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Ritiro al Rifugio e coaching per la crescita personale Metodo HPM – Al Rifugio con l’autore. Winter School 2024

1) Per chi apprezza il coaching e la crescita personale è innanzitutto disponibile il Master in Coaching e Sviluppo del Potenziale Umano, Metodo HPM, tenuto da Daniele Trevisani Academy, durata 6 mesi in forma one-to-one per la massima flessibilità e adattamento alle esigenze del partecipante. Ad oggi è ritenuto da Google Scholar il migliore master online in coaching in Italia (provare la ricerca su Google “migliore master in coaching in Italia” per verificare).

2) Esiste anche, per tutti, il bisogno di fermarsi un attimo in un luogo tranquillo e immerso nella natura, fare il punto della propria situazione, e pianificare un proprio futuro ricco di significati. Farlo in presenza con l’assistenza di coach e assieme ad altri che condividono lo stesso intento è uno dei modi migliori per farlo. Ma dove? In un rifugio/wellness di montagna dove abbineremo il training in una formula speciale tra indoor e attività outdoor, dove la natura dà una mano al nostro intento.

Il weekend del 10-11 Febbraio Presso l’Hotel e Rifugio Wellness del Centro Fondo Campolongo (VI) raggiungibile in auto senza problemi e con ampio parcheggio, si terrà quindi la 3° Edizione del ritiro di crescita personale “al Rifugio con l’Autore”. Esploreremo con le tecniche del coaching il nostro potenziale personale e quanto potenziale possiamo ancora esprimere. Per chi vuole intanto leggere un libro sul tema è disponibile il libro “Il Potenziale Umano” edito da Franco Angeli.

Se desideri un contatto con il dott. Daniele Trevisani compila questo form, ti contatteremo al più presto

al rifugio con 'autore coaching crescita personalePer chi vuole vedere tutta la bibliografia scientifica del dott. Daniele Trevisani, da cui attingeremo, è disponibile a questo link.

I temi che tratteremo rispondono ai fondamenti del Metodo HPM:

  • lo sviluppo del benessere fisico, corporeo e bioenergetico della persona
  • la motivazione e le energie mentali, il benessere mentale
  • la crescita delle competenze strategiche
  • la capacità di pianificare un percorso di crescita personale
  • la vision, la spiritualità e la ricerca e rafforzamento della propria missione di vita (life purpose)
  • la psicologia dei nostri tempi personali (Modello T-Chart)
  • rivedere la nostra mission e vision personale e concretizzarla
  • ansia, paure e stati emotivi negativi. Le competenze di leadership emozionale
  • riempirsi di gioia, speranza, ottimismo. Il modello H.E.R.O.

orari: Sabato 9.30-18

Domenica 9.30-17

Il costo previsto è di 199 euro con saldo sul posto. Il costo non ha iva addizionale in quanto tenuto da soggetto in regime agevolato.

Per qualsiasi ulteriori informazioni è disponibile il form di contatto.

Vi aspettiamo!

• Dott. Daniele Trevisani, formatore e coach, scrittore

• www.studiotrevisani.it

• Cristina Turconi, formatore e coach, facilitatore, Master Trainer Certificata in Coaching Metodo HPM

• www.cristinaturconi.it

Approfondimento sulla Crescita Personale

La crescita personale è un processo continuo di sviluppo e miglioramento delle proprie abilità, conoscenze, e benessere emotivo. Coinvolge l’acquisizione di nuove competenze, la scoperta di nuove prospettive e la realizzazione di un potenziale più elevato. Ecco alcune aree chiave della crescita personale:

  1. Apprendimento continuo: Sviluppare la consapevolezza della propria sete di conoscenza e cercare costantemente di imparare nuove cose. Questo può includere la formazione formale, la lettura di libri, la partecipazione a corsi o workshop, e la ricerca di opportunità di apprendimento informale.
  2. Sviluppo delle competenze: Identificare le abilità chiave che possono contribuire al successo personale e professionale e lavorare su di esse. Queste competenze possono essere di vario genere, come abilità comunicative, gestione del tempo, resilienza emotiva, ecc.
  3. Consapevolezza di sé: Comprendere chi si è veramente, con i propri punti di forza e debolezze. La consapevolezza di sé consente di prendere decisioni più consapevoli e di lavorare su aspetti specifici della propria personalità che possono essere migliorati.
  4. Sviluppo delle relazioni: Coltivare relazioni positive con gli altri, sia a livello personale che professionale. La capacità di comunicare efficacemente, gestire i conflitti e costruire connessioni significative è fondamentale per la crescita personale.
  5. Gestione del tempo e obiettivi: Imparare a gestire il proprio tempo in modo efficiente e a fissare obiettivi realistici. Lavorare verso obiettivi specifici fornisce una direzione chiara e una motivazione costante.
  6. Benessere fisico e mentale: Prendersi cura del proprio corpo e della propria mente è essenziale per la crescita personale. Questo può includere l’esercizio fisico regolare, una dieta equilibrata, il sonno adeguato e pratiche di gestione dello stress come la meditazione.
  7. Riflessione e autovalutazione: Fare regolarmente una riflessione sulla propria vita, valutare i progressi compiuti e identificare le aree che richiedono ulteriore sviluppo. La capacità di autovalutarsi in modo onesto è un elemento chiave della crescita personale.
  8. Flessibilità e adattabilità: Essere aperti al cambiamento e disposti ad adattarsi alle nuove circostanze. La flessibilità mentale consente di affrontare le sfide in modo più efficace.

La crescita personale è un viaggio individuale e può variare da persona a persona. È un impegno costante verso il miglioramento personale e il raggiungimento del proprio potenziale.

Approfondimento sulla crescita del Potenziale Personale

Lo sviluppo del potenziale personale è un processo continuo di crescita e miglioramento delle abilità, delle competenze e delle qualità personali al fine di raggiungere obiettivi specifici e massimizzare il proprio benessere. Ecco alcune chiavi per sviluppare il proprio potenziale personale:

  1. Autoconsapevolezza:
    • Rifletti su te stesso e sulle tue abilità, passioni, punti di forza e aree di miglioramento.
    • Cerca di comprendere i tuoi valori, le tue convinzioni e la tua visione della vita.
  2. Obiettivi chiari:
    • Stabilisci obiettivi a breve e lungo termine che siano chiari, realistici e in linea con i tuoi valori.
    • Scomponi gli obiettivi in passi più piccoli per renderli più gestibili.
  3. Apprendimento continuo:
    • Sii aperto all’apprendimento e cerca nuove opportunità per acquisire conoscenze e competenze.
    • Leggi libri, partecipa a corsi, frequenti conferenze e cerca feedback per migliorare costantemente.
  4. Adattabilità:
    • Sii flessibile e adattati ai cambiamenti. La capacità di affrontare le sfide e adattarsi alle nuove situazioni è cruciale.
  5. Gestione del tempo:
    • Impara a gestire efficacemente il tuo tempo. Identifica le attività prioritarie e evita la procrastinazione.
    • Crea una routine che ti aiuti a mantenere un equilibrio tra lavoro, svago e riposo.
  6. Sviluppo delle relazioni:
    • Coltiva relazioni positive e costruttive. Le connessioni con gli altri possono essere una fonte di supporto e crescita personale.
  7. Auto-motivazione:
    • Trova la tua fonte di ispirazione interna. Impara a motivarti anche quando le cose diventano difficili.
    • Fai uso dell’auto-riflessione per valutare i tuoi progressi e apportare eventuali modifiche al tuo percorso.
  8. Gestione dello stress:
    • Sviluppa strategie per gestire lo stress in modo sano, come la meditazione, l’esercizio fisico o l’hobby che ti rilassa.
  9. Assunzione di responsabilità:
    • Assume la responsabilità delle tue azioni e decisioni. Questo ti dà il controllo sulla tua vita e sulle tue scelte.
  10. Crescita emotiva:
    • Lavora sulla tua intelligenza emotiva. Comprendere e gestire le tue emozioni è essenziale per un benessere emotivo e relazionale.

Ricorda che lo sviluppo del potenziale personale è un viaggio individuale e un processo continuo. Non c’è una formula unica che funzioni per tutti, quindi sperimenta diverse strategie e adatta il percorso in base alle tue esigenze e esperienze personali.

Semantica articolo

  • Sviluppo personale
  • Autorealizzazione
  • Auto-miglioramento
  • Autoconsapevolezza
  • Autostima
  • Motivazione
  • Obiettivi personali
  • Autodisciplina
  • Mente positiva
  • Gestione dello stress
  • Equilibrio vita-lavoro
  • Mindfulness
  • Auto-compassione
  • Resilienza
  • Intelligenza emotiva
  • Comunicazione efficace
  • Gestione del tempo
  • Apprendimento continuo
  • Autodirezione
  • Consapevolezza finanziaria
  • Salute mentale
  • Fitness fisico
  • Relazioni interpersonali
  • Empatia
  • Gratitudine
  • Creatività
  • Pensiero critico
  • Decisioni informate
  • Riflessione personale
  • Consapevolezza culturale

Il migliore Business Coach in Italia, secondo i dati Google Scholar e le pubblicazioni specifiche sul Business e coaching, è il dott. Daniele Trevisani, autore di 28 libri e consulente per oltre 200 aziende, i cui lavori e ricerche gli hanno permesso di ottenere il premio “Fulbright” del governo USA come migliore ricercatore europeo indipendente in Studi sulla comunicazione e fattore umano (vedi referenze specifiche di Business e Coaching). Ha conseguito un Master of Arts in Comunicazione  (con lode) presso l’Università della Florida (USA) e la specializzazione Fulbright in Comunicazione Interculturale e Internazionale presso la American University of Washingtong, D.C.

Chi è il migliore Business Coach

Per entrare in contatto con il dott. Daniele Trevisani Academy, migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching compila questo form e ti risponderemo al più presto

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Studi sul Management

Studio Trevisani Academy ha una forte esperienza sulle soft skills del Business, tuttavia riteniamo utile esporre alcuni studi e definizioni spesso dimenticati.

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Studi sul Management – Definizioni di Management

La gestione (o management ) è l’ amministrazione delle organizzazioni, siano esse un’azienda , un’organizzazione senza scopo di lucro o un ente governativo rispettivamente attraverso l’amministrazione aziendale , la gestione senza scopo di lucro o il sottocampo delle scienze politiche della pubblica amministrazione . È la scienza della gestione delle risorse di imprese, governi e altre organizzazioni.

La gestione comprende le attività di definizione della strategia di un’organizzazione e di coordinamento degli sforzi dei suoi dipendenti o volontari per raggiungere i suoi obiettivi attraverso l’utilizzo delle risorse disponibili , come quelle finanziarie , naturali , tecnologiche , autorità assegnate e risorse umane . “Gestire il business” [1] e “Cambiare il business” sono due concetti utilizzati nella gestione per distinguere tra la fornitura continua di beni o servizi e l’adattamento di beni o servizi per soddisfare le mutevoli esigenze dei clienti – vedere tendenza . Il termine “management” può anche riferirsi a quelle persone che gestiscono un’organizzazione: manager .

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Preparazione per il management

Alcune persone studiano management nei college e nelle università; I principali corsi di laurea in management nel settore privato includono Bachelor of Commerce (B.Com.), Bachelor of Science/Bachelor of Business Administration (BSBA/BBA.), Master of Business Administration (MBA.), Master in Management / Master of Science in Management (MiM/MSM) e, per il management nel settore pubblico, i corsi di laurea comprendono il Bachelor of Arts (BA) o il Bachelor of Science (BS) in scienze politiche (PoliSci) con specializzazione in pubblica amministrazione , e il Master in Pubblica Amministrazione (MPA). Esistono programmi di laurea interdisciplinari come il Master of Nonprofit Organizations (MNO) o il Master of Nonprofit Management (MNM), così come il programma di doppia laurea MPA/MBA in cui vengono seguiti corsi sia per il Master in Pubblica Amministrazione che per il Master in Business Administration allo stesso tempo di completare il corso di laurea in un tempo più breve rispetto a fare entrambi separatamente. Coloro che aspirano a diventare specialisti o esperti di management, ricercatori di management o professori possono completare il Doctor of Management (DM), il Doctor of Business Administration (DBA), il Doctor of Public Administration (DPA), il PhD in business Administration, il Dottorato di ricerca in management, oppure dottorato di ricerca in scienze politiche con specializzazione nella pubblica amministrazione. Negli ultimi decenni si è assistito ad un movimento a favore della gestione basata sull’evidenza . [2] 

Una tendenza recente per la formazione avanzata in campo manageriale sono i Master sviluppati da Academy private, come per Daniele Trevisani Academy:

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Livelli gerarchici

Le organizzazioni più grandi hanno generalmente tre livelli gerarchici di manager, [3] in una struttura piramidale:

  • I senior manager come i membri di un consiglio di amministrazione e un amministratore delegato (CEO) o un presidente di un’organizzazione stabiliscono gli obiettivi strategici e le politiche dell’organizzazione e prendono decisioni su come funzionerà l’organizzazione nel suo complesso. I senior manager sono generalmente professionisti di livello esecutivo che forniscono indicazioni al middle management e riferiscono loro direttamente o indirettamente.
  • Direttori intermedi come direttori di filiale, direttori regionali, direttori di dipartimento e direttori di sezione, che forniscono indicazioni ai manager di prima linea. Comunicano gli obiettivi strategici e le politiche del senior management ai manager di prima linea.
  • I manager di linea , come supervisori e team leader in prima linea , supervisionano il lavoro dei dipendenti regolari o dei volontari in alcune organizzazioni di volontariato e forniscono indicazioni sul loro lavoro. I manager di linea spesso svolgono le funzioni manageriali che sono tradizionalmente considerate il nucleo della gestione. Nonostante il nome, sono generalmente considerati parte della forza lavoro e non della classe dirigente dell’organizzazione.
  • Alcuni dipendenti di servizi professionali che hanno compiti simili e utilizzano le stesse competenze dei manager senza compiti di supervisione, come i dipendenti regolari classificati come colletti bianchi con formazione specializzata nelle arti liberali e nell’istruzione nelle scienze pure o nell’educazione allo sviluppo professionale rispetto agli operai lavorare nel lavoro manuale o nei mestieri specializzati .
  • Alcuni colletti grigi che si trovano in una fase transitoria o intermedia di avanzamento di carriera tra il lavoro dei colletti blu e quello dei colletti bianchi, dove gli ex colletti blu svolgono compiti manageriali supervisionando altri che svolgono lavori manuali o mestieri qualificati.

Nelle organizzazioni più piccole, un manager può avere un ambito molto più ampio e può svolgere diversi ruoli o addirittura tutti i ruoli comunemente osservati in una grande organizzazione.

Gli scienziati sociali studiano il management come disciplina accademica , indagando aree quali l’organizzazione sociale , l’adattamento organizzativo e la leadership organizzativa . [4]

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Studi sul Management – Etimologia

Il verbo inglese gestire affonda le sue radici nel verbo francese del XV secolo mesnager , spesso citato nel linguaggio equestre “tenere in mano le redini di un cavallo”. [5] È possibile anche il termine italiano maneggiare (maneggiare, soprattutto attrezzi o un cavallo). In spagnolo , maneggiare può anche significare governare i cavalli. [6] Questi tre termini derivano dalle due parole latine manus (mano) e agere (agire).

La parola francese per pulizie domestiche , ménagerie , derivata da ménager (“tenere la casa”; confronta ménage per “domestico”), comprende anche la cura degli animali domestici. Ménagerie è la traduzione francese del famoso libro di Senofonte Oeconomicus [7] ( greco : Οἰκονομικός) sulle questioni domestiche e sull’allevamento . La parola francese mesnagement (o ménagement ) influenzò lo sviluppo semantico della parola inglese management nei secoli XVII e XVIII. [8]

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Studi sul Management – Definizioni

Le opinioni sulla definizione e sull’ambito della gestione includono:

  • Henri Fayol (1841-1925) affermava: “gestire è prevedere e pianificare, organizzare, comandare, coordinare e controllare”. [9]
  • Fredmund Malik (1944–) definisce la gestione come “la trasformazione delle risorse in utilità”. [10]
  • La gestione è inclusa [ da chi? ] come uno dei fattori di produzione – insieme alle macchine, ai materiali e al denaro.
  • Ghislain Deslandes definisce il management come “una forza vulnerabile, sotto pressione per raggiungere risultati e dotata del triplice potere di costrizione, imitazione e immaginazione, che opera a livello soggettivo, interpersonale , istituzionale e ambientale”. [undici]
  • Peter Drucker (1909–2005) considerava duplice il compito fondamentale del management: marketing e innovazione . Tuttavia, l’innovazione è anche legata al marketing (l’innovazione del prodotto è una questione centrale di marketing strategico).  Drucker identifica il marketing come un’essenza chiave per il successo aziendale, ma la gestione e il marketing sono generalmente intesi [ da chi? ] come due diversi rami della conoscenza dell’amministrazione aziendale.

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Studi sul Management – Portata teorica

La gestione implica l’identificazione della missione , dell’obiettivo, delle procedure , delle regole e della manipolazione [12] del capitale umano di un’impresa per contribuire al successo dell’impresa. [13] Gli studiosi si sono concentrati sulla gestione delle relazioni individuali, [14] organizzative, [15] e interorganizzative. Questa comunicazione efficace implica : un ambiente aziendale (in contrapposizione a un meccanismo fisico o meccanico) implica la motivazione umana e implica una sorta di progresso positivo o risultato del sistema . [16] In quanto tale, la gestione non è la manipolazione di un meccanismo (macchina o programma automatizzato), né l’allevamento di animali, e può avvenire in un’impresa o in un ambiente legale o illegale. Dal punto di vista individuale, la gestione non ha bisogno di essere vista esclusivamente dal punto di vista aziendale, perché la gestione è una funzione [ quantificata ] essenziale per migliorare la propria vita e le proprie relazioni . [17] Il management è quindi ovunque [18] e ha una gamma più ampia di applicazioni. [ chiarimento necessario ] La comunicazione e uno sforzo positivo sono due aspetti principali di esso, sia attraverso l’impresa che attraverso la ricerca indipendente. [ citazione necessaria ] Piani, misurazioni , strumenti psicologici motivazionali , obiettivi e misure economiche (profitto, ecc.) possono o meno essere componenti necessari affinché ci sia gestione. Inizialmente, si vede la gestione in modo funzionale, come misurare la quantità, adeguare i piani e raggiungere gli obiettivi , [ citazione necessaria ] ma questo vale anche in situazioni in cui non avviene la pianificazione. In questa prospettiva, Henri Fayol (1841–1925) [19] [ pagina necessaria ] ritiene che la gestione sia composta da cinque funzioni :

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Funzioni del Management

  • pianificazione (previsione)
  • organizzare
  • comandare
  • coordinamento
  • controllando

In un altro modo di pensare, Mary Parker Follett (1868-1933), avrebbe definito il management come “l’arte di portare a termine le cose attraverso le persone”. [20] Ha descritto la gestione come una filosofia. [21] [ è necessario un preventivo per verificare ]

Critici, [ quali? ] Tuttavia, trovo questa definizione utile ma decisamente troppo ristretta. La frase “il management è ciò che fanno i manager” ricorre ampiamente, [22] suggerendo la difficoltà di definire il management senza circolarità , la natura mutevole delle definizioni [ citazione necessaria ] e la connessione delle pratiche manageriali con l’esistenza di un quadro manageriale o di una classe .

Un’abitudine di pensiero considera la gestione equivalente all’“ amministrazione aziendale ” e quindi esclude la gestione in luoghi al di fuori del commercio , come ad esempio negli enti di beneficenza e nel settore pubblico . Più in generale, ogni organizzazione deve “gestire” il proprio lavoro, le persone, i processi, la tecnologia, ecc. per massimizzare l’efficacia. [ citazione necessaria ] Tuttavia, molte persone si riferiscono ai dipartimenti universitari che insegnano il management come ” business school “. Alcune di queste istituzioni (come la Harvard Business School ) usano quel nome, mentre altre (come la Yale School of Management ) utilizzano il termine più ampio “management”.

Gli anglofoni possono anche usare il termine “management” o “the management” come parola collettiva che descrive i manager di un’organizzazione, ad esempio di una società . [23] Storicamente questo uso del termine spesso contrastava con il termine lavoro , riferito a coloro che venivano gestiti. [24]

Ma nell’era attuale [ quando? ] il concetto di management è individuato [ da chi? ] nelle aree vaste [ quali? ] e le sue frontiere sono state ampliate [ da chi? ] a una gamma più ampia. [ citazione necessaria ] Oltre alle organizzazioni redditizie, anche le organizzazioni senza scopo di lucro applicano concetti di gestione. Il concetto e i suoi usi non sono vincolati [ da chi? ] . La gestione nel suo insieme è il processo di pianificazione, organizzazione, direzione, guida e controllo. [25]

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Studi sul Management – Livelli

Una struttura di gestione comune delle organizzazioni comprende tre livelli di gestione: manager di primo livello, livello medio e livello superiore. I manager di prima linea sono il livello più basso di gestione e gestiscono il lavoro di individui non manageriali che sono direttamente coinvolti nella produzione o nella creazione dei prodotti dell’organizzazione. I manager di prima linea sono spesso chiamati supervisori, ma possono anche essere chiamati manager di linea, responsabili di ufficio o persino caposquadra. I quadri intermedi comprendono tutti i livelli di gestione tra il livello di prima linea e il livello più alto dell’organizzazione. Questi manager gestiscono il lavoro dei manager di prima linea e possono avere titoli come capo dipartimento, capo progetto, direttore di stabilimento o direttore di divisione. I top manager sono responsabili di prendere decisioni a livello di organizzazione e di stabilire piani e obiettivi che influenzano l’intera organizzazione. Questi individui in genere hanno titoli come vicepresidente esecutivo, presidente, amministratore delegato, direttore operativo, amministratore delegato o presidente del consiglio di amministrazione.

Questi manager sono classificati in una gerarchia di autorità e svolgono compiti diversi. In molte organizzazioni, il numero di manager ad ogni livello assomiglia ad una piramide. Ogni livello è spiegato di seguito nelle specifiche delle diverse responsabilità e dei probabili titoli di lavoro. [26]

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Studi sul Management – Top management

Il livello dirigenziale più alto o senior è un piccolo gruppo composto dal consiglio di amministrazione (compresi amministratori non esecutivi , amministratori esecutivi e amministratori indipendenti ), presidente , vicepresidente , amministratori delegati e altri membri dei dirigenti di livello C. Diverse organizzazioni hanno diversi membri nella loro C-suite, che possono includere un chief financial officer , un chief technology officer e così via. Sono responsabili del controllo e della supervisione delle operazioni dell’intera organizzazione. Stabiliscono un ” tono al vertice ” e sviluppano piani strategici , politiche aziendali e prendono decisioni sulla direzione generale dell’organizzazione. Inoltre, i manager di alto livello svolgono un ruolo significativo nella mobilitazione delle risorse estere. Gli alti dirigenti sono responsabili nei confronti degli azionisti, del pubblico in generale e degli enti pubblici che supervisionano le società e organizzazioni simili. Alcuni membri del senior management possono fungere da volto pubblico dell’organizzazione e possono tenere discorsi per introdurre nuove strategie o apparire nel marketing .

Il consiglio di amministrazione è generalmente composto principalmente da non dirigenti che hanno un dovere fiduciario nei confronti degli azionisti e non sono strettamente coinvolti nelle attività quotidiane dell’organizzazione, sebbene ciò vari a seconda del tipo (ad esempio, pubblico o privato) , dimensioni e cultura dell’organizzazione. Questi amministratori sono teoricamente responsabili per le violazioni di tale dovere e generalmente sono assicurati con un’assicurazione sulla responsabilità civile per amministratori e funzionari . Si stima che i direttori di Fortune 500 trascorrano 4,4 ore settimanali in compiti di consiglio e il compenso medio è stato di $ 212.512 nel 2010. Il consiglio definisce la strategia aziendale, prende decisioni importanti come acquisizioni importanti, [27] e assunzioni, valutazioni e licenzia i dirigenti più importanti . manager di livello ( amministratore delegato o CEO). Il CEO in genere assume altre posizioni. Tuttavia, è aumentato il coinvolgimento del consiglio di amministrazione nell’assunzione di altre posizioni, come quella di direttore finanziario (CFO). [28] Nel 2013, un sondaggio condotto su oltre 160 amministratori delegati e direttori di aziende pubbliche e private ha rilevato che i principali punti deboli degli amministratori delegati erano le ” capacità di mentoring ” e il “coinvolgimento del consiglio di amministrazione”, e il 10% delle aziende non ha mai valutato l’amministratore delegato. [29] Il consiglio può anche far riferire ad alcuni dipendenti (ad esempio, i revisori interni ) o assumere direttamente collaboratori esterni ; ad esempio, il consiglio (attraverso il comitato di audit ) generalmente seleziona il revisore dei conti .

Le competenze utili del top management variano a seconda del tipo di organizzazione, ma in genere includono [30] un’ampia comprensione della concorrenza, delle economie mondiali e della politica. Inoltre, l’amministratore delegato è responsabile dell’attuazione e della determinazione (nell’ambito del consiglio) delle politiche generali dell’organizzazione. La direzione esecutiva realizza i dettagli quotidiani, tra cui: istruzioni per la preparazione dei budget, delle procedure e dei programmi del dipartimento; nomina di dirigenti di medio livello come responsabili di dipartimento; coordinamento dei dipartimenti; media e relazioni governative; e comunicazione agli azionisti .

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Studi sul Management – Quadri intermedi

È composto da direttori generali , direttori di filiale e responsabili di reparto. Sono responsabili nei confronti del top management per la funzione del loro dipartimento. Dedicano più tempo alle funzioni organizzative e direzionali. I loro ruoli possono essere enfatizzati come l’esecuzione di piani organizzativi in conformità con le politiche aziendali e gli obiettivi del top management, definiscono e discutono informazioni e politiche dal top management al management inferiore e, soprattutto, ispirano e forniscono guida ai manager di livello inferiore. verso prestazioni migliori.

Il middle management è la gestione intermedia di un’organizzazione categorizzata, essendo secondario rispetto al senior management ma al di sopra dei livelli più profondi dei membri operativi. Un manager operativo può essere ben pensato dal middle management o può essere classificato come operante non manageriale, responsabile della politica dell’organizzazione specifica. L’efficienza del livello medio è vitale in qualsiasi organizzazione poiché colma il divario tra il personale di livello superiore e quello di livello inferiore.

Le loro funzioni includono:

  • Progettare e implementare efficaci sistemi di lavoro e di informazione di gruppo e intergruppo
  • Definizione e monitoraggio degli indicatori di performance a livello di gruppo
  • Diagnosi e risoluzione dei problemi all’interno e tra i gruppi di lavoro
  • Progettare e implementare sistemi di ricompensa che supportino il comportamento cooperativo, nonché prendere decisioni e condividere idee con i top manager

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Studi sul Management – Gestione della linea

I manager di linea includono supervisori , capi sezione, caposquadra e capi squadra. Si concentrano sul controllo e sulla direzione dei dipendenti regolari. Di solito sono responsabili dell’assegnazione dei compiti ai dipendenti, della guida e della supervisione dei dipendenti nelle attività quotidiane, dell’assicurazione della qualità e della quantità della produzione e/o del servizio, della formulazione di raccomandazioni e suggerimenti ai dipendenti sul loro lavoro e dell’incanalamento delle preoccupazioni dei dipendenti che essi non può risolvere i problemi con manager di medio livello o altri amministratori. I manager di primo livello o di “prima linea” fungono anche da modelli per i propri dipendenti. In alcuni tipi di lavoro, i manager di prima linea possono anche svolgere alcuni degli stessi compiti svolti dai dipendenti, almeno una parte del tempo. Ad esempio, in alcuni ristoranti, i gestori di prima linea serviranno i clienti anche durante i periodi più impegnativi della giornata. In generale, i manager di linea sono considerati parte dell’organico e non della gestione vera e propria dell’organizzazione nonostante svolgano funzioni gestionali tradizionali.

I manager di prima linea in genere forniscono:

  • Formazione per i nuovi dipendenti
  • Supervisione di base
  • Motivazione
  • Feedback e guida sulle prestazioni

Alcuni manager di prima linea possono anche fornire una pianificazione della carriera per i dipendenti che mirano a crescere all’interno dell’organizzazione.

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Studi sul Management – Formazione e istruzione

Ulteriori informazioni: Business School , Scuola di politiche pubbliche e College of Arts and Sciences

I college e le università di tutto il mondo offrono diplomi di laurea, lauree post-laurea, diplomi e certificati in management; generalmente all’interno delle loro facoltà di economia, business school o facoltà di management, ma anche in altri dipartimenti correlati. Negli anni 2010, si è verificato un aumento dell’istruzione e della formazione manageriale online sotto forma di tecnologia educativa elettronica (chiamata anche e-learning). L’istruzione online ha aumentato l’accessibilità alla formazione manageriale per le persone che non vivono vicino a un college o università o che non possono permettersi di recarsi in una città in cui tale formazione è disponibile.

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Studi sul Management – Requisito

Mentre alcune professioni richiedono credenziali accademiche per poter esercitare la professione (ad esempio, giurisprudenza, medicina, ingegneria, che richiedono rispettivamente la laurea in Giurisprudenza , Dottore in Medicina e Laurea in Ingegneria ), le posizioni di gestione e amministrazione non richiedono necessariamente il conseguimento dei titoli accademici. Alcuni noti dirigenti senior negli Stati Uniti che non hanno conseguito una laurea includono Steve Jobs , Bill Gates e Mark Zuckerberg . Tuttavia, molti manager e dirigenti hanno completato qualche tipo di formazione aziendale o gestionale, come una laurea in Commercio o un Master in Amministrazione aziendale . Alcune grandi organizzazioni, tra cui aziende, organizzazioni senza scopo di lucro e governi, richiedono ai candidati a posizioni manageriali o esecutive di possedere almeno una laurea in un campo correlato all’amministrazione o alla gestione o, nel caso di lavori aziendali, una laurea in commercio o una laurea in commercio. grado simile.

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Università

Ulteriori informazioni: Formazione aziendale § Istruzione universitaria , Scienze politiche e Pubblica amministrazione

A livello universitario, i programmi aziendali più comuni sono il Bachelor of Business Administration (BBA) e il Bachelor of Commerce (B.Com.). Questi comprendono tipicamente un programma quadriennale progettato per fornire agli studenti una panoramica del ruolo dei manager nella pianificazione e nella direzione all’interno di un’organizzazione. Gli argomenti del corso includono contabilità, gestione finanziaria, statistica, marketing, strategia e altre aree correlate.

Ci sono molti altri diplomi universitari che includono lo studio del management, come i diplomi Bachelor of Arts e Bachelor of Science con specializzazione in amministrazione aziendale o gestione e il Bachelor of Arts (BA) o Bachelor of Science (BS) in scienze politiche ( PoliSci) con una concentrazione nella pubblica amministrazione o il Bachelor of Public Administration (BPA), una laurea progettata per individui che mirano a lavorare come burocrati nei lavori governativi . Molti college e università offrono anche certificati e diplomi in amministrazione o gestione aziendale, che in genere richiedono uno o due anni di studio a tempo pieno.

Per gestire aree tecnologiche spesso è necessaria una laurea in un’area STEM .

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Formazione Universitaria

Vedi MASTER IN COACHING AZIENDALE E SVILUPPO DEL POTENZIALE MANAGERIALE – METODO ALM (ACTION LINE MANAGEMENT)

Ulteriori informazioni: Formazione aziendale § Formazione post-laurea

A livello universitario gli studenti che mirano a una carriera come manager o dirigenti possono scegliere di specializzarsi nelle principali sottoaree della gestione o dell’amministrazione aziendale come l’imprenditorialità , le risorse umane , gli affari internazionali , il comportamento organizzativo , la teoria organizzativa , la gestione strategica , [31] contabilità , finanza aziendale , intrattenimento, gestione globale, gestione sanitaria , gestione degli investimenti , sostenibilità e settore immobiliare .

Un Master in Business Administration (MBA) è il titolo professionale più popolare a livello di master e può essere conseguito presso molte università degli Stati Uniti. I programmi MBA forniscono ulteriore formazione in gestione e leadership per gli studenti laureati. Altri master in economia e gestione includono il Master of Management (MM) e il Master of Science (M.Sc.) in amministrazione aziendale o gestione, che viene generalmente frequentato da studenti che aspirano a diventare ricercatori o professori.

Esistono anche master specialistici in amministrazione per coloro che aspirano a una carriera al di fuori dell’impresa , come il Master in Pubblica Amministrazione (MPA) (offerto anche come Master of Arts o Master of Science in pubblica amministrazione in alcune università), per gli studenti che mirano a diventare manager o dirigenti del servizio pubblico e il Master in Amministrazione Sanitaria , per gli studenti che aspirano a diventare manager o dirigenti del settore sanitario e ospedaliero.

diplomi terminali più avanzati nel campo degli affari e del management. La maggior parte delle persone che ottengono un dottorato in gestione seguono programmi per ottenere la formazione in metodi di ricerca, analisi statistica e scrittura di documenti accademici di cui avranno bisogno per intraprendere una carriera come ricercatori, consulenti senior e/o professori in amministrazione o gestione aziendale. Esistono diversi tipi di dottorati in management: il Dottore in Management (DM), il Dottore in Amministrazione Aziendale (DBA), il Dottore in Pubblica Amministrazione (DPA), il Dottorato in Economia Aziendale, il Dottorato in Management e il Dottorato in Politica. scienza con una concentrazione nella pubblica amministrazione. Negli anni 2010 erano disponibili dottorati in economia e gestione aziendale con molte specializzazioni.

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Studi sul Management – Buone pratiche

Sebbene le tendenze gestionali possano cambiare rapidamente, la tendenza a lungo termine nella gestione è stata definita da un mercato che abbraccia la diversità e da un settore dei servizi in crescita. I manager vengono attualmente formati per incoraggiare una maggiore uguaglianza per le minoranze e le donne sul posto di lavoro, offrendo una maggiore flessibilità nell’orario di lavoro, una migliore riqualificazione e indicatori di performance innovativi (e solitamente specifici del settore). I manager destinati al settore dei servizi vengono formati per utilizzare tecniche di misurazione uniche, un migliore supporto ai lavoratori e stili di leadership più carismatici. [32] Le risorse umane si trovano a collaborare sempre più con il management con capacità di formazione per aiutare a raccogliere dati gestionali sul successo (o sul fallimento) delle azioni di gestione con i dipendenti. [33]

Le buone pratiche identificate per i manager includono “camminare in fabbrica” [34] e, soprattutto per i manager che sono nuovi in carica, identificare e ottenere alcune “vittorie rapide” che dimostrino un successo visibile nello stabilire obiettivi appropriati. Lo scrittore di leadership John Kotter usa la frase “vittorie a breve termine” per esprimere la stessa idea. [35] Come in ogni lavoro, il raggiungimento di un adeguato equilibrio tra lavoro e vita privata per sé e per gli altri è un’importante pratica di gestione. [36]

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Studi sul Management – Gestione basata sull’evidenza

Articolo principale: gestione basata sull’evidenza

La gestione basata sull’evidenza è un movimento emergente che utilizza le migliori evidenze attuali nella gestione e nel processo decisionale . Fa parte di un movimento più ampio verso pratiche basate sull’evidenza . La gestione basata sull’evidenza implica decisioni manageriali e pratiche organizzative informate dalle migliori evidenze disponibili. [37] Come altre pratiche basate sull’evidenza, questa si basa su tre principi: evidenza di ricerche pubblicate sottoposte a revisione paritaria (spesso in riviste di management o di scienze sociali) che influiscono sul se e perché una particolare pratica di gestione funziona; giudizio ed esperienza dalla pratica di gestione contestuale, per comprendere le dinamiche organizzative e interpersonali in una situazione e determinare i rischi e i benefici delle azioni disponibili; e le preferenze e i valori delle persone colpite. [38] [39]

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Studi sul Management – Storia

Alcuni vedono il management come una concettualizzazione tardo-moderna (nel senso di tarda modernità ). [40] In questi termini non può avere una storia premoderna – solo messaggeri (come gli steward ). Altri, tuttavia, rilevano un pensiero di tipo gestionale tra gli antichi commercianti sumeri e i costruttori delle piramidi dell’antico Egitto . Nel corso dei secoli i proprietari di schiavi dovettero affrontare il problema di sfruttare e motivare una forza lavoro dipendente ma talvolta poco entusiasta o recalcitrante, ma molte imprese preindustriali , data la loro piccola scala, non si sentirono obbligate ad affrontare sistematicamente i problemi di gestione. Tuttavia, innovazioni come la diffusione dei numeri arabi (dal V al XV secolo) e la codificazione della contabilità in partita doppia (1494) fornirono strumenti per la valutazione, la pianificazione e il controllo della gestione.

