccellenza operativa si colloca in una posizione molto precisa della scala manageriale: al di sopra dell’esecuzione “mediocre” e “media”, e al di sotto del blocco dovuto all’ossessione per la perfezione maniacale per il dettaglio quando questo dettaglio sia inutile. Entrambi gli stati, precedente e successivo, portano al blocco dell’eccellenza operativa. Gli errori principali:

  1. errori di assenza. La mancata esecuzione di un’azione. Esempio, non rispondere al telefono o ad una mail ad un cliente o possibile cliente;
  2. un’esecuzione mediocre che annulla qualsiasi vantaggio strategico;
  3. un’attenzione ossessiva al dettaglio che porta alla sola attenzione tecnica e fa perdere di vista la visione d’insieme e le variazioni situazionali.

Come evidenziato nel volume Il potenziale umano:

“Due elementi fondamentali di una prestazione umana sono: (1) gli scopi (obiettivi) e (2) il loro grado di raggiungimento (nullo, intermedio, totale).

Rispetto agli scopi, ci concentriamo soprattutto su quelle prestazioni o performance che hanno un senso di contributo, di liberazione, di espressione, di emancipazione. In altre parole, le prestazioni non solo meccaniche.

Rispetto al grado di raggiungimento, consideriamo che esso sia una funzione strettamente dipendente dal tipo di potenziale raggiunto (dalla persona, dal team, dall’organizzazione), e che per l’eccellenza bisogna lavorare sulla crescita strutturale più che sui risultati immediati” (Trevisani 2009, p. 34).

Il tema dell’Eccellenza, nel potenziale umano, si ritrova anche all’interno della filosofia orientale dei samurai, in particolare negli scritti di Musashi, dal Libro dei cinque anelli:

Ottavo: non essere trascurato neppure nelle minuzie.

Come abbiamo osservato, questo precetto segnala il bisogno di entrare nelle microcompetenze, la ricerca dell’eccellenza, l’abbandono di un atteggiamento di pressapochismo e banalizzazione.

Occorre attenzione ai dettagli che contano, amore per quello che si fa e per come lo si fa, il che significa trovare la posizione corretta all’interno di un continuum.

Torniamo quindi a quanto sviluppato in “Il Potenziale Umano”, sulla differenza tra l’eccellenza e i perfezionismi inutili:

Chi si occupa di performance è spesso portato a confondere due piani distinti di una prestazione: la perfezione e l’eccellenza.

Una prestazione eccellente è quella che offre contributi significativi a chi ne deve fruire, mentre una prestazione perfetta è spesso autoreferenziale, forzatamente ed esasperatamente sovraccarica di attenzione, anche nei dettagli nei quali nessuno può percepire un contributo in più o vantaggi ulteriori veri.

La vera eccellenza si misura sul valore vero prodotto, non in finezze snob.

“I performer non possono essere danneggiati dalla ricerca della perfezione ma devono essere stimolati dalla ricerca dell’eccellenza.

Si tratta di una differenza sottile ma importante.

Perfezionismo e ricerca dell’eccellenza sono atteggiamenti diversi. Il perfezionismo assorbe energie in modo maniacale anche oltre il livello in cui un contributo diventa significativo. Consuma energie inutilmente.

Le attività dei cercatori di perfezione non sono mai finite, mai terminate, mai perfette, esiste sempre una ragione per non completarle o non essere soddisfatti di sé stessi, di continuare in una ruminazione fisica e mentale che non ha mai fine.

L’eccellenza richiede che le energie vengano investite là dove un contributo produce effetti, e sino al livello in cui un miglioramento è reale, percepibile, dotato di senso, creatore di valore buono, e non oltre.

Il perfezionismo non aumenta il successo delle persone, è uno stato di maniacalità. Il successo è determinato da talento, energia, impegno, non dal perfezionismo o dalla testardaggine verso i dettagli inutili.

Il successo avviene nonostante il perfezionismo, non a causa di esso. Come evidenzia Greenspon (2008), il perfezionismo è una sorta di malattia: “Il perfezionismo non è fare del proprio meglio, o ricercare l’eccellenza. È una convinzione emotiva sul fatto che la perfezione sia la sola via all’accettazione personale. È la convinzione emotiva che solo essendo perfetto uno sarà finalmente accettato come persona”.

Dobbiamo sempre ricordare che il Deep Coaching punta all’eccellenza e non alla maniacalità e ancora meno alla mediocrità.

Il nostro scopo, come manager, coach, formatori, Mentor o pedagogisti, è aiutare le persone a collocarsi correttamente nelle loro attività, rispetto a una possibile scala”

Come sottolineato in Team Leadership – è sbagliato chiedere eccellenza assoluta nell’imbucare una lettera, perché questo chiederebbe alla persona di dirigere le sue migliori energie verso un atto che può essere condotto con attenzioni mediane. È invece fondamentale chiedere a un collaboratore di mettere passione ed eccellenza, per esempio, nella conduzione di un’intervista di analisi con un proprio cliente o un collega che ha problemi difficili da risolvere.

