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© Article by Dr. Daniele Trevisani from the book The Soul Box. Ancient Wisdom meets Human Potential Research. Thoughts for Self-Expression, Inner Energy and Life

Aut vincere aut mori

Either to conquer or to die

Those who engage into Human Potential research are winners from the very start.

They are winner morally. But they have to take into account and incorporate the idea that failure will become a life companion, because the challenges are sometimes so large, huge, enormous… challenges against giants that seem so much bigger than us, and it seems useless to even try.

Well… some battles require us to adopt the Latin motto “Either to conquer or to die”, because there is really no sense in staying in the middle. Not for the battles that really matter.

  • Ridding the world of poverty, hunger and misery?
  • Making of every human being a happy creature?
  • Knowing the nature of man?
  • Understanding how the universe works?

Utopias, some say. Challenges, say others.

There is heroism around. There’s always been. It is found in anyone’s life will refuses make compromises with his/her values.

You find it everywhere. It appears in the eyes of someone who feels the spirit of research, the desire to understand, the desire to challenge ignorance, to change things for the better.

All these battles are worth fighting. If you are ready to lose, you can start. If you are interested in fighting, I’ll give you some good reason to fight. Coaching is about finding tools, training, and weapons, for your fight. We will fight this battle together.

 

“Yes, you’re right,”

Liu Kang said.

“We will all die, but not today, and not in this battle!”[1]

 

Pay attention here. I’m not talking necessarily of physical battles, fights or verbal arguments. There are enemies that deserve the clash but these are nothing compared to the mother of all battles: the battle for knowledge.

Searching a cure for a disease is a battle. Fighting injustice is a battle. The attempt to find clean energy for mankind is a battle. The desire to revolutionize transportation systems worldwide. When we will be able – thanks to “flying cars” or any really innovative transportation system – to live in a place and work in a place 2.000 km far, we will be really free, mankind will understand what freedom really is, it will be possible to revolutionize the concepts of jobs and living. Many call these ideas utopians: I like to call them “drivers”.

A battle is also the freedom to dream and fly with your mind.

Projects are nothing but fantasies put into practice.

We must give everyone the opportunity to study. We must feed people’s thirst for knowledge. An army of researchers with the common goal of exploring the depth of Human Potential is extremely powerful, it is an army that will defeat the darkness. We do not do it just for material satisfaction; we do it because it is right to do it.

 

Ab honesto virum bonum nihil deterret

Nothing deters a good man from the performance of his duties

Personal Energy is the key for many challenges. From daily tasks as growing kids into conscious adults, to the study the most distant phenomena of the universe, or the inner processes of the mind. All of these challenges require strength and energy.

Energy is what you need to be able to dare, to travel with your mind, to go beyond current limitations. To dare is already an act. Without daring, no action that goes beyond the “status quo” (the given condition) is even possible.

 

Audere est facere

To dare is to do.

 

The fight lacks no enemies: physical suffering, pain, hunger, or intellectual misery, wherever it is. The fight against ignorance, the fight against bullying, violence, arrogance, intimidation, mental prisons, regimes and religions of oppression, of mental control over “thinkers” that refuse to give up, refuse to obey to the rule that generates the “Spiral of Silence”, a place where you cannot speak, you cannot dare, you cannot look beyond, you cannot state a different opinion.

Humanity is a sewer but there are also flowers in that sewer and every human being can flourish if nourished phisicall and mentally with good ingredients. This is the view of Human Potential.

Those who say that there is nothing to do for that, have already lost, mentally.

These are all battles. And we are so small against these giants. But we will fight anyway, and we will be more and more. 300 heroes defeated the Persians, and the Spartan Spirit is everywhere. It’s also inside me and you.

 

[1] Dialogue from Mortal Kombat: Existence. Chapter 9. Published: 09-12-06 on website http://www.fanfiction.net/s/3150667/10/Mortal_Kombat_Existence

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© Article by Dr. Daniele Trevisani – http://www.danieletrevisani.com – Copyright. Adapted from the book The Soul Box. Ancient Wisdom meets Human Potential Research. Thoughts for Self-Expression, Inner Energy and Life

Trasformarsi in un’arma

Di Daniele Trevisani www.studiotrevisani.it – Fulbright Scholar, esperto in Potenziale Umano, Psicologia e Formazione. Sensei 8° Dan Sistema Daoshi, Gruppo Facebook Praticanti di Arti Marziali e Sport di Combattimento in Italia

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© Articolo elaborato dall’autore, con modifiche, dal volume “Il Potenziale Umano” di Daniele Trevisani, Franco Angeli editore, Milano. Approfondimenti del volume originario sono disponibili anche al link www.studiotrevisani.it/hpm2

Questo articolo può essere copiato e riprodotto su siti web autorizzati, previa richiesta all’autore, purché sia mantenuta la citazione come segue: Articolo a cura di Daniele Trevisani, www.studiotrevisani.it – Non sono ammesse modifiche al testo.

