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Il potere generativo della forza, la via verso i “Guerrieri di Luce”

In una battaglia, chi vorresti al tuo fianco?

Bene… quella persona devi diventare tu.

 (Daniele Trevisani, dal volume Personal Energy)

L’energia e la forza hanno un potere enorme: creano.

La forza, nelle sue mille manifestazioni – fisica, mentale, progettuale – genera.

Può creare un mondo migliore. Così come la sua assenza uccide.

Un corpo morto è privo di forza. Un corpo ammalato ha poca forza. Un corpo pieno di forza può alzare un masso. Un corpo pieno di forza assieme ad una mente lucida e concentrata possono vincere le sfide più incredibili.

Quando entri in palestra o nel campo, che tu pratichi pallavolo, calcio, karate, kickboxing, davvero non importa cosa… ricorda sempre che stai andando a lavorare sul tuo corpo o sulla tua mente, per potenziarle, giorno dopo giorno, sino ad arrivare a toccare il cielo. Pensaci mentre compi il passo che separa il “fuori” dal “dentro”. Intendo proprio fisicamente. Considera quel territorio come un luogo sacro e ti ripagherà.

Pensaci mentre ti stai cambiando, o mentre indossi la tua divisa da allenamento. Se acuisci la tua percezione, sentirai lo stesso flusso di coscienza che provavano i guerrieri prima di una battaglia. E’ un rito ancestrale. E’ un omaggio alla forza e alla luce contro il male e il buio. Non a caso, un grande scrittore e pensatore (Coelho) ha chiamato le persone dotate di forza fisica e mentale “Guerrieri di Luce”.

Il “guerriero della luce”,  un’entità latente presente in tutti gli uomini, che si risveglia in noi quando vogliamo perseguire un sogno e comprendere il miracolo della vita[1].

Il “Manuale del guerriero della luce” è un libro di Paulo Coelho. Il volume, ad eccezione del prologo e dell’epilogo, è una raccolta di testi e include proverbi e pensieri criptici, estratti dal Tao Te Ching di Laozi e da Chuang Tzu, dalla Bibbia, dal Talmud e altre varie fonti ed è scritto sotto forma di brevi enunciati filosofici, che toccano direttamente l’essenza spirituale di chi persegue una causa o combatte. “Un guerriero della luce pensa contemporaneamente alla guerra e alla pace”.

Allora ti rendi conto che non stai solo giocando a picchiare un sacco, o fare un kata, o colpire un pallone a pallavolo, a calcio. Stai coltivando il tuo essere supremo, la tua luce interiore. Se lo capisci, tutto cambia.

L’energia personale trasuda da persone minute come Madre Teresa di Calcutta, così come da atleti fisicamente potenti che trovano lo spirito per salire sul ring, resistere a colpi massacranti e controbattere.

La troviamo in chi si dedica agli altri, a ricercare, ad esplorare l’universo o la mente. La troviamo in chi si impegna nell’aiutare gli altri.

Ogni giorno in cui ci dedichiamo energie alla nostra crescita spirituale, fisica, mentale, è un omaggio alla vita. La nostra forza aumenta.

E ogni volta che ne facciamo buon uso, qualcuno in cielo ringrazia.

Anche una pianta o un insetto sono immersi in questo viaggio chiamato vita, ma, a differenza di noi, non possono riflettere su di sé o sul senso da dare al viaggio. Se sia meglio o peggio per loro, non lo sappiamo. Ci sono pro e contro. Per quanto mi riguarda, dato che questa occasione che mi viene data una sola volta, voglio sfruttarla. E so che per lottare serve forza, quantomeno, forza di spirito.

Se ci è data una “possibilità” di farlo, non la dobbiamo sprecare.

È una possibilità che non tutti sfruttano: sviluppare piena autocoscienza su chi sei, chiedersi che significato ha il tuo esistere. Che valore hanno le tue azioni. Giorno dopo giorno.

In altre parole, la volontà di dare senso al tuo viaggio.

Per rendere positivo il viaggio ci sono tante cose da imparare. Alcune facili, alcune difficili. Credo sia bene imparare partendo dalle piccole cose.