Come evidenziato anche in “Il Potenziale Umano:

“Localizzare dove si situino le varie attività dell’individuo o del team in questa scala, è fondamentale. Specificamente, localizzare la differenza tra il perfezionismo inutile e l’eccellenza è particolarmente importante nel metodo HPM, vista la presenza della cella “microcompetenze”, che stimola proprio ad andare alla ricerca dei dettagli significativi su cui lavorare.

Essa – ricordiamo – non è da non confondere con l’ossessione maniacale sul­l’inutile e sulla superficie.

Una delle funzioni fondamentali del coaching e della formazione consulenziale consiste proprio nell’aiutare le persone a capire su quali aree è bene investire e su quali invece sia inutile farlo ora, o non valga la pena in quanto il livello raggiunto è già sufficientemente buono.

Le persone non riescono, da sole, il più delle volte, a percepire sé stesse con lucidità, a fissare bene i propri scopi, ancora meno a raggiungerli o sviluppare performance ottimali. Esiste una coltre di nebbia che offusca la visione di noi stessi e i nostri veri obiettivi. Guardare oltre non è facile, e anche una sfida, per definizione, non è semplice. Il lavoro di un coach è proprio quello di aiutare in questo processo.

L’eccellenza si raggiunge quando si crede in qualche cosa.

I puri di cuore, e coloro che lavorano per una causa, fanno quasi sempre cose eccellenti, poiché vi mettono passione.

La tecnica e la formazione ci possono solo aiutare a trasformare la purezza del cuore e la volontà in progetti reali, tangibili e utili.”

Ogni zona di un percorso di evoluzione è caratterizzata da segnali, forti o deboli, che ci indicano la presenza di un possibile miglioramento, e per ogni zona dobbiamo addestrarci a cogliere questi segnali. Non esistono segnali assoluti validi per ogni operazione, per cui lo sforzo e l’opportunità che ci aspetta è fermarci a riflettere sulle varie zone, sui loro indicatori e segnali, e sulle possibili azioni di miglioramento.

Il coaching, la formazione, la consulenza, il counseling, sono discipline che, quando fatte con passione e serietà, lavorano sul dare supporto individuale, a una squadra o intera organizzazione, per aiutarla a percepirsi correttamente, senza lenti sfuocate, a fissare veri obiettivi e fare piazza pulita di falsi obiettivi o presupposti fuorvianti, evolvere e andare verso nuove sfide, crescere, progredire.

Il senso dell’uomo è questo: la ricerca.

Rispetto alle variabili del modello HPM, ciascuna può essere osservata come uno spazio di crescita con territori in parte conosciuti e raggiunti, in parte da conquistare ed esplorare.

La domanda non diventa se andare avanti, ma come.

Il fatto di andare avanti deve diventare un atteggiamento di fondo, forza di volontà costante.

Ma torniamo per ora al nostro parallelo sulla formazione marziale:

…nell’allenamento con le armi, molti seguono lo stesso modello dell’artista marziale che pratica contro un compagno statico. Dovrebbe essere ovvio che la precisione sia molto importante al momento di utilizzare un’arma per la difesa personale. Potete avere l’arma più incredibile ed efficace del mondo, ma non vi servirà a niente se non sapete colpire l’obiettivo. Perciò la gente va al poligono e pratica il tiro al bersaglio. Normalmente gli si insegna ad adottare la posizione corretta, ad afferrare correttamente l’arma, ad estrarre la pistola davanti al bersaglio, a farsi una buona idea della situazione (tenendo l’obiettivo sotto tiro), a mettere correttamente il dito sul grilletto, a controllare la respirazione e poi, lentamente, a premere il grilletto. Con la pratica saranno presto in grado di premere quel grilletto con poco movimento, affinché la pallottola vada dove deve andare. Eccellente, vero? Tuttavia questo non è realistico in situazioni reali di difesa personale.

Credete che sareste in grado di mantenere la posizione adeguata, di tenere sotto tiro l’obiettivo, di mettere il dito sul grilletto, se vi stessero sparando?[2].

La testimonianza ci porta a ragionare su un fatto: le condizioni reali di performance o di vita attivano risposte emotive che possono in pochi istanti far piazza pulita di tutte le competenze apprese. Per questo, a fianco dello skills training, è essenziale affiancare un training psicologico che permetta al soggetto di gestire (1) lo sfondo emotivo, più permanente o stabile, in cui vive il soggetto e (2) le risposte emotive istantanee derivanti dalla situazione e dalle sue variabili, compresi gli imprevisti che possono destabilizzarci emotivamente.