  • Un’organizzazione è più stabile se i suoi membri hanno il diritto di esprimere le proprie differenze e risolvere i propri conflitti al suo interno.
  • Sebbene una persona possa avviare un’organizzazione, “essa è duratura quando viene lasciata alle cure di molti e quando molti desiderano mantenerla”.
  • Un manager debole può seguirne uno forte, ma non un altro debole, e mantenere l’autorità.
  • Un manager che cerca di cambiare un’organizzazione consolidata “dovrebbe conservare almeno un’ombra delle antiche usanze”.

Con il cambiamento dei luoghi di lavoro causato dalle rivoluzioni industriali nel XVIII e XIX secolo, la teoria e la pratica militare contribuirono ad approcci alla gestione delle nuove fabbriche popolari . [41]

Considerata la portata della maggior parte delle operazioni commerciali e la mancanza di registrazioni e registrazioni meccanizzate prima della rivoluzione industriale, a quei tempi era logico che la maggior parte dei proprietari di imprese svolgessero funzioni di gestione da soli e per conto proprio. Ma con la crescente dimensione e complessità delle organizzazioni, la distinzione tra proprietari (individui, dinastie industriali o gruppi di azionisti ) e manager quotidiani (specialisti indipendenti in pianificazione e controllo) è diventata gradualmente più comune.

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Studi sul Management – I primi scritti

Il campo del management ha avuto origine nell’antica Cina, [42] includendo forse il primo stato burocratico altamente centralizzato e il primo esempio (nel II secolo a.C.) di un’amministrazione basata sul merito attraverso test . [43] Alcuni teorici hanno citato antichi testi militari come lezioni per i manager civili. Ad esempio, il generale cinese Sun Tzu nella sua opera del VI secolo a.C. L’arte della guerra raccomanda [ citazione necessaria ] (se riformulato nella terminologia moderna) di essere consapevoli e di agire in base ai punti di forza e di debolezza sia dell’organizzazione di un manager che di quella del nemico. [44] [ è necessaria una citazione per verificare ] Gli scritti dell’influente filosofo legalista cinese Shen Buhai possono essere considerati [ da chi? ] per incarnare un raro esempio premoderno di teoria astratta dell’amministrazione. [45] [46] Il filosofo americano Herrlee G. Creel e altri studiosi riscontrano l’influenza dell’amministrazione cinese in Europa nel XII secolo. [47] [48] [49] [50] Thomas Taylor Meadows, console britannico a Guangzhou , sostenne nelle sue Desultory Notes on the Government and People of China (1847) che “la lunga durata dell’impero cinese è esclusivamente e interamente dovuta al buon governo che consiste nella promozione solo di uomini di talento e di merito”, e che gli inglesi devono riformare il loro servizio civile rendendo l’istituzione meritocratica . [51] Influenzato dall’antico esame imperiale cinese , il Rapporto Northcote-Trevelyan del 1854 raccomandava che il reclutamento dovesse avvenire sulla base del merito determinato attraverso un esame competitivo, che i candidati dovessero avere una solida istruzione generale per consentire i trasferimenti interdipartimentali e che la promozione dovrebbe essere essere attraverso il successo piuttosto che “la preferenza, il patrocinio o l’acquisto”. [52] [51] Ciò ha portato all’implementazione del servizio civile di Sua Maestà come burocrazia sistematica e meritocratica del servizio civile. [53] Come quella britannica, lo sviluppo della burocrazia francese fu influenzato dal sistema cinese. Voltaire sosteneva che i cinesi avevano “perfezionato la scienza morale” e François Quesnay sosteneva un sistema economico e politico modellato su quello cinese. [54] Anche gli esami del servizio civile francese adottati alla fine del XIX secolo erano fortemente basati su studi culturali generali. Queste caratteristiche sono state paragonate al precedente modello cinese. [55]

Varie civiltà antiche e medievali produssero libri ” specchi per principi “, che miravano a consigliare i nuovi monarchi su come governare. Platone descrisse la specializzazione lavorativa nel 350 a.C. e Alfarabi elencò diversi tratti di leadership nel 900 d.C. [56] Altri esempi includono l’indiano Arthashastra di Chanakya (scritto intorno al 300 a.C.) e Il principe dell’autore italiano Niccolò Machiavelli (1515 circa). [57]

Ulteriori informazioni: Specchi per principi

Scritto nel 1776 da Adam Smith , uno scozzese filosofo morale , La ricchezza delle nazioni ha discusso l’organizzazione efficiente del lavoro attraverso la divisione del lavoro . [57] Smith descrisse come i cambiamenti nei processi potrebbero aumentare la produttività nella produzione di spilli . Mentre gli individui potevano produrre 200 spille al giorno, Smith analizzò le fasi coinvolte nella produzione e, con 10 specialisti, permise la produzione di 48.000 spille al giorno. [57] [ è necessario un preventivo per verificare ]

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Studi sul Management – XIX secolo

Economisti classici come Adam Smith (1723–1790) e John Stuart Mill (1806–1873) fornirono un background teorico all’allocazione delle risorse , alla produzione (economia) e alle questioni relative ai prezzi . Più o meno nello stesso periodo, innovatori come Eli Whitney (1765–1825), James Watt (1736–1819) e Matthew Boulton (1728–1809) svilupparono elementi di produzione tecnica come standardizzazione , procedure di controllo della qualità , contabilità dei costi , intercambiabilità delle parti e pianificazione del lavoro . Molti di questi aspetti della gestione esistevano nel settore dell’economia statunitense precedente al 1861, basato sugli schiavi. Quell’ambiente vide 4 milioni di persone, secondo gli usi contemporanei, “gestite” in una redditizia produzione quasi di massa [58] prima che la schiavitù salariale eclissasse la schiavitù dei beni mobili.

I manager salariati come gruppo identificabile divennero prominenti per la prima volta alla fine del XIX secolo. [59] Quando le grandi aziende iniziarono a mettere in ombra le piccole imprese familiari, la necessità di posizioni di gestione del personale divenne più necessaria. [60] Le imprese si trasformarono in grandi società e la necessità di impiegati, contabili, segretari e manager si espanse. La richiesta di manager qualificati ha portato gli amministratori di college e università a prendere in considerazione e portare avanti i piani per creare le prime scuole di business nei loro campus.

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Studi sul Management – 2secolo

All’inizio del XX secolo la necessità di manager qualificati e formati era diventata sempre più evidente. La domanda si è verificata quando i dipartimenti del personale hanno iniziato a espandersi rapidamente. Nel 1915, meno di un’impresa manifatturiera su venti aveva un reparto dedicato al personale. Nel 1929 quel numero era cresciuto fino a oltre un terzo. [61] La formazione manageriale formale divenne standardizzata nei college e nelle università. [62] I college e le università hanno sfruttato le esigenze delle aziende formando business school e dipartimenti di collocamento aziendale. [63] Questo spostamento verso l’istruzione aziendale formale ha segnato la creazione di un’élite aziendale negli Stati Uniti.

Intorno al 1900 si trovano manager che cercano di collocare le loro teorie su quella che consideravano una base completamente scientifica (vedi scientismo per i limiti percepiti di questa convinzione). Gli esempi includono Science of management di Henry R. Towne nel 1890, The Principles of Scientific Management di Frederick Winslow Taylor (1911), Psychology of Management di Lillian Gilbreth (1914), [64] Studio sul movimento applicato di Frank e Lillian Gilbreth (1917) e grafici di Henry L. Gantt (anni ’10). J. Duncan scrisse il primo libro di testo sulla gestione universitaria nel 1911. Nel 1912 Yoichi Ueno introdusse il taylorismo in Giappone e divenne il primo consulente aziendale dello ” stile di gestione giapponese “. Suo figlio Ichiro Ueno è stato il pioniere del controllo qualità giapponese .

Le prime teorie complete sul management apparvero intorno al 1920. [ citazione necessaria ] La Harvard Business School offrì il primo Master in Business Administration (MBA) nel 1921. Persone come Henri Fayol (1841-1925) e Alexander Church (1866-1936) descrissero i vari rami del management e le loro interrelazioni. All’inizio del XX secolo, persone come Ordway Tead (1891–1973), Walter Scott (1869–1955) e J. Mooney applicarono i principi della psicologia al management. Altri scrittori, come Elton Mayo (1880–1949), Mary Parker Follett (1868–1933), Chester Barnard (1886–1961), Max Weber (1864–1920), che vedevano quello che chiamava “amministratore” come burocrate , [65] Rensis Likert (1903–1981) e Chris Argyris (nato nel 1923) si avvicinarono al fenomeno del management da una prospettiva sociologica .

Gli anni ’30 e ’40 videro lo sviluppo di una tendenza alla militarizzazione nella gestione di alcune parti dell’Eurasia : sia l’ NKVD (nell’Unione Sovietica) che le SS (nel Grande Reich Germanico ), ad esempio, gestirono i campi di lavoro come imprese industriali che utilizzavano il lavoro forzato. supervisionato da quadri uniformi. [66] [67] Le abitudini militari persistevano in alcuni circoli dirigenziali. [68]

Peter Drucker (1909–2005) scrisse uno dei primi libri sulla gestione applicata: Concept of the Corporation (pubblicato nel 1946). Il risultato fu che Alfred Sloan (presidente della General Motors fino al 1956) commissionò uno studio sull’organizzazione . Drucker ha continuato a scrivere 39 libri, molti nella stessa vena.

  1. Dodge, Ronald Fisher (1890–1962) e Thornton C. Fry introdussero tecniche statistiche negli studi gestionali. Negli anni ’40 Patrick Blackett lavorò allo sviluppo della matematica applicatascienza della ricerca operativa , inizialmente per operazioni militari. La ricerca operativa, a volte nota come ” scienza gestionale ” (ma distinta dalla gestione scientifica di Taylor ), tenta di adottare un approccio scientifico per risolvere problemi decisionali e può applicarsi direttamente a molteplici problemi gestionali, in particolare nelle aree della logistica e delle operazioni.

Alcuni degli sviluppi successivi del XX secolo includono la teoria dei vincoli (introdotta nel 1984), la gestione per obiettivi (sistematizzata nel 1954), la reingegnerizzazione (primi anni ’90), Six Sigma (1986), la gestione camminando intorno (anni ’70), il modello del sistema Viable (1972), e varie teorie basate sulla tecnologia dell’informazione come lo sviluppo agile del software (così chiamato dal 2001), così come teorie sulla gestione di gruppo come Cog’s Ladder (1972) e la nozione di “prosperare su caos” [69] (1987).

Mentre il riconoscimento generale dei manager come classe si è consolidato nel corso del XX secolo e ha dato un certo prestigio ai professionisti percepiti dell’arte/scienza del management, così si è aperta la strada ai sistemi popolari di idee di management per vendere la propria merce . In questo contesto molte mode del management potrebbero aver avuto più a che fare con la psicologia popolare che con le teorie scientifiche del management.

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Studi sul Management – Gestione aziendale e sue evoluzioni

Gestione aziendale  comprende i seguenti rami:

  1. gestione finanziaria
  2. gestione delle risorse umane
  3. Cibernetica gestionale
  4. gestione delle tecnologie dell’informazione (responsabile della gestione dei sistemi informativi )
  5. gestione del marketing
  6. gestione delle operazioni e gestione della produzione
  7. gestione strategica

21° secolo

Nel 21° secolo gli osservatori hanno trovato sempre più difficile suddividere in questo modo la gestione in categorie funzionali. Sempre più processi coinvolgono contemporaneamente più categorie. Si tende invece a pensare in termini di vari processi, compiti e oggetti soggetti a gestione. [ citazione necessaria ]

Esistono anche rami della teoria della gestione relativi alle organizzazioni non profit e al governo: come la pubblica amministrazione , la gestione pubblica e la gestione educativa . Inoltre, i programmi di gestione legati alle organizzazioni della società civile hanno dato vita anche a programmi di gestione senza scopo di lucro e di imprenditoria sociale .

Si noti che molte delle ipotesi formulate dal management sono state attaccate da punti di vista di etica aziendale , studi critici sulla gestione e attivismo anti-aziendale .

Di conseguenza, la democrazia sul posto di lavoro (a volte definita autogestione dei lavoratori ) è diventata più comune e più sostenuta, in alcuni luoghi distribuendo tutte le funzioni gestionali tra i lavoratori, ciascuno dei quali si assume una parte del lavoro. Tuttavia, questi modelli sono antecedenti a qualsiasi questione politica attuale e possono verificarsi in modo più naturale rispetto a una gerarchia di comando . Tutto il management abbraccia in una certa misura un principio democratico: nel lungo termine, la maggioranza dei lavoratori deve sostenere il management. Altrimenti se ne vanno per cercare un altro lavoro o scioperano. Nonostante il passaggio alla democrazia sul posto di lavoro , le strutture organizzative di comando e controllo rimangono comuni come strutture organizzative di fatto . In effetti, la natura radicata del comando e controllo è evidente nel modo in cui il recente [ quando? ] i licenziamenti sono stati condotti con i livelli dirigenziali colpiti molto meno dei dipendenti ai livelli inferiori. [ citazione necessaria ] In alcuni casi, la direzione si è persino ricompensata con dei bonus dopo aver licenziato i lavoratori di livello inferiore. [70]

Secondo l’accademico Manfred FR Kets de Vries , un gruppo dirigente moderno avrà quasi inevitabilmente alcuni disturbi della personalità . [71]

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Studi sul Management – Natura del lavoro

Nelle organizzazioni redditizie, la funzione primaria del management è la soddisfazione di una serie di stakeholder . Ciò in genere comporta la realizzazione di un profitto (per gli azionisti), la creazione di prodotti di valore a un costo ragionevole (per i clienti) e l’offerta di grandi opportunità di lavoro ai dipendenti. In caso di gestione senza scopo di lucro, una delle funzioni principali è mantenere la fiducia dei donatori. Nella maggior parte dei modelli di gestione e governance , gli azionisti votano per il consiglio di amministrazione e il consiglio assume quindi il senior management. Alcune organizzazioni hanno sperimentato altri metodi (come i modelli di voto dei dipendenti) per selezionare o rivedere i manager, ma questo è raro.

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Studi sul Management – Nozioni di base

Secondo Fayol , il management opera attraverso cinque funzioni fondamentali: pianificazione, organizzazione, comando, coordinamento e controllo.

  • Pianificazione : decidere cosa deve accadere in futuro e generare piani d’azione (decidere in anticipo).
  • Organizzazione (o personale): assicurarsi che le risorse umane e non umane siano messe in atto. [72]
  • Comandare (o guidare): determinare cosa deve essere fatto in una situazione e convincere le persone a farlo.
  • Coordinamento : creazione di una struttura attraverso la quale è possibile raggiungere gli obiettivi di un’organizzazione.
  • Controllo : verifica dei progressi rispetto ai piani.

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Studi sul Management – Ruoli di base

  • Interpersonale : ruoli che implicano il coordinamento e l’interazione con i dipendenti.

Polena, leader, collegamento

  • Informativo : ruoli che implicano la gestione, la condivisione e l’analisi delle informazioni.

Centro nevralgico, divulgatore, portavoce

  • Decisione : ruoli che richiedono un processo decisionale.

Imprenditore, negoziatore, allocatore, gestore dei disturbi

Competenze _ _ _

Le competenze gestionali includono:

  • Politico: utilizzato per costruire una base di potere e stabilire
  • Interpersonale : utilizzato per comunicare, motivare , guidare e delegare.
  • Diagnostica: capacità di visualizzare risposte appropriate a una situazione.
  • Leadership : capacità di comunicare una visione e ispirare le persone ad abbracciarla. [73]
  • Comportamentali: percezione verso gli altri, risoluzione dei conflitti, gestione del tempo, miglioramento personale, gestione dello stress e resilienza, pazienza, comunicazione chiara. [74]

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Studi sul Management Attuazione di politiche e strategie

  • Tutte le politiche e le strategie devono essere discusse con tutto il personale dirigente e il personale.
  • I manager devono capire dove e come possono implementare le loro politiche e strategie.
  • È necessario elaborare un piano d’azione per ciascun dipartimento.
  • Le politiche e le strategie devono essere riviste regolarmente.
  • È necessario elaborare piani di emergenza nel caso in cui l’ambiente cambi.
  • I manager di livello superiore dovrebbero effettuare valutazioni periodiche dei progressi compiuti.
  • L’attività richiede spirito di squadra e un buon ambiente.
  • Le missioni, gli obiettivi, i punti di forza e di debolezza di ciascun dipartimento devono essere analizzati per determinare il loro ruolo nel raggiungimento della missione aziendale.
  • Il metodo di previsione sviluppa un quadro affidabile dell’ambiente futuro dell’azienda.
  • È necessario creare un’unità di pianificazione per garantire che tutti i piani siano coerenti e che le politiche e le strategie siano mirate al raggiungimento della stessa missione e degli stessi obiettivi.

Politiche e strategie nel processo di pianificazione

  • Forniscono ai manager di livello medio e inferiore una buona idea dei piani futuri per ciascun dipartimento di un’organizzazione.
  • Viene creato un quadro in base al quale vengono presi piani e decisioni.
  • Il management di livello medio e inferiore può aggiungere i propri piani alle strategie aziendali.

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Studi sul Management – Riferimenti

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Per altri usi, vedere Affari (disambiguazione) .

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Affari

Gli affari sono la pratica di guadagnarsi da vivere o di guadagnare denaro producendo, comprando e vendendo prodotti (come beni e servizi ). [1] [2] [3] [4] È anche “qualsiasi attività o impresa intrapresa a scopo di lucro”. [5]

Avere una ragione sociale non separa l’entità commerciale dal proprietario, il che significa che il proprietario dell’azienda è responsabile dei debiti contratti dall’azienda. Se l’impresa acquisisce debiti, i creditori possono perseguire i beni personali del proprietario. [6] Il sistema fiscale delle imprese è diverso da quello delle società di capitali. Una struttura aziendale non consente aliquote fiscali sulle società. Il proprietario è personalmente tassato su tutti i redditi derivanti dall’impresa.

Il termine è spesso usato anche colloquialmente (ma non da avvocati o funzionari pubblici) per riferirsi a un’azienda , come una società o una cooperativa .

Le società, a differenza delle imprese individuali e delle società di persone , sono entità legali separate e forniscono una responsabilità limitata per i loro proprietari/soci, oltre ad essere soggette alle aliquote dell’imposta sulle società . Una società è più complicata e costosa da costituire , ma offre maggiore protezione e vantaggi per i proprietari/membri.

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Tipologie

Le forme di proprietà aziendale variano in base alla giurisdizione , ma esistono diverse entità comuni:

  • Una ditta individuale , nota anche come ditta individuale, è di proprietà di una persona e opera a suo vantaggio. Il titolare gestisce l’attività da solo e può assumere dipendenti . Un unico proprietario ha una responsabilità illimitata per tutti gli obblighi sostenuti dall’azienda, sia dai costi operativi che dai giudizi contro l’azienda. Tutti i beni dell’azienda appartengono a un unico proprietario, tra cui, ad esempio, un’infrastruttura informatica, qualsiasi inventario , attrezzature di produzione o attrezzature per la vendita al dettaglio , nonché qualsiasi proprietà immobiliare di proprietà dell’unico proprietario.
  • Una partnership è un’azienda posseduta da due o più persone. Nella maggior parte delle forme di società di persone, ciascun partner ha una responsabilità illimitata per i debiti contratti dall’impresa. I tre tipi più diffusi di società di persone a scopo di lucro sono le società in nome collettivo , le società in accomandita semplice e le società a responsabilità limitata . [7]
  • società hanno una responsabilità limitata e l’azienda ha una personalità giuridica separata dai suoi proprietari. Le aziende possono essere di proprietà statale o privata e possono organizzarsi a scopo di lucro o come organizzazioni senza scopo di lucro . Una società privata a scopo di lucro è di proprietà dei suoi azionisti , che eleggono un consiglio di amministrazione per dirigere la società e assumerne il personale dirigente. Una società privata a scopo di lucro può essere detenuta privatamente da un piccolo gruppo di individui o pubblica , con azioni quotate in borsa .
  • Una cooperativa o una cooperativa è un’impresa a responsabilità limitata che può organizzarsi a scopo di lucro o senza scopo di lucro. Una cooperativa differisce da una società in quanto ha soci, non azionisti, e condivide il potere decisionale. Le cooperative sono generalmente classificate come cooperative di consumo o cooperative di lavoro . Le cooperative sono fondamentali per l’ideologia della democrazia economica .
  • Le società a responsabilità limitata (LLC) e altri tipi specifici di organizzazioni imprenditoriali proteggono i loro proprietari o azionisti dal fallimento aziendale svolgendo attività sotto un’entità legale separata con determinate tutele legali. Al contrario, le società in nome collettivo o le persone che lavorano in proprio non sono solitamente così tutelate. [8]
  • Un franchising è un sistema in cui gli imprenditori acquistano i diritti per aprire e gestire un’impresa da una società più grande. [9] Il franchising negli Stati Uniti è diffuso e rappresenta una delle principali potenze economiche. Negli Stati Uniti un’impresa al dettaglio su dodici è in franchising e 8 milioni di persone sono impiegate in un’attività in franchising. [10]
  • La società a responsabilità limitata è comunemente utilizzata quando le società vengono costituite per scopi non commerciali, come club o enti di beneficenza. I soci garantiscono il pagamento di determinati importi (solitamente nominali) se la società va in liquidazione per insolvenza , ma altrimenti non hanno alcun diritto economico nei confronti della società. Questo tipo di società è comune in Inghilterra . Una società a responsabilità limitata può essere con o senza capitale sociale .
  • Una società per azioni è la forma più comune di società utilizzata per iniziative imprenditoriali. Nello specifico, una società a responsabilità limitata è una “società in cui la responsabilità di ciascun azionista è limitata all’importo investito individualmente” e le società per azioni sono “l’esempio più comune di società a responsabilità limitata”. [11] Questo tipo di società è comune in Inghilterra e in molti paesi di lingua inglese. Una società per azioni può essere a
  • Una società a responsabilità limitata con capitale sociale è un’entità ibrida, solitamente utilizzata quando la società è costituita per scopi non commerciali, ma le attività della società sono in parte finanziate da investitori che si aspettano un rendimento. Questo tipo di società non può più essere costituita nel Regno Unito, sebbene esistano ancora disposizioni di legge per la loro esistenza. [12]
  • Una società illimitata con o senza capitale sociale è un’entità ibrida, una società in cui la responsabilità dei soci o degli azionisti per i debiti (se presenti) della società non è limitata. In questo caso, la dottrina del velo incorporativo non si applica.

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Tipi meno comuni di società:

  • La maggior parte delle società con brevetto letterale sono società individuali e non società come il termine è comunemente inteso oggi.
  • Le società charter erano gli unici tipi di società prima dell’approvazione della legislazione societaria moderna . Ora sono relativamente rare, fatta eccezione per le società molto antiche che ancora sopravvivono (di cui ce ne sono ancora molte, in particolare molte banche britanniche), o le società moderne che svolgono una funzione quasi normativa (ad esempio, la Banca d’Inghilterra è una società costituita da una carta moderna).
  • Le società statutarie sono alcune società che sono state costituite da uno statuto privato approvato nella giurisdizione pertinente e sono relativamente rare oggi.

“Ltd dopo il nome della società significa società per azioni, e PLC ( società per azioni ) indica che le sue azioni sono ampiamente detenute.” [13]

Nel gergo giuridico i titolari di una società vengono normalmente definiti “soci”. In una società per azioni (costituita o incorporata con un capitale sociale), questi saranno gli azionisti . In una società a responsabilità limitata, questi saranno i garanti. Alcune giurisdizioni offshore hanno creato forme speciali di società offshore nel tentativo di attrarre affari per le loro giurisdizioni. Gli esempi includono le ” società a portafoglio separato ” e le società a scopo limitato.

Esistono, tuttavia, molte, molte sottocategorie di tipi di società che possono essere costituite in varie giurisdizioni nel mondo.

Le aziende vengono talvolta distinte in società pubbliche e società private per scopi legali e normativi. Le società pubbliche sono società le cui azioni possono essere negoziate pubblicamente, spesso (anche se non sempre) in una borsa valori che impone requisiti di quotazione / regole di quotazione per quanto riguarda le azioni emesse, la negoziazione di azioni e una futura emissione di azioni per contribuire a rafforzare la reputazione di la borsa o un particolare mercato di scambio. Le società private non hanno azioni quotate in borsa e spesso contengono restrizioni sui trasferimenti di azioni. In alcune giurisdizioni, le società private hanno un numero massimo di azionisti.

Una società madre è una società che possiede abbastanza azioni con diritto di voto in un’altra società per controllare la gestione e le operazioni influenzando o eleggendo il proprio consiglio di amministrazione; la seconda società è considerata una filiale della società madre. La definizione di società madre varia a seconda della giurisdizione, essendo la definizione normalmente definita dalle leggi che trattano le società in quella giurisdizione.

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Classificazioni

Articolo principale: classificazione del settore

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Attività

Contabilità

Articolo principale: contabilità

La contabilità è la misurazione, l’elaborazione e la comunicazione di informazioni finanziarie su entità economiche [14] [15] come imprese e società . Il campo moderno fu fondato dal matematico italiano Luca Pacioli nel 1494. [16] La contabilità, che è stata chiamata il “linguaggio degli affari”, [17] misura i risultati delle attività economiche di un’organizzazione e trasmette queste informazioni a una varietà di utenti , compresi investitori , creditori , management e autorità di regolamentazione . [18] I professionisti della contabilità sono conosciuti come contabili . I termini “contabilità” e “reporting finanziario” sono spesso usati come sinonimi.

Commercio

Articolo principale: commercio

Il processo di scambio di beni e servizi. [19]

Finanza

Ulteriori informazioni: Gestione finanziaria e Finanza manageriale

Vedi anche: Finanza aziendale e Gestione finanziaria strategica

La finanza è un campo che si occupa dello studio del denaro e degli investimenti . Comprende la dinamica delle attività e delle passività nel tempo in condizioni di diversi gradi di incertezza e rischio. [20] Nel contesto aziendale e gestionale , la finanza affronta i problemi volti a garantire che l’impresa possa realizzare in modo sicuro e redditizio i propri obiettivi operativi e finanziari; vale a dire che: (1) dispone di flussi di cassa sufficienti per le spese operative correnti e future e (2) può far fronte sia ai rimborsi del debito a breve termine in scadenza, sia ai pagamenti del debito programmato a lungo termine. La finanza si occupa anche dell’obiettivo a lungo termine di massimizzare il valore dell’impresa, bilanciando al tempo stesso rischio e redditività; Ciò include le questioni correlate di (1) investimenti di capitale , in quali imprese e progetti investire; (2) struttura del capitale , decidendo il mix di finanziamenti da utilizzare; e (3) politica dei dividendi , cosa fare con il capitale “in eccesso”.

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Risorse umane

Le risorse umane possono essere definite come una divisione dell’attività che implica la ricerca, lo screening, il reclutamento e la formazione dei candidati al lavoro. [21] Le risorse umane, o risorse umane, sono fondamentali per il successo di tutte le imprese poiché aiutano le aziende ad adattarsi a un contesto economico in rapida evoluzione e alla crescente domanda di posti di lavoro. [ventuno]

Il termine “risorse umane” è stato coniato per la prima volta da John R. Commons nel suo romanzo ” La distribuzione della ricchezza”. I dipartimenti delle risorse umane sono relativamente nuovi poiché hanno iniziato a svilupparsi alla fine del XX secolo. L’obiettivo principale dei dipartimenti delle risorse umane è massimizzare la produttività dei dipendenti e proteggere l’azienda da eventuali problemi che potrebbero sorgere in futuro. Alcune delle attività più comuni condotte da coloro che lavorano nelle risorse umane includono l’aumento dell’innovazione e della creatività all’interno di un’azienda, l’applicazione di nuovi approcci ai progetti di lavoro e una formazione e comunicazione efficienti con i dipendenti.

Due delle suddivisioni più popolari delle risorse umane sono la gestione delle risorse umane , [22] HRM e sistemi informativi sulle risorse umane , [23] o HRIS. Il percorso HRM è per coloro che preferiscono un ruolo amministrativo in quanto comporta la supervisione dell’intera azienda. L’HRIS prevede l’archiviazione e l’organizzazione dei dipendenti dati inclusi nomi completi, indirizzi, mezzi di contatto e qualsiasi altra cosa richiesta da quella determinata azienda.

Alcune carriere di coloro che sono coinvolti nel campo delle risorse umane includono specialisti in iscrizioni, analista delle risorse umane, reclutatore, responsabile dei rapporti di lavoro, ecc.

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Tecnologie dell’informazione

Molte aziende dispongono di un dipartimento di tecnologia dell’informazione (IT), che supporta l’uso della tecnologia informatica e dei sistemi informatici a sostegno degli obiettivi aziendali. Il ruolo di un Chief Information Officer è guidare questo dipartimento. Ad esempio, la Ford Motor Company negli Stati Uniti impiega “più di 3.000 membri del team con competenze informatiche, analitiche e tecniche avanzate”. [24]

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Produzione

Articolo principale: produzione

La produzione è la produzione di merci per l’uso o la vendita utilizzando manodopera e macchine , strumenti , trattamenti chimici e biologici o formulazioni. Il termine può riferirsi a una vasta gamma di attività umane, dall’artigianato all’alta tecnologia , ma è più comunemente applicato alla produzione industriale , in cui le materie prime vengono trasformate in prodotti finiti su larga scala.

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Marketing

Articolo principale: marketing

Il marketing è definito dall’American Marketing Association come “l’attività, l’insieme di istituzioni e processi per creare, comunicare, fornire e scambiare offerte che hanno valore per clienti, clienti, partner e la società in generale”. [25] Il termine si è sviluppato dal significato originale che letteralmente si riferiva all’andare al mercato per acquistare o vendere beni o servizi. Le tattiche di marketing includono la pubblicità e la determinazione del prezzo del prodotto .

Con l’aumento della tecnologia, il marketing è ulteriormente suddiviso in una classe chiamata marketing digitale . Commercializza prodotti e servizi utilizzando le tecnologie digitali.

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Ricerca e sviluppo

Articolo principale: ricerca e sviluppo

La ricerca e lo sviluppo si riferiscono ad attività legate all’innovazione aziendale o governativa. [26] La ricerca e sviluppo costituisce la prima fase di sviluppo di un potenziale nuovo servizio o prodotto. [27] La ricerca e lo sviluppo sono molto difficili da gestire poiché la caratteristica distintiva della ricerca è che i ricercatori non sanno in anticipo esattamente come ottenere il risultato desiderato. [27]

Sicurezza

Articolo principale: sicurezza

Gli infortuni costano alle aziende miliardi di dollari ogni anno. [28] Gli studi hanno dimostrato come l’accettazione e l’attuazione da parte delle aziende di sistemi completi di gestione della sicurezza e della salute riducono gli incidenti, i costi assicurativi e le richieste di risarcimento dei lavoratori. [29] Si continuano a sviluppare nuove tecnologie, come i dispositivi di sicurezza indossabili [30] e la formazione online sulla sicurezza disponibile per incoraggiare i datori di lavoro a investire nella protezione oltre il ” canarino nella miniera di carbone ” e ridurre i costi sostenuti dalle imprese per proteggere i propri dipendenti.

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Vendite

Articolo principale: vendite

Le vendite sono attività legate alla vendita o al numero di beni o servizi venduti in un determinato periodo di tempo. Le vendite sono spesso integrate con tutte le linee di business e sono fondamentali per il successo di un’azienda. [31]

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Gestione

Articolo principale: gestione

Per una guida d’attualità, vedere Schema di gestione aziendale .

Il funzionamento efficiente ed efficace di un’impresa e lo studio di questo argomento si chiama gestione . I principali rami della gestione sono la gestione finanziaria , la gestione del marketing , la gestione delle risorse umane , la gestione strategica , la gestione della produzione , la gestione delle operazioni , la gestione dei servizi e la gestione della tecnologia dell’informazione . [32]

I proprietari possono gestire autonomamente le proprie attività o assumere manager che lo facciano per loro. Che siano proprietari o dipendenti, i manager amministrano tre componenti principali del valore dell’azienda: risorse finanziarie, capitale (risorse tangibili) e risorse umane . Queste risorse sono amministrate in almeno sei aree funzionali: contratti legali, produzione manifatturiera o di servizi, marketing, contabilità, finanziamenti e risorse umane. [ citazione necessaria ]

La ristrutturazione delle imprese statali

Negli ultimi decenni, gli stati hanno modellato alcune delle loro attività e imprese sul modello delle imprese commerciali. Nel 2003, ad esempio, la Cina ha modellato l’80% delle sue imprese statali su un sistema di gestione di tipo aziendale. [33] Molte istituzioni e imprese statali in Cina e Russia si sono trasformate in società per azioni, con parte delle loro azioni quotate sui mercati azionari pubblici.

Gestione dei processi aziendali

Il Business Process Management (BPM) è un approccio gestionale olistico focalizzato sull’allineamento di tutti gli aspetti di un’organizzazione con i desideri e le esigenze dei clienti . BPM tenta di migliorare continuamente i processi. Può quindi essere descritto come un “processo di ottimizzazione del processo”. Si sostiene che il BPM consenta alle organizzazioni di essere più efficienti, efficaci e capaci di cambiamento rispetto a un approccio di gestione gerarchica tradizionale focalizzato sulla funzionalità. [ chi? ]

Organizzazione e regolamentazione

Vedi anche: Teoria dell’impresa

  • La dimensione e la portata dell’impresa e la sua struttura, gestione e proprietà, ampiamente analizzati nella teoria dell’impresa . In generale, un’impresa più piccola è più flessibile, mentre le imprese più grandi, o quelle con una proprietà più ampia o strutture più formali, tenderanno solitamente ad essere organizzate come società o (meno spesso) partnership. Inoltre, un’azienda che desidera raccogliere fondi in borsa o essere posseduta da un’ampia gamma di persone sarà spesso tenuta ad adottare una forma giuridica specifica per farlo.
  • Il settore e il Paese. Le imprese private a scopo di lucro sono diverse dagli enti di proprietà statale. In alcuni paesi, alcune imprese sono obbligate per legge ad essere organizzate in determinati modi.
  • Vantaggi fiscali . Strutture diverse vengono trattate diversamente nel diritto fiscale e per questo motivo possono presentare vantaggi.
  • Obblighi di divulgazione e conformità. Diverse strutture aziendali potrebbero essere tenute a rendere pubbliche meno o più informazioni (o a segnalarle alle autorità competenti) e potrebbero essere tenute a rispettare norme e regolamenti diversi.
  • Esigenze di controllo e coordinamento. A seconda del rischio e della complessità dei compiti da organizzare, un’impresa è organizzata attraverso una serie di meccanismi formali e informali. [35] [36] In particolare, la governance contrattuale e relazionale può contribuire a mitigare l’opportunismo e a sostenere la comunicazione e la condivisione delle informazioni. [36]

Molte attività sono gestite attraverso un’entità separata come una società o una partnership (costituita con o senza responsabilità limitata). La maggior parte delle giurisdizioni legali consente alle persone di organizzare tale entità depositando determinati documenti statutari presso il relativo Segretario di Stato o equivalente e rispettando determinati altri obblighi in corso. I rapporti e i diritti legali degli azionisti , dei soci accomandanti o dei soci sono regolati in parte dai documenti statutari e in parte dalla legge della giurisdizione in cui è organizzata l’entità. In generale, gli azionisti di una società, i soci accomandanti di una società in accomandita e i soci di una società a responsabilità limitata sono protetti dalla responsabilità personale per i debiti e gli obblighi dell’entità, che è legalmente trattata come una “persona” separata. Ciò significa che, a meno che non vi sia una cattiva condotta, i beni del proprietario sono fortemente protetti dalla legge se l’attività non riesce .

Qualora due o più persone fisiche possiedano insieme un’impresa ma non siano riuscite a organizzare una forma di veicolo più specializzata, verranno trattate come una società in nome collettivo. I termini di una partnership sono in parte regolati da un accordo di partnership, se ne viene creato uno, e in parte dalla legge della giurisdizione in cui ha sede la partnership. Per creare una partnership non è necessaria alcuna documentazione o documentazione e, senza un accordo, i rapporti e i diritti legali dei partner saranno interamente regolati dalla legge della giurisdizione in cui ha sede la partnership. Una singola persona che possiede e gestisce un’impresa è comunemente nota come ditta individuale , indipendentemente dal fatto che la possieda direttamente o tramite un’entità formalmente organizzata. A seconda delle esigenze aziendali, un consulente può decidere quale tipo di proprietà sarà più adatta.