Ad esempio, alzarsi la mattina. Alzarsi e sentire la “sacralità” del fatto di essere vivi non è solo un vago sentimento, ma è una competenza – una precisa competenza  o abilità mentale- qualcosa che quindi possiamo apprendere, possiamo sviluppare. Anche solo questa micro-competenza ci offre la grande possibilità di dare un “colore” del tutto particolare all’inizio di un giorno, vada come vada il resto della giornata. E se applichiamo questo atteggiamento all’intera vita, ne potranno emergere grandi cose.

Il gesto quotidiano dell’alzarsi con il quale iniziamo a rendere omaggio ad un viaggio che a noi è stato permesso, e a tanti è stato negato.

Di questo omaggio, la vita, dobbiamo essere fieri.

Quando passi dal fuori al dentro, e persino mentre ti avvicini al campo o alla palestra o al tuo Dojo, rifletti su questo. Senti la sacralità di ogni tuo passo, di ogni tuo respiro, di ogni tuo movimento.

Sai che non sei li solo per giocare. Sai che stai seguendo la tua “via” dove apprendi a migliorarti e potenziarti. Poi, dirigi la tua potenza verso fini positivi e per migliorare il mondo e aiutare cause giuste.

Per diventare guerrieri di luce, non serve altro.

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Di: dott. Daniele Trevisani – Mental Trainer & Coach – Facebook address https://www.facebook.com/humanpotentialcoaching – Sito personale www.studiotrevisani.it

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Note articolo:

© Articolo elaborato dall’autore, con modifiche, dai volumi di Daniele Trevisani “Personal Energy” www.studiotrevisani.it/hpm3 e “Il Potenziale Umano” www.studiotrevisani.it/hpm2 – Franco Angeli editore, Milano

– Non sono ammesse modifiche al testo.

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Rif bibiografici:


[1] Fonte: in riferimento ai “Guerrieri di luce”, le informazioni presentate sono tratte da varie fonte, incluso Wikipedia online, http://it.wikipedia.org/wiki/Manuale_del_guerriero_della_luce

Di: dott. Daniele Trevisani – Mental Trainer & Coach – Facebook address https://www.facebook.com/humanpotentialcoaching – Sito personale www.studiotrevisani.it

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Note articolo:

© Articolo elaborato dall’autore, con modifiche, dai volumi “Personal Energy” e “Il Potenziale Umano” di Daniele Trevisani, Franco Angeli editore, Milano. Approfondimenti del volume originario sono disponibili anche al link www.studiotrevisani.it/hpm2   –

– Non sono ammesse modifiche al testo.

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L’essere umano ha una propria economia energetica globale, un insieme di equilibri delicati dal quale emerge il suo grado di “potenza” complessiva, la capacità di affrontare casi, azioni, sfide, problemi piccoli, grandi, semplici o complessi, dominandoli, o – in caso contrario – essendone schiacciati.

L’alchimia delle intere energie personali è decisamente complessa.

 Anche i distretti locali del sistema umano hanno una propria economia locale. Possiamo esaminare non solo il tutto, ma anche specifiche parti.

 

L’economia energetica riguarda sia i macro-distretti (es.: fisico e mentale) sino, scendendo di scala, a toccare micro-economie molto specifiche.

Esistono economie locali nei distretti fisici, come una spalla, un ginocchio, lo stomaco, e ogni altro organo.

 

Lo stesso per le economie legate alle competenze mentali, come la concentrazione o la lucidità decisionale. La mente ha proprie economie generali che la portano a funzionare bene o male, così come economie in specifiche aree cognitive, es., la creatività. Ciascun distretto (sia corporeo che cerebrale) è inoltre un sistema aperto, e risente dei distretti con cui interagisce. Il complesso delle energie individuali è quindi articolato e si connette alle performance che la persona può o meno generare.

 

Ogni organo vive di risorse esauribili, ha proprie capacità di tenuta e propri punti di stress e di rottura, che non possono essere ignorati. Ad esempio, in reumatologia si studia il concetto di “economia articolare”, cioè l’“economia dell’articolazione” . Ogni zona del corpo, come un ginocchio, ha una sua economia locale, e possiamo chiederci quanto una persona può correre senza infiammarlo, che attività fisiche lo irrobustiscono o invece lo danneggiano, che tipo di nutrienti servono per tenerne in buono stato la cartilagine, e ancora come alzare un oggetto pesante senza danneggiarlo.