Tra gli obiettivi del training evolutivo vi è – tra l’altro – lo scardinare le risposte istintive disfunzionali (non tutte le risposte istintive, ma solo quelle dannose), rompere gli automatismi che si impossessano delle nostre azioni e impediscono di condurre una linea di azione efficace.

Tutti gli studi hanno dimostrato che le persone, in situazioni di elevato stress, hanno una “risposta vigliacca”. Le ginocchia si piegano, le mani si alzano e gli occhi si concentrano sulla minaccia. È una risposta istintiva, automatica. Come nel nostro allenamento di Arti Marziali, dobbiamo lavorare con risposte istintive per creare i nostri metodi di difesa personale. Se decidete di fare un corso di allenamento con armi, suggerisco che lo facciate con qualcuno che enfatizzi le situazioni nel mondo reale e non solo la pratica di tiro al bersaglio… A me piace l’allenamento con armi. Spero di non dover mai mettere in pratica questo allenamento, allo stesso modo in cui spero di non dover utilizzare la mia abilità nelle Arti Marziali in una situazione reale. Ma fa bene sapere di poter contare su quest’allenamento in caso di bisogno[3].

Dobbiamo prendere questa testimonianza come una voce proveniente da un mondo del quale non dobbiamo per forza condividere i valori. Ognuno è libero di decidere come passare il proprio tempo libero, nel rispetto degli altri e della vita, e di allenarsi anche a situazioni che per molti possono apparire improbabili. Ciò che ci interessa è capire il metodo sottostante, come in una disciplina particolarmente difficile ci si prepari ad affrontare situazioni di difficoltà.

Nella pratica formativa evolutiva, è essenziale allenare dei campi di competenze e dei repertori di abilità sia pratica che emozionale, partendo da diversi gradi di probabilità di verificarsi degli stessi. In un training sul public speaking, potremo avere i seguenti elementi e relativa probabilità.


[1] Trevisani, Daniele (2016), Team leadership e comunicazione operativa. Principi e pratiche per il miglioramento continuo individuale e di team, Milano, Franco Angeli

[2] Richardson, Burton (2005). Allenamento con armi nelle arti marziali. In Budo International, settembre 2005, p. 35.

[3] Ibidem.

©Articolo estratto con il permesso dell’autore, dott. Daniele Trevisani, dal testo “Il Coraggio di Evolvere. Coaching attivo esperienziale e counseling per lo sviluppo personale e professionale. Il metodo della Neotropia”, Bologna, OM Editore.

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  • Metodo HPM
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  • Sogni
  • Desideri
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Neotropia e Paleotropia. Quando il vecchio e il nuovo si scontrano

©Articolo estratto con il permesso dell’autore, dott. Daniele Trevisani, dal testo “Il Coraggio di Evolvere. Coaching attivo esperienziale e counseling per lo sviluppo personale e professionale. Il metodo della Neotropia”, Bologna, OM Editore.

Ho realizzato decine di migliaia di ore di formazione, e ho notato che quando la formazione è attiva e permette di osservare come si comportano le persone in azione (es. in un role-playing), è possibile correggerle e farle evolvere, mentre se facciamo solo teoria, no.

Correggere significa in realtà individuare un comportamento “vecchio”, un comportamento che non funziona più, che è diventato obsoleto, un modo di fare non più adeguato al buon funzionamento delle cose.

Correggere significa anche individuare un comportamento alternativo, che chiamiamo Neotropico, un nuovo modo di fare che sostituisca quello precedente, più efficace, più felice, più adeguato alla situazione.

Possiamo chiamare il “vecchio modo di fare” come Paleotropico, ovvero un modo antico, da sostituire, mentre il modo Neotropico, il modo nuovo, ha bisogno di essere sperimentato per farsi strada ed entrare nel repertorio della persona.

Finché la persona non “crede” fermamente che la nuova strada sia migliore della vecchia, porrà in essere sempre delle resistenze che diventeranno auto-sabotaggi.

Nella tabella che segue, vediamo un esempio di modalità Paleotropiche utilizzate da un venditore durante una trattativa con il cliente (sulla colonna di sinistra), e sulla destra il corrispettivo Neotropico, ovvero il nuovo comportamento comunicativo da assumere affinché sostituisca quello vecchio.