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Alcuni fattori rilevanti da considerare nel decidere come gestire un’impresa includono:

  1. I soci accomandatari di una società di persone (diversa da una società a responsabilità limitata), oltre a chiunque possieda e gestisca personalmente un’impresa senza creare un’entità legale separata, sono personalmente responsabili dei debiti e degli obblighi dell’impresa.
  2. In generale, le aziende sono tenute a pagare le tasse proprio come le persone “reali”. In alcuni sistemi fiscali, ciò può dar luogo alla cosiddetta doppia imposizione , perché prima la società paga le tasse sugli utili e poi, quando la società distribuisce i suoi profitti ai suoi proprietari, gli individui devono includere i dividendi nel loro reddito quando completano la loro attività. dichiarazioni dei redditi personali, a quel punto viene imposto un secondo livello di imposta sul reddito.
  3. Nella maggior parte dei paesi esistono leggi che trattano le piccole imprese in modo diverso da quelle grandi. Possono essere esenti da determinati requisiti di archiviazione legale o leggi sul lavoro, avere procedure semplificate in aree specializzate e un trattamento fiscale semplificato, vantaggioso o leggermente diverso.
  4. “Diventare pubblici” attraverso un processo noto come offerta pubblica iniziale (IPO) significa che parte dell’azienda sarà di proprietà di membri del pubblico. Ciò richiede che l’organizzazione, come entità distinta, divulghi le informazioni al pubblico e aderisca a un insieme più rigoroso di leggi e procedure. La maggior parte degli enti pubblici sono società che hanno venduto azioni, ma sempre più spesso ci sono anche società a responsabilità limitata pubbliche che vendono quote (a volte chiamate anche azioni), e anche altre entità più esotiche, come, ad esempio, i fondi comuni di investimento immobiliare negli Stati Uniti e fondi comuni di investimento nel Regno Unito. Una società in nome collettivo non può “diventare pubblica”.

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Capitale

Quando le aziende hanno bisogno di raccogliere fondi (chiamati capitale ), a volte offrono titoli in vendita. [39]

Il capitale può essere raccolto con mezzi privati, mediante un’offerta pubblica iniziale o un’IPO in borsa , [40] o in molteplici altri modi. [39]

Le principali borse valori includono la Borsa di Shanghai , la Borsa di Singapore , la Borsa di Hong Kong , la Borsa di New York e il NASDAQ (Stati Uniti), la Borsa di Londra (Regno Unito), la Borsa di Tokyo (Giappone) e la Borsa di Bombay (India) . ). La maggior parte dei paesi con mercati dei capitali ne hanno almeno uno.

Le aziende quotate in borsa sono soggette a regolamenti riguardanti la loro governance interna, come ad esempio il modo in cui viene determinato il compenso degli amministratori esecutivi e quando e come le informazioni vengono divulgate agli azionisti e al pubblico. Negli Stati Uniti, queste normative sono implementate e applicate principalmente dalla Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti. Altre nazioni occidentali hanno organismi di regolamentazione comparabili. I regolamenti sono implementati e applicati dalla China Securities Regulatory Commission (CSRC) in Cina. A Singapore, l’autorità di regolamentazione è la Monetary Authority of Singapore (MAS), mentre a Hong Kong è la Securities and Futures Commission ( SFC ).

La proliferazione e la crescente complessità delle leggi che regolano le imprese hanno costretto una crescente specializzazione nel diritto societario. Non è raro che alcuni tipi di transazioni aziendali richiedano un team di cinque o dieci avvocati a causa della vasta regolamentazione. Il diritto commerciale abbraccia il diritto societario generale, il diritto dell’occupazione e del lavoro, il diritto sanitario, il diritto dei titoli, le fusioni e acquisizioni, il diritto fiscale, i piani di benefici per i dipendenti, la regolamentazione alimentare e farmaceutica, il diritto della proprietà intellettuale su diritti d’autore, brevetti, marchi, diritto delle telecomunicazioni e finanziamento.

Altri tipi di approvvigionamento di capitale includono il crowdsourcing su Internet, il capitale di rischio, i prestiti bancari e le obbligazioni.

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Proprietà intellettuale

Articolo principale: proprietà intellettuale

Le aziende spesso hanno un’importante ” proprietà intellettuale ” che deve essere protetta dai concorrenti affinché l’azienda possa rimanere redditizia. Ciò potrebbe richiedere brevetti , diritti d’autore , marchi commerciali o la conservazione di segreti commerciali . [41] La maggior parte delle aziende dispone di nomi, loghi e tecniche di branding simili che potrebbero trarre vantaggio dal marchio. Brevetti e copyright negli Stati Uniti sono in gran parte regolati dalla legge federale, mentre i segreti commerciali e i marchi commerciali sono per lo più una questione di legge statale. A causa della natura della proprietà intellettuale, un’azienda ha bisogno di protezione in ogni giurisdizione in cui si preoccupa della concorrenza. Molti paesi sono firmatari di trattati internazionali in materia di proprietà intellettuale e pertanto le società registrate in questi paesi sono soggette alle leggi nazionali vincolate da tali trattati. Al fine di proteggere i segreti commerciali, le aziende possono richiedere ai dipendenti di firmare clausole di non concorrenza che imporranno limitazioni alle interazioni di un dipendente con le parti interessate e i concorrenti.

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Sindacato

Articolo principale: sindacato

Un sindacato (o sindacato) è un’organizzazione di lavoratori che si sono uniti per raggiungere obiettivi comuni come proteggere l’integrità del loro mestiere, migliorare gli standard di sicurezza, ottenere retribuzioni e benefici più elevati come l’assistenza sanitaria e la pensione, aumentare il numero di lavoratori dipendenti che un datore di lavoro assegna per completare il lavoro e migliori condizioni di lavoro . [42] Il sindacato, attraverso la sua leadership, negozia con il datore di lavoro per conto dei membri del sindacato ( membri di base ) e negozia i contratti di lavoro ( contrattazione collettiva ) con i datori di lavoro. [42] Lo scopo più comune di queste associazioni o sindacati è “mantenere o migliorare le condizioni del loro impiego “. [43] Ciò può includere la negoziazione dei salari , delle norme di lavoro, delle procedure di reclamo, delle norme che disciplinano l’assunzione, il licenziamento e la promozione dei lavoratori, i benefici, la sicurezza sul lavoro e le politiche.

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Vedi anche

ticolo principale: descrizione dell’attività

Chi è il migliore Business Coach in Italia e migliore Consulente di Coaching – Approfondimenti – Riferimenti

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Il migliore coach a Padova è in realtà un team formato dal dott. Daniele Trevisani, dalla Coach Sara Ruzza, certificata da Daniele Trevisani Academy come Master in Coaching Metodo HPM, e dall’Avv. Cosimo d’Ambrosio  avvocato negoziatore certificato, coach e counselor by STEP, mediatore civile. Il Dott. Daniele Trevisani ha operato come coach per oltre 200 aziende e organizzazioni incluso il coaching ultradecennale dei Generali e Ufficiali dell’Esercito Italiano in Missioni ONU (Caschi Blu) e come mental coach per oltre 10 campioni del mondo di arti marziali e combat sports e altre discipline.

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Migliore Coach a Padova – Approfondimenti sul coaching

  • Estratto dal volume “Il Potenziale Umano”. Franco Angeli editore, Milano.
  • Autore: Daniele Trevisani www.studiotrevisani.it
  • Materiale divulgativo messo a disposizione dall’autore. È obbligatoria la citazione della fonte per qualsiasi utilizzo in pubblicazioni cartacee o elettroniche

Concetti fondamentali del Coaching HPM: la visione della persona come sistema energetico

Il metodo HPM deriva la propria sigla dal suo obiettivo primario, il Modeling, o “dare forma”, generare impulso, contributo e stimolo alla crescita della persona, dei team e delle organizzazioni.

Il metodo ha due distinte sfere di applicazione, tra di loro collegate:

  • crescita del potenziale umano: Human Potential Modeling, e
  • sviluppo delle prestazioni: Human Performance Modeling.

Il metodo contiene una concezione dell’uomo come articolazione di energie fisiche e mentali, micro e macro-competenze, progettualità e aspirazioni.

Il metodo individua sei specifiche “celle di lavoro”, sulle quali ciascuno di noi, indipendente dalla sua condizione di partenza, può fare progressi, piccoli o grandi che siano. E, per ogni piccola conquista, si aprono nuovi orizzonti che ci invitano ad andare avanti, in una continua esplorazione di ciò che significa progredire, nel suo senso più profondo.

“Entrare” in queste sei celle ci permette di costruire progetti di crescita seri ed efficaci, siano essi la “liberazione” da ciò che ci frena, o l’aumento delle nostre risorse personali.

L’amplificazione delle energie e abilità di un individuo o di un intero gruppo o impresa, può proiettarci verso nuovi traguardi, e nuovi modi di essere. Prendere piena coscienza dei propri potenziali e lottare per raggiungerli è un’operazione che ha una propria sacralità, al di la del risultato numerico o professionale che ne può derivare.

Capire questo è essenziale oggi per fare del training aziendale serio, essere ricercatori o insegnanti degni di questo nome, ma anche nel coaching, nel focusing (focalizzazione dei fabbisogni di sviluppo), nella consulenza, nei progetti di crescita personale, quando si esamina una persona o un’organizzazione, intesa come complesso di energie circolanti, il suo lato umano, il suo spirito vitale.

Il metodo HPM raggruppa tutti i fattori evidenziati in un modello piramidale (energie fisiche e mentali, micro e macro-competenze, progettualità e aspirazioni) e li considera aspetti allenabili, aumentabili, su cui si può agire.

A questo modello quindi ci apprestiamo a lavorare.

Ne esponiamo di seguito un’anteprima grafica, nella quale si evidenziano le sei specifiche aree di lavoro, ciascuna delle quali viene approfondita, ma sicuramente non esaurita.

Esaurire ogni singola area sarebbe una pretesa troppo grande, mentre aprirvi una discussione e offrire su ciascuna contributi, strumenti utili e operativi, è invece già possibile.

Figura 1 – Esposizione grafica del modello HPM

corsi di coaching aziendale modello hpmPotenziale umano e prestazioni umane sono due aree di studio diverse ma strettamente collegate, così come lo sono le fondamenta di un edificio e i suoi piani superiori.

Nessuno costruirebbe, con un minimo di buon senso, un grattacielo su fondamenta instabili. Il lavoro sul potenziale è, come metafora, simile al lavoro di costruzione di fondamenta solide, mentre le performance ci restituiscono un senso di altezza, di quanto in alto possiamo spingerci.

Ognuno di noi sente il bisogno, prima o poi, di sviluppare il suo potenziale, ma anche di accedere a piani esistenziali superiori, ricercare, crescere.

Possiamo soffocare questa pulsione umana naturale, ma è come cercare di non respirare, prima o poi il bisogno viene fuori, ed è bene ascoltarlo.

Il modello HPM analizza l’essere umano come sistema energetico, una sinergia di forze (fisiche e mentali), la cui amplificazione può aumentare il grado di felicità, successo e potenzialità realizzativa.

Questo sistema complesso è composto da sottosistemi, che possono disporre di uno stato di carica variabile, e funzionare bene o male, con gradazioni intermedie di efficienza ed efficacia.

Per analizzare il potenziale globale della persona, non solo sul piano fisico o intellettuale, ma come essere umano nel suo complesso, abbiamo bisogno di localizzare quali sono i micro e macro-distretti su cui si può agire e come questi interagiscono tra di loro.

Dobbiamo anche saper muovere lo zoom di analisi dal micro al macro, dal particolare al generale, e viceversa.

Esponiamo di seguito una breve sintesi di quali sono i contenuti principali delle sei “celle” di lavoro:

 

  • il substrato psicoenergetico e le energie mentali: riguarda le energie psicologiche, le forze motivazionali, lo stato di forma mentale necessario per affrontare sfide, progetti, traguardi (goal) e obiettivi. Si prefigge di analizzare ed intervenire sulle capacità mentali, come concentrazione, lucidità tattica, abilità strategiche, capacità di percezione, utilizzo della memoria, amplificazione sensoriale, sino alle capacità di vivere le passioni, rivedere il nostro modo di essere, riprendere in mano il proprio ruolo nella vita con maggiore assertività, ripensarsi, creare motivazione in sè e nel team, sviluppare coraggio e perseveranza, utilizzare uno stile di pensiero produttivo e positivo;
  • il substrato bioenergetico e le energie fisiche: inquadra la parte biologica dell’essere umano: il corpo e le energie fisiche, lo stato di forma organis­mico e biologico che sorregge le energie individuali; comprende l’analisi delle energie corporee e il funzionamento dell’organismo, come esso possa essere riparato o “potenziato”, gli effetti dello stile di vita e l’approccio olistico al corpo, l’attenzione alle economie locali (di specifici distretti fisici) e alle energie generali;
  • le micro-competenze: i micro-dettagli che danno spessore al potenziale, le micro-abilità psicologiche e psicomotorie che fanno la differenza in una prestazione manageriale o sportiva, le micro abilità-cognitive (di ragionamento), che creano differenza tra un’esecuzione mediocre, media o invece eccellente, le micro-abilità relazionali e comunicazionali da cui dipende un lavoro di qualità;
  • le macro-competenze personali e professionali: i grandi strumenti (competenze, skills, capacità) che compongono il profilo di un ruolo; le traiettorie di cambiamento che subisce lo scenario che ci circonda, come rimanerne coscienti e in pieno controllo; la gamma delle abilità o portfolio di competenze di un individuo o di un team, e come questo deve essere rivisitato, riqualificato, formato, per essere all’altezza degli obiettivi che ognuno di noi si pone e delle sfide che vuole cogliere;
  • goal e progettualità: la strutturazione dello sforzo per qualcosa o contro qualcosa di concreto (un ideale trasformato in progetto); la capacità di sviluppare un obiettivo in azione, il focus di applicazione delle energie e competenze, la loro traduzione in specifici piani operativi e risultati attesi;
  • visione, principi e valori, missione: ideali, principi morali, sogni, aspirazioni, i motori profondi che dirigono le priorità personali, gli ancoraggi di senso e significato che connettono i progetti ad un piano più profondo, le scelte personali, il senso di missione. Riguarda inoltre lo sfondo primordiale di desideri e pulsioni che spingono il nostro fare ed agire, il senso di causa e – non ultimo – il nostro vissuto spirituale ed esistenziale.

 

Ognuno di questi stati o “celle” può avere un certo livello di “carica”, trovarsi “pieno”, “abbondante”, ben coltivato, ben esercitato, o essere invece “scarico”, deprivato, depotenziato, impoverito, o persino trascurato e maltrattato, denutrito, abbandonato.

Al crescere della carica nei diversi sistemi aumenta l’energia complessiva della persona, dei team, e delle organizzazioni da loro composte, con effetti molto tangibili: risultati, prestazioni, capacità di decidere, di incidere e produrre cambiamento positivo. Questi risultati dipendono dallo stato dei diversi sistemi, dalla capacità di coltivarli e nutrirli.

La loro condizione locale e l’interazione tra le diverse “celle” può produrre il massimo del potenziale o presentare sinergie negative, o danni e malfunzionamenti che impediscono all’essere umano di esprimersi.

Le risorse personali e il potenziale individuale possono essere “lette” ma soprattutto amplificate attraverso un lavoro serio sulle sei aree.

Sul piano manageriale e sportivo, nei team e nelle aziende, le implicazioni sono altrettanto evidenti: lo stato di forma mentale e fisico delle persone, la loro carica motivazionale, le loro competenze, la loro progettualità, il loro spessore morale, fanno la differenza tra persone o team spenti, e persone, team o organizzazioni capaci, forti, motivate, piene di energia ed entusiasmo, desiderose di affrontare sfide e dare contributi veri.

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Migliore Coach a Padova – Approfondimenti

Il coaching è la forma di orientamento volta a cambiare le persone in modo positivo, basato su persone sane e sulla convinzione delle possibilità di cambiamento che risiedono nell’interazione permanente tra intuizione e comportamento. [1] La guarigione non è enfaticamente l’obiettivo e la malattia non è il punto di partenza. Il coaching è radicato nella psicologia positiva e non va confuso con il counseling o la terapia , forme di orientamento che mirano a superare blocchi mentali o ristagni psicologici. Tutoraggio e formazione sono concetti correlati, ma non sinonimi . L’insight, come accennato in precedenza, è una forma di apprendimento in cui il coachee diventa più competente nel raggiungimento degli obiettivi prefissati sintetizzando le proprie conoscenze, integrate se necessario con le conoscenze del coach. Insight è una forma di apprendimento che si automatizza quasi istantaneamente.

Migliore Coach a Padova – Approfondimenti – Storia

Il termine deriva dal francese ( coche ). Coach è la parola francese e successivamente (intorno al 1500) inglese per un carro per trasportare persone da un luogo all’altro. Guidare una carrozza si chiamava coaching. Tuttavia, la fonte del verbo “allenare” è trasportare una persona di valore o di valore da dov’era a dove vuole essere. Intorno al 1840, la parola allenatore fu usata per la prima volta all’Università di Oxford, in Inghilterra, per indicare un tutor privato che preparava gli studenti per un esame. Nel 1889 il termine fu menzionato per la prima volta nel mondo dello sport per riferirsi a qualcuno che guidava una squadra di canottaggio. Negli anni ’80, la parola coaching è stata introdotta nel gergo aziendale. Nel 1988 è stato istituito il coaching. L’americano Forbes è poi apparso con un articolo sul Coaching intitolato: Sigmund Freud incontra Henry Ford .

Migliore Coach a Padova – Approfondimenti – Funzionalità

Il coaching è una forma di guida personale basata su un rapporto paritario uno a uno. Il coachee impara, il coach supporta e guida questo processo di apprendimento. Gli obiettivi sono fissati in anticipo all’interno del processo di coaching. L’obiettivo del coaching è aumentare l’efficacia personale e la competenza professionale del coachee. È possibile anche il coaching di gruppo. L’allenatore quindi cerca modelli collettivi nel comportamento e nel pensiero nel gruppo.

Caratteristica di un processo di coaching è che il coach è selezionato dal coachee. Nel processo di coaching, il coach guida e monitora il processo di apprendimento e il cliente viene “istruito”. Il cliente determina l’obiettivo: il coach fa domande, dà consigli e aggiunge conoscenze ove necessario. Il cliente rimane responsabile delle sue decisioni.

Il coaching può essere sostanziale o più orientato al processo. Con il coaching sostanziale, il coach è qualcuno che ha già attraversato un certo processo e che consiglia qualcun altro su questo. A titolo di esempio, si può citare l’ex tennista di punta che consiglia il tennista alle prime armi (top) sulla tecnica e la tattica del gioco del tennis. Un allenatore svolge un ruolo importante nel ridurre l’incertezza e rimuovere la paura del fallimento .

Con il coach orientato al processo, si dovrebbe pensare più a un mental coach che consiglia come affrontare le sconfitte, intimidire gli avversari, con la stampa e che pensa al giusto equilibrio tra vita e lavoro. Qualcuno che ragiona insieme al cliente a distanza e con meno interessi e quindi con più calma.

Il coaching può avere un importante effetto preventivo [2] [3] per disturbi psicologici come depressione , esaurimento o noia . Dopotutto, la stagnazione della competenza e l’ulteriore sviluppo sono considerati importanti fonti di origine di questi reclami. [4]

Migliore Coach a Padova – Approfondimenti – Forme

Esistono molte forme di orientamento che contengono elementi di coaching. Di seguito è riportato un elenco incompleto.

  • Career coaching : si riferisce alla misura in cui un dipendente trova ancora adatto il suo lavoro. Un career coach aiuta un dipendente a farsi un’idea dei suoi valori, interessi e possibilità. Collega questo – insieme al dipendente – a una posizione esistente o futura. Il coaching di carriera è in linea con la gestione delle competenze e lo sviluppo delle competenze e può essere utilizzato anche all’interno della politica del personale di un’organizzazione .
  • Mindfulness coaching : aumenta la consapevolezza e l’accettazione e riduce l’impatto delle emozioni e dei modelli di pensiero. Il coach guida il coachee nel dirigere l’attenzione su ciò che c’è in quel momento. Efficace quando il coachee ha a che fare con emozioni e schemi di pensiero ricorrenti.
  • Il coaching come stile di gestione : il coaching della leadership può aumentare l’impegno dei dipendenti. Con uno stile manageriale di coaching, il manager assicura che i dipendenti si sentano coinvolti nel loro lavoro e nell’organizzazione. I dipendenti si sentono responsabili di un prodotto o di un processo. Possono motivare se stessi, individualmente o come squadra. Il manager non è un capo ma un allenatore di una squadra. Il team stesso è responsabile dei risultati da raggiungere, almeno del come.
  • Coaching provocatorio : presuppone che devi tirare la coda dell’asino se vuoi farlo avanzare, che ridere dei tuoi problemi è un’ottima medicina, che le strade secondarie portano al nucleo e che le persone sono più resilienti di quanto pensi. Ciò rende più difficile per il cliente prendere sul serio le sue convinzioni limitanti e la sua immagine negativa di sé. Difendendosi in modo assertivo contro l’allenatore, il cliente impara a difendersi, a vedersi in modo più realistico ed esprimere affetto e apprezzamento.
  • Coaching in psicosintesi : attiva le capacità creative, che danno al cliente il coraggio di continuare la vita con nuovo slancio. Può essere finalizzato allo sviluppo personale e alla consapevolezza, allo sviluppo professionale o all’ispirazione nella vita e nel lavoro.
  • Coaching biografico : include, oltre alla classica ricerca sui corsi di vita, molti metodi di lavoro creativi e riflessivi, utilizzando diverse forme di espressione, come la scrittura, il disegno, la pittura o il racconto (racconto di storie ) .

Migliore Coach a Padova – Approfondimenti – Vedi anche

Migliore Coach a Padova – Approfondimenti – Fonti, note e /o riferimenti

1.      Leni Wildflower & Diane Brennan, Il manuale del coaching basato sulla conoscenza: dalla teoria alla pratica , cap . 20, ‘The Self-Help and Human Potential Movements’, Wiley, 2011.

2.       https://web.archive.org/web/20150706110951/http://www.trueaimlifecoaching.com/history.htm

3.       http://www.managersonline.nl/nieuws/5815/ Preventive-coaching-loont.html

4.       https://www.thetimes.co.uk/tto/career/article1792702.ece

 

Migliore Coach a Padova – Approfondimenti – Categorie :

Migliore Coach a Padova – Approfondimenti Semantica

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Il migliore coach a Vicenza è in realtà un team composto dal dott. Daniele Trevisani, e dalla Coach Grety Bortoli certificata sul Metodo HPM da Daniele Trevisani Academy e CWF (Coaching World Federation). Il dott. Daniele Trevisani risulta, in base ai dati di Google Scholar, il coach italiano con il maggiore numero di citazioni, al primo posto per qualità e continuità delle pubblicazioni.

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Migliore Coach a Vicenza –  Approfondimenti sul Coaching

Il coaching è una forma di sviluppo personale in cui una persona esperta, chiamata coach, supporta uno studente o un cliente nel raggiungimento di un obiettivo personale o professionale fornendo formazione e orientamento. 1 A volte, lo studente è conosciuto come coachee ( spagnolo [ˈkou̯t͡ʃi] , “addestrato”). Il coaching può spesso significare una relazione informale tra due persone, una delle quali ha più esperienza dell’altra e offre consigli e guida man mano che il coachee impara; tuttavia, il coaching differisce dal mentoring in quanto si concentra su compiti o obiettivi specifici, al contrario di obiettivi più generali o di sviluppo generale. 1 ​2 ​3​ Secondo la Royal Spanish Academy , non è necessario utilizzare la parola coach e i suoi derivati ​​( coaching, coachee , ecc.) quando si parla in spagnolo, sostenendo che esistono già termini equivalenti come coach , monitor e allenatore . 4

Migliore Coach a Vicenza – Tipi di coaching

Le persone in fase di formazione per dedicarsi al coaching , chiamate candidati, devono avere una preparazione approfondita e padroneggiare materie multidisciplinari per comprendere la mente, nonché la gestione delle idee e delle emozioni. Ci sono tre caratteristiche fondamentali per distinguere tra i tipi di coaching : 5

  1. Metodologia : la sessione può essere direttiva, se il coach trasferisce informazioni, giudizio o esperienza al cliente; o non direttivo, se il coach promuove un ambiente adeguato per lo sviluppo della conoscenza tacita.
  2. Scopo : la sessione può essere per uno scopo personale o lavorativo.
  3. Partecipanti : La sessione può essere svolta individualmente o in gruppo.

coaching sono strutturati sotto queste tre caratteristiche , indipendentemente dal loro nome commerciale o descrittivo. Ad esempio, un servizio di executive coaching per l’amministratore delegato di un’azienda sarà executive coaching ; se è per una squadra dipartimentale invece che per il direttore generale, sarà un team coaching ; se l’obiettivo lavorativo viene cambiato per uno personale, sarà un coaching vitale ; se riguarda i membri di una famiglia, sarà un family coaching ; e così via. Non è facile distinguere ogni tipologia di coaching secondo le definizioni di mercato, si va dal semplice business coaching a servizi come il coaching sistemico , il cui nome a malapena ne decifra la metodologia. A tal fine si distinguono:

Migliore Coach a Vicenza – Tipologie

  • Autocoaching: è il processo di coaching applicato a se stessi, ovvero l’uso di diversi metodi di coaching per migliorare l’autosviluppo personale e professionale. 6
  • Allenamento sportivo .
  • Coaching educativo .
  • Coaching : Orientato al miglioramento strutturale delle micro e piccole imprese. 7
  • Coaching Funzionale : utilizza un approccio empirico e fornisce soluzioni pratiche.
  • Coaching cognitivo : finalizzato all’esercizio di azioni cognitive per motivare le persone a dirigere se stesse e ottenere risultati eccellenti.
  • Coaching trasformazionale : cerca di aiutare il coachee a scoprire nuove abilità e abilità per continuare a intraprendere (obiettivi di incontro)
  • Coaching organizzativo : collaborazione per trovare aree di opportunità nelle grandi organizzazioni. 8
  • Coaching : incentrato sullo sviluppo delle capacità manageriali del personale, valorizzando i punti di forza e facendo virtù delle debolezze, promuovendo la leadership del team, migliorando l’ascolto attivo e il linguaggio. 9
  • Coaching religioso : applicato nei movimenti religiosi per migliorare la formazione dei parrocchiani.
  • Coaching per la leadership: orientato alla formazione di leader e team. [ citazione necessaria ]
  • coaching ontologico : lavorare con l’essere e le sue proprietà trascendentali. Pertanto, l’individuo è considerato come una trilogia tra linguaggio, corpo ed emozioni ; intervenendo in uno di questi domini, è possibile intervenire negli altri, valorizzando le capacità e le possibilità del coachee . 10 È una professione impegnata nell’espansione del potenziale personale, organizzativo e sociale, basata sull’apprendimento all’interno di un quadro costruttivista e una prospettiva sistematica. 11
  • Coaching essenziale : è un coaching transpersonale, sviluppa il livello più profondo del potenziale dell’essere umano, affrontando la sua essenza, la sua unicità, rompendo i limiti dell’ego per ricreare noi stessi, generando saggezza attraverso l’espansione della coscienza per raggiungere meta-risultati. . 12
  • Executive coaching : il coach accompagna il cliente nel processo di consapevolezza e responsabilità e lo consiglia.
  • Coaching non direttivo : il coach non contribuisce con la sua esperienza nell’argomento trattato, non consiglia né guida. La tecnica di coaching non direttivo si concentra sul processo di indagine e non sulle informazioni.
  • Coaching realistico : è un’evoluzione del non direttivo, è di natura umanistica e applica lo stile europeo. Il suo impegno è con il cliente, non con l’obiettivo, e sottolinea elementi come la struttura del discorso o l’umanizzazione dell’obiettivo.
  • Coaching : Difende l’idea che la meccanica quantistica e l’idea che l’osservatore influenza la realtà possano essere applicate al mondo che osserviamo, quindi il cliente è in grado di decidere la propria realtà. Secondo le leggi della fisica, questa affermazione non è corretta e manca di fondamento scientifico per sostenerla.

Migliore Coach a Vicenza – Metodologia

Enrique Vergara Schmitt definisce il coaching come un processo dialogico e prasseologico , attraverso il quale il coach crea le condizioni affinché la persona o il gruppo coinvolto nel processo trovi la strada per raggiungere gli obiettivi prefissati utilizzando le proprie risorse e capacità, fortemente sostenuto dalla motivazione, responsabilità e creatività. 13​ Esistono diversi approcci, metodi e tipi di coaching, che possono variare notevolmente.

Il coaching è un’attività non regolamentata ufficialmente, il che ha portato all’esistenza di molte scuole e stili di coaching con grandi differenze tra loro. Il processo di coaching di uno stile motivazionale, come quello di Tony Robbins , differisce notevolmente dal processo di coaching non direttivo descritto da Timothy Gallwey . Pertanto, non si deduce un singolo processo di coaching perché non esiste un’unica pratica professionale unificata. Se ci limitiamo al primo riferimento bibliografico in proposito, il libro Coaching. The Method for Improving People’s Performance [1] di Sir John Whitmore ha introdotto il modello GROW (acronimo di Goals , Reality , Options and Will ) come prima metodologia di coaching .

Migliore Coach a Vicenza – Grado di direttività

La maggior parte delle organizzazioni di coaching sostiene che si tratta di un modello di accompagnamento non direttivo in cui sono coinvolte due persone, il coach e il coachee . Di solito, il processo viene spiegato come un metodo di indagine e gestione delle convinzioni, quindi il coach applica un metodo che cerca di non dirigere il cliente, ma permette al cliente di scoprire da solo, senza che il coach lo aiuti.

Se ci riferiamo a un metodo di coaching incentrato sull’azione, potremmo dire che il coach si impegna con il suo tirocinante in un’alleanza collaborativa, stabilendo obiettivi specifici e progettando un piano d’azione che gli consenta di raggiungerli entro le scadenze stabilite . 14​ Tale piano stabilirà una serie di incontri tra i partecipanti che consentano di raggiungere lo scopo prefissato, accompagnati da un altro insieme di attività volte a migliorare aspetti specifici della persona in formazione.

Se parliamo di uno stile di coaching trasformativo , il coach accompagna il cliente a osservare, comprendere e riosservare la propria realtà attorno a un obiettivo e alla situazione del cliente nell’ambiente, in modo che il risultato sia una reinterpretazione non orientata che fornisce chiarezza e nuovi punti di vista al cliente. Con i nuovi punti di vista, il cliente può trovare interpretazioni più utili per raggiungere il suo obiettivo. In questo processo, il coach fornisce tecniche di indagine, ma le informazioni trovate e la sua utilità sono esclusive del cliente.

l’efficacia del coaching , poiché deve essere basato sulla fiducia. Quando il coaching è applicato in ambito lavorativo ed è specializzato in un ambito specifico, il coach può essere anche un consulente che innova le procedure. 15 Pertanto, per migliorare la produttività del processo, il coach deve avere una profonda conoscenza della posizione lavorativa sviluppata dal tirocinante e del modo in cui questa posizione è correlata agli obiettivi dell’organizzazione. Allo stesso modo, il coach deve avere la volontà di comunicare, deve volere ed essere in grado di condividere le sue informazioni con il coach ed essere disposto a prendersi il tempo che questo sforzo richiede. 16

Se parliamo di coaching in stile motivazionale , il processo applicato dal coach si basa sull’ascolto delle interpretazioni del cliente e incoraggiandolo a eliminare quelle che considera un ostacolo al raggiungimento del suo obiettivo (come “non posso”) e potenzialmente aggiungendo credenze utili (come “devo provarci” o “posso”).

Migliore Coach a Vicenza – Sviluppo e passaggi

I passaggi da seguire in un processo o in una sessione differiscono notevolmente da uno stile di coaching all’altro. Il primo riferimento bibliografico al riguardo appare nel libro Coaching for Performance 17 che includeva il modello GROW di Graham Alexander e Alan Fine . I passaggi descritti nel modello GROW sono:

  1. Obiettivi : identificare gli obiettivi, come primo passo per evitare di essere limitati dai passaggi successivi.
  2. Realtà : Analisi della situazione e della realtà descritta dal cliente.
  3. Opzioni : identificazione delle opzioni inquadrate in quella realtà. Nel modello originale, il coach potrebbe fornire strumenti per la comparsa di nuove opzioni (come il brainstorming).
  4. Volontà : Azioni future concrete.

Le scuole latinoamericane (come il coaching ontologico ) sono più impegnate sull’obiettivo e si lavora molto sulle convinzioni contenute nella realtà (“Realtà”) descritta dal cliente. Tendono anche a porre molta enfasi sulle azioni (“Volontà”), difendendo che senza azione non c’è coaching .

Nella pratica dell’executive coaching o della performance professionale, c’è un ambiente meno incline all’introspezione e in cui le conversazioni sono più focalizzate sulle azioni e sull’organizzazione dell’agenda del cliente. Un modello di conversazione con queste caratteristiche potrebbe essere:

  1. Osserva nuovi punti di vista: è essenziale per il coach trovare soluzioni e consentire all’individuo di scegliere tra le alternative disponibili per raggiungere i propri obiettivi.
  2. Consapevolezza: Il coach focalizzerà l’allievo sulle scelte che fa e sulle loro conseguenze, fornendogli strumenti specifici per scegliere consapevolmente ed in modo più efficace.
  3. Determinare gli obiettivi: serviranno da guida per il processo decisionale e le azioni.
  4. Agire: Una volta raccolte tutte le informazioni, è necessario agire in modo sostenuto nel tempo. Il coach seguirà da vicino questo processo, aiutando a superare le difficoltà che si presentano quando si mettono in pratica le azioni.
  5. sessione di coaching si sta avvicinando o allontanando dall’obiettivo prefissato. Ciò consentirà di intraprendere azioni correttive e contribuire così all’ottenimento dei risultati desiderati. 17

Migliore Coach a Vicenza – Vedi anche

Migliore Coach a Vicenza – Riferimenti

  1. Salta a: abPassmore , Jonathan, ed. (2006). Eccellenza nel coaching: la guida del settore (3a edizione). Londra; Filadelfia: pagina di Kogan. isbn 9780749474461 . OCLC 927192333 .
  2. ^ Renton, Jane (2009). Coaching e Mentoring: cosa sono e come sfruttarli al meglio . New York: Stampa Bloomberg. isbn9781576603307 . OCLC 263978214 .
  3. ^ Chakravarthy, Pradeep (20 dicembre 2011). “La differenza tra coaching e mentoring” . Forbes . Consultato il 4 luglio 2015.
  4. Reale Accademia Spagnola e Associazione delle Accademie di Lingua Spagnola (2005). allenatore . Dizionario panispanico dei dubbi . Madrid: Santillana. isbn978-8-429-40623-8 .
  5. “Allenamento” . Soluzioni PM.
  6. «Autocoaching: guida per diventare il proprio coach – Sito digitale “Revolucionando.me”» . 11 marzo 2022. Accesso 4 aprile 2022.
  7. “Business Coach: chi è e quali sono le sue funzioni motivazionali” . es . 2017. Consultato il 30 maggio 2017.
  8. “Sulla leadership moderna” . ThriveProductivity.com . 2018. Archiviata dall’originale il 2 luglio 2018. Estratto il 19 maggio 2018.
  9. Ignacio Isusi. “Gestione efficace del successo per i manager” .
  10. Echeverría, Rafael (2005). Ontologia del linguaggio . Cile: Northeast Communications Ltda.
  11. Associazione Argentina di Coaching Ontologico Professionale (AACOP) (2018). 1 . «Definizione e significato di coaching ontologico». Coaching ontologico costruttivista e sistematico (Leven Anchors): p. 28.ISBN _978-987-45118-7-4 .
  12. Elena Pérez Moreiras, Bolívar Cris e altri, Sinergie tra psicologia e coaching. (2021). “Capitolo 5” . Il coaching essenziale . Kolima Libri. P. 328-341. isbn978-84-18263-57-6 .
  13. Vergara, Enrico (2015). “Storia del Coaching” . Storia del coaching . SVE. Archiviata dall’originale il 4 marzo 2016. Estratto l’11 novembre 2015.
  14. ^ Zeus, Perry; Skiffington, Suzanne (2002). Guida completa al “coaching” sul lavoro . Madrid: McGraw Hill.
  15. ^ McCracken, M. & Wallace, M. (2000). Verso una ridefinizione degli HRD strategici. Rivista di formazione industriale europea, 24, 425-436.
  16. ^ Núñez-Cacho, P., Grande, FA, & Pedrosa-Ortega, C. (2012). Nuove sfide nello sviluppo della carriera professionale: il modello Boundaryless Career. Universia Business Review, 34 (1) 14-35.
  17. Salta a: ab Riassunti dei leader (a cura di). Allenamento di John Whitmore . Consultato il 5 agosto 2016.
  18. “Posizione del Collegio degli Psicologi della Provincia di Córdoba sul Coach Ontologico – Collegio degli Psicologi della Provincia di Córdoba” . org.ar . Consultato il 20 novembre 2022.
  19. “Chi è Ricardo Ponce e perché rappresenta un pericolo?” . MEDIA RCG . Consultato il 20 novembre 2022.
  20. RIES, Segreteria. «Messico: accusano il gruppo di allenatori “Vivir” di sottoporre i suoi membri a condizioni disumane» . InfoCatólica . Consultato il 20 novembre 2022.
  21. “Il coaching coercitivo e le sette piramidali possono essere classificati come illegali a Guanajuato” . Publimetro Messico . Consultato il 20 novembre 2022

Migliore Coach a Vicenza – semantica

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Il migliore coach a Treviso è in realtà un team composto dal dott. Daniele Trevisani, e dalla Coach Cinzia Zocca. Il dott. Daniele Trevisani risulta, in base ai dati di Google Scholar, il coach italiano con il maggiore numero di citazioni, al primo posto per qualità e continuità delle pubblicazioni. Cinzia Zocca è Master Coach certificata STEP e professionista associata APIC (Associazione Professionisti Italiani Coaching).