 

Chiedere alle persone di dare performance senza studiare (1) lo stato delle economie energetiche complessive, e, (2) le economie locali più direttamente coinvolte nella specifica prestazione, è come chiedere ad un cavallo di correre senza controllare se ha mangiato o se ha gli zoccoli. Vuol dire fregarsene e spremerlo per poi gettarlo, e questa non è la nostra filosofia.

Non siamo nemmeno dell’idea che sia bene massaggiare il cavallo per un anno in attesa che abbia voglia di correre (buonismo inutile), ma non riteniamo nemmeno utile o giusto frustarlo per spremere sino all’ultima energia di riserva. Ciò che serve è strategia allenante attenta.

 

L’approccio è quello del rimuovere (1) ipocrisie e buonismo, (2) aggressività inutili, e (3) improvvisazione.

Per lavorare tecnicamente alle performance attese, dobbiamo coltivare lo sviluppo personale e la condizione energetica, rispettando sia la sacralità della persona che la sacralità dell’obiettivo.

 

Cambiare comportamenti, studiare attentamente lo stato di un distretto fisico e/o mentale, tenerne conto nel proprio stile di vita, permette di gestire meglio le energie e la condizione sia del distretto che dell’intera attività personale.

Ottimizzare  l’“economia specifica” dei distretti fisici, ridurre al minimo traumi o danni, permette di ampliare la possibilità operativa delle persone. Specifiche ricerche dimostrano come tenendo conto delle economie locali e ottimizzando i gesti e comportamenti sia possibile permettere di tornare a lavorare o ad allenarsi anche per chi ha avuto traumi. Questa attenzione alle energie ed economie, locali e complessive, va estesa ben oltre il fronte della malattia.

 

Lo stesso ragionamento “per distretti” tocca anche le economie del funzionamento mentale e cognitivo. Ad esempio, abbiamo una “economia delle capacità decisionali”, una “economia dell’ansia”, e ancora una “economia dell’attenzione”, o una “economia delle capacità relazionali”. Se parliamo tanto e forzatamente per lavoro, ci accorgiamo di non avere più voglia di parlare di lavoro magari in pausa, e vorremmo evitare altre attività relazionali obbligate. Questo ne è un esempio.

 

Tocchiamo con mano i livelli energetici ogni volta che una variabile viene chiamata in azione, ad esempio, per l’economia dell’attenzione, ne constatiamo l’esistenza ogni volta che un relatore sale sul palco o un docente insegna, e notiamo per quanto riusciamo a rimanere attenti.

Se non abbiamo dormito da giorni o abbiamo un forte mal di denti, o mal di testa, non avremo capacità di attenzione, la nostra economia ne sarà stata deprivata, le nostre energie saranno svuotate o assorbite da altro.

Ed ancora, incideranno le abilità del docente, l’interesse per il tema, in un rapporto mutevole e con equilibrio dipendente da molte variabili.

 

Il messaggio finale, anche in un contesto introduttivo come questo, è che – per lavorare seriamente al potenziale umano e delle organizzazioni – occorre la capacità di spostare il livello di analisi dal micro al macro, e viceversa, con una forte capacità di zoom, uno stretching mentale che è esso stesso lavoro allenante e formativo.

  


Vedi ad esempio lo studio di Pasqui, F., Mastrodonato, L., Ceccarelli, F., Scrivo, R., Magrini, L., Riccieri, V., Di Franco, M., Gentili, M., Valesini, G., Spadaro, A., (2006), La terapia occupazionale nell’artrite reumatoide: studio prospettico a breve termine in pazienti in trattamento con farmaci anti-TNF-alfa. Occupational therapy in rheumatoid arthritis: short term prospective study in patients treated with anti-TNF-alpha drugs, Reumatismo, 58 (3), pp. 191-198.

 

 

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Copyright, dal Volume: “Il Potenziale Umano”

Metodi e tecniche di coaching e training per lo sviluppo delle performance