Tabella 1 – Comportamenti comunicativi Paleotropici e corrispettivi Neotropici

Comportamento comunicativo Paleo-TropicoComportamento comunicativo Neo-Tropico
Guardi, non le voglio rubare altro tempo,questo è un momento molto importante per la sua azienda, prendiamoci tutto il tempo che serve per fare un buon lavoro
facciamo un attimino un’analisi della situazioneFacciamo un’analisi accurata della situazione, per capire bene come intervenire
So che a lei interessa spendere poco per cui le illustro subito gli sconti a lei riservatiSo che a lei interessa soprattutto l’effetto che questa soluzione porterà e il beneficio che ne deriverà per la sua azienda, per cui ora è bene iniziare ad esaminare caratteristiche e relativi benefici

Cosa dobbiamo dire di fondamentale su questo approccio? Sicuramente il fatto che i comportamenti comunicativi nella colonna di sinistra rappresentano un “vecchio” modo di vendere nel quale si cerca di minimizzare la percezione di importanza di quanto stiamo facendo, e la vendita diventa una sorta di piccola iniezioncina che non fa male. Sulla colonna di destra abbiamo invece un venditore assertivo che non ha timore di parlare della vendita in corso come di un momento importante, e di centrare la sua comunicazione sui benefici che deriveranno dalla soluzione acquistata, prima che sul prezzo.

Parlando come formatore, so bene che queste frasi non sono tanto da imparare a memoria, ma è invece importante capire cosa vi sia dentro e dietro, il tipo di vendita consulenziale che stiamo cercando di proporre, e i comportamenti comunicativi che ne derivano.

Fare Neotropia non significa solo adottare nuove parole, ma nuovi modi di pensare. L’evoluzione del pensiero precede l’evoluzione delle parole.

Occorre capire e apprezzare la condizione Neotropica e assimilare a fondo perché la condizione Paleotropica è dannosa e fa male.

Cambiare davvero significa spesso cambiare modo di pensare, e i cambiamenti della comunicazione esterna arriveranno di conseguenza in modo naturale e spontaneo.

I progetti di Neotropia non valgono solo e unicamente per la comunicazione, ma anzi sono fondamentali per spostare i sistemi di pensiero e le mappe di “credenze” (beliefs) di cui la persona fa uso.

Vediamo di seguito un esempio di tabella Paleotropia vs. Neotropia sul piano delle credenze personali sull’uso del tempo.

Pensiero PaleotropicoPensiero Neotropico
Prima il dovere poi il piacerePrima la mia salute, fisica e mentale, poi il resto
Devi dimostrare sempre e a tutti quanto valiIo valgo a prescindere da quello che dimostro, non devo proprio dimostrare niente a nessuno
Un bravo figlio deve prendersi cura dei genitori anziani a discapito anche del suo lavoroUn bravo figlio non fa mancare il suo affetto ma delega la cura materiale a chi sa farlo meglio, professionisti o strutture che siano
Lo stress nella vita è normale e ti ci devi abituareLo stress fa male e se lo vivi devi comunque prenderti sempre adeguati spazi di recupero, rilassamento e rigenerazione, altrimenti ti ammali
Sei forte se fai tutto da soloSei forte quando sai chiedere aiuto, perché hai l’umiltà di non pretendere di poter sempre fare tutto da solo
Bisogna sempre comportarsi secondo l’etichetta e in base a quello che si aspettano gli altriBisogna imparare ad essere spontanei e autentici e non fare una vita in maschera

Si potrebbe andare avanti per decine e decine di pagine alla ricerca di sistemi di credenze che fanno male, da sostituire con credenze positive e benefiche per la persona. Quello che è certo, è che i sistemi di credenze che possediamo dentro di noi, sono solo in parte emersi alla coscienza.

Come in un iceberg, le credenze più radicate agiscono silenziosamente in profondità, spesso all’insaputa della coscienza della persona.

Le credenze determinano chi siamo e cosa diventeremo. È altrettanto certo che le credenze apprese, esempio in famiglia, non siano sempre le migliori per sostenere una vita piena e ricca di energia e vitalità. Anzi, le credenze assimilate possono arrivare anche ad uccidere, come dimostrato da Schatzman nel suo studio su “la famiglia che uccide”, uno studio ripreso anche da Freud, su un uomo considerate schizofrenico che nella sua cosiddetta pazzia espresse le sofferenze subite durante l’infanzia.[1]

Le credenze hanno la coda lunga, una volta instaurate, permangono nelle culture a lungo, ad esempio l’influenza in Germania del pensiero di Daniel Schreber, eminente medico i cui scritti di pedagogia ebbero larghissima diffusione nella Germania prenazista. Egli pensava che i suoi tempi fossero moralmente “fiacchi” e “in decadenza” a causa soprattutto di quella che egli considerava una debolezza che caratterizzava l’educazione dei bambini, e arrivò persino a proporre un elaborato sistema repressivo di educazione infantile che applicò ai suoi stessi figli. Dei suoi due maschi, uno si suicidò e l’altro impazzì[2].

Egli proponeva l’“incondizionata obbedienza del bambino” addirittura prima che raggiungesse il primo anno di età. Non è un caso che questi sistemi educativi abbiano gettato le basi per l’adesione su larga scala della popolazione tedesca di sistemi repressivi nazisti centrati sull’annullamento della volontà individuale.