Migliore Coach a Treviso e nel Veneto

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Migliore Coach a Treviso – Approfondimenti sul coaching
– concetti chiave del coaching

Coaching

Coaching è un termine collettivo per diversi metodi di consulenza , i tre tipi fondamentali sono coaching individuale , di squadra e di progetto . Come nella consulenza psicosociale, lo sviluppo di soluzioni individuali è accompagnato e incoraggiato. [1] [2] Metodologicamente, la parola si riferisce a conversazioni strutturate tra un coach e un coachee (cliente), ad es. B. su questioni della vita professionale quotidiana (leadership, comunicazione, organizzazione e cooperazione). Gli obiettivi di questi colloqui vanno dalla valutazione e lo sviluppo delle capacità e delle prospettive personali ai suggerimenti per l’ auto-riflessione e il superamento dei conflitti con dipendenti, colleghi o superiori. Il coach funge da partner di discussione neutrale e critico e, a seconda dell’obiettivo, utilizza metodi dell’intero spettro del personale e dello sviluppo manageriale. [3] In Svizzera, il termine coaching è utilizzato anche nel campo del fitness . Un allenatore nello sport è anche chiamato allenatore; questo è spesso un personal trainer .

Migliore Coach a Treviso – Origine del termine

La parola “coach” significa originariamente ” carrozza ” ed è stata registrata in lingua inglese dal 1556. Dal 1848 è stato osservato un uso colloquiale del termine per tutor privati per studenti, nel campo dello sport la parola è stata usata dal 1885 in Inghilterra e negli Stati Uniti. Il coaching è attualmente definito in inglese come segue:

“Il coaching si riferisce alla guida e al feedback su conoscenze, abilità e abilità specifiche coinvolte in un compito. (Il coaching si riferisce alla guida e al feedback su conoscenze, abilità e abilità specifiche per un compito specifico.)”

– Bernardo. M. Bass : The Bass Handbook of Leadership, Theory, Research & Managerial Applications. 4a edizione. New York 2008, pagina 1091

Migliore Coach a Treviso – Distinzione dalla psicoterapia

la psicoterapia si è sviluppata in un trattamento scientificamente fondato solo alla fine del XX secolo . Alcuni risultati e metodi hanno potuto dimostrare un effetto in termini di successo sia in psicoterapia che nel coaching. [4] Questi cosiddetti fattori di impatto includono: [5] [6]

Migliore Coach a Treviso – attivazione delle risorse

il terapeuta o il counselor spiega al cliente le sue possibilità positive, peculiarità, abilità e motivazioni in modo che diventi consapevole dei suoi punti di forza.

aggiornamento del problema

la conversazione è progettata in modo tale che il client z. B. rivivere esperienze ed emozioni problematiche o stressanti durante la seduta. Il coach (o terapeuta) li mette in parole e li rende “tangibili” e risolvibili.

Supporto per la risoluzione attiva dei problemi

Qui, il cliente sperimenta inizialmente durante la conversazione che può superare da solo sfide o problemi imminenti che prima sembravano impossibili da risolvere. Quindi può e deve provare soluzioni di problemi con livelli di difficoltà crescenti in modo indipendente nella pratica.

chiarimento motivazionale

in tal modo, il terapeuta o il consulente aiuta il cliente a vedere più chiaramente i propri motivi, obiettivi e valori consci o inconsci. Ciò promuove la comprensione del motivo per cui il paziente si comporta e si sente in questo modo e non altrimenti.

Maja Storch e Frank Krause descrivono la demarcazione tra psicoterapia e coaching con le seguenti parole: “ Chiediamo a quegli specialisti che vorrebbero utilizzare ZRM ( Zurich Resource Model ) nell’ambito della consulenza o nel coaching di sostituire mentalmente questi termini. Invece di ‘psicoterapia’ si può pensare a ‘consulenza’, ‘formazione’ o ‘coaching’, invece di ‘paziente’ si consiglia ‘cliente’.” [7 ]

D’altra parte, Rolf Winiarski distingue tra clienti di consulenza e terapia. Nel caso della consulenza, il livello di sofferenza, la motivazione per cambiamenti a lungo termine e la consapevolezza del problema da parte del cliente sono significativamente inferiori. Per la psicoterapia, invece, è caratteristico un lavoro di cambiamento mirato sulle reazioni ai problemi emotivi da 10 a 60 ore, ovvero una relazione terapeutica a lungo termine. [8°]

Il rapporto personale tra consulente e cliente è particolarmente importante per il successo sia in psicoterapia che nel coaching. [9] Dovrebbe basarsi sui principi di fiducia, apprezzamento, autenticità, empatia, cura e preoccupazione. Anche i complimenti fatti al momento giusto sono molto importanti. [10] Tutto ciò ha come conseguenza che i pazienti di solito valutano il loro consulente o terapeuta come una persona e quindi anche la terapia come molto positiva. Di norma, vengono in consulenza quando i loro problemi hanno già raggiunto il picco. Inoltre, ritengono che il coaching da parte di un esperto abbia contribuito al miglioramento perché era molto costoso, il che può essere descritto come un effetto placebo . Per questi motivi, si dubita che il coaching abbia qualche effetto che vada oltre quello di un’intensa conversazione con buoni amici o persone affidabili e dotate di buon senso. [11]

I fattori efficaci sono simili in psicoterapia, coaching e altri metodi di consulenza e formazione, ma ci sono anche differenze significative. [12] La questione decisiva è se un allenatore può gestire questi fattori di influenza. Una diagnosi professionale riguardo al comportamento patologico è difficile anche per gli specialisti ( psicologi terapeuti o psichiatri ). [13] Diagnosi errate o valutazioni errate possono causare danni umani e finanziari significativi. Per questo motivo, si consiglia di consultare prima un medico. [14] Nel caso di business o executive coaching, l’accento è posto sullo sviluppo delle competenze manageriali con le corrispondenti caratteristiche speciali (cfr. la sezione “Coaching in management”).

Migliore Coach a Treviso – Nozioni di base sull’efficacia del coaching

Künzli ha esaminato 22 studi empirici e ha trovato effetti come sollievo emotivo, riduzione dello stress, cambio di prospettiva e maggiore autoriflessione. [15] I fattori chiave per ottenere risultati positivi sono il rapporto di fiducia tra coach e cliente e l’impegno del cliente. [16] Secondo Greif, ci sono solo due studi che possono dimostrare miglioramenti oggettivi nelle prestazioni e nel comportamento. Inoltre, non ci sono quasi teorie per descrivere e spiegare il processo di coaching e i suoi effetti. [17]

Migliore Coach a Treviso – Professionalizzazione

Nel caso Germania, Associazioni professionali e specializzate come l’ Associazione tedesca per il coaching e la formazione , l’Associazione tedesca per il coaching [22] , l’Associazione federale tedesca per il coaching [23] e l’Associazione tedesca per il coaching [24] in Germania e a livello internazionale l’ International Coach Federation e la Worldwide Association of Business Coaches.

Migliore Coach a Treviso – Coaching in varie aree

Coaching in ambito medico (Medical Coaching)

Un esempio dal campo medico riguarda i pazienti con malattia coronarica. [25] Lo scopo dello studio controllato randomizzato con 245 pazienti era scoprire se il coaching dei pazienti fosse adatto per raggiungere un certo livello di colesterolo. Risultato: il coaching ha contribuito a colmare il divario tra la terapia consigliata e quella effettiva (“divario terapeutico”). Gli autori: “ L’efficacia dell’intervento di coaching è spiegata al meglio sia dall’adesione alla terapia farmacologica che dai consigli dietetici forniti. ” [26] Con il coaching, i pazienti sono stati addestrati ad assumersi una maggiore responsabilità personale per l’attuazione degli obiettivi terapeutici. L’allenatore era un esperto nel trattamento di pazienti con malattia coronarica. Il coaching è stato fatto per telefono. Ci si aspettava che i pazienti conoscessero i loro livelli di colesterolo ed effettuassero regolarmente un confronto target/effettivo. È stato anche verificato se fossero a conoscenza dei fattori che influenzano i loro livelli di colesterolo e se sapessero quando consultare il proprio medico. [27] Gli autori derivano da questo caso un ciclo di coaching. Questo consiste in cinque passaggi. [28]

  1. Porre domande, verificare se il paziente ha le conoscenze, l’atteggiamento e la motivazione necessari.
  2. Spiegazione delle relazioni (cause ed effetti) necessarie per risolvere il problema.
  3. Aumentare la fiducia in se stessi del paziente per comunicare meglio con il medico.
  4. Obiettivo chiaro (accordo sugli obiettivi).
  5. Rivaluta gli obiettivi e le azioni alla prossima riunione.
  6. Fai di nuovo domande (torna al punto 1).

Questo approccio di coaching allena la forza di volontà del cliente. Ci sono esempi simili dalla terapia del dolore e numerose altre indicazioni. [29] Decisivo per il successo del trattamento non è solo l’approccio specifico al problema (ciclo di coaching), ma soprattutto le conoscenze specialistiche sulla terapia delle malattie e su come aumentare la forza di volontà dei pazienti .

Migliore Coach a Treviso – Coaching manageriale

Esistono essenzialmente quattro tipi di gestione:

Mentre l’executive coaching (o management coaching) mira a migliorare le capacità manageriali , la preoccupazione centrale del leadership coaching è lo sviluppo di alti potenziali ( sviluppo manageriale ). [30]

Una valutazione di 49 studi sul coaching della leadership di Katherine Ely, Lisa Boyce e coautori [31], nonché uno studio esplorativo sull’efficacia di diversi programmi di coaching della leadership di Gro Ladegard e Susann Gjerde [32] hanno mostrato che la preoccupazione centrale è misure di coaching più efficaci rappresentano un cambiamento misurabile nel comportamento dei coachee. Secondo i risultati di questi studi, questo cambiamento di comportamento non può essere ottenuto attraverso corsi di formazione tradizionali, seminari o sessioni di formazione all’aperto. Il processo di coaching deve includere le seguenti fasi: (1) Una valutazione obiettiva delle competenze attuali utilizzando procedure di test convalidate e l’uso di molteplici fonti di informazioni, come nel caso del feedback a 360 gradi. (2) Sfida critica del coachee in termini di come le sue abilità attuali si discostano dalle competenze necessarie per i suoi obiettivi personali e professionali e per l’implementazione degli obiettivi strategici dell’azienda. (3) Sviluppo congiunto di misure per lo sviluppo di competenze rilevanti per il futuro, con particolare attenzione all’apprendimento dell’azione (apprendimento orientato all’azione), poiché circa il 70% dell’apprendimento (delle competenze) avviene attraverso la pratica (nuovi compiti e aree di responsabilità , progetti, ecc.), al 20 per cento attraverso modelli di ruolo (supervisori, amici, colleghi, ecc.) e solo al 10 per cento attraverso seminari, riviste, libri, ecc. [33] Infine (4) è importante valutare i risultati (successo) di una misura di coaching al fine di ricavare opportunità di miglioramento. Questa misurazione dei risultati include, da un lato, le prestazioni (ad es. produttività e redditività) e il cambiamento comportamentale delle competenze, che sono state rese operative attraverso descrizioni comportamentali concrete e quindi rese misurabili. La revisione del successo dovrebbe avvenire dopo uno o due anni. Il grafico sottostante ha lo scopo di sintetizzare questi aspetti.

Il coaching sulle prestazioni viene utilizzato quando un dipendente non si comporta a un livello accettabile (per ragioni spesso sconosciute). Si tratta di un processo che inizia con l’analisi delle prestazioni individuali e mira a trovare modi e mezzi di miglioramento. In pratica, ciò avviene spesso in una discussione tra il supervisore, la persona interessata e un esperto (interno) dello sviluppo delle risorse umane. Una soluzione è il confronto dei profili di personalità e competenza con le corrispondenti misure individuali di formazione e sviluppo. [34]

Spesso viene richiesto che i dirigenti pratichino uno stile di leadership come coach. Tuttavia, questa è solo una nuova parola (parola d’ordine) per il concetto tradizionale di relazione o leadership orientata alle persone. Secondo questo concetto, il supervisore mostra un comportamento meno direttivo e più di supporto. Consiglia i suoi dipendenti su problemi, crisi o sfide speciali. Allo stesso tempo, promuove competenze specifiche in modo mirato. Per quanto riguarda l’efficacia dello stile di gestione personale, non ci sono prove convincenti che porti a risultati migliori (ad es. maggiore produttività). [35]

Nell’executive coaching, il coach funge da consulente personale del manager. Di norma, le posizioni dirigenziali sono associate a numerose tensioni e conflitti. Inoltre, i manager spesso non hanno l’opportunità di parlare con persone di cui si fidano sia dei loro problemi di leadership che delle loro sfide aziendali. Un coach adeguatamente qualificato può aiutare a risolvere i problemi, aprire nuove prospettive e sviluppare nuove competenze. [35]

C’è anche un altro aspetto: più un manager sale nella gerarchia, meno feedback onesto riceve, anche se il feedback è particolarmente importante nelle posizioni di vertice. [36] Gary Yukl commenta: “Avere un coach offre l’insolita opportunità di discutere questioni e provare idee con qualcuno che può capirle e fornire feedback e suggerimenti utili e obiettivi, pur mantenendo la massima riservatezza”. [37] Un cosiddetto rapporto di consulenza è molto utile tra manager e coach, che di solito richiede una discussione strutturata (vedi la sezione sulle discussioni di coaching). [38]

Migliore Coach a Treviso – Competenze

Il coaching per lo sviluppo delle competenze , in particolare delle capacità di leadership, persegue l’obiettivo primario di aumentare l’efficacia della leadership (cultura della leadership) e quindi aumentare le prestazioni e la motivazione dei dipendenti. [39] Un esempio per misurare il successo delle misure di coaching è il calcolo del ritorno sull’investimento ( ROI ) di Dianna e Merryl Anderson. Gli autori hanno effettuato un calcolo costi-benefici e determinato un ROI del 51 percento (senza tener conto dei vantaggi intangibili come una maggiore soddisfazione del cliente, un tasso di errore inferiore, ecc.). [40]

Non è la forma di apprendimento (coaching, formazione, consulenza, terapia, ecc.) che è decisiva per l’efficacia dello sviluppo delle competenze (successo dell’apprendimento), ma la validità e l’ affidabilità dei concetti e dei metodi utilizzati. [41] Se, ad esempio, si utilizzano come base modelli di competenze o di leadership non validi, l’efficacia del coaching è discutibile perché non è possibile derivare raccomandazioni rilevanti per la pratica da strumenti e modelli diagnostici non validi o inaffidabili. [42] Un esempio di concetto convalidato è il modello di leadership trasformazionale , che ha dimostrato in numerosi studi empirici che le raccomandazioni che ne derivano possono effettivamente aumentare il successo dell’azienda e la motivazione intrinseca dei dipendenti. [43] Un esempio per aumentare l’efficacia di una misura di coaching o formazione è il feedback a 360° , che può essere effettuato prima e dopo una misura di coaching per valutarne l’efficacia. [44]

Ci si aspetta generalmente che un allenatore nella gestione sia preso sul serio come interlocutore di discussione “su un piano di parità”. Ciò richiede che abbia una solida esperienza pratica con competenze gestionali sia “soft” che “hard” e sia in grado di utilizzare validi strumenti diagnostici e di sviluppo. Un coach non è un insegnante, un consulente, un predicatore, un risolutore di problemi, un consolatore o un confessore, ma un partner nel superare sfide e problemi aziendali. Non è ancora la forma di apprendimento (coaching, formazione, ecc.) a essere decisiva, ma il contenuto. [45]

Migliore Coach a Treviso – Coaching negli sport agonistici

Negli sport agonistici, un alto livello di prestazioni dovrebbe essere raggiunto in competizione. A tale scopo è prevista una sessione di formazione , monitorata da un formatore . [46] Questo allenatore è spesso indicato (come in inglese americano) come allenatore . Inoltre, vengono offerti vari metodi di coaching per il supporto psicologico degli atleti ad alte prestazioni. [47] In uno studio qualitativo sulla pallamano, è emerso che gli allenatori

  • dare istruzioni specifiche
  • motivare i giocatori,
  • controllare le emozioni,
  • Richiedi la comunicazione del giocatore. [48]

Migliore Coach a Treviso – Pratica filosofica (coaching filosofico)

Le pratiche filosofiche sono una forma di life coaching che è stata osservata in Germania dagli anni ’80 . Il processo di differenziazione e di ricerca di un’autocomprensione comune non è ancora completo, il che rende difficile e provvisoria una definizione. Classica è la definizione di Odo Marquard nel Dizionario storico della filosofia : “ Gerd B. Achenbach ha coniato il termine PP nel 1981…: con PP intende la consulenza filosofica operata professionalmente che si svolge nella pratica di un filosofo. … Non prescrive alcun filosofema, non amministra alcuna intuizione filosofica, ma mette in moto il pensiero: filosofeggia.” [49]

Migliore Coach a Treviso – La conversazione di coaching

Le conversazioni di coaching possono essere molto diverse. Tuttavia, alcune caratteristiche e obiettivi comuni possono essere identificati sia nella psicoterapia che nella gestione. La preoccupazione principale è consentire al “cliente” di organizzarsi (principio di autoregolamentazione ) attraverso feedback, formazione e consulenza. Ciò include le fasi di definizione degli obiettivi autonomi, pianificazione e organizzazione indipendenti fino all’autocontrollo (controllo dei risultati e dei progressi) per quanto riguarda l’attuazione degli obiettivi prefissati ( competenza di attuazione ). Il grafico a destra mostra un esempio riassuntivo di come può procedere una tale conversazione di coaching. Si basa sul concetto di autoregolazione , che Frederick Kanfer, tra gli altri, ha sviluppato nella terapia di autogestione . [50]

Letteratura

Migliore Coach a Treviso – Letteratura scientifica in lingua tedesca

  • Bernhard Grimmer, Marius Neukorn: Coaching e psicoterapia. Somiglianze e differenze: demarcazione o integrazione. Casa editrice per le scienze sociali, Wiesbaden 2009, ISBN 978-3-531-16603-2
  • FH Kanfer, H. Reinecker, D. Schmelzer: Terapia di autogestione: un libro di testo per la pratica clinica. 4a edizione. Springer Heidelberg 2005, ISBN 3-540-25276-2 .
  • Eric D. Lippmann : Coaching – Psicologia applicata per la pratica del counseling. 2a edizione. Springer, Heidelberg 2009, ISBN 978-3-540-88951-9 .
  • Harlich H. Stavemann: conversazione socratica in terapia e consulenza. Beltz, PVU, Weinheim/ Basilea 2007, ISBN 978-3-621-27598-9 .

Letteratura scientifica in lingua inglese

  • Dianna e Merryl Anderson: Coaching che conta: sfruttare il potere del coaching di leadership per fornire valore strategico (miglioramento delle prestazioni umane). Elsevier, Burlington 2005.
  • James Bartlett Progressi nelle pratiche di coaching: un approccio umanistico ai ruoli di coach e cliente. In: Journal of Business Research. 60, 2007. doi:10.1016/j.jbusres.2006.09.011
  • Vicki Batson et al.: Implementare la leadership trasformazionale e il supporto del manager infermieristico attraverso il coaching. In: Cliniche infermieristiche perioperatorie. 4, 2009.doi :10.1016/j.cpen.2008.10.004
  • Diane Coutu, Carol Kauffman: cosa possono fare gli allenatori per te? In: Harvard Business Review . gennaio 2009.
  • Elaine Cox, Tatiana Bachkirova, David A. Clutterbuck: Il manuale completo del coaching . Routledge Chapman & Hall, 2007.
  • Katherine Ely: Valutazione del coaching della leadership: una revisione e un quadro integrato. In: Il quadrimestrale della leadership. 21, 2010. doi:10.1016/j.leaqua.2010.06.003
  • Douglas Hall et al.: Cosa succede realmente nell’Executive Coaching. In: Dinamiche organizzative. 27, Numero 3/1999. doi:10.1016/S0090-2616(99)90020-7
  • Stampa della Harvard Business School: colmare le lacune e migliorare le prestazioni: le basi del coaching. Boston (Massachusetts) 2008.
  • Stampa della Harvard Business School: istruire le persone: soluzioni esperte alle sfide quotidiane. Boston 2007, ISBN 978-1-4221-0347-0 .
  • Michelle Krazmien, Florence Berger: Il paradosso del coaching. In: J.Gestione dell’ospitalità. volume 16, 1997.doi :10.1016/S0278-4319(96)00046-1
  • Jack B Nitschke, Kristen L Mackiewicz: Contributi del cingolo prefrontale e anteriore alla volizione. In: Rassegna Internazionale di Neurobiologia. Volume 67, 2005. doi:10.1016/S0074-7742(05)67003-1
  • Kelly Sumich: Scienza dello sport per allenare i bambini . Acer Press, 2013, ISBN 978-1-74286-062-6 .
  • Margarite Vale et al.: Istruire i pazienti con malattia coronarica per raggiungere il colesterolo target. In: Giornale di epidemiologia clinica. 55, 2002, pp. 245-252. doi:10.1016/S0895-4356(01)00460-7
  • Jennifer Wenson: Capacità di leadership post-coaching e loro impatto sui rapporti diretti: raccomandazioni per le organizzazioni. In: Sviluppo delle Risorse Umane Internazionale. 13, 2010. doi:10.1080/13678868.2010.520485

Altre fonti

  • Klaus Werle: Le secche della scena del coaching. In: Manager Magazine . 24 aprile 2007. (in linea)
  • Karin Neighbor: il boom del coaching. su: sekten-info-nrw.de (centro di consulenza e informazione finanziato dallo stato del Nord Reno-Westfalia)

Collegamenti Web

Migliore Coach a Treviso – Voci

 istruire In: Dorsch: Enciclopedia della psicologia.

  1. Rauen (a cura di): Manuale di coaching. 3. Edizione. Hogrefe, Gottinga.
  2. D Coutu, C Kauffman, Cosa possono fare gli allenatori per te? In: Harvard Business Review. gennaio 2008; R. Hamlin et al.: L’industria emergente del coaching: un campanello d’allarme per i professionisti delle risorse umane. In: Sviluppo delle Risorse Umane Internazionale. 11, n. 3, 2008; UP Kanning: Quando i manager si arrampicano sugli alberi… Lengerich 2013, p.208.
  3. Christian Reimer, Jochen Eckert, Martin Hautzinger, Eberhard Wilke: 3. Edizione. Heidelberg 2007, pagine 15 e 25 segg.
  4. Christian Reimer e altri: 2007, pagina 25 segg.
  5. ^ Rainer M. Holm-Hadulla: Psicoterapia integrativa. Klett-Cotta, Stoccarda, 2017.
  6. Maja Storch, Frank Krause: Autogestione – orientata alle risorse. 4a edizione. Zurigo 2007.
  7. Rolf Winiarski: Il paziente in cerca di consiglio: consulenza cognitiva negli ambulatori e nelle cliniche. In: Harlich H. Stavemann: pratica KVT. 2°, completamente rivisto ed est. edizione. Basilea 2008, pagina 448.
  8. Claas-Hinrich Lammers, Psicoterapia correlata alle emozioni, Amburgo 2008, pagina 123 e segg.
  9. Luc Isebaert: Stoccarda 2005, pagina 32 segg.
  10. David G. Myers : 9a edizione. New York 2010, pagina 651.
  11. https://www.researchgate.net/publication/226556304_Coaching .
  12. Luc Isebaert: Stoccarda 2005.
  13. Claas-Hinrich Lammers: Psicoterapia correlata alle emozioni. Stoccarda 2008.
  14. Künzli: Ricerca sull’efficacia nell’executive coaching. In: OSC Consulenza Organizzativa – Supervisione – Coaching. 3/2005, pp. 231-244.
  15. Künzli: Ricerca sull’impatto per l’executive coaching. In: consulenza organizzativa, supervisione, coaching. 16(1), 2009.
  16. Greif: I risultati della ricerca più difficile sul successo del coaching. In: Rivista di coaching. 3/2008.
  17. Pelz: Coaching sistemico e consulenza sistemica: un’analisi critica. THM Business School, Gießen 2016, pagina 3 (online)
  18. Klaus Werle: L’ora dei ciarlatani. In: Manager Magazine. Numero 3/2007.
  19. Stratford Sherman, Alyssa Freas: Il selvaggio West dell’Executive Coaching. In: Harvard Business Review. novembre 2004.
  20. Analisi del mercato del coaching: grande potenziale di sviluppo. In: LA PSICOLOGIA ECONOMICA OGGI. 19 ottobre 2020, recuperato il 3 dicembre 2020 (tedesco).
  21. Associazione Tedesca di Allenatori e. V. (DCV) – Qualità nel coaching. Estratto il 29 ottobre 2019 (tedesco).
  22. Tedesco Bundesverband Coaching e. V. Estratto il 10 luglio 2018
  23. Società per il Coaching e. V. Estratto il 10 luglio 2018.
  24. Margarite Vale et al.: Istruire i pazienti con malattia coronarica per raggiungere il colesterolo target. In: Giornale di epidemiologia clinica. 55, 2002, pp. 245-252.
  25. Margarite Vale et al.: Istruire i pazienti con malattia coronarica per raggiungere il colesterolo target. In: Giornale di epidemiologia clinica. 55, 2002, pagina 254.
  26. Margarite Vale et al.: Istruire i pazienti con malattia coronarica per raggiungere il colesterolo target. In: Giornale di epidemiologia clinica. 55, 2002, pagina 246.
  27. Margarite Vale et al.: Istruire i pazienti con malattia coronarica per raggiungere il colesterolo target. In: Giornale di epidemiologia clinica. 55, 2002, pagina 247.
  28. vedi ad esempio J.-P. Broonen et al.: La volontà è l’anello mancante nella gestione della lombalgia? In: Joint bone spine revue du rhumatisme. 78, 2011, o Jack B Nitschke, Kristen L Mackiewicz: Contributi del cingolo prefrontale e anteriore alla volizione. In: Rassegna Internazionale di Neurobiologia. Volume 67, 2005.
  29. Waldemar Pelz: Il feedback a 360 gradi per l’identificazione e lo sviluppo di alti potenziali. In: Joachim Sauer, Alexander Cisik: In Germania guidano le persone sbagliate. come le aziende devono cambiare. Helios Media, Berlino 2014, ISBN 978-3-942263-26-9 .
  30. Katherine Ely, Lisa Boyce et al.: Valutazione del coaching della leadership: una revisione e un quadro integrato. In: Il quadrimestrale della leadership. 21, 2010, pp. 585-599.
  31. Gro Ladegard, Susann Gjerde: Leadership coaching, efficacia del ruolo del leader e fiducia nei subordinati. Uno studio di metodi misti che valuta il coaching della leadership come strumento di sviluppo della leadership. In: Il quadrimestrale della leadership. 25, 2014, pp. 631-646.
  32. Michael M Lombardo, Robert W Eichinger: Pianificatore dello sviluppo dell’architetto di carriera. 4a edizione. Lominger Internazionale, 2004.
  33. Pierce Howard, Jane Howard: Leader con i Big Five. Francoforte/New York 2002.
  34. Salta a: aB Horst Steinmann , Georg Schreyögg : 6a edizione. Wiesbaden 2005, pagina 658.
  35. Paul Michelman: Hai bisogno di un Executive Coach? In: Aggiornamento sulla gestione di Harvard. dicembre 2004.
  36. Gary Yukl, Leadership nelle organizzazioni. 8a edizione. Upper Saddle River/New Jersey 2013, pagina 378.
  37. Per le diverse relazioni e tecniche di conversazione, vedi: Luc Isebaert: Stoccarda 2005 e Christian Reimer, Jochen Eckert, Martin Hautzinger, Eberhard Wilke: Psicoterapia. 3. Edizione. Heidelberg 2007.
  38. Stampa della Harvard Business School, colmare le lacune e migliorare le prestazioni: le basi del coaching. Boston (Massachusetts), pagina 5.
  39. Dianna e Merryl Anderson: Coaching che conta: sfruttare il potere del coaching di leadership per fornire valore strategico (miglioramento delle prestazioni umane). Elsevier, Burlington 2005, p.227.
  40. David G. Myers : New York 2010.
  41. -J. Fisseni: Manuale di diagnostica psicologica. 3. Edizione. Goettingen 2004, pagina 46 e segg.
  42. Si veda, inter alia, John Barbuto: Motivazione e leadership transazionale, carismatica e trasformazionale: una prova degli antecedenti. In: Journal of Leadership e studi organizzativi. 11, n. 5, 2005 e Vicki Batson et al.: Implementing Transformational Leadership and Nurse Manager Support Through Copaching. In: Cliniche infermieristiche perioperatorie. 4 2009.
  43. ^ James Bartlett, Progressi nelle pratiche di coaching: un approccio umanistico al divano e ai ruoli del cliente. In: Journal of Business Research. 60, 2007 e Waldemar Pelz: Il feedback a 360 gradi: popolare, efficace e oggettivo – cosa è utile per valutare la competenza e dove si nascondono le trappole. In: HR Today Special. 4/2011.
  44. Katherine Ely: Valutazione del coaching alla leadership: una revisione e un quadro integrato. In: Il quadrimestrale della leadership. 21, 2010.
  45. Arnd Krüger : Il profilo professionale dell’allenatore nello sport. Studio comparativo internazionale e prospettive della formazione dei formatori nella Repubblica federale di Germania. (= Serie di pubblicazioni dell’Istituto Federale per la Scienza dello Sport. Volume 30). Hofmann, Schorndorf 1980, ISBN 3-7780-7311-7 .
  46. Petra Müssig: Il successo è una questione di mente: padroneggiare le sfide sportive. Stoccarda 2010.
  47. Alexander Bechthold: Il coaching dal punto di vista di un allenatore. In: sport agonistici. 44, 2014, 2, 22-26.
  48. Marquard: Pratica, filosofica.
  49. ^ FH Kanfer, H. Reinecker, D. Schmelzer: Terapia di autogestione: un libro di testo per la pratica clinica. 4a edizione. Heidelberg 2006; K Vohs, R Baumeister: Manuale di autoregolamentazione. 2a edizione. Nuova York 2011; W. Pelz: Condurre con competenza. Wiesbaden 2004, pagina 254 ss (intervista di valutazione)
  50. Katherine Ely et al.: Valutazione del coaching della leadership: una revisione e un quadro integrato. In: Il quadrimestrale della leadership. Volume 21, Numero 4, 2010.
  51. Douglas Hall et al.: Cosa succede realmente nell’Executive Coaching. In: Dinamiche organizzative. 27, Numero 3/1999 e Lauren Keller Johnson: Ottenere di più dall’Executive Coaching. In: Aggiornamento sulla gestione di Harvard. 2007
  52. David Myers, New York 2010.
  53. Richard Kravitz et al.: Empowerment sulla salute del cancro per vivere senza dolore: effetti di un intervento educativo e di coaching personalizzato sul dolore e sull’impariment. In: 152, 2011.
  54. Vedi: J. Gottlieb et al.: Generalizzazione delle competenze attraverso l’aggiunta di coaching individualizzato. In: Pratica cognitiva e comportamentale. Volume 12, Numero 3, 2005; e JM Kuijpers et al.: Un modello di sviluppo professionale integrato per un insegnamento efficace. In: Insegnamento e formazione degli insegnanti. Volume 26, 2010.
  55. Joyce Bono et al.: Un’indagine sulle pratiche di Executive Coaching. In: Psicologia personale. 62, 2009.
  56. Joyce Bono et al.: Un’indagine sulle pratiche di Executive Coaching. In: Psicologia personale. 62, 2009. così come Lauren Keller Johnson: Ottenere di più dall’Executive Coaching. In: Aggiornamento sulla gestione di Harvard. 2007
  57. Tali affermazioni possono essere trovate, ad esempio, nella rivista di coaching. 1/2011.
  58. Joyce Bono et al.: Un’indagine sulle pratiche di Executive Coaching. In: Psicologia personale. 62, 2009.
  59. Diane Coutu, Carol Kauffman: Cosa possono fare gli allenatori per te? In: Harvard Business Review. gennaio 2009.
  60. Coutu 2009, p.92.
  61. David Peterson: Il tuo coach ti dà valore per i tuoi soldi? e Michael Maccoby: I pericoli della dipendenza dagli allenatori. In: Coutu 2009, p.94.
  62. Salta a: ab Anne Scoular: come scegliere un allenatore? In: Coutu 2009, p.96.

Migliore Coach a Treviso – Semantica dell’articolo

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Corsi di Coaching Aziendale: Il Metodo HPM

corsi di coaching aziendale

Contatta il dott. Daniele Trevisani per un corso di coaching aziendale realizzato direttamente dall’autore

Estratto dall’inizio del volume:

1.  Lavorare sul potenziale individuale, dei team, delle imprese: il metodo HPM (Human Performance & Potential Modeling)

 

 

Le persone viaggiano per stupirsi delle montagne, dei mari,

dei fiumi, delle stelle e passano a fianco a se stesse

senza meravigliarsi

(Sant’Agostino)

 

 

 

 

1.1. Concetti fondamentali: la visione della persona come sistema energetico

Il metodo HPM deriva la propria sigla dal suo obiettivo primario, il Modeling, o “dare forma”, generare impulso, contributo e stimolo alla crescita della persona, dei team e delle organizzazioni.

Il metodo ha due distinte sfere di applicazione, tra di loro collegate:

 

  • crescita del potenziale umano: Human Potential Modeling, e
  • sviluppo delle prestazioni: Human Performance Modeling.

 

Il metodo contiene una concezione dell’uomo come articolazione di energie fisiche e mentali, micro e macro-competenze, progettualità e aspirazioni.

Il metodo individua sei specifiche “celle di lavoro”, sulle quali ciascuno di noi, indipendente dalla sua condizione di partenza, può fare progressi, piccoli o grandi che siano. E, per ogni piccola conquista, si aprono nuovi orizzonti che ci invitano ad andare avanti, in una continua esplorazione di ciò che significa progredire, nel suo senso più profondo.

“Entrare” in queste sei celle ci permette di costruire progetti di crescita seri ed efficaci, siano essi la “liberazione” da ciò che ci frena, o l’aumento delle nostre risorse personali.

L’amplificazione delle energie e abilità di un individuo o di un intero gruppo o impresa, può proiettarci verso nuovi traguardi, e nuovi modi di essere. Prendere piena coscienza dei propri potenziali e lottare per raggiungerli è un’operazione che ha una propria sacralità, al di la del risultato numerico o professionale che ne può derivare.

Capire questo è essenziale oggi per fare del training aziendale serio, essere ricercatori o insegnanti degni di questo nome, ma anche nel coaching, nel focusing (focalizzazione dei fabbisogni di sviluppo), nella consulenza, nei progetti di crescita personale, quando si esamina una persona o un’organizzazione, intesa come complesso di energie circolanti, il suo lato umano, il suo spirito vitale.

Il metodo HPM raggruppa tutti i fattori evidenziati in un modello piramidale (energie fisiche e mentali, micro e macro-competenze, progettualità e aspirazioni) e li considera aspetti allenabili, aumentabili, su cui si può agire.