Tecniche delle energie mentali e della motivazione: potenziare la mente nelle arti marziali e sport di combattimento, e il senso del “trasformarsi in un’arma”

La mente è il nostro organo più debole e forte allo stesso tempo. Può essere il migliore alleato di chi vuole vivere a pieno il suo viaggio nelle arti marziali e negli sport di combattimento. Ma occorre un metodo anche per coltivare le abilità mentali, e la coscienza profonda di cosa significa trasformarsi in un’arma

Esistono “tecniche” molto precise per il potenziamento delle facoltà mentali.

Queste tecniche – derise dagli ignoranti – vengono utilizzate da millenni nelle arti marziali e in diverse religioni, ma paradossalmente, proprio dalle arti marziali moderne sono via via sempre più dimenticate, per non parlare degli sport da ring dove vengono considerate superflue, salvo poi scoprire che un atleta ben preparato perde quasi sempre per motivi soprattutto psicologici e tattici, e non di forza muscolare.

Queste tecniche sono invece praticate al massimo livello dalla stragrande maggioranza dei vincitori olimpici in ogni disciplina. Ci sarà un motivo o no?

Caricare la mente

L’area più importante di analisi della psicoenergetica è la carica psicoenergetica. Sentirsi psicologicamente carichi è fondamentale.

L’aggettivo “psicoenergetico” si riferisce a ciò che nasce puramente da processi mentali o emozionali, e non da processi unicamente fisiologici.

Si tratta quindi di isolare l’energia autoctona dello spirito vitale, cercando di distinguerla da quella delle energie fisiche e biologiche. Un lavoro pionieristico e complesso su cui le conoscenze sono in fase davvero embrionale, lavoro difficile, ma per questo affascinante.

La carica psicoenergetica si riferisce alle energie psichiche che il soggetto riesce a produrre, separatamente dallo stato biologico e fisiologico.

Le energie mentali possono certamente essere condizionate dallo stato bioenergetico – ciascuno di noi può subire il condizionamento negativo che deriva dalla stanchezza, da un dolore fisico, dalla fame o sete, da uno squilibrio corporeo. Tuttavia, quando il corpo si trova in condizione di omeostasi, di relativa quiete, la componente mentale non è ferma. Essa può comunque trovarsi a fluttuare tra stati di carica energetica (positiva) o di mancanza di energia.

Il compito della psicoenergetica è di isolare i fattori che determinano queste fluttuazioni nella carica mentale, al di là del piano fisico. È necessario capire a quali fattori esistenziali si associano ai diversi livelli umorali, analizzare come ci si sente interiormente e come questo incide sulle nostre energie mentali.

Dobbiamo quindi analizzare prima di tutto i fattori di natura il più possibile isolata dalla condizione organismica fisica, quali l’autostima (ci sentiamo meglio o peggio ne vederci come artisti marziali o fighter?), l’autorealizzazione (ho un ideale di me stesso a cui puntare?), il desiderio di riscatto personale e di riscatto sociale (nelle arti marziali e sport di combattimento trovo la possibilità di esprimere ciò che in altri campi della vita non mi è possibile fare o non sono riuscito a fare?).

Quando – durante un anno di allenamento, o una giornata – ci si sente realizzati, motivati, sicuri di sé o piuttosto afflitti e avviliti? Quanto spesso demotivati, frustrati, o invece grintosi e forti? Questo incide certamente sulle energie totali dell’individuo e su questo punto si gioca larga parte dello sviluppo del potenziale umano.

Fissare come vorremmo essere: il sé aspirazionale come motore del nostro potenziamento

Un esercizio fondamentale di visualizzazione, che pratico con alcuni praticanti selezionati, è un esercizio di visualizzazione mentale. Iniziare a “vedere” mentalmente se stessi “come se fossimo e ci muovessimo nel modo che rappresenta davvero il mio ideale…”. Una variante, è visualizzare lo stato di forma fisica, una “fotografia mentale” di come vorremmo essere fisicamente, che funge da ancoraggio mentale per i nostri sforzi e il nostro impegno. Una variante ulteriore, è “vedersi in movimento” mentre si svolge una forma o un combattimento, sia nel modo peggiore possibile, che nel modo migliore possibile, poi discutere in gruppo che cosa esattamente c’è di diverso tra la variante “negativa” e goffa, e quella “positiva” o ideale.

Molto spesso in questi esercizi viene veramente fuori qualcosa di fondamentale: i punti specifici sui quali dover lavorare per migliorarsi.