Per contro, altri sistemi educativi, decisamente più neotropici, spingono verso la considerazione di una libertà soprattutto psicologica: “la libertà di cui parliamo, libertà di esultazione o libertà di autonomia, è proprio la perfetta spontaneità di una natura spirituale”.[3]

Una vita vissuta entro confini e condizionamenti rigidi è decisamente una vita Paleotropica, mentre una vita Neotropica è alla ricerca dell’espressione del Potenziale Umano della persona, della sua libertà fisica e mentale, nella pienezza di un vivere pieno e ricco di energia e di espressività in ogni possibile campo.

A volte per ottenere una libertà nuova, neotropica, bisogna sacrificare qualcosa, ma qualsiasi prezzo si paghi, otterremo sempre di più.


[1] Shatzman, Morton (1976), La famiglia che uccide. Milano, Feltrinelli

[2] Shatzman, Morton (1976), La famiglia che uccide. Milano, Feltrinelli (1° ed. 1973) vedi pag. 31 per il sistema di educazione di Schreber centrato sull’obbedienza assoluta.

[3] Esame del pensiero di San Tommaso, in Maritain, Jacques (1986), Cultura e libertà. Massimiliano Boni editore, Bologna, p. 59.

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Esempio di Neotropia all’interno di un’organizzazione. La Neotropia della Leadership

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Tutti parlano di leadership, sostengono che sia un tratto importante, anzi fondamentale, per far crescere un’azienda o un’organizzazione. Tuttavia, rimane spesso scoperta l’area del “come” sviluppare leadership.

Solo riconoscendo la realtà delle forze in gioco in un progetto neotropico, è possibile delinearne le traiettorie.

In questo caso, una mappa neotropica può essere di aiuto, e ricordiamo che non una, ma molte mappe neotropiche saranno necessarie in un vero progetto sulla leadership. Ma per ora, focalizziamoci su una.

In un’organizzazione, per quanto riguarda il tema della leadership, questo significa riconoscere che la prima forza evolutiva potenziante sia la diminuzione del bisogno di controllare le persone.

Le persone – quando sono mature – sanno auto-dirigersi, mentre se sono immature, vanno controllate passo-passo.

In azienda esistono migliaia di interazioni e compiti da eseguire – e se ciascuno di essi dovesse essere sottoposto a controllo totale e pressante, smetteremmo di occuparci dei clienti, e di erogare valore, e saremmo fagocitati da una sindrome di controllo totale e permanente.

Una seconda forte variabile evolutiva è il grado di delega e la qualità della delega. Se non esistesse la delega, in base al ruolo rivestito, assisteremmo all’assurdo di un Amministratore Delegato che fa tutto da solo: il centralinista, il manager, il buyer, la produzione, l’amministrazione e le fatture, sino a spazzare per terra, aprire i cancelli la mattina e chiudere l’azienda la sera.

In un’impresa con decine, centinaia e migliaia di persone, la delega è il vero lubrificante e motore di un’organizzazione che funziona. Ma per farlo, anche la delega deve essere di ottima qualità. E deve essere appresa come una tecnica.

Ogni delega, tra l’altro, deve essere vista come un buon laboratorio per sperimentare le capacità manageriali, dove poter sbagliare per poi riflettere e crescere imparando dagli errori.

Figura 7 – Mappa Neotropica delega-verifica con Vettori Neotropici

Possiamo andare da un quadro pessimo, una delega di assoluto dettaglio, dove ogni passo e azione deve essere delegata – altrimenti non si muove nulla e niente viene fatto bene – sino al quadro migliore, una delega di grandi obiettivi in cui la strada per arrivare all’obiettivo viene elaborata e fatta propria dalla persona. In questo caso, dato un obiettivo, il collaboratore sa auto-produrre i compiti e le azioni utili per raggiungere lo scopo.

Se si capisce questo, un lavoro di formazione sulla leadership centrato sulla capacità di controllo e sulla capacità di delega diventa un’opportunità primaria, linfa per l’albero della vita in azienda.

In base alla situazione che troviamo nelle realtà aziendali e organizzative, possiamo definire un percorso neotropico personalizzato, sartorializzato, e centrato sul vero bisogno di crescita dell’azienda.

Ogni linea che si vede rappresentata nel disegno precedente raffigura un’azione di miglioramento. Ogni punto o pallino che si vede rappresenta un punto di arrivo, parziale, sino al punto di arrivo totale che si colloca in alto a destra: l’azienda che può essere gestita con delega molto ampia e senza alcun bisogno di controllo, e nonostante questo, tutto funziona perfettamente.

Per compiere questi passaggi evolutivi positivi sono possibili diversi strumenti. Citando i principali:

  1. formazione aziendale;
    1. formazione esperienziale;
    1. coaching;
    1. counseling;
    1. mentoring.