A questo modello quindi ci apprestiamo a lavorare.

Ne esponiamo di seguito un’anteprima grafica, nella quale si evidenziano le sei specifiche aree di lavoro, ciascuna delle quali viene approfondita, ma sicuramente non esaurita.

Esaurire ogni singola area sarebbe una pretesa troppo grande, mentre aprirvi una discussione e offrire su ciascuna contributi, strumenti utili e operativi, è invece già possibile.

Figura 1 – Esposizione grafica del modello HPM

corsi di coaching aziendale modello hpm

Potenziale umano e prestazioni umane sono due aree di studio diverse ma strettamente collegate, così come lo sono le fondamenta di un edificio e i suoi piani superiori.

Nessuno costruirebbe, con un minimo di buon senso, un grattacielo su fondamenta instabili. Il lavoro sul potenziale è, come metafora, simile al lavoro di costruzione di fondamenta solide, mentre le performance ci restituiscono un senso di altezza, di quanto in alto possiamo spingerci.

Ognuno di noi sente il bisogno, prima o poi, di sviluppare il suo potenziale, ma anche di accedere a piani esistenziali superiori, ricercare, crescere.

Possiamo soffocare questa pulsione umana naturale, ma è come cercare di non respirare, prima o poi il bisogno viene fuori, ed è bene ascoltarlo.

Il modello HPM analizza l’essere umano come sistema energetico, una sinergia di forze (fisiche e mentali), la cui amplificazione può aumentare il grado di felicità, successo e potenzialità realizzativa.

Questo sistema complesso è composto da sottosistemi, che possono disporre di uno stato di carica variabile, e funzionare bene o male, con gradazioni intermedie di efficienza ed efficacia.

Per analizzare il potenziale globale della persona, non solo sul piano fisico o intellettuale, ma come essere umano nel suo complesso, abbiamo bisogno di localizzare quali sono i micro e macro-distretti su cui si può agire e come questi interagiscono tra di loro.

Dobbiamo anche saper muovere lo zoom di analisi dal micro al macro, dal particolare al generale, e viceversa.

Esponiamo di seguito una breve sintesi di quali sono i contenuti principali delle sei “celle” di lavoro:

 

  • il substrato psicoenergetico e le energie mentali: riguarda le energie psicologiche, le forze motivazionali, lo stato di forma mentale necessario per affrontare sfide, progetti, traguardi (goal) e obiettivi. Si prefigge di analizzare ed intervenire sulle capacità mentali, come concentrazione, lucidità tattica, abilità strategiche, capacità di percezione, utilizzo della memoria, amplificazione sensoriale, sino alle capacità di vivere le passioni, rivedere il nostro modo di essere, riprendere in mano il proprio ruolo nella vita con maggiore assertività, ripensarsi, creare motivazione in sè e nel team, sviluppare coraggio e perseveranza, utilizzare uno stile di pensiero produttivo e positivo;
  • il substrato bioenergetico e le energie fisiche: inquadra la parte biologica dell’essere umano: il corpo e le energie fisiche, lo stato di forma organis­mico e biologico che sorregge le energie individuali; comprende l’analisi delle energie corporee e il funzionamento dell’organismo, come esso possa essere riparato o “potenziato”, gli effetti dello stile di vita e l’approccio olistico al corpo, l’attenzione alle economie locali (di specifici distretti fisici) e alle energie generali;
  • le micro-competenze: i micro-dettagli che danno spessore al potenziale, le micro-abilità psicologiche e psicomotorie che fanno la differenza in una prestazione manageriale o sportiva, le micro abilità-cognitive (di ragionamento), che creano differenza tra un’esecuzione mediocre, media o invece eccellente, le micro-abilità relazionali e comunicazionali da cui dipende un lavoro di qualità;
  • le macro-competenze personali e professionali: i grandi strumenti (competenze, skills, capacità) che compongono il profilo di un ruolo; le traiettorie di cambiamento che subisce lo scenario che ci circonda, come rimanerne coscienti e in pieno controllo; la gamma delle abilità o portfolio di competenze di un individuo o di un team, e come questo deve essere rivisitato, riqualificato, formato, per essere all’altezza degli obiettivi che ognuno di noi si pone e delle sfide che vuole cogliere;
  • goal e progettualità: la strutturazione dello sforzo per qualcosa o contro qualcosa di concreto (un ideale trasformato in progetto); la capacità di sviluppare un obiettivo in azione, il focus di applicazione delle energie e competenze, la loro traduzione in specifici piani operativi e risultati attesi;
  • visione, principi e valori, missione: ideali, principi morali, sogni, aspirazioni, i motori profondi che dirigono le priorità personali, gli ancoraggi di senso e significato che connettono i progetti ad un piano più profondo, le scelte personali, il senso di missione. Riguarda inoltre lo sfondo primordiale di desideri e pulsioni che spingono il nostro fare ed agire, il senso di causa e – non ultimo – il nostro vissuto spirituale ed esistenziale.

 

Ognuno di questi stati o “celle” può avere un certo livello di “carica”, trovarsi “pieno”, “abbondante”, ben coltivato, ben esercitato, o essere invece “scarico”, deprivato, depotenziato, impoverito, o persino trascurato e maltrattato, denutrito, abbandonato.

Al crescere della carica nei diversi sistemi aumenta l’energia complessiva della persona, dei team, e delle organizzazioni da loro composte, con effetti molto tangibili: risultati, prestazioni, capacità di decidere, di incidere e produrre cambiamento positivo. Questi risultati dipendono dallo stato dei diversi sistemi, dalla capacità di coltivarli e nutrirli.

La loro condizione locale e l’interazione tra le diverse “celle” può produrre il massimo del potenziale o presentare sinergie negative, o danni e malfunzionamenti che impediscono all’essere umano di esprimersi.

Le risorse personali e il potenziale individuale possono essere “lette” ma soprattutto amplificate attraverso un lavoro serio sulle sei aree.

Sul piano manageriale e sportivo, nei team e nelle aziende, le implicazioni sono altrettanto evidenti: lo stato di forma mentale e fisico delle persone, la loro carica motivazionale, le loro competenze, la loro progettualità, il loro spessore morale, fanno la differenza tra persone o team spenti, e persone, team o organizzazioni capaci, forti, motivate, piene di energia ed entusiasmo, desiderose di affrontare sfide e dare contributi veri.

Copyright Daniele Trevisani

Corsi di Coaching Aziendale – Approfondimenti sul coaching e sulla psicologia e metodologia del coaching

Psicologia del Coaching

La psicologia del coaching è un campo della psicologia applicata che applica teorie e concetti psicologici alla pratica del coaching . Il suo scopo è aumentare le prestazioni, l’ autorealizzazione , i risultati e il benessere di individui, team e organizzazioni utilizzando metodi basati sull’evidenza fondati sulla ricerca scientifica. [1] La psicologia del coaching è influenzata da teorie in vari campi psicologici, come la psicologia umanistica , la psicologia positiva , la teoria dell’apprendimento e la psicologia sociale .

La psicologia del coaching è iniziata formalmente come sotto-disciplina psicologica nel 2000, quando il primo corso di “psicologia del coaching” è stato offerto all’Università di Sydney . Da allora, sono state formate società scientifiche dedicate alla psicologia del coaching e riviste sottoposte a revisione paritaria pubblicano ricerche sulla psicologia del coaching. Le applicazioni della psicologia del coaching spaziano dal coaching atletico ed educativo alla leadership e al coaching aziendale.

Corsi di Coaching Aziendale – Approfondimenti – Storia

Le prime applicazioni della teoria e della pratica psicologica all’allenamento (in particolare, l’allenamento atletico) risalgono agli anni ’20. [2] Nel 1926, Coleman Griffith pubblicò The Psychology of Coaching: A Study of Coaching Methods in the Point of View of Psychology. [2] Sulla base delle osservazioni delle squadre di calcio e basket, Griffith ha discusso un’ampia varietà di aspetti dell’allenamento come gli effetti dello spettatore, i problemi di over-coaching, i principi dell’apprendimento. [3] Griffith è stato notato come ” il primo psicologo dello sport d’America ” e un pioniere nell’applicare la scienza della psicologia al coaching. [4] Anni dopo, iniziarono ad emergere altri testi sulla psicologia del coaching. Nel 1951, John Lawther della Penn State University pubblicò Psychology of Coaching . [5] Il primo libro in WorldCat con il termine “psicologia del coaching” nel titolo è Modern Coaching Psychology di Curtiss Gaylord, pubblicato nel 1967. [6] [7]

Nonostante questi primi sviluppi, la psicologia del coaching contemporaneo è stata istituita formalmente solo all’inizio del 21° secolo. [4] Nel gennaio 2000, Anthony Grant ha implementato la prima unità di studio di “psicologia del coaching” presso l’ Università di Sydney e la sua tesi di dottorato ha posto le basi per ulteriori ricerche per stabilire il campo della psicologia del coaching come disciplina basata sull’evidenza. [8] [9] Molti psicologi del coaching considerano Grant un pioniere nel campo. [4] [10]

Un ulteriore sviluppo è iniziato nel 2006 quando l’ Australian Psychological Society (APS) ha tenuto una conferenza che ha fondato l’Interest Group in Coaching Psychology ( IGCP ). Fuori dall’Australia, Stephen Palmer della British Psychological Society (BPS) ha formato lo Special Group in Coaching Psychology ( SGCP ). [4] Sia l’ IGCP che l’ SGCP miravano a sviluppare ulteriormente la professione della psicologia del coaching in termini di teoria e applicazione, fornendo una piattaforma per la condivisione di ricerche ed esperienze rilevanti tra gli psicologi del coaching. [4] [1] [11] Dall’istituzione di IGCP e SGCP , sono state istituite più società internazionali dedicate alla psicologia del coaching in Europa, Medio Oriente e Sud Africa. [4] Il 18 dicembre 2006 è stata fondata la International Society for Coaching Psychology ( ISCP ) per promuovere lo sviluppo internazionale del settore. [4] [12]

Attualmente, ci sono un certo numero di riviste peer-reviewed dedicate alla letteratura e alla ricerca sulla psicologia del coaching. Ad esempio, The Coaching Psychologist (dal 2005) è fornito da SGCP . [13] L’ IGCP e l’IGCP pubblicano congiuntamente l’ International Coaching Psychology Review (dal 2006). [14] Coaching Psychology International (dal 2009) è pubblicato dalla International Society of Coaching Psychology. [15]

Corsi di Coaching Aziendale – Approfondimenti – Influenze teoriche

Psicologia umanistica

Vedi anche: Psicologia umanistica e Terapia centrata sulla persona

L’ approccio umanistico alla psicologia è considerato un grande contributo al coaching psicologico. [3] Sia la psicologia umanistica che quella del coaching condividono la visione comune dell’essere umano come auto- realizzante . Cioè, ogni volta che ne viene data l’opportunità, gli umani coglieranno la capacità di migliorare se stessi. [16] La psicologia del coaching considera questo sviluppo come un processo consistente in concreti cambiamenti positivi nella propria vita. Inoltre, questo processo di crescita è intrapreso sia dal cliente che dal coach che facilita l’ autorealizzazione nei propri clienti. [1] [17]

Nella terapia centrata sulla persona di Carl Rogers , la relazione cliente-terapeuta è un elemento chiave per facilitare la crescita. [17] Pertanto, la relazione tra il coach (il facilitatore) e il cliente (il discente) è cruciale. [18] In particolare, Rogers ha identificato tre qualità chiave in una buona relazione coach-cliente: “realtà” (genuinità), fiducia e comprensione empatica . [17] [18] Inoltre, viene fatta un’importante distinzione tra lavorare sul cliente e lavorare con il cliente. Un coach deve essere disposto a collaborare e impegnarsi attivamente con il cliente per comprendere le sue esperienze e fare scelte che promuovano la crescita . [17] Una volta raggiunto questo obiettivo, la relazione coach-cliente diventa una partnership attiva . [19]

Inoltre, secondo Rogers, la crescita di un cliente si ottiene attraverso una considerazione positiva incondizionata . [20] I coach devono entrare in empatia con i loro clienti per comprendere le loro esperienze e punti di vista. [1] Per raggiungere questo obiettivo, il coach deve essere in grado di comprendere i propri clienti non solo a livello intellettuale, ma anche a livello emotivo. [17] Insieme all’empatia, i coach devono essere in grado di accettare i propri clienti per quello che sono veramente, poiché gli individui hanno bisogno di sentirsi apprezzati per il loro ” vero sé ” per potersi realizzare . [1]

Corsi di Coaching Aziendale – Approfondimenti – Psicologia positiva

Vedi anche: Psicologia positiva

La psicologia positiva (sviluppata da Martin Seligman e altri) si sofferma sugli aspetti positivi delle caratteristiche umane come la forza e la competenza. [17] [21] [22] Fondamentalmente, la psicologia del coaching condivide questo obiettivo; un coaching efficace comporta il miglioramento delle prestazioni e del benessere del cliente. [23] La psicologia positiva fornisce quindi una base per il coaching. [21] La psicologia del coaching è stata considerata un tipo di psicologia positiva applicata. [23]

Le emozioni positive motivano le persone a migliorare le proprie capacità e competenze. [24] La teoria dell’ampliamento e della costruzione di Barbara Fredrickson postula che le emozioni positive possono svolgere un ruolo nello stimolare non solo la motivazione , ma anche azioni produttive e benefiche. [25] Nel coaching, si enfatizza l’incoraggiamento delle emozioni positive al fine di ispirare i clienti a intraprendere azioni concrete verso i loro obiettivi. [17]

A parte le emozioni, anche il pieno impegno nell’attività è un fattore per massimizzare le proprie prestazioni. [26] Mihaly Csikszentmihalyi ha descritto questo livello di massimo coinvolgimento in un compito come flusso . In altre parole, gli individui che sperimentano il flusso sono “nella zona”. [17] Gli allenatori svolgono un ruolo nella creazione di un ambiente che induce il flusso. Questo può essere raggiunto attraverso la definizione di obiettivi chiari e coerenti. [26] Fornire un feedback chiaro e immediato mantiene anche il cliente informato sul fatto che le sue azioni stiano aiutando a raggiungere i suoi obiettivi. [17] I coach aiutano anche a trovare un equilibrio tra sfida e abilità poiché compiti troppo facili o troppo difficili per il cliente possono ostacolare il raggiungimento dell’obiettivo. [17] [26]

Corsi di Coaching Aziendale – Approfondimenti – Teorie dell’apprendimento

Vedi anche: comportamentismo e teoria dell’apprendimento sociale

Il condizionamento operante (come descritto da BF Skinner ) vede l’apprendimento come un processo che coinvolge rinforzo e punizione . [27] Gli allenatori sono incoraggiati a rafforzare sempre comportamenti sani e produttivi attraverso il rinforzo verbale, come parole e immagini motivazionali. [28] Anche il rinforzo intrinseco (cioè il rinforzo dall’interno dell’individuo) può svolgere un ruolo enorme nel migliorare le prestazioni e nell’incoraggiare azioni mirate. [19] Sebbene la punizione possa indirizzare i clienti verso i comportamenti desiderati , le prestazioni possono essere ostacolate da effetti collaterali ingiustificati, come ansia e risentimento nei confronti dell’allenatore. [19] [27]

La teoria dell’apprendimento esperienziale di David A. Kolb postula che gli individui apprendano attraverso le loro esperienze. [29] L’apprendimento esperienziale è facilitato dall’autoriflessione, dall’autovalutazione e dall’azione. [21] I coach possono incoraggiare l’autoriflessione critica delle esperienze attraverso “registri di coaching” in cui i coachee analizzare i loro pensieri ed emozioni in vari incidenti e circostanze. [21] Questo aiuta i clienti a esaminare e sfidare le proprie convinzioni, atteggiamenti e comportamenti . [21] L’intuizione acquisita da questo aiuta nell’apprendimento trasformativo in cui i tirocinanti sviluppano un piano d’azione per un ulteriore miglioramento personale e un aumento delle prestazioni basato sulle proprie esperienze. [17] [29] [30]

Lev Vygotsky ha descritto la zona di sviluppo prossimale ( ZPD ) come uno spazio tra ciò che una persona sa (un’azione che può essere eseguita facilmente) e ciò che una persona non sa (ciò che è considerato difficile). [31] Vygotsky ha teorizzato che l’apprendimento è più efficace all’interno di questa zona. [32] I coach facilitano un apprendimento efficace fornendo ai coachee attività all’interno della ZPD , che non sono né troppo facili né troppo impegnative (questo è un processo chiamato scaffolding ). [31] [32]

La teoria dell’apprendimento sociale ha influenzato anche la psicologia del coaching. Secondo Albert Bandura , l’apprendimento osservativo si verifica quando gli individui imparano dalle persone che li circondano (chiamati modelli ). [33] I coach dovrebbero essere consapevoli dei modelli dei loro coachee in quanto ciò può modellare i loro atteggiamenti e comportamenti . [34] Inoltre, gli allenatori dovrebbero valutare i fattori che influenzano l’apprendimento basato sull’osservazione nei loro tirocinanti, come l’attenzione e la frequenza del comportamento osservato . [34]

Corsi di Coaching Aziendale – Approfondimenti – Altre influenze

Vedi anche: Psicologia della Gestalt , Psicologia sociale , Psicologia culturale e Psicopatologia

La teoria della Gestalt spiega che le persone percepiscono gli eventi intorno a noi in un modo conforme alle loro idee, credenze ed esperienze personali. [3] I coachee devono essere guidati nella consapevolezza dei propri atteggiamenti ed esperienze, che modellano la loro percezione del mondo. [3] Concetti in psicologia sociale come l’influenza interpersonale e la conformità sottolineare il ruolo importante che le interazioni sociali svolgono nel plasmare il pensiero, le prestazioni e il comportamento nei coachee . [19] La psicologia culturale assiste gli allenatori nel facilitare la crescita e l’apprendimento nei clienti provenienti da diversi background culturali. [35] Lo studio della psicopatologia può anche essere importante nello sviluppo di metodi adeguati di coaching per individui mentalmente malsani. [19]

Corsi di Coaching Aziendale – Approfondimenti

Guarda anche

Riferimenti

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Società di psicologia del coaching

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© Articolo estratto con il permesso dell’autore dal testo di Daniele Trevisani – “Psicologia di marketing e comunicazione. Pulsioni d’acquisto, leve persuasive, nuove strategie di comunicazione e management”. Franco Angeli editore, Milano.

Esistono, come abbiamo notato, una molteplicità e varietà di bisogni del consumatore, di modi di acquistare, di moventi, che partono spesso dalla presenza di pulsioni contrastanti. Questo rende gli sforzi aziendali per generare customer satisfaction (la soddisfazione del consumatore) alquanto ardui. Anche perché i moventi e gli scenari cambiano velocemente. Per raggiungere l’obiettivo della soddisfazione del consumatore, dobbiamo ricorrere ad una lettura psicologica del concetto di valore, alla ricerca di qualche elemento di stabilità cui ancorare solide strategie operative.

Il marketing mix si compone notoriamente di quattro leve di marketing: il prodotto, il prezzo, la distribuzione e la promozione/comunicazione.

Il passaggio cruciale è spostare l’attenzione aziendale dal concetto di marketing mix (incentrato sull’organizzazione interna), al concetto di value mix (il mix di valore), in cui le leve di marketing vengono analizzate unicamente quali strumenti di creazione del valore per il cliente.

Ciascuna leva deve essere considerata occasione per creare valore nel consumatore, e non semplice adempimento organizzativo o manageriale. Creare valore è possibile attraverso lo studio delle caratteristiche del prodotto, ma anche attraverso forme di pricing innovative e maggiormente vicine alle attese del cliente, forme distributive semplicemente più funzionali, forme di comunicazione aziendale e assistenza di superiore qualità.Per ciascuna delle quattro leve di marketing, è necessario fare un passo in avanti decisivo, valutando cosa costituisca valore in essa. Il valore, come abbiamo notato, deriva dalla capacità di una caratteristica di corrispondere ai bisogni consci, inconsci e subconsci dell’individuo. Al centro della progettazione della customer satisfaction, quindi, devono entrare i concetti di prestazione ideale, prodotto ideale, distribuzione ideale, pricing ideale, e comunicazione ideale. In questo capitolo evidenziamo i possibili sviluppi della customer satisfaction, nella convinzione che in quest’area, come in molte altre, diversa strada sia ancora da percorrere. Partiamo dalla delineazione di alcuni strumenti minimi, per passare in seguito alle evoluzioni più complesse.

© Articolo estratto con il permesso dell’autore dal testo di Daniele Trevisani – “Psicologia di marketing e comunicazione. Pulsioni d’acquisto, leve persuasive, nuove strategie di comunicazione e management”. Franco Angeli editore, Milano. Vietata la riproduzione senza citazione della fonte.

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Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – Gestione

La gestione (o management) è l’Amministrazione di un’organizzazione, sia essa un’impresa , un’organizzazione senza scopo di lucro o un ente governativo . È l’arte e la scienza della gestione delle risorse del business.

La gestione include le attività di impostazione della strategia di un’organizzazione e di coordinamento degli sforzi dei suoi dipendenti (o di volontari) per raggiungere i suoi obiettivi attraverso l’applicazione delle risorse disponibili , come risorse finanziarie , naturali , tecnologiche e umane . “Gestisci l’attività” [1] e “Cambia l’attività” sono due concetti utilizzati nella gestione per distinguere tra la fornitura continua di beni o servizi e l’adattamento di beni o servizi per soddisfare le mutevoli esigenze dei clienti – vedi trend . Il termine “management” può anche riferirsi a quelle persone che gestiscono un’organizzazione : manager .

Alcune persone studiano management nei college o nelle università; i principali diplomi in management includono il Bachelor of Commerce (B.Com.), il Bachelor of Business Administration (BBA.), il Master of Business Administration (MBA.), il Master in Management ( MSM o MIM ) e, per il settore pubblico, il Laurea Magistrale in Pubblica Amministrazione (MPA). Le persone che mirano a diventare specialisti o esperti di gestione, ricercatori di gestione o professori possono completare il Doctor of Management (DM), il Doctor of Business Administration (DBA) o il PhD in Business Administration o Management. Negli ultimi decenni, c’è stato un movimento per la gestione basata sull’evidenza . [2]

Le organizzazioni più grandi hanno generalmente tre livelli gerarchici di manager, [3] in una struttura piramidale:

  • I dirigenti senior come i membri di un consiglio di amministrazione e un amministratore delegato (CEO) o un presidente di un’organizzazione stabiliscono gli obiettivi strategici e la politica dell’organizzazione e prendono decisioni su come funzionerà l’organizzazione complessiva. I senior manager sono generalmente professionisti di livello esecutivo che forniscono indicazioni al middle management e riferiscono direttamente o indirettamente a loro.
  • Dirigenti intermedi come direttori di filiale, direttori regionali, responsabili di reparto e responsabili di sezione, che forniscono indicazioni ai dirigenti di prima linea. Comunicano gli obiettivi strategici e la politica del senior management ai manager di prima linea.
  • I manager di linea come i supervisori e i capisquadra in prima linea , sovrintendono al lavoro dei dipendenti regolari (o volontari, in alcune organizzazioni di volontariato) e forniscono indicazioni sul loro lavoro. I manager di linea svolgono spesso le funzioni manageriali che sono tradizionalmente considerate il nucleo della gestione. Nonostante il nome, sono generalmente considerati parte della forza lavoro e non parte della classe dirigente dell’organizzazione.

Nelle organizzazioni più piccole, un manager può avere un ambito molto più ampio e può svolgere diversi ruoli o anche tutti i ruoli comunemente osservati in una grande organizzazione.

Gli scienziati sociali studiano il management come disciplina accademica , indagando aree come l’organizzazione sociale , l’adattamento organizzativo e la leadership organizzativa . [4]

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – Etimologia

Il verbo inglese “manage” ha le sue radici nel verbo francese del XV secolo ‘ mesnager ‘, che spesso si riferiva in lingua equestre a “tenere in mano le redini di un cavallo”. [5] È possibile anche il termine italiano maneggiare . In spagnolo , manejar può anche significare governare i cavalli. [6] Questi tre termini derivano dalle due parole latine manus (mano) e agere (agire).

La parola francese per le pulizie , ménagerie , derivata da ménager (“tenere la casa”; confronta ménage per “famiglia”), comprende anche la cura degli animali domestici. Ménagerie è la traduzione francese del famoso libro di Senofonte Oeconomicus [7] ( greco : Οἰκονομικός ) sulle faccende domestiche e l’ agricoltura . La parola francese mesnagement (o ménagement ) ha influenzato lo sviluppo semantico della parola inglese management nel XVII e XVIII secolo. [8]

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – Definizioni

Le opinioni sulla definizione e l’ambito della gestione includono:

  • Henri Fayol (1841-1925) affermava: “gestire è prevedere e pianificare, organizzare , comandare, coordinare e controllare”. [9]
  • Fredmund Malik (1944 – ) definisce la gestione come “la trasformazione delle risorse in utilità”. [10]
  • La gestione è inclusa [ da chi? ] come uno dei fattori di produzione – insieme a macchine, materiali e denaro.
  • Ghislain Deslandes definisce il management come “una forza vulnerabile, sotto pressione per ottenere risultati e dotata del triplice potere di costrizione, imitazione e immaginazione, che opera a livello soggettivo, interpersonale, istituzionale e ambientale”. [11]
  • Peter Drucker (1909–2005) vedeva il compito fondamentale del management come duplice: marketing e innovazione . Tuttavia, l’innovazione è anche legata al marketing (l’innovazione di prodotto è una questione centrale di marketing strategico). [ citazione necessaria ] Drucker identifica il marketing come un’essenza chiave per il successo aziendale, ma la gestione e il marketing sono generalmente compresi [ da chi? ] come due diversi rami della conoscenza dell’amministrazione aziendale.

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – Ambito teorico

La gestione implica l’identificazione della missione , dell’obiettivo, delle procedure, delle regole e della manipolazione [12] del capitale umano di un’impresa per contribuire al successo dell’impresa. [13] Gli studiosi si sono concentrati sulla gestione delle relazioni individuali, [14] organizzative, [15] e interorganizzative. Ciò implica una comunicazione efficace : un ambiente aziendale (al contrario di un meccanismo fisico o meccanico) implica la motivazione umana e implica una sorta di progresso di successo o risultato del sistema . [16] In quanto tale, la gestione non è la manipolazione di un meccanismo (macchina o programma automatizzato), né l’allevamento di animali, e può avvenire in un’impresa o in un ambiente legale o illegale. Dal punto di vista di un individuo, la gestione non ha bisogno di essere vista solo dal punto di vista aziendale, perché la gestione è una funzione essenziale [ quantificare ] per migliorare la propria vita e le proprie relazioni . [17] La gestione è quindi ovunque [18] e ha un campo di applicazione più ampio. [ chiarimento necessario ] La comunicazione e uno sforzo positivo sono due aspetti principali di esso sia attraverso l’impresa che attraverso la ricerca indipendente. [ citazione necessaria ] Piani, misurazioni , strumenti psicologici motivazionali, obiettivi e misure economiche (profitto, ecc.) possono o meno essere componenti necessari per la gestione. All’inizio, si vede la gestione in modo funzionale, come la misurazione della quantità, l’ adeguamento dei piani e il raggiungimento degli obiettivi [ citazione necessaria ] , ma questo vale anche in situazioni in cui la pianificazione non ha luogo. Da questa prospettiva, Henri Fayol (1841-1925) [19] [ pagina necessaria ] considera la gestione come composta da cinque funzioni :

  1. pianificazione (previsione)
  2. organizzare
  3. comandare
  4. coordinando
  5. controllando

In un altro modo di pensare, Mary Parker Follett (1868-1933), avrebbe definito il management come “l’arte di fare le cose attraverso le persone”. [20] Ha descritto la gestione come una filosofia. [21] [ bisogna citare per verificare ]

Critiche [ quali? ] , tuttavia, trova questa definizione utile ma troppo ristretta. La frase “il management è ciò che fanno i manager” ricorre ampiamente, [22] suggerendo la difficoltà di definire il management senza circolarità , la natura mutevole delle definizioni [ citazione necessaria ] e la connessione delle pratiche manageriali con l’esistenza di un quadro manageriale o di una classe .

Un’abitudine di pensiero considera la gestione come equivalente alla ” amministrazione aziendale ” e quindi esclude la gestione in luoghi al di fuori del commercio , come ad esempio negli enti di beneficenza e nel settore pubblico . Più in generale, ogni organizzazione deve “gestire” il proprio lavoro, le persone, i processi, la tecnologia, ecc. per massimizzare l’efficacia. [ Citazione necessaria ] Tuttavia, molte persone si riferiscono ai dipartimenti universitari che insegnano la gestione come ” scuole di business “. Alcune di queste istituzioni (come la Harvard Business School ) usano quel nome, mentre altre (come la Yale School of Management ) usano il termine più ampio “gestione”.

Gli anglofoni possono anche usare il termine “management” o “the management” come parola collettiva che descrive i dirigenti di un’organizzazione, ad esempio di una società . [23] Storicamente questo uso del termine spesso contrastava con il termine “lavoro” – riferito a coloro che venivano gestiti. [24]

Ma nell’era presente [ quando? ] il concetto di gestione è identificato [ da chi? ] nelle aree larghe [ quali? ] e le sue frontiere sono state spinte [ da chi? ] a una gamma più ampia. [ citazione necessaria ] Oltre alle organizzazioni redditizie, anche le organizzazioni senza scopo di lucro applicano concetti di gestione. Il concetto e i suoi usi non sono vincolati [ da chi? ] . La gestione nel suo insieme è il processo di pianificazione, organizzazione, direzione, guida e controllo. [25]

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – Livelli

La maggior parte delle organizzazioni ha tre livelli di gestione: manager di primo livello, medio e alto livello. I manager di prima linea sono il livello più basso di gestione e gestiscono il lavoro di persone non manageriali che sono direttamente coinvolte nella produzione o nella creazione dei prodotti dell’organizzazione. I manager di prima linea sono spesso chiamati supervisori, ma possono anche essere chiamati manager di linea, capi ufficio o anche caposquadra. I quadri intermedi comprendono tutti i livelli di gestione tra il livello di prima linea e il livello più alto dell’organizzazione. Questi manager gestiscono il lavoro dei manager di prima linea e possono avere titoli come capo dipartimento, capo progetto, direttore di stabilimento o direttore di divisione. I top manager sono responsabili di prendere decisioni a livello di organizzazione e stabilire i piani e gli obiettivi che riguardano l’intera organizzazione. Queste persone in genere hanno titoli come vicepresidente esecutivo, presidente, amministratore delegato, direttore operativo, amministratore delegato o presidente del consiglio di amministrazione.

Questi manager sono classificati in una gerarchia di autorità e svolgono compiti diversi. In molte organizzazioni, il numero di manager a ogni livello assomiglia a una piramide. Ogni livello è spiegato di seguito nelle specifiche delle loro diverse responsabilità e dei probabili titoli di lavoro. [26]

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – Alta dirigenza

Il livello superiore o senior del management è un piccolo gruppo composto dal consiglio di amministrazione (inclusi amministratori non esecutivi , amministratori esecutivi e amministratori indipendenti ), presidente, vicepresidente, amministratori delegati e altri membri dei dirigenti di livello C. Diverse organizzazioni hanno vari membri nella loro C-suite, che possono includere un chief financial officer , chief technology officer e così via. Sono responsabili del controllo e della supervisione delle operazioni dell’intera organizzazione. Stabiliscono un ” tono al vertice ” e sviluppano piani strategici , politiche aziendali e prendono decisioni sulla direzione generale dell’organizzazione. Inoltre, i dirigenti di alto livello svolgono un ruolo significativo nella mobilitazione di risorse esterne. Gli alti dirigenti sono responsabili nei confronti degli azionisti, del pubblico in generale e degli enti pubblici che sovrintendono a società e organizzazioni simili. Alcuni membri dell’alta dirigenza possono fungere da volto pubblico dell’organizzazione e possono tenere discorsi per introdurre nuove strategie o apparire nel marketing.

Il consiglio di amministrazione è in genere composto principalmente da non esecutivi che hanno un obbligo fiduciario nei confronti degli azionisti e non sono strettamente coinvolti nelle attività quotidiane dell’organizzazione, sebbene ciò vari a seconda del tipo (ad esempio, pubblico o privato) , dimensione e cultura dell’organizzazione. Questi amministratori sono teoricamente responsabili per le violazioni di tale dovere e in genere sono assicurati con l’assicurazione di responsabilità civile degli amministratori e degli ufficiali . Si stima che i direttori di Fortune 500 trascorrano 4,4 ore alla settimana nei compiti del consiglio di amministrazione e la retribuzione mediana è stata di $ 212.512 nel 2010. Il consiglio stabilisce la strategia aziendale, prende decisioni importanti come acquisizioni importanti, [27] e assume, valuta e licenzia i top- manager di livello ( amministratore delegato o CEO). Il CEO in genere assume altre posizioni. Tuttavia, è aumentato il coinvolgimento del consiglio di amministrazione nell’assunzione di altre posizioni come il chief financial officer (CFO). [28] Nel 2013, un sondaggio condotto su oltre 160 amministratori delegati e direttori di aziende pubbliche e private ha rilevato che i principali punti deboli degli amministratori delegati erano le ” capacità di mentoring ” e il “coinvolgimento nel consiglio di amministrazione”, e il 10% delle aziende non ha mai valutato l’amministratore delegato. [29] Il consiglio può anche far riferire ad alcuni dipendenti (es. revisori interni ) o assumere direttamente collaboratori esterni; ad esempio, il consiglio (attraverso il comitato di controllo ) seleziona tipicamente il revisore .

Le capacità utili del top management variano a seconda del tipo di organizzazione, ma in genere includono [30] un’ampia comprensione della concorrenza, delle economie mondiali e della politica. Inoltre, l’amministratore delegato è responsabile dell’attuazione e della determinazione (all’interno della struttura del consiglio) delle politiche generali dell’organizzazione. La direzione esecutiva realizza i dettagli quotidiani, tra cui: istruzioni per la preparazione di budget, procedure, programmi del dipartimento; nomina di dirigenti di livello medio come i responsabili di reparto; coordinamento dei reparti; media e relazioni governative; e comunicazione agli azionisti .

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – Middle Managers

Composto da Direttori Generali , Direttori di Filiale e Responsabili di Dipartimento. Sono responsabili nei confronti dell’alta direzione per la funzione del loro dipartimento. Dedicano più tempo alle funzioni organizzative e direzionali. I loro ruoli possono essere enfatizzati come l’esecuzione di piani organizzativi in conformità con le politiche aziendali e gli obiettivi del top management, definiscono e discutono informazioni e politiche dal top management al management inferiore e, cosa più importante, ispirano e forniscono una guida ai manager di livello inferiore verso prestazioni migliori.

Il middle management è il management intermedio di un’organizzazione categorizzata, essendo secondario rispetto al senior management ma al di sopra dei livelli più profondi dei membri operativi. Un manager operativo può essere ben ponderato dal middle management o può essere classificato come non-management operante, responsabile della politica dell’organizzazione specifica. L’efficienza del livello medio è vitale in qualsiasi organizzazione poiché colma il divario tra il personale di livello superiore e quello di livello inferiore.

Le loro funzioni includono:

  • Progettare e implementare sistemi informativi e di lavoro di gruppo e intergruppo efficaci.
  • Definire e monitorare gli indicatori di performance a livello di gruppo.
  • Diagnosticare e risolvere i problemi all’interno e tra i gruppi di lavoro.
  • Progettare e implementare sistemi di ricompensa che supportano il comportamento cooperativo. Prendono anche decisioni e condividono idee con i top manager.

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – Gestione di linea

I manager di linea includono supervisori , capisezione , capisquadra e capisquadra. Si concentrano sul controllo e sulla direzione dei dipendenti regolari. Di solito sono responsabili dell’assegnazione dei compiti dei dipendenti, guidano e supervisionano i dipendenti nelle attività quotidiane, assicurano la qualità e la quantità della produzione e/o del servizio, formulano raccomandazioni e suggerimenti ai dipendenti sul loro lavoro e incanalano le preoccupazioni dei dipendenti che essi non può risolversi in manager di medio livello o altri amministratori. I manager di primo livello o “di prima linea” fungono anche da modello per i propri dipendenti. In alcuni tipi di lavoro, i manager in prima linea possono anche svolgere alcune delle stesse attività che svolgono i dipendenti, almeno per una parte del tempo. Ad esempio, in alcuni ristoranti, i gestori di prima linea serviranno anche i clienti durante un periodo molto intenso della giornata. In generale, i manager di linea sono considerati parte della forza lavoro e non parte della corretta gestione dell’organizzazione nonostante svolgano funzioni di gestione tradizionali.

