Dal testo di Daniele Trevisani in preparazione, Franco Angeli editore ©
Non potremmo mai dirci arrivati come razza umana finchè il lavoro non sarà un piacere, per tutti, un esperienza piacevole da condividere, e non qualcosa che cerchi se non l’hai e arrivi ad odiare quando l’hai.
- La leadership emozionale, la capacità di attingere con successo alle risorse emotive della persona e del gruppo per coordinare e dirigere i team e i progetti, richiede competenze comunicative “ad-hoc”. Larga parte del lavoro richiede un disapprendimento (unlearning) di schemi mentali assimilati durante la crescita, nei quali è stato creato il “blocco espressivo emozionale” (tappo, o coperchio all’espressione delle emozioni) che l’adulto trascina con se come un fardello per il resto della sua esistenza.Sul versante aziendale:
- Date queste premesse, è necessario approfondire gli strumenti operativi e pragmatici che permettono di agire su due fronti.
- cambiare la qualità della vita e i risultati aziendali agendo sulle variabili comunicative dei gruppi;
- produrre climi comunicativi positivi in un gruppo di lavoro intento a raggiungere un obiettivo; l’assenza di un clima positivo è una fonte di stress enorme.
- migliorare la prontezza di risposta aziendale verso le sfide esterne, agendo sui processi di comunicazione interna e direzione.
- Sul piano individuale e della crescita personale:
- capire i fattori del proprio successo all’interno delle dinamiche di gruppo;
- dotarsi di strumenti operativi nella direzione dei team;
- crescere sotto il profilo della capacità di creare relazioni profonde, empatiche, emozionalmente ricche, nei rapporti umani, relative ai gruppi personali o familiari di cui si faccia parte.
© dott. Daniele Trevisani