L’essenziale è che i progetti di formazione o di coaching siano legati al grande Schema Neotropico che vogliamo costruire, e non fatti tanto per fare, senza uno scopo chiaro. Occorre credere nel loro valore. Occorre credere nelle loro possibilità.

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Coaching aziendale e personale. La formula X-Y per fare pulizia nel quadro dello stato attuale e degli obiettivi futuri

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Per fare un salto evolutivo positivo dobbiamo focalizzare con grande precisione quale sia lo “Stato Attuale” o X, e quale sia lo “Stato Desiderato”, o Y, rispetto al sistema da esaminare.

Che si tratti di una persona, o di un team, o di un’intera organizzazione, ogni sistema vive uno stato attuale (X) e può focalizzare uno stato a cui tendere (Y), sia esso un sogno, un progetto o un concretissimo obiettivo o aspirazione.

Il modello X-Y ci parla proprio del “salto di stato” che la persona o l’impresa debbono compiere. Nel fare questa analisi è bene servirsi di uno schema grafico che ci aiuti a comprendere il quadro che è in realtà più complesso di quanto sembri.

Figura 5 – Quadro dell’Evoluzione Neotropica includente Modello X-Y, le 3 zone del cambiamento, false X e false Y

Come vediamo in questo schema, trattato anche nel volume “Deep Coaching”[1], ogni sistema che cambia evolve da uno Stato X ad uno Stato Y. Quando la X e la Y sono ben focalizzate, le azioni di counseling, di coaching e di formazione possono andare diritte al punto e non sbaglieranno obiettivi, al massimo potranno sbagliare i metodi, ma gli obiettivi saranno chiari e puliti.

Il modello deve fare i conti con le False X – gli errori di lettura della situazione, gli abbagli o autoinganni di cui le persone sono ripiene, e ripulirle dall’analisi della situazione attuale.

Un esempio, se prendiamo una prestazione come il Public Speaking, la Falsa X potrebbe essere “sono un incapace e non riuscirò mai”. Al contrario, una corretta X farebbe invece luce su uno stato delle cose più reale, come “oggi non conosco né padroneggio le tecniche di Public Speaking” e questo è assolutamente un altro mondo rispetto al vedersi un incapace ora e per sempre, analisi sbagliatissima.

Ripetiamo: dire di se stessi “sono un incapace” è completamente diverso dal dire di se stessi “oggi non padroneggio una specifica tecnica, che potrei però apprendere.”

Il modello deve anche fare i conti con le False Y – gli errori di focalizzazione degli obiettivi, e ripulirli dal quadro di evoluzione che cercheremo di inserire nella persona o nell’organizzazione tramite azioni di counseling, di coaching o di formazione esperienziale. Un esempio di Falsa Y è “devo diventare più aggressivo nelle presentazioni in pubblico” mentre in realtà probabilmente la persona deve focalizzare una Y sana come “devo essere molto più calma e rilassata nel parlare in pubblico e saper far leva sulle emozioni con tecniche di presentazione efficace”.

Notiamo come una falsa Y come “devo essere più aggressivo” porterebbe la persona ad essere ancora più tesa e meno rilassata, con il rischio di rovinare completamente la sua performance.

C’è poi un’altra dinamica Neotropica di cui tenere conto: la presenza delle zone 1, 2 e 3.

  • La zona 1 rappresenta ciò di cui la persona deve disfarsi, disapprendere, abbandonare. Ad esempio, nel public speaking sarà bene liberarsi dall’ansia da prestazione, dall’agitazione e dal nervosismo dovuto al parlare in pubblico, e dal sentirsi giudicati.
  • La zona 2 rappresenta l’area del mantenere, conservare, tenere, e nell’esempio del public speaking la persona potrebbe voler mantenere solidi i suoi valori di integrità e trasmettere un messaggio autentico e davvero sentito dal punto di vista dei valori che vuole comunicare. Questo tratto non va cambiato ma solo consolidato ed aiutato ad emergere con ancor più forza.
  • La zona 3 rappresenta il fronte dell’ingresso di nuove conoscenze, nuovi saperi, saper essere e saper fare. Nell’esempio del public speaking la persona trarrà beneficio dalle tecniche di rilassamento pre-prestazione, dal training mentale, dall’apprendimento di tecniche relative alla comunicazione, come l’uso delle pause, la varianza della lunghezza delle frasi, il body language e il contatto visivo con il pubblico.

Tutte queste zone, 1, 2 e 3, rappresentano un Quadro Evolutivo Neotropico (QEN) che fa da sfondo alle azioni di coaching aziendale, di formazione e training esperienziale. Quando ben focalizzate, le tre zone consentono di realizzare un percorso di crescita personale e professionale davvero solido, efficace e di grande impatto sulla persona o sul sistema su cui si interviene.