I manager di prima linea in genere forniscono:

  • Formazione per i nuovi dipendenti
  • Supervisione di base
  • Motivazione
  • Feedback e indicazioni sulle prestazioni

Alcuni manager di prima linea possono anche fornire pianificazione della carriera per i dipendenti che mirano a crescere all’interno dell’organizzazione.

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – Training

I college e le università di tutto il mondo offrono lauree, lauree, diplomi e certificati in management; generalmente all’interno dei loro college di business, business school o facoltà di management, ma anche in altri dipartimenti correlati. Nell’era degli anni 2010, c’è stato un aumento dell’istruzione e della formazione manageriale online sotto forma di tecnologia educativa elettronica (chiamata anche e-learning). L’istruzione online ha aumentato l’accessibilità alla formazione manageriale per le persone che non vivono vicino a un college o università o che non possono permettersi di recarsi in una città in cui tale formazione è disponibile.

Requisiti

Mentre alcune professioni richiedono credenziali accademiche per esercitare la professione (ad esempio, giurisprudenza, medicina, ingegneria, che richiedono rispettivamente la laurea in giurisprudenza , dottore in medicina e laurea in ingegneria ), le posizioni dirigenziali e amministrative non richiedono necessariamente il completamento dei titoli accademici. Alcuni noti dirigenti senior negli Stati Uniti che non hanno completato una laurea includono Steve Jobs , Bill Gates e Mark Zuckerberg . Tuttavia, molti manager e dirigenti hanno completato un qualche tipo di formazione aziendale o manageriale, come un Bachelor of Commerce o un Master in Business Administration . Alcune grandi organizzazioni, comprese aziende, organizzazioni senza scopo di lucro e governi, richiedono ai candidati a posizioni manageriali o esecutive di possedere almeno una laurea in un campo correlato all’amministrazione o alla gestione o, nel caso di lavori aziendali, una laurea in commercio o un grado simile.

Lauree

Ulteriori informazioni: Istruzione aziendale § Istruzione universitaria

A livello universitario, i programmi aziendali più comuni sono il Bachelor of Business Administration (BBA) e il Bachelor of Commerce (B.Com.). Questi in genere comprendono un programma quadriennale progettato per offrire agli studenti una panoramica del ruolo dei manager nella pianificazione e nella direzione all’interno di un’organizzazione. Gli argomenti del corso includono contabilità, gestione finanziaria, statistica, marketing, strategia e altre aree correlate.

Ci sono molti altri corsi di laurea che includono lo studio del management, come il Bachelor of Arts con specializzazione in economia aziendale o management e il Bachelor of Public Administration ( BPA ), una laurea progettata per le persone che mirano a lavorare come burocrati nei lavori governativi . Molti college e università offrono anche certificati e diplomi in amministrazione o gestione aziendale, che in genere richiedono da uno a due anni di studio a tempo pieno.

Si noti che per gestire le aree tecnologiche, spesso è necessaria una laurea in un’area STEM .

Studi

Ulteriori informazioni: Istruzione aziendale § Istruzione post-laurea

A livello di laurea gli studenti che mirano a carriere come manager o dirigenti possono scegliere di specializzarsi nelle principali sottoaree di gestione o amministrazione aziendale come imprenditorialità , risorse umane , affari internazionali , comportamento organizzativo , teoria organizzativa , gestione strategica , [31] contabilità , finanza aziendale , intrattenimento, gestione globale, gestione sanitaria , gestione degli investimenti , sostenibilità e proprietà immobiliari .

Un Master of Business Administration (MBA) è il titolo professionale più popolare a livello di master e può essere ottenuto da molte università negli Stati Uniti. I programmi MBA forniscono ulteriore formazione in gestione e leadership per studenti laureati. Altri master in economia e gestione includono il Master of Management (MM) e il Master of Science (M.Sc.) in economia aziendale o gestione, che è tipicamente preso da studenti che mirano a diventare ricercatori o professori.

Esistono anche master specialistici in amministrazione per individui che mirano a carriere al di fuori del business, come il Master of Public Administration (MPA) (offerto anche come Master of Arts in Public Administration in alcune università), per studenti che mirano a diventare manager o dirigenti della pubblica amministrazione e il Master in Amministrazione Sanitaria , per studenti che aspirano a diventare dirigenti o dirigenti del settore sanitario e ospedaliero.

gradi terminali più avanzati nel campo degli affari e della gestione. La maggior parte delle persone che ottengono dottorati in gestione seguono i programmi per ottenere la formazione in metodi di ricerca, analisi statistica e scrittura di documenti accademici di cui avranno bisogno per cercare carriere come ricercatori, consulenti senior e / o professori in amministrazione aziendale o gestione. Esistono tre tipi principali di dottorati in gestione: il Doctor of Management (DM), il Doctor of Business Administration (DBA) e il Doctor of Philosophy ( PhD ) in Business Administration o Management. Negli anni 2010 sono disponibili dottorati in economia e gestione aziendale con molte specializzazioni.

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – Buone abitudini

Mentre le tendenze gestionali possono cambiare così velocemente, la tendenza a lungo termine nella gestione è stata definita da un mercato che abbraccia la diversità e da un settore dei servizi in crescita. I dirigenti vengono attualmente formati per incoraggiare una maggiore uguaglianza per le minoranze e le donne sul posto di lavoro, offrendo una maggiore flessibilità nell’orario di lavoro, una migliore riqualificazione e indicatori di prestazione innovativi (e solitamente specifici del settore). I manager destinati al settore dei servizi vengono formati per utilizzare tecniche di misurazione uniche, un migliore supporto dei lavoratori e stili di leadership più carismatici. [32] Le risorse umane si trovano sempre più spesso a lavorare con il management in una capacità di formazione per aiutare a raccogliere dati di gestione sul successo (o fallimento) delle azioni di gestione con i dipendenti. [33]

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – Gestione basata sull’evidenza

Articolo principale: gestione basata sull’evidenza

La gestione basata sulle prove è un movimento emergente per utilizzare le migliori evidenze attuali nella gestione e nel processo decisionale . Fa parte del più ampio movimento verso pratiche basate sull’evidenza . La gestione basata sull’evidenza implica decisioni manageriali e pratiche organizzative informate dalle migliori evidenze disponibili. [34] Come con altre pratiche basate sull’evidenza, questa si basa sui tre principi di: 1) prove di ricerca pubblicate sottoposte a revisione paritaria (spesso in riviste di management o di scienze sociali) che riguardano se e perché una particolare pratica di management funziona; 2) giudizio ed esperienza dalla pratica di gestione contestuale, per comprendere l’organizzazione e le dinamiche interpersonali in una situazione e determinare i rischi ei benefici delle azioni disponibili; e 3) le preferenze ei valori delle persone colpite. [35] [36]

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – Storia

La concettualizzazione del management è tardo-moderna (nel senso di tarda modernità ). [37] In questi termini non può avere una storia pre-moderna – solo precursori (come amministratori ). Altri, tuttavia, rilevano un pensiero simile alla gestione tra gli antichi commercianti sumeri e i costruttori delle piramidi dell’antico Egitto . I proprietari di schiavi nel corso dei secoli hanno affrontato i problemi di sfruttamento/motivazione di una forza lavoro dipendente ma a volte poco entusiasta o recalcitrante, ma molte imprese preindustriali , date le loro piccole dimensioni, non si sono sentite obbligate ad affrontare sistematicamente i problemi della gestione. Tuttavia, innovazioni come la diffusione dei numeri arabi (dal V al XV secolo) e la codificazione della contabilità a partita doppia (1494) fornirono strumenti per la valutazione, la pianificazione e il controllo della gestione.

  • Un’organizzazione è più stabile se i membri hanno il diritto di esprimere le loro differenze e risolvere i loro conflitti al suo interno.
  • Mentre una persona può iniziare un’organizzazione , “è duratura quando è affidata alle cure di molti e quando molti desiderano mantenerla”.
  • Un manager debole può seguire uno forte, ma non un altro debole, e mantenere l’autorità.
  • Un manager che cerca di cambiare un’organizzazione consolidata “dovrebbe conservare almeno un’ombra delle antiche consuetudini”.

Con i mutevoli luoghi di lavoro delle rivoluzioni industriali nel XVIII e XIX secolo, la teoria e la pratica militare hanno contribuito agli approcci alla gestione delle nuove fabbriche popolari . [38]

Data la portata della maggior parte delle operazioni commerciali e la mancanza di registrazioni e registrazioni meccanizzate prima della rivoluzione industriale, a quei tempi aveva senso per la maggior parte dei proprietari di imprese svolgere funzioni di gestione da soli e per conto proprio. Ma con l’aumento delle dimensioni e della complessità delle organizzazioni, la distinzione tra proprietari (individui, dinastie industriali o gruppi di azionisti ) e manager quotidiani (specialisti indipendenti nella pianificazione e nel controllo) divenne gradualmente più comune.

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – Storia preindustriale

Il campo della gestione ha avuto origine nell’antica Cina, [39] compreso forse il primo stato burocratico altamente centralizzato e il primo esempio (dal II secolo aC) di un’amministrazione basata sul merito attraverso i test . [40] Alcuni teorici hanno citato antichi testi militari come lezioni per dirigenti civili. Ad esempio, il generale cinese Sun Tzu nella sua opera del VI secolo a.C. The Art of War raccomanda [ citazione necessaria ] (quando riformulato nella terminologia moderna) di essere consapevole e agire sui punti di forza e di debolezza sia dell’organizzazione di un manager che di un nemico. [41] [ è necessaria la citazione per verificare ] Gli scritti dell’influente filosofo legalista cinese Shen Buhai possono essere presi in considerazione [ da chi? ] per incarnare un raro esempio premoderno di teoria astratta dell’amministrazione. [42] [43] Il filosofo americano Herrlee G. Creel e altri studiosi scoprono l’influenza dell’amministrazione cinese in Europa nel XII secolo. [44] [45] [46] [47] Thomas Taylor Meadows, console della Gran Bretagna a Guangzhou , sosteneva nelle sue Desultory Notes on the Government and People of China (1847) che “la lunga durata dell’impero cinese è unicamente e del tutto dovuta al buon governo che consiste solo nel progresso di uomini di talento e merito” e che gli inglesi devono riformare il loro servizio civile rendendo l’istituzione meritocratica . [48] Influenzato dall’antico esame imperiale cinese , il rapporto Northcote-Trevelyan del 1854 raccomandava che il reclutamento fosse basato sul merito determinato attraverso un concorso, che i candidati avessero una solida istruzione generale per consentire i trasferimenti interdipartimentali e che la promozione dovrebbe essere attraverso il successo piuttosto che “preferenza, patrocinio o acquisto”. [49] [48] Ciò ha portato all’implementazione del servizio civile di Sua Maestà come burocrazia di servizio civile sistematica e meritocratica. [50] Come gli inglesi, lo sviluppo della burocrazia francese fu influenzato dal sistema cinese. Voltaire affermava che i cinesi avevano “perfezionato la scienza morale” e François Quesnay sosteneva un sistema economico e politico modellato su quello cinese. [51] Anche gli esami di servizio civile francesi adottati alla fine del XIX secolo erano fortemente basati su studi culturali generali. Queste caratteristiche sono state paragonate al precedente modello cinese. [52]

Diverse civiltà antiche e medievali hanno prodotto libri ” specchi per principi “, che miravano a consigliare i nuovi monarchi su come governare. Platone descrisse la specializzazione del lavoro nel 350 aC , e Alfarabi elencò diversi tratti di leadership  HYPERLINK “https://en.wikipedia.org/wiki/Arthashastra” \o “Arthashastra” nel 900 dC . [54]

Ulteriori informazioni: Specchi per principi

Scritto nel 1776 da Adam Smith , uno scozzese filosofo morale , The Wealth of Nations ha discusso l’organizzazione efficiente del lavoro attraverso la divisione del lavoro . [54] Smith ha descritto come i cambiamenti nei processi potrebbero aumentare la produttività nella produzione di spilli . Sebbene le persone potessero produrre 200 spille al giorno, Smith ha analizzato le fasi coinvolte nella produzione e, con 10 specialisti, ha consentito la produzione di 48.000 spille al giorno. [54] [ Bisogna citare per verificare ]

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – 19esimo secolo

Economisti classici come Adam Smith (1723–1790) e John Stuart Mill (1806–1873) hanno fornito un background teorico all’allocazione delle risorse , alla produzione (economia) e ai problemi di prezzo . Più o meno nello stesso periodo, innovatori come Eli Whitney (1765–1825), James Watt (1736–1819) e Matthew Boulton (1728–1809) svilupparono elementi di produzione tecnica come la standardizzazione , le procedure di controllo della qualità , la contabilità dei costi , l’intercambiabilità di parti e pianificazione del lavoro . Molti di questi aspetti della gestione esistevano nel settore degli schiavi dell’economia statunitense prima del 1861. Quell’ambiente vedeva 4 milioni di persone, come dicevano gli usi contemporanei, “gestite” in una proficua produzione quasi di massa [55] prima che la schiavitù salariata eclissasse la schiavitù dei beni mobili.

I manager stipendiati come gruppo identificabile divennero importanti per la prima volta alla fine del XIX secolo. [56] Quando le grandi società iniziarono a mettere in ombra le piccole imprese familiari, la necessità di posizioni di gestione del personale divenne più necessaria. [57] Le imprese sono diventate grandi società e la necessità di impiegati, contabili, segretarie e dirigenti è aumentata. La richiesta di manager qualificati ha portato gli amministratori di college e università a prendere in considerazione e andare avanti con piani per creare le prime scuole di business nei loro campus.

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – 20 ° secolo

All’inizio del ventesimo secolo la necessità di manager qualificati e preparati era diventata sempre più evidente. La domanda si è verificata quando i dipartimenti del personale hanno iniziato a espandersi rapidamente. Nel 1915, meno di una su venti aziende manifatturiere disponeva di un dipartimento del personale dedicato. Nel 1929 quel numero era cresciuto fino a oltre un terzo. [58] L’istruzione manageriale formale è diventata standardizzata nei college e nelle università. [59] I college e le università hanno capitalizzato le esigenze delle aziende formando business school e dipartimenti di collocamento aziendale. [60] Questo spostamento verso l’istruzione aziendale formale ha segnato la creazione di un’élite aziendale negli Stati Uniti.

Intorno al 1900 si trovano manager che cercano di collocare le loro teorie su ciò che consideravano una base completamente scientifica (vedi lo scientismo per i limiti percepiti di questa convinzione). Gli esempi includono Science of management di Henry R. Towne nel 1890, The Principles of Scientific Management di Frederick Winslow Taylor (1911), Psychology of Management di Lillian Gilbreth (1914), [61] Lo studio del movimento applicato di Frank e Lillian Gilbreth (1917) e i grafici di Henry L. Gantt (anni ’10). J. Duncan scrisse il primo manuale di management universitario nel 1911. Nel 1912 Yoichi Ueno introdusse il taylorismo in Giappone e divenne il primo consulente di management dello ” stile di management giapponese “. Suo figlio Ichiro Ueno ha aperto la strada alla garanzia di qualità giapponese .

Le prime teorie complete sulla gestione apparvero intorno al 1920. [ citazione necessaria ] La Harvard Business School offrì il primo Master in Business Administration (MBA) nel 1921. Persone come Henri Fayol (1841-1925) e Alexander Church (1866-1936) descrissero i vari rami del management e le loro interrelazioni. All’inizio del XX secolo, persone come Ordway Tead (1891–1973), Walter Scott (1869–1955) e J. Mooney applicarono i principi della psicologia al management. Altri scrittori, come Elton Mayo (1880-1949), Mary Parker Follett (1868-1933), Chester Barnard (1886-1961), Max Weber (1864-1920), che vedevano quello che chiamava “l’amministratore” come burocrate , [62] Rensis Likert (1903–1981) e Chris Argyris (nato nel 1923) hanno affrontato il fenomeno del management da una prospettiva sociologica .

Gli anni ’30 e ’40 videro lo sviluppo di una tendenza alla militarizzazione nella gestione in alcune parti dell’Eurasia: sia l’ NKVD (nell’Unione Sovietica) che le SS (nel Grande Reich germanico ), ad esempio, gestivano i campi di lavoro come imprese industriali che utilizzavano il lavoro degli schiavi sotto la supervisione di quadri in uniforme. [63] [64] Le abitudini militari persistettero in alcuni circoli dirigenziali. [65]

Peter Drucker (1909–2005) scrisse uno dei primi libri sulla gestione applicata: Concept of the Corporation (pubblicato nel 1946). È il risultato di Alfred Sloan (presidente della General Motors fino al 1956) che ha commissionato uno studio sull’organizzazione . Drucker ha continuato a scrivere 39 libri, molti nella stessa vena.

  1. Dodge, Ronald Fisher (1890–1962) e Thornton C. Fry introdussero tecniche statistiche negli studi di management. Negli anni ’40, Patrick Blackett lavorò allo sviluppo della matematica applicatascienza della ricerca operativa , inizialmente per operazioni militari. La ricerca operativa, a volte nota come ” scienza gestionale ” (ma distinta dalla gestione scientifica di Taylor ), tenta di adottare un approccio scientifico alla risoluzione di problemi decisionali e può essere applicata direttamente a molteplici problemi di gestione, in particolare nelle aree della logistica e delle operazioni.

Alcuni degli ultimi sviluppi del XX secolo includono la teoria dei vincoli (introdotta nel 1984), la gestione per obiettivi ( sistematizzata nel 1954), la reingegnerizzazione (primi anni ’90), Six Sigma (1986), la gestione camminando (anni ’70), il modello del sistema vitale (1972) e varie teorie guidate dalla tecnologia dell’informazione come lo sviluppo agile del software (così chiamato dal 2001), nonché teorie sulla gestione del gruppo come Cog’s Ladder (1972) e la nozione di “prosperare su caos” [66] (1987).

Man mano che il riconoscimento generale dei manager come classe si è consolidato durante il 20 ° secolo e ha dato ai praticanti percepiti dell’arte / scienza del management un certo prestigio, così si è aperta la strada ai sistemi popolari di idee manageriali per vendere le loro merci. In questo contesto, molte mode del management potrebbero aver avuto più a che fare con la psicologia pop che con le teorie scientifiche del management.

  1. gestione finanziaria
  2. gestione delle risorse umane
  3. Cibernetica gestionale
  4. gestione delle tecnologie dell’informazione (responsabile della gestione dei sistemi informativi )
  5. gestione del marketing
  6. gestione delle operazioni e gestione della produzione
  7. gestione strategica

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – 21 ° secolo

Nel 21° secolo gli osservatori trovano sempre più difficile suddividere la gestione in categorie funzionali in questo modo. Sempre più processi coinvolgono contemporaneamente diverse categorie. Invece, si tende a pensare in termini di vari processi, compiti e oggetti soggetti a gestione. [ citazione necessaria ]

Esistono anche branche della teoria del management relative alle organizzazioni non profit e al governo: come la pubblica amministrazione , la gestione pubblica e la gestione dell’istruzione . Inoltre, i programmi di gestione relativi alle organizzazioni della società civile hanno generato anche programmi di gestione senza scopo di lucro e imprenditoria sociale .

Si noti che molte delle ipotesi formulate dal management sono state attaccate da punti di vista di etica aziendale, studi di gestione critici e attivismo anti-corporativo .

Di conseguenza, la democrazia sul posto di lavoro (a volte indicata come autogestione dei lavoratori ) è diventata sia più comune che più sostenuta, in alcuni luoghi distribuendo tutte le funzioni di gestione tra i lavoratori, ognuno dei quali si assume una parte del lavoro. Tuttavia, questi modelli sono antecedenti a qualsiasi questione politica attuale e possono verificarsi in modo più naturale rispetto a una gerarchia di comando . Tutta la direzione abbraccia in una certa misura un principio democratico, in quanto a lungo termine la maggioranza dei lavoratori deve sostenere la direzione. Altrimenti se ne vanno per trovare un altro lavoro o scioperano. Nonostante il passaggio alla democrazia sul posto di lavoro , le strutture organizzative di comando e controllo rimangono comuni come strutture organizzative de facto . In effetti, la natura radicata del comando e controllo è evidente nel modo in cui recentemente [ quando? ] i licenziamenti sono stati condotti con i ranghi dirigenziali colpiti molto meno dei dipendenti ai livelli inferiori. [ citazione necessaria ] In alcuni casi, la direzione si è persino premiata con bonus dopo aver licenziato lavoratori di livello inferiore. [67]

Secondo la dirigenza accademica Manfred FR . Kets de Vries , un senior management team contemporaneo, avrà quasi inevitabilmente alcuni disturbi della personalità . [68]

Natura del lavoro

Nelle organizzazioni redditizie, la funzione primaria del management è la soddisfazione di una serie di stakeholder . Ciò comporta in genere realizzare un profitto (per gli azionisti), creare prodotti di valore a un costo ragionevole (per i clienti) e fornire grandi opportunità di lavoro ai dipendenti. In caso di gestione senza scopo di lucro, una delle funzioni principali è mantenere la fiducia dei donatori. Nella maggior parte dei modelli di gestione e governance , gli azionisti votano per il consiglio di amministrazione e il consiglio assume quindi l’alta dirigenza. Alcune organizzazioni hanno sperimentato altri metodi (come i modelli di voto dei dipendenti) per selezionare o rivedere i manager, ma questo è raro.

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – Temi

Nozioni di base

Secondo Fayol , il management opera attraverso cinque funzioni fondamentali: pianificazione, organizzazione, comando, coordinamento e controllo.

  • Pianificazione : decidere cosa deve accadere in futuro e generare piani di azione (decidere in anticipo).
  • Organizzazione (o personale): assicurarsi che le risorse umane e non umane siano messe a posto. [69]
  • Comandare (o guidare): determinare cosa deve essere fatto in una situazione e convincere le persone a farlo.
  • Coordinamento : creazione di una struttura attraverso la quale gli obiettivi di un’organizzazione possono essere raggiunti.
  • Controllo : controllo dei progressi rispetto ai piani.

Ruoli di base

  • Interpersonale : ruoli che implicano il coordinamento e l’interazione con i dipendenti.

Polena, leader, collegamento

  • Informativo : ruoli che implicano la gestione, la condivisione e l’analisi delle informazioni.

Centro nevralgico , divulgatore, portavoce

  • Decisione : ruoli che richiedono un processo decisionale.

Imprenditore, negoziatore, allocatore, gestore di disturbo

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – Abilità

Le capacità di gestione includono:

  • politico: usato per costruire una base di potere e per stabilire
  • concettuale: usato per analizzare situazioni complesse.
  • interpersonale : utilizzato per comunicare, motivare , guidare e delegare.
  • diagnostico: capacità di visualizzare le risposte appropriate a una situazione.
  • leadership : capacità di comunicare una visione e ispirare le persone ad abbracciare quella visione. [70]
  • tecnico: competenza nella propria particolare area funzionale.
  • comportamentale: percezione verso gli altri, risoluzione dei conflitti, gestione del tempo, auto-miglioramento, gestione dello stress e resilienza, pazienza, comunicazione chiara. [71]

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – Attuazione di politiche e strategie

  • Tutte le politiche e le strategie devono essere discusse con tutto il personale direttivo e con il personale.
  • I manager devono capire dove e come possono implementare le loro politiche e strategie.
  • Un piano d’azione deve essere ideato per ogni dipartimento.
  • Le politiche e le strategie devono essere riviste regolarmente.
  • I piani di emergenza devono essere ideati nel caso in cui l’ambiente cambi.
  • I dirigenti di livello superiore dovrebbero effettuare regolari valutazioni dei progressi.
  • L’attività richiede spirito di squadra e un buon ambiente.
  • Le missioni, gli obiettivi, i punti di forza e di debolezza di ciascun dipartimento devono essere analizzati per determinare i loro ruoli nel raggiungimento della missione aziendale.
  • Il metodo di previsione sviluppa un quadro affidabile dell’ambiente futuro dell’azienda.
  • Deve essere creata un’unità di pianificazione per garantire che tutti i piani siano coerenti e che le politiche e le strategie siano finalizzate al raggiungimento della stessa missione e degli stessi obiettivi.

Politiche e strategie nel processo di pianificazione

  • Danno ai manager di medio e basso livello una buona idea dei piani futuri per ogni dipartimento di un’organizzazione.
  • Viene creato un quadro in base al quale vengono presi piani e decisioni.
  • I dirigenti di medio e basso livello possono aggiungere i propri piani alle strategie aziendali.

Migliore Studio di Formazione Aziendale in Italia – Riferimenti

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Migliore motivatore in Italia – Approfondimenti sulla motivazione

Migliore motivatore in Italia – Approfondimenti Motivazione

motivazione è la ragione per cui gli esseri umani e altri animali iniziano, continuano o terminano un comportamento in un dato momento. Gli stati motivazionali sono comunemente intesi come forze che agiscono all’interno dell’agente che creano una disposizione a impegnarsi in un comportamento diretto a un obiettivo. Si ritiene spesso che stati mentali diversi competano tra loro e che solo lo stato più forte determini il comportamento. [1] Ciò significa che possiamo essere motivati a fare qualcosa senza farlo effettivamente. Lo stato mentale paradigmatico che fornisce motivazione è il desiderio . Ma anche vari altri stati, come le convinzioni su ciò che si dovrebbe fare o le intenzioni , possono fornire motivazioni. La motivazione deriva dalla parola “motivo”, che denota i bisogni, i desideri, i desideri o gli impulsi di una persona. È il processo di motivare le persone ad agire per raggiungere un obiettivo. Gli elementi psicologici che alimentano il comportamento delle persone nel contesto degli obiettivi di lavoro potrebbero includere il desiderio di denaro.

Sono state proposte varie teorie concorrenti sul contenuto degli stati motivazionali. Sono note come teorie del contenuto e mirano a descrivere quali obiettivi di solito o sempre motivano le persone. La gerarchia dei bisogni di Abraham Maslow e la teoria ERG , ad esempio, postulano che gli esseri umani abbiano determinati bisogni, che sono responsabili della motivazione. Alcuni di questi bisogni, come cibo e acqua, sono più basilari di altri, come il rispetto degli altri. Da questo punto di vista, i bisogni superiori possono fornire motivazione solo una volta che i bisogni inferiori sono stati soddisfatti. [2] Le teorie comportamentiste cercano di spiegare il comportamento unicamente in termini di relazione tra la situazione e il comportamento esterno osservabile senza un riferimento esplicito agli stati mentali coscienti.

La motivazione può essere intrinseca , se l’attività è desiderata perché è intrinsecamente interessante o divertente, o estrinseca , se l’obiettivo dell’agente è una ricompensa esterna distinta dall’attività stessa. [3] [4] È stato affermato che la motivazione intrinseca ha risultati più benefici rispetto alla motivazione estrinseca. [4] Gli stati motivazionali possono anche essere classificati in base al fatto che l’agente sia pienamente consapevole del motivo per cui agisce o meno, indicati come motivazione conscia e inconscia. La motivazione è strettamente correlata alla razionalità pratica . Un’idea centrale in questo campo è che dovremmo essere motivati a compiere un’azione se crediamo di doverla compiere. Il mancato soddisfacimento di questo requisito porta a casi di irrazionalità, noti come akrasia o debolezza della volontà, in cui c’è una discrepanza tra le nostre convinzioni su ciò che dovremmo fare e le nostre azioni.

La ricerca sulla motivazione è stata impiegata in vari campi. Nel campo degli affari, una questione centrale riguarda la motivazione al lavoro , ad esempio quali misure può utilizzare un datore di lavoro per garantire che i suoi dipendenti siano motivati. La motivazione è anche di particolare interesse per gli psicologi dell’educazione a causa del suo ruolo cruciale nell’apprendimento degli studenti. Particolare interesse è stato dato agli effetti della motivazione intrinseca ed estrinseca in questo campo.

Migliore motivatore in Italia – Approfondimenti Definizione

La “motivazione” è comunemente definita come ciò che spiega perché le persone o gli animali iniziano, continuano o terminano un determinato comportamento in un determinato momento. [5] [6] [7] [8] Gli stati motivazionali hanno vari gradi di forza. Più alto è il grado, più è probabile che lo stato abbia un’influenza sul comportamento. [9] Questo è spesso collegato a forze che agiscono dall’interno dell’agente e che si traducono in un comportamento diretto all’obiettivo. [6] [10] Un problema con la definizione della motivazione in termini di forze interne è che è molto difficile misurarle, motivo per cui i teorici empirici spesso preferiscono definizioni che sono più strettamente legate al comportamento osservabile. [11] [10] Un approccio consiste nel definire la motivazione in termini di flessibilità del comportamento dell’animale. Questa flessibilità implica un comportamento diretto all’obiettivo che cambia man mano che l’animale impara attraverso nuove esperienze. [12] I topi, ad esempio, possono imparare ad attraversare complicati labirinti per soddisfare la loro fame. Il comportamento alimentare delle mosche, invece, non è flessibile in questo senso. Da questo punto di vista, siamo giustificati ad attribuire stati motivazionali ai topi ma non alle mosche. [12] Ma è stato affermato che ci sono casi di motivazione senza comportamento flessibile. Una persona totalmente paralizzata, ad esempio, potrebbe ancora avere motivazione nonostante non sia in grado di impegnarsi in un comportamento. Ciò significa che la flessibilità può essere ancora un segno motivazionale sufficiente ma non necessario. [12] Alcune definizioni sottolineano la continuità tra motivazione umana e animale, ma altre tracciano una chiara distinzione tra le due. Questo è spesso motivato dall’idea che gli agenti umani agiscano per ragioni e si impegnino nelle intenzioni che formano mentre gli animali seguono semplicemente il loro desiderio più forte . [13] [10] Le definizioni causaliste sottolineano la relazione causale tra motivazione e comportamento risultante. Le definizioni non causaliste , d’altra parte, sostengono che la motivazione spiega il comportamento in modo non causale. [9] [12] [14]

Migliore motivatore in Italia – Motivazione e stati mentali

I comportamentisti hanno cercato di spiegare la motivazione unicamente in termini di relazione tra la situazione e il comportamento esterno osservabile. Ma la stessa entità spesso si comporta in modo diverso pur trovandosi nella stessa situazione di prima. Ciò suggerisce che la spiegazione deve fare riferimento agli stati interni dell’entità che mediano il legame tra stimolo e risposta. [12] [15] Tra questi stati interni, psicologi e filosofi sono i più interessati agli stati mentali . Lo stato mentale paradigmatico che fornisce motivazione è il desiderio . Ma è stato affermato che vari altri stati, come le convinzioni su ciò che si dovrebbe fare o le intenzioni , possono anche fornire motivazioni. [15] [13] L’assenza di motivazione potrebbe causare malattie mentali come la depressione.

Un’importante distinzione è tra stati che forniscono motivazione ogni volta che sono presenti, a volte indicati come “atteggiamenti essenzialmente motivazionali” mentre altri stati forniscono motivazione contingente a determinate circostanze o altri stati. [15] [16] È stato affermato che il desiderio di compiere un’azione , un cosiddetto desiderio di azione, fornisce sempre motivazione. [15] [16] Questo è anche il caso se l’agente decide di non eseguire l’azione perché ci sono altre questioni più urgenti. [12] Una convinzione strumentale su come raggiungere un determinato obiettivo, d’altra parte, fornisce una motivazione subordinata all’agente che attualmente ha questo obiettivo. Possiamo desiderare molte cose oltre alle azioni, come che la nostra squadra di calcio preferita vinca la prossima partita o che si stabilisca la pace nel mondo. [15] Il fatto che questi desideri forniscano una motivazione dipende, tra le altre cose, dal fatto che l’agente abbia la capacità di contribuire alla loro realizzazione. Mentre alcuni teorici accettano l’idea che il desiderio sia essenziale per la motivazione, altri hanno sostenuto che possiamo agire anche senza desideri. [15] [16] La motivazione può invece basarsi, ad esempio, sulla deliberazione razionale. Da questo punto di vista, assistere a un trattamento canalare doloroso è nella maggior parte dei casi motivato da una deliberazione e non dal desiderio di farlo. [17] Quindi il desiderio potrebbe non essere essenziale per la motivazione. [16] Ma è aperto agli oppositori della tesi che vi sia una motivazione senza voler rifiutare l’analisi di tali esempi. Al contrario, potrebbero obiettare che partecipare al trattamento canalare è in un certo senso desiderato, anche se è presente anche un desiderio molto vivido di non farlo. [17] [15]

Un’altra importante distinzione è tra desideri ricorrenti e permanenti . I desideri ricorrenti sono o consci o comunque causalmente attivi, in contrasto con i desideri permanenti, che esistono da qualche parte nella parte posteriore della propria mente. Se Dhanvi è impegnata a convincere la sua amica a fare un’escursione questo fine settimana, ad esempio, allora il suo desiderio di fare un’escursione è presente. Ma molti dei suoi altri desideri, come vendere la sua vecchia macchina o parlare con il suo capo di una promozione, sono semplicemente in piedi durante questa conversazione. Solo i desideri presenti possono fungere da fonti di motivazione. [17] [18] [19] Ma non tutti i desideri che si verificano sono coscienti. Questo lascia aperta la possibilità di una motivazione inconscia. [20] [19]

Alcune teorie psicologiche affermano che la motivazione esiste puramente all’interno dell’individuo, ma le teorie socioculturali esprimono la motivazione come risultato della partecipazione ad azioni e attività all’interno del contesto culturale dei gruppi sociali. [21]

Migliore motivatore in Italia – Forza del desiderio e dell’azione

Alcuni teorici, spesso di tradizione humiana , negano che stati diversi dai desideri possano motivarci. [13] Quando una tale visione è combinata con l’idea che i desideri vengono per gradi, può naturalmente portare alla tesi che seguiamo sempre il nostro desiderio più forte. [22] [11] Questa teoria può essere modificata in modo che seguiamo sempre il corso dell’azione con la più alta forza netta di motivazione. Ciò spiega i casi in cui diversi desideri più deboli raccomandano tutti la stessa linea di condotta e insieme prevalgono sul desiderio più forte. [23] [11] Contro questa tesi sono stati sollevati vari tipi di obiezioni. Alcuni basano le loro argomentazioni sul presupposto che abbiamo il libero arbitrio, il che significa che spetta all’agente quello che facciamo. Da questa posizione, è naturale rifiutare un punto di vista che lascia che il comportamento sia determinato dai desideri e non dall’agente. [11] [24] Altri indicano controesempi, come quando l’agente agisce per senso del dovere anche se ha un desiderio molto più forte di fare qualcos’altro. [25] Una linea di argomentazione sostiene che esiste un’importante differenza tra la motivazione basata su un desiderio e l’intenzione di agire: un’intenzione implica una sorta di impegno o identificazione con il corso d’azione previsto. [13] Questo accade dalla parte dell’agente e non è presente nei desideri regolari. Questo approccio può essere combinato con l’idea che i desideri contribuiscono in qualche modo alla formazione di intenzioni basate sulla loro forza. [11] È stato affermato che questa distinzione è importante per la differenza tra azione umana e comportamento animale . Da questo punto di vista, gli animali seguono automaticamente il loro desiderio più forte mentre gli agenti umani agiscono secondo la loro intenzione che può coincidere o meno con il loro desiderio più forte. [13]

Teorie del contenuto

Articolo principale: teoria del contenuto

Teorie che articolano il contenuto della motivazione: quali tipi di cose le persone trovano motivanti sono tra le prime teorie nella storia della ricerca sulla motivazione. Poiché le teorie del contenuto si concentrano su quali categorie di obiettivi (bisogni) motivano le persone, le teorie del contenuto sono correlate alle teorie dei bisogni .