Sul piano fisico, se riusciamo a fissare con forza, con estrema forza, un’immagine mentale fisica (il sé aspirazionale fisico), che rappresenta un nostro ideale, e fissarlo con decisione come un punto di arrivo, questo diventerà un “motore psicologico” fortissimo.

Sul piano mentale, se riusciamo a fissare con forza, con estrema forza, un’immagine mentale di come vorremmo sentirci, in allenamento o in gara (il sé aspirazionale psicologico), e fissarlo con decisione come un punto di arrivo, questo diventerà un “motore psicologico” fortissimo per allenarsi e “tendere” verso quello stato. Naturalmente questo deve essere uno stato positivo, qualcosa che ci faccia sentire bene.

A quel punto il dubbio se andare o non andare in palestra o nel Dojo la sera, o quando siamo stanchi, troverà un nemico potentissimo, l’immagine mentale “aspirazionale” che abbiamo di noi stessi e a cui vogliamo tendere. Questo fatto, oltretutto, è nemico mortale di un pericolo altrettanto mortale: la perdita di senso e di motivazione. Quando abbiamo fissato cosa vogliamo diventare, e verso cosa tendere, questa immagine mentale riempie di senso ogni nostra giornata, o ogni nostra attesa del prossimo allentamento, che diventa un “traghetto” verso quello stato ideale.

Sul “Trasformarsi in armi”

Esiste poi un altro punto fondamentale: noi non giochiamo a calcetto o a bocce. Impariamo arti che – senza tanti giri di parole – sono nate storicamente o per uccidere, o per difendersi, o per difendere altri.

Facciamo di queste arti un percorso di crescita personale, cerchiamo la componente mistica, trascendentale, e filosofica di questo percorso, e senza questa saremmo solo degli animali, ma non dobbiamo mai dimenticare l’origine vera del mondo marziale: combattere, diventare armi.

Su questo, vorrei esprimere il pensiero di un Samurai Naganuma Muneyoshi (1635-1690), che ha espresso molto meglio di quanto riuscirò mai a fare io, la sua opinione su questo fatto, del “trasformarsi in armi”.

Le armi sono strumenti di sventura.

La guerra è una faccenda pericolosa.

Se viene usata per risolvere i problemi del mondo ed eliminare la sofferenza della popolazione, è una guerra giusta.

Attaccare città che non si sono macchiate di alcuna colpa e uccidere persone innocenti è una guerra di rapina.

I predoni non vedono l’ora di mobilitarsi, mentre gli uomini nobili lo fanno solo quando è inevitabile.

Credo che sia chiara la coscienza che nessuno deve mai fare del male gratuitamente, il bullismo di chi si sente forte perché artista marziale o fighter è da ignoranti e va punito e perseguito come una piaga sociale, ma per i puri di cuore le armi sono strumenti di bene, non vanno usate se non come risorsa ultima, e solo per cause davvero nobili.

Credo che il senso del tutto sia sapere quanto e quando sia positivo diventare un arma che – pur nella nostra limitatezza di singole persone – può dare un contributo a risolvere i problemi del mondo e lottare contro la sofferenza, e mai si scaglierà contro bersagli sbagliati o innocenti.

Un arma che si tiene affilata, lubrificata, preparata, pur sapendo e sperando di non essere mai usata, ma che se occorresse, e – come sostiene Muneyoshi – solo quando è inevitabile, saprà fare ciò per cui si allena, e non si girerà dall’altra parte.

Dott. Daniele Trevisani

Note sull’autore:

dott. Daniele Trevisani, Fulbright Scholar, consulente in formazione aziendale e coaching in www.studiotrevisani.it – insignito dal Governo USA del premio Fulbright per gli studi sulla Comunicazione e Psicologia, è Master of Arts in Mass Communication alla University of Florida e tra i principali esperti mondiali in Sviluppo del Potenziale Umano.

In campo marziale e sportivo, è preparatore certificato Federazione Italiana Fitness, praticante di oltre 10 diverse discipline, Maestro di Kickboxing, Sensei (8° Dan DaoShi® Bushido), formatore di atleti e istruttori di Muay Thai, Kickboxing e MMA. E’ stato agonista negli USA nei trofei di Karate Open Interstile.

Ha realizzato docenze in oltre 10 Università Italiane ed estere, ed è il tra i principali esperti italiani nella ricerca sul potenziale umano e formazione.

Tribute from Master Daniele Trevisani to one of the Best Italian Muay Thai Pro Clubs in Europe: Muay Thai Novara – Address: Via Costantino Perazzi, 54 – 28100 Novara – Italy. In this video, Muay Thai Training by Master Alessio Padovani.

More video about Kickboxing, Muay Thai and MMA from Daoshi Bushido Club on this youtube channel. Bye Dan

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Dr. Daniele Trevisani - Formazione Aziendale, Ricerca, Coaching