[1] Trevisani, Daniele (2021). Deep Coaching. Il Metodo HPM™ per la crescita personale, il coaching in profondità e la formazione attiva. Milano, Franco Angeli.

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I vettori neotropici

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I Vettori Neotropici sono linee che collegano uno stato attuale ad uno stato desiderato, un ponte attraverso il quale vogliamo dirigerci ad una meta.

Immaginiamo che una persona voglia fare i cambiamenti sopra evidenziati. Osserviamo i “vettori neotropici”, ovvero le traiettorie di cambiamento che si trovano da uno stato attuale “X” e uno stato desiderato “Y”.

Passare da uno stato X di depressione allo stato Y di relax, dal dolore esistenziale alla serenità e alla felicità, dall’aggressività ancora verso la serenità, e da uno stato di tensione nel vivere, ad uno stato di euforia del vivere.

Focalizzare tutto ciò, identificare tutte le X (stati attuali) e le Y (stati desiderati) è un grande e immenso progetto di Neotropia esistenziale, di Coaching e Counseling Professionale e Aziendale quando portato nell’impresa.

Chi o cosa ti spinge verso quella direzione? Cosa c’è “là”, in quello spazio del vivere? La Neotropia libera la mente e consente di mettere nero su bianco il sognare un modo di essere nuovo e migliore, per fare passi concreti verso quel sogno, che diventa realtà man mano che ne conquistiamo piccoli centimetri.

Centimetro alla volta, centimetro dopo centimetro, ci troveremo dove vogliamo essere. Condurremo una vita più nostra, più vera, più energetica, più densa di libertà vera. Migliorando noi stessi, noi miglioriamo una parte di mondo.

Nella Neotropia, siamo come astronauti che esplorano nuovi mondi, l’unica differenza è che i mondi che andiamo ad esplorare sono mondi emotivi, modi di essere, priorità interiori, ancora più difficili da conquistare che le cime di una montagna, proprio perché i target neotropici sono veri e concreti, ma al tempo stesso possono essere sia tangibilissimi (un nuovo prodotto) che intangibili e a volte inafferrabili da soli, come un “nuovo modo di essere, di pensare, di agire”.

Ad esempio, per una persona che vive nella tensione e nello stress, imparare a vivere nel rilassamento e nel piacere, è un cambiamento reale, realissimo. È però un cambiamento difficile, sfuggente se vogliamo trattarlo come una “cosa da acquistare”. Dobbiamo invece trattarlo come una qualità dello stato di vita, una qualità che possiamo apprendere attraverso corsi di formazione, coaching, counseling, terapia, lavoro spirituale, lavoro di gruppo.

Ogni “mappa neotropica” ci apre a nuove possibilità di viaggio e nuove danze della vita, liberazione di potenzialità, e nuovi modi di essere.

La Neotropia riguarda anche le “cose”, gli oggetti, i prodotti. Fare un’auto che sia allo stesso tempo sportiva, dal look moderno e aggressivo e altamente super-ecologica è un esempio di target neotropico.

Riconoscere i bisogni che ci sono, quelli che sento essere non ancora soddisfatti o canalizzati in un progetto concreto, è un primo grande passaggio della Neotropia e di un Counseling Aziendale e Personale. Collocarli in una mappa, e visualizzare dove e come questi bisogni si traducano in un cambiamento, è un altro atto neotropico fondamentale.

Spesso la nostra psiche arriva a negare l’esistenza di un bisogno, dando luogo così a strutture nevrotiche. Far emergere i nostri bisogni è un atto sacro e di grande pulizia mentale, da cui partire per il nostro viaggio neotropico.

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Coaching e Neotropia come focalizzazione del nostro viaggio di crescita personale ed evoluzione

©Articolo estratto con il permesso dell’autore, dott. Daniele Trevisani, dal testo “Il Coraggio di Evolvere. Coaching attivo esperienziale e counseling per lo sviluppo personale e professionale. Il metodo della Neotropia”, Bologna, OM Editore.

Ogni persona sente il bisogno di liberarsi da qualche stato negativo e dirigersi verso stati più positivi. Pochi lo fanno.

Il Coaching, il Counseling, la Formazione, la Ricerca, si prefiggono di aiutare le persone e le imprese a fare questo salto di qualità, offrendo uno spazio di ascolto e uno spazio di focalizzazione (focusing) raro e prezioso[1].

Per farlo, bisogna andare alla ricerca degli errori che compiano, analizzarli, e trarne delle lezioni. Ogni fallimento ben esaminato può essere la porta verso una lezione che ci conduce ad un seguente successo.

Oltre ai fallimenti da cui possiamo apprendere (Lessons Learned) è essenziale scoprire i nostri talenti (focusing sui talenti), i nostri punti di forza, ciò che costituisce il motore delle performance e dell’aiuto che possiamo dare alla vita degli altri.