Migliore motivatore in Italia –La gerarchia dei bisogni di Maslow

La teoria del contenuto della motivazione umana include sia la gerarchia dei bisogni di Abraham Maslow che la teoria dei due fattori di Herzberg . La tesi di Maslow si basa sull’idea che siamo guidati dai nostri bisogni umani fondamentali. La teoria di Maslow è una delle teorie della motivazione più discusse. Inoltre, se alcuni dei nostri requisiti più elementari non vengono soddisfatti, potremmo non essere in grado di avanzare e soddisfare le nostre altre esigenze. Abraham Maslow credeva che l’uomo fosse intrinsecamente buono e sosteneva che gli individui possiedono una spinta interiore in costante crescita che ha un grande potenziale. Il sistema gerarchico dei bisogni è uno schema comunemente usato per classificare le motivazioni umane. [26] La gerarchia dei bisogni di Maslow enfatizza alcune caratteristiche come la famiglia e la comunità che coinvolgono i bisogni da soddisfare. [27] I bisogni fondamentali, la sicurezza, l’amore, l’appartenenza e la stima devono essere soddisfatti in primo luogo affinché l’individuo raggiunga effettivamente l’autorealizzazione. I bisogni possono sovrapporsi all’interno della piramide, ma i bisogni inferiori devono essere soddisfatti prima per poter salire. Alcuni bisogni di base possono includere cibo e riparo. Il bisogno di sicurezza ha a che fare con il ricevere protezione. [27] Affinché l’individuo provi amore/appartenenza, deve provare un qualche tipo di attaccamento dando e ricevendo amore. Avere competenza e controllo nella vita personale ha a che fare con il soddisfare il bisogno di stima. Non essere in grado di soddisfare i bisogni inferiori e superiori può avere un effetto dannoso sulla salute mentale. [27] Ciò potrebbe portare a sintomi di depressione e minore autostima durante l’adolescenza. [27] Se i bisogni di sicurezza non vengono soddisfatti durante l’adolescenza, l’individuo avrà meno fiducia. Uno studio ha scoperto che solo il supporto della comunità, gli amici possono portare a una diminuzione delle sfide emotive. È importante soddisfare questi bisogni al fine di ridurre le sfide emotive e mentali nel tempo. [27]

Maslow (1954) ha sviluppato la gerarchia dei bisogni composta da cinque classi gerarchiche. Secondo Maslow, le persone sono motivate da bisogni insoddisfatti. I bisogni, elencati da quelli di base (il più basso-primo) al più complesso (il più alto-ultimo), sono i seguenti: [28]

I requisiti di base si basano sul primo gradino della piramide: la fisiologia. Se ci sono deficit a questo livello, tutti i comportamenti saranno orientati a soddisfare questo deficit. In sostanza, se qualcuno non ha dormito o mangiato adeguatamente, non sarebbe interessato ai propri desideri di autostima. Successivamente, le persone che hanno il secondo livello, risvegliano un bisogno di sicurezza e chi più ne ha più ne metta. Dopo aver assicurato questi due livelli, le motivazioni si spostano sulla sfera sociale, il terzo livello. I requisiti psicologici comprendono il quarto livello, mentre il vertice della gerarchia è costituito dall’autorealizzazione.

La teoria della gerarchia dei bisogni di Maslow può essere riassunta come segue:

  • Gli esseri umani hanno desideri e desideri che, quando insoddisfatti, possono influenzare il comportamento.
  • Livelli differenti di importanza per la vita umana si riflettono in una struttura gerarchica dei bisogni.
  • I bisogni ai livelli più alti nella gerarchia sono tenuti in sospeso fino a quando i bisogni di livello inferiore non sono soddisfatti almeno in minima parte.
  • I bisogni ai livelli più alti della gerarchia sono associati all’individualità, all’umanità e alla salute psicologica.

Migliore motivatore in Italia –La teoria dei due fattori di Herzberg

Articolo principale: teoria dei due fattori

Frederick Herzberg conclude che alcuni fattori sul posto di lavoro determinano soddisfazione sul lavoro (motivatori), mentre altri (fattori igienici), se assenti, portano all’insoddisfazione ma non sono correlati alla soddisfazione. Il nome fattori di igiene viene utilizzato perché, come l’igiene, la presenza non migliorerà la salute, ma l’assenza può causare un deterioramento della salute.

I fattori che motivano le persone possono cambiare nel corso della loro vita. Alcuni dichiarati fattori motivanti (soddisfacenti) erano: realizzazione, riconoscimento, lavoro stesso, responsabilità, avanzamento e crescita. Alcuni fattori igienici (insoddisfacenti) sono stati: la politica aziendale, la supervisione, le condizioni di lavoro, le relazioni interpersonali, la retribuzione, lo status, la sicurezza del lavoro e la vita personale. [26]

Migliore motivatore in Italia –Teoria dell’ERG di Alderfer

Articolo principale: teoria ERG

Alderfer , basandosi sulla gerarchia dei bisogni di Maslow, ha ipotizzato che i bisogni identificati da Maslow esistano in tre gruppi di bisogni fondamentali: esistenza , relazione e crescita, da cui l’etichetta: teoria ERG. Il gruppo di esistenza si occupa di fornire i nostri requisiti di esistenza materiale di base. Includono gli elementi che Maslow considerava bisogni fisiologici e di sicurezza. Il secondo gruppo di bisogni è la relazione: il desiderio che abbiamo di mantenere importanti relazioni personali. Questi desideri sociali e di status richiedono l’interazione con gli altri se vogliono essere soddisfatti e si allineano con il bisogno sociale di Maslow e la componente esterna della classificazione di stima di Maslow. Infine, Alderfer isola i bisogni di crescita come un desiderio intrinseco di sviluppo personale. Tutti questi bisogni dovrebbero essere soddisfatti in una maggiore integrità come essere umano. [29]

Migliore motivatore in Italia – teoria dell’autodeterminazione

La teoria dell’autodeterminazione è un approccio alla motivazione e alla personalità umana che utilizza metodi empirici tradizionali mentre impiega una metateoria organismica che evidenzia l’importanza delle risorse interiori evolute degli esseri umani per lo sviluppo della personalità e l’autoregolazione comportamentale (Ryan, Kuhn e Deci, 1997). Prende in esame i bisogni psicologici delle persone e le tendenze di crescita che rivelano la loro personalità e il livello di autodeterminazione. Competenza, relazione, autonomia sono condizioni importanti che giocano un ruolo enorme nella motivazione e nel coinvolgimento nelle attività, perché determinano il benessere di una persona. [30] L’ambiente sociale, con la giusta quantità di supporto, può aiutare a soddisfare i bisogni psicologici di base. Questi bisogni psicologici di base sono autonomia, competenza e relazione. Questi bisogni di base possono creare comportamenti che derivano dal supporto personale che porta a essere coinvolti in un determinato ambiente e fornisce relazioni importanti. [30] Due tipi di motivazione che si trovano nella teoria dell’autodeterminazione sono chiamati amotivazione e motivazione autonoma. [30] Questi tipi di motivazioni possono portare ad azioni intrinseche ed estrinseche. L’amotivazione può derivare da sentimenti di inadeguatezza che portano ad avere una mancanza di motivazione. La persona sente che il proprio ambiente è controllato attraverso il monitoraggio e le ricompense. [30] La persona sente motivazione solo a causa di ricompense esterne o per evitare punizioni. D’altra parte, la motivazione autonoma deriva dallo stile di vita della persona e l’impegno in un compito viene svolto in modo innato. Avere un ambiente sociale di supporto può aiutare a far emergere comportamenti da motivazioni autonome. [30]

Migliore motivatore in Italia – Condizionamento classico e operante

Articolo principale: salienza motivazionale

Nel condizionamento classico (o rispondente) , il comportamento è inteso come risposte innescate da determinati stimoli ambientali o fisici. Possono essere incondizionati , come i riflessi innati, o appresi attraverso l’abbinamento di uno stimolo incondizionato con uno stimolo diverso, che poi diventa uno stimolo condizionato. In relazione alla motivazione, il condizionamento classico potrebbe essere visto come una spiegazione del motivo per cui un individuo esegue determinate risposte e comportamenti in determinate situazioni. [31] [32] Ad esempio, un dentista potrebbe chiedersi perché un paziente non sembra motivato a presentarsi a un appuntamento, con la spiegazione che il paziente ha associato il dentista (stimolo condizionato) al dolore (stimolo incondizionato) che suscita una risposta di paura (risposta condizionata), che porta il paziente a essere riluttante a visitare il dentista.

Nel condizionamento operante , il tipo e la frequenza del comportamento sono determinati principalmente dalle sue conseguenze. Se un determinato comportamento , in presenza di un certo stimolo, è seguito da una conseguenza desiderabile (un rinforzo ), il comportamento emesso aumenterà di frequenza in futuro, in presenza dello stimolo che ha preceduto il comportamento (o simile ). Al contrario, se il comportamento è seguito da qualcosa di indesiderabile (un punitore ), è meno probabile che il comportamento si verifichi in presenza dello stimolo. In modo simile, la rimozione di uno stimolo che segue direttamente il comportamento potrebbe aumentare o diminuire la frequenza di quel comportamento in futuro (rinforzo negativo o punizione). [31] [32] Ad esempio, uno studente che ha ottenuto lodi e un buon voto dopo aver consegnato un elaborato, potrebbe sembrare più motivato a scrivere documenti in futuro ( rinforzo positivo ); se lo stesso studente ha lavorato molto su un compito senza ricevere alcun elogio per questo, potrebbe sembrare meno motivato a svolgere il lavoro scolastico in futuro ( punizione negativa ). Se uno studente inizia a causare problemi in classe viene punito con qualcosa che non gli piace, come la detenzione ( punizione positiva ), quel comportamento diminuirà in futuro. Lo studente potrebbe sembrare più motivato a comportarsi in classe, presumibilmente per evitare un’ulteriore detenzione ( rinforzo negativo ).

La forza del rinforzo o della punizione dipende dal programma e dai tempi. Un rinforzo o un punitore influenza la frequenza futura di un comportamento in modo più forte se si verifica entro pochi secondi dal comportamento . Un comportamento rafforzato in modo intermittente, a intervalli imprevedibili, sarà più robusto e persistente, rispetto a uno che viene rafforzato ogni volta che viene eseguito il comportamento . [31] [32] Ad esempio, se lo studente che si comportava male nell’esempio precedente fosse punito una settimana dopo il comportamento problematico , ciò potrebbe non influire sul comportamento futuro .

Oltre a questi principi di base, gli stimoli ambientali influenzano anche il comportamento . Il comportamento è punito o rafforzato nel contesto di qualsiasi stimolo fosse presente appena prima che il comportamento fosse messo in atto, il che significa che un determinato comportamento potrebbe non essere influenzato in ogni contesto o situazione ambientale, dopo essere stato punito o rafforzato in un contesto specifico. [31] [32] Una mancanza di lode per il comportamento legato alla scuola potrebbe, ad esempio, non diminuire il comportamento legato allo sport dopo la scuola che di solito è rafforzato dall’elogio.

I vari meccanismi di condizionamento operante possono essere utilizzati per comprendere la motivazione dei vari comportamenti esaminando cosa accade subito dopo il comportamento (la conseguenza), in quale contesto il comportamento viene eseguito o meno (l’antecedente) e in quali circostanze (motivante operatori). [31] [32]

Migliore motivatore in Italia – Motivazione incentivante

Sezione principale: Rilevanza motivazionale § Rilevanza incentivante

teoria dell’incentivo è una teoria specifica della motivazione, derivata in parte dai principi comportamentistici di rinforzo, che riguarda un incentivo o una motivazione a fare qualcosa . L’incentivo più comune sarebbe un compenso. Il compenso può essere materiale o immateriale; aiuta a motivare i dipendenti nelle loro vite aziendali, gli studenti negli accademici e ispira le persone a fare sempre di più per raggiungere la redditività in ogni campo. Gli studi dimostrano che se la persona riceve la ricompensa immediatamente, l’effetto è maggiore e diminuisce all’aumentare del ritardo. [33] La combinazione ripetitiva azione-ricompensa può far sì che l’azione diventi un’abitudine [33]

“I rinforzi e i principi di comportamento di rinforzo differiscono dall’ipotetico costrutto della ricompensa”. Un rinforzo è tutto ciò che segue un’azione, con l’intenzione che l’azione ora si verifichi più frequentemente. Da questo punto di vista, il concetto di distinguere tra forze intrinseche ed estrinseche è irrilevante.

La teoria dell’incentivo in psicologia tratta la motivazione e il comportamento dell’individuo poiché sono influenzati da convinzioni, come impegnarsi in attività che dovrebbero essere redditizie. La teoria dell’incentivo è promossa da psicologi comportamentali, come BF Skinner. La teoria dell’incentivo è supportata in particolare da Skinner nella sua filosofia del comportamentismo radicale, nel senso che le azioni di una persona hanno sempre ramificazioni sociali: e se le azioni sono accolte positivamente le persone hanno maggiori probabilità di agire in questo modo, o se le persone ricevute negativamente hanno meno probabilità di agire in questo modo.

La teoria dell’incentivo si distingue da altre teorie della motivazione, come la teoria della pulsione, nella direzione della motivazione. Nella teoria degli incentivi, gli stimoli “attraggono” una persona verso di loro e la spingono verso lo stimolo. In termini di comportamentismo, la teoria degli incentivi implica un rinforzo positivo: lo stimolo rinforzante è stato condizionato per rendere la persona più felice. Contrariamente alla teoria pulsionale, che implica il rinforzo negativo: uno stimolo è stato associato alla rimozione della punizione, la mancanza di omeostasi nel corpo. Ad esempio, una persona ha imparato che se mangia quando ha fame, eliminerà quella sensazione negativa di fame, o se beve quando ha sete, eliminerà quella sensazione negativa di sete. [34]

Migliore motivatore in Italia – Operazioni motivanti

operazioni motivanti, MO, si riferiscono al campo della motivazione in quanto aiutano a migliorare la comprensione degli aspetti del comportamento che non sono coperti dal condizionamento operante. Nel condizionamento operante, la funzione del rinforzatore è di influenzare il comportamento futuro . La presenza di uno stimolo ritenuto funzionare come un rinforzo non spiega secondo questa terminologia il comportamento attuale di un organismo – solo i precedenti casi di rinforzo di quel comportamento (in situazioni uguali o simili) lo fanno. Attraverso l’effetto di alterazione del comportamento dei MO, è possibile influenzare il comportamento attuale di un individuo, fornendo un altro pezzo del puzzle della motivazione.

Le operazioni motivanti sono fattori che influenzano il comportamento appreso in un determinato contesto. I MO hanno due effetti: un effetto di alterazione del valore , che aumenta o diminuisce l’efficienza di un rinforzo, e un effetto di alterazione del comportamento , che modifica il comportamento appreso che è stato precedentemente punito o rinforzato da un particolare stimolo. [31]

Quando un’operazione motivante provoca un aumento dell’efficacia di un rinforzo o amplifica in qualche modo un comportamento appreso (come aumentare la frequenza, l’intensità, la durata o la velocità del comportamento), funziona come un’operazione di stabilizzazione, EO . Un esempio comune di ciò potrebbe essere la privazione di cibo, che funziona come un EO in relazione al cibo: l’organismo privato di cibo eseguirà comportamenti precedentemente legati all’acquisizione di cibo più intensamente, frequentemente, più a lungo o più velocemente in presenza di cibo, e quei comportamenti sarebbero particolarmente fortemente rafforzati. [31] Ad esempio, un lavoratore di un fast food che guadagna un salario minimo, costretto a lavorare più di un lavoro per sbarcare il lunario, sarebbe fortemente motivato da un aumento di stipendio, a causa dell’attuale privazione di denaro (un’operazione di costituzione condizionata) . Il lavoratore lavorerebbe sodo per cercare di ottenere l’ aumento e ottenere l’aumento funzionerebbe come un rinforzo particolarmente forte del comportamento lavorativo .

Al contrario, un’operazione motivante che provoca una diminuzione dell’efficacia di un rinforzo, o diminuisce un comportamento appreso relativo al rinforzo, funziona come un’operazione di abolizione, AO. Sempre usando l’esempio del cibo, la sazietà del cibo prima della presentazione di uno stimolo alimentare produrrebbe una diminuzione dei comportamenti legati al cibo e diminuirebbe o abolirebbe completamente l’effetto rinforzante dell’acquisizione e dell’ingestione del cibo. [31] Si consideri il consiglio di amministrazione di una grande banca d’investimento, preoccupata per un margine di profitto troppo piccolo, che decide di dare all’amministratore delegato un nuovo pacchetto di incentivi per motivarlo ad aumentare i profitti dell’impresa. Se l’amministratore delegato ha già molti soldi, il pacchetto di incentivi potrebbe non essere un ottimo modo per motivarlo, perché sarebbe sazi di soldi. Ottenere ancora più soldi non sarebbe un forte rinforzo per il comportamento di aumento del profitto e non susciterebbe una maggiore intensità, frequenza o durata del comportamento di aumento del profitto.

La psicologia intenzionale di William McDougall

Vedi anche: comportamentismo intenzionale

La psicologia propositiva, nota anche come psicologia ormica , sottolinea che le azioni delle persone vengono eseguite per uno scopo o con un intento specifico. Questa è una teoria comportamentista che afferma che il comportamento è un riflesso a causa della motivazione interna/intrinseca. [35]

Migliore motivatore in Italia – Pulsioni

Articolo principale: teoria delle pulsioni

Una pulsione o un desiderio può essere descritto come un’urgenza che attiva un comportamento mirato a un obiettivo o a un incentivo. [36] Si pensa che queste pulsioni abbiano origine all’interno dell’individuo e potrebbero non richiedere stimoli esterni per incoraggiare il comportamento. Le pulsioni di base potrebbero essere innescate da impulsi come la fame, che motiva una persona a cercare cibo, mentre le pulsioni più sottili potrebbero essere il desiderio di lode e approvazione, che motiva una persona a comportarsi in modo gradito agli altri.

Un’altra pulsione fondamentale è la pulsione sessuale che, come il cibo, ci motiva perché è essenziale per la nostra sopravvivenza. [37] Il desiderio di sesso è cablato in profondità nel cervello di tutti gli esseri umani poiché le ghiandole secernono ormoni che viaggiano attraverso il sangue fino al cervello e stimolano l’inizio del desiderio sessuale. [37] L’ormone coinvolto nell’insorgenza iniziale del desiderio sessuale è chiamato deidroepiandrosterone (DHEA). [37] La base ormonale delle pulsioni sessuali sia degli uomini che delle donne è il testosterone. [37] [ necessità di un preventivo per la verifica ] [37] [ necessità di un preventivo per la verifica ]

Migliore motivatore in Italia -Tipi di motivazione

Intrinseco ed estrinseco

Intrinseco

Vedi anche: Ikigai

Per altri usi, vedi motivazione intrinseca (intelligenza artificiale) .

La motivazione intrinseca esiste all’interno dell’individuo ed è guidata dalla soddisfazione delle ricompense interne piuttosto che fare affidamento su pressioni esterne o ricompense estrinseche. Implica un interesse o un godimento dell’attività stessa. Ad esempio, un atleta può divertirsi giocando a calcio per l’esperienza, piuttosto che per un premio. [3] Le attività che coinvolgono la propria ricompensa intrinseca forniscono una motivazione che non dipende da ricompense esterne. [38] Perseguire sfide e obiettivi diventa più facile ed è più divertente quando si è intrinsecamente motivati a completare un determinato obiettivo; ad esempio, perché l’individuo è più interessato all’apprendimento, piuttosto che al raggiungimento dell’obiettivo. [3] È stato affermato che la motivazione intrinseca è associata a un maggiore benessere soggettivo [39] e che è importante per lo sviluppo cognitivo, sociale e fisico. [40] Può essere osservato anche nel comportamento animale, ad esempio, quando gli organismi si impegnano in comportamenti giocosi e guidati dalla curiosità in assenza di ricompensa .

Secondo alcuni teorici, i due elementi necessari per la motivazione intrinseca sono l’autodeterminazione o l’ autonomia e la competenza. [41] In quest’ottica, la causa del comportamento deve essere interna e l’individuo che si impegna nel comportamento deve percepire che il compito aumenta la propria competenza. [40] Eventi socio-contestuali come feedback e rinforzo possono causare sentimenti di competenza e quindi contribuire alla motivazione intrinseca. Tuttavia, i sentimenti di competenza non aumenteranno la motivazione intrinseca se non c’è un senso di autonomia. Nelle situazioni in cui sono presenti scelte, sentimenti e opportunità, la motivazione intrinseca aumenta perché le persone avvertono un maggiore senso di autonomia. [3] [41] Alcuni studi suggeriscono che esiste una correlazione negativa tra ricompense esterne e motivazione intrinseca, ovvero che fornendo elevate ricompense esterne per un’attività, la motivazione intrinseca per impegnarsi in essa tende ad essere inferiore. [42] [43]

Vari studi si sono concentrati sulla motivazione intrinseca degli studenti. [44] Suggeriscono che gli studenti intrinsecamente motivati hanno maggiori probabilità di impegnarsi volontariamente nel compito e di lavorare per migliorare le proprie abilità, il che tende ad aumentare le loro capacità. [45] È probabile che gli studenti siano intrinsecamente motivati se…

  • attribuiscono i loro risultati educativi a fattori sotto il proprio controllo, noti anche come autonomia o locus of control
  • credono di avere le capacità per essere agenti efficaci nel raggiungere gli obiettivi desiderati, noti anche come convinzioni di autoefficacia
  • sono interessati a padroneggiare un argomento, non solo a ottenere buoni voti

Tradizionalmente, i ricercatori pensavano alle motivazioni per utilizzare i sistemi informatici per essere guidati principalmente da scopi estrinseci; tuttavia, molti sistemi moderni hanno il loro uso guidato principalmente da motivazioni intrinseche. [46] Esempi di tali sistemi utilizzati principalmente per soddisfare le motivazioni intrinseche degli utenti includono giochi online, mondi virtuali, acquisti online, [47] apprendimento/istruzione, appuntamenti online, archivi di musica digitale, social network, pornografia online, sistemi gamificati e generale ludicizzazione.

La motivazione intrinseca tende ad essere più duratura, autosufficiente e soddisfacente rispetto alla motivazione estrinseca. [3] Per questo motivo, molti sforzi nel campo dell’istruzione mirano a modificare la motivazione intrinseca con l’obiettivo di promuovere le prestazioni di apprendimento e la creatività degli studenti. [3] Ma vari studi suggeriscono che la motivazione intrinseca è difficile da modificare o ispirare. I tentativi di reclutare motivatori intrinseci esistenti richiedono un approccio individualizzato: implicano l’identificazione e la rilevanza dei diversi motivatori necessari per motivare diversi studenti. [3] Questo di solito richiede abilità aggiuntive da parte dell’istruttore. [48] È stato scoperto che la consapevolezza è un fattore intra-individuale che supporta la motivazione autonoma e quindi contribuisce alla motivazione intrinseca. [49]

Estrinseco

La motivazione estrinseca si verifica quando un individuo è guidato da influenze esterne. [3] Questi possono essere gratificanti (denaro, buoni voti, fama, ecc.) o punitivi (minaccia di punizione, dolore, ecc.). La distinzione tra motivazione intrinseca ed estrinseca risiede nella forza trainante dell’azione. Quando qualcuno è intrinsecamente motivato, si impegna in un’attività perché è intrinsecamente interessante, divertente o soddisfacente. Con motivazione estrinseca, l’obiettivo dell’agente è un risultato desiderato distinto dall’attività stessa. [3] L’agente può avere motivazioni sia intrinseche che estrinseche per la stessa attività, ma di solito un tipo di motivazione prevale sull’altro. [50] Giocare a tennis per ricevere un premio è un esempio di motivazione estrinseca, mentre giocare perché ci si diverte implica una motivazione intrinseca. [3] [51]

Alcuni studi indicano che le ricompense estrinseche possono portare a un’eccessiva giustificazione e una successiva riduzione della motivazione intrinseca. In uno studio che ha dimostrato questo effetto, i bambini che si aspettavano di essere (e sono stati) ricompensati con un nastro e una stella d’oro per aver disegnato immagini hanno trascorso meno tempo a giocare con i materiali da disegno nelle osservazioni successive rispetto ai bambini a cui è stata assegnata una condizione di ricompensa inaspettata. [52] Questo indica che c’è una tendenza a preoccuparsi meno dell’attività stessa se ci si aspetta una ricompensa. [3] Tuttavia, altri studi suggeriscono che le ricompense estrinseche positive o negative possono anche aumentare la motivazione intrinseca. [53] Questo ci porta a supporre che gli effetti della motivazione estrinseca sulla motivazione intrinseca possano dipendere dal tipo di ricompensa. [54]

Secondo l’articolo “Self-Determination Theory and the Facilitation of Intrinsic Motivation, Social Development and Well-Being” [55] molto di ciò che facciamo dopo l’infanzia non è ispirato dalla motivazione intrinseca perché non facciamo più cose esclusivamente per soddisfare le nostre motivazioni intrinseche, ma viene invece fatto di più per soddisfare le nostre motivazioni estrinseche poiché dobbiamo aderire alle pressioni sociali che ci costringono a fare cose che non sono intrinsecamente motivanti. [56]

Un vantaggio della motivazione estrinseca è che può essere utilizzata in modo relativamente semplice per motivare altre persone a lavorare per il raggiungimento degli obiettivi. [3] Uno svantaggio è che potrebbe essere necessario monitorare la qualità del lavoro poiché l’agente potrebbe non essere altrimenti motivato a svolgere un buon lavoro. [3] La motivazione estrinseca che alimenta l’impegno nell’attività cessa presto una volta rimosse le ricompense esterne. È stato anche suggerito che i motivatori estrinseci possono diminuire di valore nel tempo, rendendo più difficile motivare la stessa persona in futuro. [3]

Johnmarshall Reeve distingue tra quattro tipi di motivazione estrinseca che implicano diversi gradi di autonomia: regolamentazione esterna, regolamentazione introiettata, regolamentazione identificata e regolamentazione integrata. La regolazione esterna è la forma meno autonoma di motivazione estrinseca. In esso, solo la conseguenza di un’azione conta per l’agente. Ad esempio, se uno studente vuole un buon voto, è motivato a studiare per quel voto. [57] La regolamentazione introiettata nasce dall’impressione dell’agente di ciò che dovrebbe fare. Ad esempio, uno studente sa che “dovrebbe” studiare e non vuole sentire il senso di colpa che deriva dal non studiare, quindi lo fa. [57] La regolamentazione identificata deriva da ciò che l’agente ritiene personalmente importante. Nell’esempio dello studente, possono comprendere che lo studio è importante per il loro successo e proseguiranno gli studi per questo motivo. La regolazione integrata è la forma più autonoma di motivazione estrinseca e si verifica quando la motivazione nasce dall’impressione di identità personale. Questo tipo di motivazione estrinseca è molto vicino alla motivazione intrinseca , ma non c’è ancora del tutto. Questo perché l’individuo è motivato a impegnarsi in un’attività da quanto bene esprime i propri valori invece che dal puro interesse e divertimento. In questo caso, uno studente studia perché così facendo esprime i suoi valori fondamentali e riflette il modo in cui si vede come persona. [57] Uno studente intrinsecamente motivato a studiare lo farebbe semplicemente perché pensava che studiare fosse interessante e divertente.

Inconscio e cosciente

La motivazione cosciente coinvolge i motivi di cui l’agente è consapevole. Nel caso della motivazione inconscia , invece, l’agente può essere parzialmente o totalmente inconsapevole del motivo per cui agisce in quel modo. [58]

Migliore motivatore in Italia – Inconscio

La distinzione conscio-inconscio gioca un ruolo importante nelle teorie psicoanalitiche di Sigmund Freud . [59] Secondo lui, l’ inconscio contiene varie parti represse della mente, come pensieri che inducono ansia e idee socialmente inaccettabili. Identifica la censura come una forza che impedisce alle parti represse di entrare nella coscienza. Ma gli impulsi istintuali inconsci possono comunque avere una grande influenza sul comportamento sotto forma di motivazione inconscia. [60] Quando questi istinti servono come motivo, la persona è consapevole solo dell’obiettivo del motivo, e non della sua effettiva fonte. Freud divide questi istinti in istinti sessuali, istinti di morte e istinti dell’ego o di autoconservazione. Gli istinti sessuali sono quelli che motivano gli esseri umani a rimanere in vita e garantire la continuazione dell’umanità. D’altra parte, Freud sostiene anche che gli esseri umani hanno una pulsione intrinseca all’autodistruzione: l’istinto di morte. Simile al diavolo e all’angelo che tutti hanno sulle spalle, l’istinto sessuale e l’istinto di morte combattono costantemente l’un l’altro per essere entrambi soddisfatti. L’istinto di morte può essere strettamente correlato all’altro concetto di Freud, l’Es, che è il nostro bisogno di provare il piacere immediatamente, a prescindere dalle conseguenze. L’ultimo tipo di istinto che contribuisce alla motivazione è l’ego o istinto di autoconservazione. Questo istinto è orientato a garantire che una persona si senta convalidata in qualunque comportamento o pensiero abbia. Il censore mentale, o porta tra l’inconscio e il preconscio, aiuta a soddisfare questo istinto. Ad esempio, si può essere sessualmente attratti da una persona, a causa del suo istinto sessuale, ma l’istinto di autoconservazione impedisce loro di agire in base a questo impulso finché quella persona non scopre che è socialmente accettabile farlo. In modo del tutto simile alla sua teoria psichica che si occupa dell’Es, dell’Io e del Super-Io, la teoria degli istinti di Freud mette in evidenza l’interdipendenza di questi tre istinti. Tutti e tre servono come sistema di controllo e bilanciamento per controllare su quali istinti vengono agiti e quali comportamenti vengono utilizzati per soddisfarne tanti contemporaneamente.

L’adescamento è un’altra fonte di motivazione inconscia. È un fenomeno per cui l’esposizione a uno stimolo influenza una risposta a uno stimolo successivo, senza guida o intenzione cosciente. [61] [62] [63] Ad esempio, quando qualcuno è esposto alla parola “cancro”, è meno probabile che fumi una sigaretta che gli viene offerta. [64] Esistono varie forme di priming, ma il priming visivo e semantico sono i più rilevanti per la motivazione. [64] A causa di questo legame con gli stimoli esterni, il priming è strettamente correlato alla teoria dell’esposizione , che afferma che le persone tendono ad apprezzare le cose a cui sono state esposte in precedenza. Viene utilizzato dalle società pubblicitarie per convincere le persone ad acquistare i loro prodotti. Nei posizionamenti di prodotti in film e programmi TV, ad esempio, vediamo un prodotto nel nostro film preferito, il che ci rende più inclini ad acquistare quel prodotto quando lo vediamo di nuovo. [65] Un altro esempio viene dagli ex tossicodipendenti, che sono più tentati di ricadere se esposti a stimoli associati alla droga. [66]

cosciente

Freud faceva molto affidamento sulle teorie della motivazione inconscia come spiegato sopra. Questo approccio è stato criticato da Gordan Allport , il quale sostiene che le motivazioni coscienti siano la principale fonte di motivazione. [58] [67]

Migliore motivatore in Italia – Neuroscienza

Articolo principale: salienza motivazionale

Di solito due parti definiscono la motivazione come un desiderio di agire: la direzionale (come diretta verso uno stimolo positivo o lontano da uno negativo) e la “fase di ricerca” attivata e la “fase di gradimento” consumativa. Questo tipo di motivazione ha radici neurobiologiche nei gangli della base e nel mesolimbico vie (dopaminergiche) . Il comportamento di “ricerca” attivato , come l’attività locomotoria, è influenzato dai farmaci dopaminergici e gli esperimenti di microdialisi rivelano che la dopamina viene rilasciata durante l’anticipazione di una ricompensa . [68] Il ” comportamento di desiderio ” associato a uno stimolo gratificante può essere aumentato da microiniezioni di dopamina e farmaci dopaminergici nel nucleo dorsorostrale accumbens e nel palladio ventrale posteriore . Le iniezioni di oppioidi in quest’area producono piacere; tuttavia, al di fuori di questi hotspot edonistici , creano un desiderio accresciuto. [69] Inoltre, l’esaurimento o l’inibizione della dopamina nei neuroni del nucleus accumbens diminuisce il comportamento appetitivo ma non di consumo . La dopamina, ulteriormente implicata nella motivazione come somministrazione di anfetamina , aumenta il punto di rottura in un programma di auto-rinforzo a rapporto progressivo ; i soggetti saranno disposti a fare di più (es. premere una leva più volte) per ottenere una ricompensa. [70]

Nelle situazioni in cui la memoria influenza lo stato motivazionale, l’ippocampo si attiva. Questo può essere evidente in circostanze in cui sono necessari dettagli contestuali per raggiungere gli obiettivi desiderati. [71]

Migliore motivatore in Italia – Ragioni motivazionali e razionalità

ragioni motivazionali sono ragioni pratiche che un agente ha per favorire un certo corso d’ azione . Sono contrastate con ragioni normative , che determinano ciò che l’agente dovrebbe fare da un punto di vista imparziale. [72] Ad esempio, Jane soffre di pressione alta, che è una ragione normativa per non avere un grosso pezzo di torta al cioccolato. La sua prelibatezza, d’altra parte, è la ragione motivante di Jane per avere comunque una porzione. Possiamo avere ragioni normative senza esserne consapevoli, il che non è il caso delle ragioni motivanti. [13] È possibile che gli stati inconsci influenzino il nostro comportamento in vari modi. Ma questi stati e il loro contenuto non sono considerati motivi motivanti in questi casi. [13] Intese nel senso più ampio, esistono forme di motivazione che non implicano ragioni motivanti. [20] Una seconda differenza è che le ragioni normative sono fattuali mentre le ragioni motivanti possono ingannare l’agente. [72] [13] Quindi avere la pressione alta può essere una ragione normativa per Jane solo se ha effettivamente la pressione alta. Ma la prelibatezza della torta può essere un motivo motivante anche se la torta non è affatto deliziosa. In questo caso, la motivazione si basa su una falsa credenza . [72] Ma idealmente, ragioni motivazionali e ragioni normative coincidono: l’agente è motivato da fatti che determinano ciò che dovrebbe fare.

Una questione strettamente connessa riguarda la relazione tra ciò che crediamo di dover fare, le cosiddette convinzioni del dovere, e ciò che siamo motivati a fare o che effettivamente intendiamo fare. [13] [9] [73] Il filosofo John Broome sostiene che questa relazione è al centro dell’enkratic razionalità : “La razionalità richiede da te che, se credi di dover F, allora intendi F”. Pensa che il processo di ragionamento sia responsabile di allineare le nostre intenzioni con le nostre convinzioni di dovere. [73] [74] [75] I requisiti di razionalità non sono sempre soddisfatti, con conseguenti casi di irrazionalità. Si dice che una persona soffra di akrasia o debolezza della volontà se non soddisfa il requisito encratico , cioè se fa qualcosa di diverso da quello che crede di dover fare. [76] [77] Un autore che crede di dover lavorare al suo nuovo libro ma finisce invece per guardare la TV è un esempio di un caso di akrasia. L’accidie è un fenomeno strettamente correlato in cui l’agente crede che ci sia qualcosa di importante da fare ma non ha alcuna motivazione per impegnarsi in questa azione a causa della svogliatezza. [13] [78]

Migliore motivatore in Italia – Applicazioni pratiche

Il controllo della motivazione è compreso solo in misura limitata. Esistono molti approcci diversi alla formazione motivazionale , ma molti di questi sono considerati pseudoscientifici dai critici. [ quale? ] Per capire come controllare la motivazione è prima necessario capire perché molte persone mancano di motivazione. [ ricerca originale? ]

Come ogni teoria, la teoria motivazionale fa previsioni su ciò che funzionerà nella pratica. Ad esempio, la Teoria Y di Douglas McGregor parte dal presupposto che la persona media non solo accetta, ma cerca anche la responsabilità, ama fare il lavoro e, quindi, è più soddisfatta quando ha una gamma più ampia di lavoro da svolgere. [79] L’implicazione pratica è che, poiché un’azienda dà agli individui maggiori responsabilità, questi sentiranno un maggiore senso di soddisfazione e, di conseguenza, un maggiore impegno per l’organizzazione. Allo stesso modo si prevede che allocare più lavoro aumenterà il coinvolgimento. Inoltre, Malone sostiene che la delega di responsabilità incoraggia la motivazione perché i dipendenti hanno un controllo creativo sul proprio lavoro e aumentano la produttività poiché molte persone possono lavorare in modo collaborativo per risolvere un problema piuttosto che un solo manager che lo affronta da solo. [80] Altri hanno sostenuto che la partecipazione al processo decisionale aumenta il morale e l’impegno nei confronti dell’organizzazione, aumentando di conseguenza la produttività. [81] [82] Allo stesso modo, se i team e i membri aumentano la motivazione (come riportato nei classici studi della Hawthorn Western Electric Company ) [83] l’incorporazione dei team fornisce incentivi al lavoro. In generale, la teoria della motivazione viene spesso applicata alla motivazione dei dipendenti . [84]

Migliore motivatore in Italia –Applicazioni nel mondo degli affari

Articoli principali: motivazione al lavoro , soddisfazione sul lavoro e comportamento organizzativo § motivazione

All’interno della gerarchia dei bisogni di Maslow (proposta per la prima volta nel 1943), ai livelli inferiori (come i bisogni fisiologici) il denaro funge da motivatore; tuttavia, tende ad avere un effetto motivante sul personale che dura solo per un breve periodo (secondo il modello di motivazione a due fattori di Herzberg del 1959). Ai livelli più alti della gerarchia, lode, rispetto, riconoscimento, responsabilizzazione e senso di appartenenza sono motivatori di gran lunga più potenti del denaro, come sia la teoria della motivazione di Abraham Maslow che la teoria X e la teoria Y di Douglas McGregor (che hanno origine nel 1950 e relativi alla teoria della leadership ) suggeriscono.

Secondo Maslow, le persone sono motivate da bisogni insoddisfatti. [85] I bisogni di livello inferiore (come i bisogni fisiologici e di sicurezza) devono essere soddisfatti prima di affrontare i bisogni di livello superiore. Ci si può riferire alla teoria della Gerarchia dei Bisogni di Maslow con la motivazione dei dipendenti . Ad esempio, se i manager tentano di motivare i propri dipendenti soddisfacendo i loro bisogni; secondo Maslow, dovrebbero cercare di soddisfare i bisogni di livello inferiore prima di provare a soddisfare i bisogni di livello superiore, altrimenti i dipendenti non saranno motivati. I gestori dovrebbero anche ricordare che non tutti saranno soddisfatti delle stesse esigenze. Un buon manager cercherà di capire quali livelli di bisogni sono rilevanti per un determinato individuo o dipendente.

Maslow colloca il denaro al livello più basso della gerarchia e postula altri bisogni come migliori motivatori per il personale. McGregor mette i soldi nella sua categoria Teoria X e li considera uno scarso motivatore. La lode e il riconoscimento (posizionati nella categoria Teoria Y) sono considerati motivatori più forti del denaro.

  • I dipendenti motivati cercano sempre modi migliori per svolgere un lavoro.
  • I dipendenti motivati sono più orientati alla qualità .
  • I lavoratori motivati sono più produttivi. [86]

Il posto di lavoro medio si trova a metà strada tra gli estremi di alta minaccia e alta opportunità. La motivazione per minaccia è una strategia senza uscita e, naturalmente, il personale è più attratto dal lato opportunità della curva della motivazione che dal lato minaccia. Lawrence Steinmetz (1983) vede la motivazione come un potente strumento nell’ambiente di lavoro che può portare i dipendenti a lavorare ai livelli di produzione più efficienti. [87] Tuttavia, Steinmetz discute anche tre tipi caratteriali comuni di subordinati: ascendente, indifferente e ambivalente, che reagiscono e interagiscono tutti in modo univoco e devono essere trattati, gestiti e motivati di conseguenza. Un leader efficace deve capire come gestire tutti i personaggi e, cosa più importante, il manager deve utilizzare strade che consentano ai dipendenti di lavorare, crescere e trovare risposte in modo indipendente. [87] [ è necessaria una citazione per verificare ]

Uno studio classico presso lo stabilimento di produzione britannico di Vauxhall Motors ha sfidato le ipotesi di Maslow e Herzberg. [88] Goldthorpe et al. (1968) ha introdotto il concetto di orientamento al lavoro e ha distinto tre orientamenti principali: [88]

  • strumentale (con il lavoro visto come un mezzo per un fine)
  • burocratico (dove il lavoro funge da fonte di status, sicurezza e ricompensa immediata)
  • solidaristico (che dà la priorità alla fedeltà di gruppo)

Altre teorie ampliarono ed estesero quelle di Maslow e Herzberg. Questi includevano l’ analisi del campo di forza degli anni ’30 di Kurt Lewin , la teoria della definizione degli obiettivi di Edwin A. Locke (dalla metà degli anni ’60 in poi) e la teoria dell’aspettativa di Victor Vroom del 1964. Questi tendono a sottolineare le differenze culturali e il fatto che fattori diversi tendono a motivare gli individui in momenti diversi. [89] [ è necessario un preventivo per verificare ]

Secondo il sistema di gestione scientifica sviluppato da Frederick Winslow Taylor (1856-1915), la sola retribuzione determina la motivazione del lavoratore, e quindi la direzione non deve considerare gli aspetti psicologici o sociali del lavoro. In sostanza, la gestione scientifica basa la motivazione umana interamente su ricompense estrinseche e scarta l’idea di ricompense intrinseche .

Al contrario, David McClelland (1917-1998) riteneva che i lavoratori non potessero essere motivati dal semplice bisogno di denaro , infatti, la motivazione estrinseca (ad esempio, il denaro) poteva estinguere la motivazione intrinseca come la motivazione al successo, sebbene il denaro potesse essere usato come indicatore di successo per vari motivi, ad esempio, mantenere il punteggio. In linea con questa visione, la sua società di consulenza, McBer & Company (1965-1989), aveva come primo motto “Rendere tutti produttivi, felici e liberi”. Per McClelland, la soddisfazione risiedeva nell’allineare la vita delle persone alle loro motivazioni fondamentali.

Elton Mayo (1880-1949) ha scoperto l’importanza dei contatti sociali che un lavoratore ha sul posto di lavoro e ha scoperto che la noia e la ripetitività dei compiti portano a una motivazione ridotta. Mayo credeva che i lavoratori potessero essere motivati riconoscendo i loro bisogni sociali e facendoli sentire importanti. Di conseguenza, ai dipendenti è stata data la libertà di prendere decisioni sul posto di lavoro e una maggiore attenzione è stata dedicata ai gruppi di lavoro informali .

Mayo ha chiamato il suo modello l’ effetto Hawthorne . [90] Il suo modello è stato giudicato [ da chi? ] come fare eccessivo affidamento sui contatti sociali all’interno delle situazioni lavorative per motivare i dipendenti. [91] [ è necessario un preventivo per verificare ]

Nel 1981 William Ouchi ha introdotto la Teoria Z , un approccio di gestione ibrido composto da filosofie e culture sia giapponesi che americane. [92] [ è necessaria una citazione per verificare ] Il suo segmento giapponese è molto simile alla cultura del clan in cui le organizzazioni si concentrano su una struttura standardizzata con una forte enfasi sulla socializzazione dei suoi membri. Tutti gli obiettivi sottostanti sono coerenti in tutta l’organizzazione. Il suo segmento americano mantiene formalità e autorità tra i membri e l’organizzazione. In definitiva, la Teoria Z promuove una struttura e un impegno comuni per l’organizzazione, nonché il miglioramento costante dell’efficacia del lavoro .

In Essentials of Organizational Behavior (2007), Robbins e Judge esaminano i programmi di riconoscimento come motivatori e identificano cinque principi che contribuiscono al successo di un programma di incentivi per i dipendenti : [93]

  • riconoscimento delle differenze individuali dei dipendenti e chiara individuazione dei comportamenti ritenuti meritevoli di riconoscimento
  • permettendo ai dipendenti di partecipare
  • collegare i premi alle prestazioni
  • premiazione dei designatori
  • visibilità del processo di riconoscimento

Organizzazioni moderne che adottano metodi di motivazione dei dipendenti non monetari piuttosto che vincolarli a ricompense tangibili. Quando la ricompensa mira a soddisfare il contributo, la partecipazione e la soddisfazione individuale dei dipendenti, aumenta il loro morale. [94]

  • Fornire un ambiente di lavoro positivo [95]
  • Incoraggiare il contributo e le ricompense del team [96]
  • Feedback [97]
  • Assegna ruoli stimolanti [98]

Migliore motivatore in Italia – Modello delle caratteristiche del lavoro

Articolo principale: modello delle caratteristiche del lavoro

Il modello delle caratteristiche del lavoro ( JCM ), come progettato da Hackman e Oldham, tenta di utilizzare la progettazione del lavoro per migliorare la motivazione dei dipendenti. Suggeriscono che qualsiasi lavoro può essere descritto in termini di cinque caratteristiche chiave del lavoro: [99] [100]

  1. Varietà di abilità : il grado in cui il lavoro richiede l’uso di abilità e talenti diversi
  2. Identità del compito : il grado in cui il lavoro ha contribuito a un progetto più ampio chiaramente identificabile
  3. Significato del compito : il grado in cui il lavoro influisce sulla vita o sul lavoro di altre persone
  4. Autonomia : il grado in cui il lavoratore ha indipendenza, libertà e discrezione nello svolgimento del lavoro
  5. Feedback sulle attività : il grado in cui al lavoratore vengono fornite informazioni chiare, specifiche, dettagliate e utilizzabili sull’efficacia della sua prestazione lavorativa

Il JCM collega le dimensioni fondamentali del lavoro sopra elencate a stati psicologici critici che si traducono nei risultati personali e lavorativi desiderati. Ciò costituisce la base di questa “forza del bisogno di crescita dei dipendenti”. Le dimensioni fondamentali sopra elencate possono essere combinate in un unico indice predittivo, chiamato punteggio potenziale motivante (MPS). L’MPS può essere calcolato, utilizzando le dimensioni fondamentali discusse sopra, come segue:

I lavori ad alto potenziale motivante devono essere elevati sia per l’autonomia che per il feedback e devono anche essere elevati per almeno uno dei tre fattori che portano alla significatività sperimentata. [101] Se un lavoro ha un MPS elevato, il modello delle caratteristiche del lavoro prevede che motivazione, prestazioni e soddisfazione sul lavoro saranno influenzate positivamente e la probabilità di esiti negativi, come assenteismo e turnover, sarà ridotta. [101]

Migliore motivatore in Italia – Programmi di riconoscimento dei dipendenti

Il riconoscimento dei dipendenti non riguarda solo regali e punti. Si tratta di cambiare la cultura aziendale al fine di raggiungere obiettivi e iniziative e, soprattutto, collegare i dipendenti ai valori e alle convinzioni fondamentali dell’azienda. Il riconoscimento strategico dei dipendenti è visto come il programma più importante non solo per migliorare la fidelizzazione e la motivazione dei dipendenti, ma anche per influenzare positivamente la situazione finanziaria. [102] La differenza tra l’approccio tradizionale (regali e punti) e il riconoscimento strategico è la capacità di fungere da influencer aziendale serio in grado di far avanzare gli obiettivi strategici di un’azienda in modo misurabile. “La stragrande maggioranza delle aziende vuole essere innovativa, proponendo nuovi prodotti, modelli di business e modi migliori di fare le cose. Tuttavia, l’innovazione non è così facile da raggiungere. Un CEO non può semplicemente ordinarla, e così sarà. Devi gestire con attenzione un’organizzazione in modo che, nel tempo, emergano innovazioni”. [103]

Migliore motivatore in Italia – Applicazioni nell’istruzione

motivazione è di particolare interesse per gli psicologi dell’educazione a causa del ruolo cruciale che svolge nell’apprendimento degli studenti. Tuttavia, il tipo specifico di motivazione che viene studiato nel contesto specializzato dell’istruzione differisce qualitativamente dalle forme più generali di motivazione studiate dagli psicologi in altri campi.

La motivazione nell’istruzione può avere diversi effetti sul modo in cui gli studenti imparano e su come si comportano nei confronti della materia. Può: [104]

  1. Comportamento diretto verso obiettivi particolari
  2. Porta a un maggiore sforzo ed energia
  3. Aumentare l’inizio e la persistenza nelle attività
  4. Migliora l’elaborazione cognitiva
  5. Determina quali conseguenze stanno rafforzando
  6. Porta a prestazioni migliori.

Poiché gli studenti non sono sempre motivati internamente, a volte hanno bisogno di una motivazione situata , che si trova nelle condizioni ambientali che l’insegnante crea.

Se gli insegnanti decidessero di premiare in modo estrinseco i comportamenti produttivi degli studenti, potrebbero avere difficoltà a districarsi da quel percorso. Di conseguenza, la dipendenza degli studenti dalle ricompense estrinseche rappresenta uno dei maggiori detrattori dal loro uso in classe. [105]

La maggior parte dei nuovi leader dell’orientamento studentesco nei college e nelle università riconosce che le esigenze distintive degli studenti dovrebbero essere prese in considerazione per quanto riguarda le informazioni sull’orientamento fornite all’inizio dell’esperienza di istruzione superiore. La ricerca condotta da Whyte nel 1986 ha accresciuto la consapevolezza di consulenti ed educatori al riguardo. Nel 2007, la National Orientation Directors Association ha ristampato il rapporto di ricerca di Cassandra B. Whyte consentendo ai lettori di accertare i miglioramenti apportati nell’affrontare le esigenze specifiche degli studenti oltre un quarto di secolo dopo per aiutare con il successo accademico. [106]

In generale, la motivazione è concettualizzata come intrinseca o estrinseca . Classicamente, queste categorie sono considerate distinte. [3] Oggi è meno probabile che questi concetti vengano usati come categorie distinte, ma invece come due tipi ideali che definiscono un continuum : [107]

  1. La motivazione intrinseca si verifica quando le persone sono motivate internamente a fare qualcosa perché o procura loro piacere, pensano che sia importante o sentono che ciò che stanno imparando è significativo. È stato dimostrato che la motivazione intrinseca per l’istruzione scende dai gradi 3-9 sebbene la causa esatta non possa essere accertata. [108] Inoltre, negli studenti più giovani è stato dimostrato che contestualizzare materiale che altrimenti sarebbe presentato in modo astratto aumenta la motivazione intrinseca di questi studenti. [109]
  2. La motivazione estrinseca entra in gioco quando uno studente è costretto a fare qualcosa o ad agire in un certo modo a causa di fattori esterni a lui o lei (come denaro o buoni voti).

Whyte ha ricercato e riferito sull’importanza del locus of control e del rendimento scolastico. Gli studenti che tendono a un luogo di controllo più interno hanno più successo accademico, incoraggiando così lo sviluppo del curriculum e delle attività tenendo conto delle teorie della motivazione. [110] [111]

L’orientamento della motivazione accademica può anche essere legato alla capacità di rilevare ed elaborare gli errori. Fisher, Nanayakkara e Marshall hanno condotto ricerche neuroscientifiche sull’orientamento alla motivazione dei bambini, sugli indicatori neurologici del monitoraggio degli errori (il processo di rilevamento di un errore) e sui risultati scolastici. La loro ricerca suggerisce che gli studenti con un’elevata motivazione intrinseca attribuiscono le prestazioni al controllo personale e che il loro sistema di monitoraggio degli errori è maggiormente coinvolto dagli errori di prestazione. Hanno anche scoperto che l’orientamento alla motivazione e il rendimento scolastico erano legati alla forza in cui era impegnato il loro sistema di monitoraggio degli errori. [112]

È stato riscontrato che la motivazione è un elemento importante nel concetto di andragogia (ciò che motiva lo studente adulto) e nel trattamento dei disturbi dello spettro autistico, come nel trattamento della risposta fondamentale . La motivazione è stata trovata critica anche nell’adesione degli adolescenti ai suggerimenti sulla salute, poiché “l’impegno richiede la convinzione nelle conseguenze potenzialmente negative e gravi del non agire”. [113]

Doyle e Moeyn hanno notato che i metodi tradizionali tendevano a utilizzare l’ansia come motivazione negativa ( ad es . uso di voti negativi da parte degli insegnanti) come metodo per convincere gli studenti a lavorare. Tuttavia, hanno scoperto che gli approcci progressivi incentrati sulla motivazione positiva rispetto alla punizione hanno prodotto una maggiore efficacia nell’apprendimento, poiché l’ansia interferisce con l’esecuzione di compiti complessi. [114]

Simer et al. ha tentato di definire meglio coloro che nei programmi di formazione medica possono avere una “personalità chirurgica”. Hanno valutato un gruppo di ottocentouno stagisti chirurgici del primo anno per confrontare i tratti motivazionali tra coloro che hanno completato e non hanno completato la formazione chirurgica. Non è stata notata alcuna differenza tra l’80,5% che ha completato la formazione confrontando le proprie risposte con il 19,5% che non ha completato la formazione utilizzando il sistema di comportamento inibitorio/sistema di approccio comportamentale convalidato. Sulla base di ciò, hanno concluso che la motivazione del medico residente non è associata al completamento di un programma di formazione chirurgica. [115]

Può sembrare che il motivo per cui alcuni studenti sono più coinvolti e ottengono risultati migliori nelle attività in classe rispetto ad altri studenti è perché alcuni sono più motivati di altri. Tuttavia, la ricerca attuale suggerisce che la motivazione è “dinamica, sensibile al contesto e mutevole”. [116] Pertanto, gli studenti hanno la flessibilità di modificare la loro motivazione per impegnarsi in un’attività o per l’apprendimento, anche se in primo luogo non erano motivati intrinsecamente. [117] Sebbene avere questo tipo di flessibilità sia importante, la ricerca rivela che lo stile di insegnamento di un insegnante e l’ambiente scolastico possono svolgere un ruolo nella motivazione degli studenti. [118] [116] [119]

Secondo Sansone e Morgan, quando gli studenti sono già motivati a impegnarsi in un’attività per il proprio piacere personale e poi un insegnante fornisce allo studente un feedback, il tipo di feedback fornito può cambiare il modo in cui lo studente vede l’attività e può persino minare la sua motivazione intrinseca. [117] [120] Maclellan ha anche esaminato il rapporto tra tutor e studenti e, in particolare, il tipo di feedback che il tutor darebbe allo studente. I risultati di Maclellan hanno mostrato che le lodi o le critiche rivolte allo studente generavano un sentimento di ” intelligenza fissa “, mentre le lodi e le critiche rivolte allo sforzo e alla strategia utilizzati dallo studente generavano una sensazione di ” intelligenza malleabile “. [116] In altre parole, il feedback relativo allo sforzo e alla strategia lascia agli studenti la consapevolezza che c’è spazio per la crescita. Questo è importante perché quando gli studenti credono che la loro intelligenza sia “fissa”, la loro mentalità può impedire lo sviluppo delle abilità perché gli studenti crederanno di avere solo una “certa quantità” di comprensione su un particolare argomento e potrebbero anche non provarci. Pertanto, è fondamentale che un insegnante sia consapevole di come il feedback che fornisce ai propri studenti possa avere un impatto sia positivo che negativo sul coinvolgimento e sulla motivazione dello studente. [116] [118]

In uno studio correlazionale, Katz e Shahar hanno utilizzato una serie di questionari e scale in stile Likert e li hanno dati a 100 insegnanti per vedere cosa rende un insegnante motivante. I loro risultati indicano che gli insegnanti che sono intrinsecamente motivati a insegnare e credono che gli studenti dovrebbero essere insegnati in uno stile autonomo sono i tipi di insegnanti che promuovono la motivazione intrinseca in classe. [118] Deci, Sheinman e Nezlek hanno anche scoperto che quando gli insegnanti si sono adattati a uno stile di insegnamento autonomo, gli studenti sono stati influenzati positivamente e sono diventati più intrinsecamente motivati a raggiungere risultati in classe. Tuttavia, sebbene gli studenti si siano adattati rapidamente al nuovo stile di insegnamento, l’impatto è stato di breve durata. [121] Pertanto, gli insegnanti sono limitati nel modo in cui insegnano dalla pressione di agire, insegnare e fornire feedback in un certo modo dal distretto scolastico, dall’amministrazione e dai tutori. [121] [119] Inoltre, anche se gli studenti hanno un insegnante che promuove uno stile di insegnamento autonomo, anche il loro ambiente scolastico generale è un fattore perché può essere estrinsecamente motivante. Esempi di ciò potrebbero essere manifesti intorno alla scuola che promuovono feste a base di pizza per la media dei voti più alta o tempi di ricreazione più lunghi per l’aula che portano più donazioni di cibo in scatola.

Migliore motivatore in Italia – Educazione e apprendimento indigeni

Per molti studenti indigeni (come i bambini nativi americani ), la motivazione può derivare dall’organizzazione sociale; un fattore importante di cui gli educatori dovrebbero tenere conto oltre alle variazioni nella sociolinguistica e nella cognizione . [122] Mentre lo scarso rendimento scolastico tra gli studenti nativi americani è spesso attribuito a bassi livelli di motivazione, l’organizzazione della classe dall’alto verso il basso è spesso considerata inefficace per i bambini di molte culture che dipendono da un senso di comunità, scopo e competenza in ordine impegnarsi. [123] Strategie di apprendimento strutturate orizzontalmente e basate sulla comunità spesso forniscono un ambiente strutturalmente più favorevole alla motivazione dei bambini indigeni , che tendono ad essere guidati da “enfasi sociale/affettiva, armonia, prospettive olistiche, creatività espressiva e comunicazione non verbale “. [124] Questa spinta è anche riconducibile a una tradizione culturale di aspettative a livello comunitario di partecipazione alle attività e agli obiettivi del gruppo più ampio, piuttosto che aspirazioni individualizzate di successo o trionfo. [125]

Inoltre, in alcune comunità indigene, i bambini piccoli possono spesso ritrarre un senso di motivazione basata sulla comunità attraverso le loro interazioni simili a quelle dei genitori con i fratelli. [126] Inoltre, è normale che i bambini assistano e manifestino per le loro controparti più giovani senza essere sollecitati da figure autoritarie. Tecniche di osservazione e metodi di integrazione sono dimostrati in esempi come la tessitura in Chiapas, in Messico, dove è normale che i bambini imparino da “un altro più abile” all’interno della comunità. [127] La vera responsabilità del bambino all’interno della comunità Maya può essere vista, ad esempio, nell’apprendistato di tessitura; spesso, quando “l’altro più abile” ha il compito di molteplici obblighi, un bambino più grande interviene e guida lo studente. [127] L’orientamento tra fratelli è supportato fin dalla prima giovinezza, dove l’apprendimento attraverso il gioco incoraggia ambienti strutturati orizzontalmente attraverso modelli educativi alternativi come “Partecipazione comunitaria intenzionale”. [128] La ricerca suggerisce anche che l’istruzione formale occidentalizzata può effettivamente rimodellare la natura tradizionalmente collaborativa della vita sociale nelle comunità indigene. [129] Questa ricerca è supportata a livello interculturale, con variazioni nella motivazione e nell’apprendimento spesso riportate più elevate tra i gruppi indigeni e le loro controparti nazionali occidentalizzate che tra i gruppi indigeni attraverso le divisioni continentali internazionali. [130]

Inoltre, in alcune comunità indigene delle Americhe, la motivazione è una forza trainante per l’apprendimento. I bambini sono incorporati e accolti per partecipare alle attività quotidiane e quindi si sentono motivati a partecipare perché cercano un senso di appartenenza nelle loro famiglie e comunità. [131]

La partecipazione dei bambini è incoraggiata e il loro apprendimento è supportato dalla loro comunità e famiglia, favorendone la motivazione. Anche i bambini sono considerati contributori attivi. La loro partecipazione attiva consente loro di apprendere e acquisire competenze preziose e utili nelle loro comunità. [132]

Man mano che i bambini passano dalla prima infanzia alla mezza infanzia, la loro motivazione a partecipare cambia. Sia nelle comunità indigene del popolo Quechua che nella Rioja in Perù, i bambini spesso vivono una transizione in cui diventano più coinvolti negli sforzi della loro famiglia e della comunità. Questo cambia la loro posizione e il loro ruolo nelle loro famiglie in famiglie più responsabili e porta ad un aumento del loro desiderio di partecipare e appartenere. Quando i bambini attraversano questa transizione, spesso sviluppano un senso di identità all’interno della loro famiglia e comunità. [133]

Il passaggio dall’infanzia all’adolescenza può essere visto nel numero di lavoro a cui partecipano i bambini poiché questo cambia nel tempo. Ad esempio, il tempo di gioco dei bambini Maya Yucatec diminuisce dall’infanzia all’adolescenza e man mano che il bambino cresce, viene sostituito dal tempo trascorso a lavorare. Nell’infanzia il lavoro è iniziato da altri mentre nell’adolescenza è auto-iniziato. Il cambiamento nell’iniziazione e il cambiamento nel tempo dedicato al lavoro rispetto al gioco mostra la motivazione dei bambini a partecipare per imparare. [134]

Questa transizione tra l’infanzia e l’adolescenza aumenta la motivazione perché i bambini acquisiscono responsabilità sociali all’interno delle loro famiglie. In alcune comunità messicane di eredità indigena, i contributi che i bambini danno all’interno della loro comunità sono essenziali per essere esseri sociali, stabiliscono i loro ruoli di sviluppo e aiutano anche a sviluppare il loro rapporto con la famiglia e la comunità. [135]

Man mano che i bambini acquisiscono più ruoli e responsabilità all’interno delle loro famiglie, aumenta anche il loro desiderio di partecipare. Ad esempio, i giovani Maya di San Pedro, in Guatemala, imparano a lavorare nei campi e nelle aziende a conduzione familiare perché sono motivati a contribuire alla propria famiglia. Molte donne del San Pedro hanno imparato a tessere guardando le loro madri cucire quando erano bambine, a volte guadagnandosi la lana facendo piccoli compiti come guardare i bambini piccoli di madri impegnate. Desiderose di imparare e di contribuire, queste ragazze hanno aiutato altri membri della loro comunità ad aiutare le loro madri con le loro attività di tessitura o attraverso altri compiti come aiutare a trasportare l’acqua, mentre i ragazzi hanno aiutato con compiti come portare legna da ardere insieme ai loro padri. [136]

La motivazione dei bambini a imparare non è solo influenzata dal loro desiderio di appartenenza, ma anche dal loro desiderio di vedere il successo della loro comunità. È stato dimostrato che i bambini delle comunità Navajo hanno livelli di preoccupazione sociale più elevati rispetto ai bambini angloamericani nelle loro scuole. Avendo alti livelli di preoccupazione sociale, i bambini indigeni mostrano preoccupazione non solo per il loro apprendimento ma anche per i loro coetanei, il che serve da esempio del loro instillato senso di responsabilità per la loro comunità. Desiderano avere successo come gruppo unito piuttosto che solo se stessi. [137]

Per essere contributori consapevoli, i bambini devono essere consapevoli di ciò che li circonda e degli obiettivi della comunità. L’apprendimento dei bambini nelle comunità a eredità indigena si basa principalmente sull’osservazione e sull’aiuto agli altri nella loro comunità. Attraverso questo tipo di partecipazione all’interno della loro comunità, ottengono uno scopo e una motivazione per l’attività che stanno facendo all’interno della loro comunità e diventano partecipanti attivi perché sanno che lo stanno facendo per la loro comunità. [138]

Migliore motivatore in Italia – Applicazioni nella progettazione di giochi

I modelli motivazionali sono centrali nel design del gioco , perché senza motivazione, un giocatore non sarà interessato a progredire ulteriormente all’interno di un gioco . [139] Sono stati proposti diversi modelli per le motivazioni del gioco, incluso quello di Richard Bartle . Jon Radoff ha proposto un modello di motivazione del gioco a quattro quadranti che include cooperazione, competizione, immersione e realizzazione. [140] La struttura motivazionale dei giochi è centrale nella tendenza della gamification , che cerca di applicare la motivazione basata sul gioco alle applicazioni aziendali. [141] Alla fine, i game designer devono conoscere i bisogni e i desideri dei loro clienti affinché le loro aziende possano prosperare.

Ci sono stati vari studi sulla connessione tra motivazione e giochi. Uno studio in particolare riguardava gli adolescenti taiwanesi e la loro spinta alla dipendenza dai giochi. Sono stati condotti due studi delle stesse persone. Il primo studio ha rivelato che i giocatori dipendenti mostravano una motivazione intrinseca superiore a quella estrinseca e una motivazione più intrinseca rispetto ai giocatori non dipendenti. [142] Si può quindi affermare che i giocatori dipendenti, secondo i risultati degli studi , sono più motivati internamente a giocare. Godono della ricompensa di giocare. Ci sono studi che mostrano anche che la motivazione offre a questi giocatori più cose da cercare in futuro, come un’esperienza di lunga durata che potrebbero conservare più avanti nella vita. [143]

Migliore motivatore in Italia – Applicazioni in conformità alla legge

I risultati sulla motivazione intrinseca possono essere utilizzati per ottenere la conformità legale in modo più efficace. Infatti, mentre la teoria della deterrenza presuppone che la punizione diminuirà il comportamento, alcuni risultati empirici suggeriscono una visione diversa. [144] Ciò si basa sull’idea che sanzionare un comportamento comporti un prezzo per la violazione e fornisca certezza sulle conseguenze specifiche della violazione. Allo stesso tempo, l’effetto di crowding out è stato osservato nelle pratiche di whistleblowing, con la ricompensa che scoraggia le segnalazioni tra soggetti altamente motivati internamente. [145] Questi risultati indicano che una politica efficace dovrebbe fare più uso di strumenti come l’advocacy e la promozione della compliance piuttosto che basarsi esclusivamente sulla deterrenza. Ad esempio, i programmi di conformità aziendale possono essere uno strumento per costruire una cultura etica più forte all’interno dell’azienda, aumentando così la motivazione intrinseca. Tuttavia, premiarli con riduzioni e multe potrebbe avere effetti di spiazzamento.

Migliore motivatore in Italia – Guarda anche

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Migliore motivatore in Italia – Ulteriori letture

Migliore motivatore in Italia – l’articolo parla di

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Studio Trevisani Academy. Stress Management, Emozioni, Resilienza, Comunicazione – Al Rifugio-Wellness di montagna con l’Autore. 5 Marzo (sabato) giornata intera dalle 10 alle 18. 6 Marzo (domenica) dalle 9 alle 12.30.

Costo 200 Euro + commissione Eventbrite + iva. Qui il link per iscriversi tramite piattaforma Eventbrite comodamente con Paypal

Ciao a tutti, sono il vostro Coach per il Seminario Formativo Esperienziale dedicato allo “Stress, Emozioni e Resilienza”, che terremo in presenza in una splendida località, un rifugio-wellness di montagna sull’Altipiano di Asiago (VI). Qui il link della Location https://centrofondocampolongo.it/

workshop al rifugio su stress emozioni resilienza

Corso esperienziale su stress emozioni resilienza – i libri di riferimento

Qui la bibliografia che fa da sostegno scientifico per il corso

  • Deep Coaching. Il Metodo HPM per la crescita personale il Coaching in profondità e la formazione attiva. Editore Franco Angeli, Milano, 2021 (256 pag.) Scheda su Amazon
  • Il Potenziale Umano. Metodi e tecniche di coaching e training per lo sviluppo delle performance. Franco Angeli editore, Milano, 2009. (240 pag.). Bestseller area Formazione Aziendale. Scheda su Amazon
  • Ascolto attivo ed empatia. I segreti di una comunicazione efficace. Franco Angeli, Milano, 2019 (202 pag.) Scheda su Amazon
  • Self-Power. Psicologia della motivazione e della performance. Franco Angeli editore, Milano, 2014. (176 pag.) Scheda su Amazon
  • Team leadership e comunicazione operativa. Principi e pratiche per il miglioramento continuo individuale e di team. Franco Angeli editore, Milano, 2016 (250 pag.) Scheda su Amazon
  • Il Coraggio delle Emozioni. Energie per la vita, la comunicazione, la Crescita Personale. Franco Angeli editore, Milano, 2015. Scheda su Amazon

Perché Stress, Emozioni e Resilienza? Perché mai prima d’ora questi temi sono diventati così importanti.

Direi anche che ora sono indispensabili per vivere bene e lavorare bene.

Studio questi argomenti scientificamente dal 1985, quindi da oltre 30 anni, e inizialmente mi sembrava tutta teoria e continuava a sfuggirmi la parte pratica. Poi, al primo caso di eccesso di stress nella mia vita personale, mi sono reso conto di come le capacità emotive siano qualcosa di “molto pratico”, importante e fondamentale per tutti noi. E allora ho deciso di approfondire, sino ad arrivare ad un modello (HPM) che oggi è il riferimento in Italia per il lavoro sul Potenziale Umano.

Direi che attivarsi su questi temi è ancora più urgente in questo periodo dove tutti sono “stressati” per la situazione attuale. Per cui, con orgoglio, ho sentito il dovere di fare qualcosa di pratico e di farlo in presenza, in mezzo alla natura, in un luogo meraviglioso e raggiungibilissimo con mezzi ed auto.

Approfittiamo quindi di questa occasione per conoscerci più internamente e sviluppare nuove competenze “soft” che – vedrete strada facendo – hanno un impatto molto concreto anche al di fuori del lavoro, oltre a migliorare il lavoro stesso.

Per chi partecipa, a volte in questo campo basta portarsi a casa anche un un’unica riflessione, o un solo “Insight” come si dice tecnicamente, per dare un senso profondo all’intero percorso.

Qui una sintesi dei temi che tratteremo:

il programma è solo indicativo in quanto il training sarà soprattutto esperienziale e comprenderà

  • Brevi lezioni introduttive ai temi
  • Lavoro personale sui temi
  • Escursioni nella natura in outdoor-training
  • Condivisione delle esperienze dei partecipanti in sottogruppi
  • Colloqui di coaching e sviluppo del potenziale personale

Programma

Corso esperienziale su stress emozioni resilienza – Sabato mattina h 10-13

  • I 6 tipi di stress nel modello HPM
  • Le competenze specifiche per superare lo stress
  • Riconoscere i Segni e sintomi di stress
  • Coping e resilienza
  • Coping adattivo e coping disadattivo
  • Come promuovere il coping adattivo
  • Prepararsi in anticipo ad affrontare sfide stressanti
  • Evita il coping disadattivo
  • Promuovere i fattori di resilienza
  • Modelli di ruolo positivi
  • Ottimismo
  • Humor
  • Bussola morale – il potere dei valori interni
  • Altruismo
  • Religione & Spiritualità
  • Supporto sociale

Corso esperienziale su stress emozioni resilienza – Sabato pomeriggio h 14.30-18

  • Trovare i propri Punti di Forza
  • I due modi fisiologici per affrontare lo stress
  • Cause di stress Interne ed Esterne – Come evitare la ruminazione mentale
  • Lo stress sul lavoro – Principali cause di stress organizzativo
  • La Scala di Fisher – Impariamo a riconoscere i nostri stati mentali
  • Malattie comuni associate allo stress
  • Stress – I tipi, dall’Eustress al Distress, Stress Acuto e Stress Cronico
  • Fasi della risposta allo stress – Sindrome di adattamento generale di Hans Selye
  • Stress e risorse personali. Potenziare le proprie risorse fisiche e mentali – Modello transazionale di stress e coping di Richard Lazarus
  • Metodi di riduzione dello stress
  • 2 Modelli delle zone di stress al lavoro – modelli Trevisani e Vygotsky per il Coaching
  • Leadership e coaching
  • Il Capitale Psicologico (PsyCap) e il Modello H.E.R.O.
  • Stress ed Emozioni – la Ruota delle Emozioni (Plutchick)

Corso esperienziale su stress emozioni resilienza – Domenica mattina h 9-12.30

  • Imparare a concentrarsi sulle emozioni esterne e sottili prima che diventino più forti e ingestibili
  • Emozioni Miste – Le Emozioni diadiche e triadiche di Plutchick
  • Emozioni – la Rabbia e le sue tipologie
  • Emozioni – la Paura
  • Emozioni – il Disgusto
  • Emozioni – la Tristezza
  • Emozioni – la Felicità e il Percorso verso la Felicità
  • Gli stati dell’Umore
  • Gestione X-Y – Focalizzazione delle operazioni psicologiche
  • Campi della resilienza
  • Jung e Archetipi. Lo stress degli autoinganni
  • Problem Solving – la Ruota del Problem Solving
  • Ruota della Vita
  • HPM – Il Piano Antistress
  • La curva dello stress e le performance – La Ricerca dello Stato di Flusso (Flow)
  • Dalla resilienza fino all’Autorealizzazione

Corso esperienziale su stress emozioni resilienza – È disponibile per i soli partecipanti:

  • Sintesi delle slides
  • 2 Ebook sul tema del Potenziale Umano e Self Power
  • Pdf con l’elenco delle 333 emozioni e stati emotivi identificati da Trevisani
  • Attestato di partecipazione al corso, in pdf, riconosciuto da Coaching World Federation

Il rifugio ha solo 6 camere per cui consiglio a tutti di cercare con Booking o altri mezzi una sede per dormire tipo B&B in Asiago e dintorni. Da Asiago il rifugio dista circa 20 minuti ed è raggiungibilissimo in auto, con un ampio parcheggio.

Sarà un’esperienza molto pratica ed immersiva, indimenticabile, tra concetti potenti, esercitazioni esperienziali, e l’abbraccio della natura incontaminata.

Intanto un “abbraccio digitale” a tutti

Un saluto,

Dott. Daniele Trevisani – Direttore www.studiotrevisani.it

  • per ricevere articoli gratuiti e notizie aggiornate sui prossimi seminari di crescita personale e professionale, è possibile iscriversi gratuitamente alla rivista di comunicazione “Communication Research e Potenziale Umano” da questo link http://eepurl.com/b727Pv

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Corso esperienziale su stress emozioni resilienza – concetti chiave

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