La ricerca del nostro “Sé migliore” è una pulsione neotropica primaria dell’essere umano, ma le persone trovano sempre meno tempo per occuparsene, prese dagli affanni del vivere, impegni quotidiani, e da priorità malate come il “fatturare sempre di più” senza fermarsi a pensare “cosa è veramente per me il successo”? Sono progressi solo le “cose” e i “soldi”, o forse avere più tempo per guardare i goffi e amorevoli passettini che fa mio figlio nel tentare a camminare? È forse un abbraccio di un cliente di un corso che ti dige “grazie!

Le nostre strutture interne fanno fatica a conoscere mappe esatte del “dove siamo” e del “dove voglio dirigermi”.

 Le parti oscure di noi fanno ombra, quelle parti di noi che non conosciamo, che ancora non abbiamo esplorato e sulle quali non abbiamo portato luce.

Dove “sono” io ora? Dove voglio dirigermi? Nella Neotropia si utilizzano mappe che aiutano a focalizzare queste situazioni.

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[1] Per approfondimenti sul Focusing come metodologia di crescita personale, rimandiamo all’opera di Eugene Gendlin in edizione italiana: Gendlin, Eugene (2001). Focusing. Interrogare il corpo per cambiare la psiche. Roma, Astrolabio-Ubaldini.

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Articolo estratto con il permesso dell’autore dal testo di Daniele TrevisaniIl potenziale umano. Metodi e tecniche di coaching e training per lo sviluppo delle performance”. Franco Angeli editore, Milano.

La necessità di crescita personale e professionale

L’individuo ha la capacità di apprendere costantemente dall’ambiente e dall’esperienza, date condizioni adeguate.

Per sbloccare i percorsi di apprendimento è necessario attivare gli strumenti della formazione esperienziale, basati sui principi dell’andragogia (scienza della formazione dell’adulto), che valorizzano il “fare attivo” come strumento per apprendere, opposto ad un “ascolto passivo”.

Le relazioni tra apprendimento ed energie mentali sono quindi sia di tipo interno (responsabilità dell’individuo) che di tipo esterno (responsabilità dei formatori, insegnati, pedagogisti e istituzioni preposte alla formazione).

Principio 12 – Capacità e condizioni di apprendimento

Le energie mentali diminuiscono o si esauriscono quando:

  • l’individuo non vede nella propria esperienza alcun elemento di apprendimento e accetta passivamente questa condizione;
  • l’individuo non sente bisogno di apprendere;
  • l’individuo non attiva percorsi autonomi ed esperienze guidate di riflessione sull’esperienza tali da generare apprendimento;
  • l’individuo perde curiosità verso il mondo, verso il sapere e verso l’acquisizione di nuova conoscenza (fattori interni);
  • i metodi formativi e di insegnamento utilizzati inibiscono il ruolo attivo del soggetto nell’apprendimento;
  • le tecniche di formazione e apprendimento non riescono a risvegliare curiosità, volontà e motivazione verso la crescita e acquisizione di saperi, abilità fare o nuovi atteggiamenti (fattori esterni).

Le energie mentali aumentano quando:

  • l’individuo riesce a creare esperienze di apprendimento nel suo vissuto quotidiano;
  • nasce o viene stimolato il bisogno di apprendere e il piacere di apprendere;
  • aumenta il bisogno di conoscenza e di ricerca;
  • vengono utilizzate tecniche che facilitano l’apprendimento in modo attivo, partecipativo, esperienziale.

La condizione primaria dell’apprendimento è la volontà di apprendere e la curiosità, una condizione naturale dell’essere umano che i bambini manifestano chiaramente, chiedendo in continuazione “perché” e ponendo ogni altro genere di domanda.

Le modalità distorte della pedagogia reale, i metodi utilizzati per insegnare, portano spesso ad una condizione in cui apprendimento equivale a noia e frustrazione.

Per questo, alcuni individui finiscono per compiere l’equazione “apprendimento = studio = noia = sofferenza”, e interrompono il proprio percorso di ricerca e di crescita.

Risvegliando la curiosità verso il mondo e verso la conoscenza in sé intesa come scoperta, è possibile attivare nuove energie mentali.

Ogni individuo possiede il bisogno fondamentale di ricevere stimolazioni ambientali e di sentire di procedere nella propria crescita professionale e umana. Quando questo bisogno si spegne, siamo di fronte all’inizio di una nuova patologia di abulia, apatia, riduzione larvale della natura umana a macchina biologica e vegetale senza anima, senza speranza, senza aspirazioni. Anche un appagamento illusorio di questo bisogno (ad esempio, accontentarsi di un lavoro o di un ruolo nel quale non si apprende più niente, e “raccontarsela”) produce apatia.

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