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Le bon ton

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Articolo a cura della dott.ssa Ginevra Bighini, www.negoziazioneinterculturale.wordpress.com; mentoring a cura del dott. Daniele Trevisani, www.studiotrevisani.it

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Con l’articolo di oggi vorrei approfondire il concetto di evoluzione culturale e linguistica facendo riferimento nello specifico allo sviluppo della lingua inglese e della cultura britannica ad essa legata. Dopo una breve introduzione della storia della lingua, mi soffermerò su un particolare periodo storico, quello dell’età della Reggenza in Inghilterra, per osservare come l’etichetta dell’alta società, con le sue regole comportamentali e conversazionali, sia visibilmente diversa e nello stesso tempo simile alla nostra.

Breve storia della lingua inglese

Come già accennato nell’introduzione, qui di seguito troverete in sintesi i momenti più importanti legati allo sviluppo della lingua inglese dalle origini fino ai giorni nostri:

  1. Le origini: nel 400 a.C., le tribù anglosassoni provenienti dall’Europa centrale giunsero sulle isole britanniche. La loro lingua, nota come “inglese antico”, fu presto adottata in quest’area come lingua comune.
  2. L’invasione vichinga: con l’invasione dei Vichinghi l’Inglese antico si mescolò con il norvegese antico, la lingua parlata nelle tribù vichinghe, che diede all’inglese più di 2000 parole nuove.
  3. L’invasione normanna: nonostante l’inglese fosse ampiamente parlato sulle isole britanniche nel 1000 a.C., l’invasione dei Normanni rese il francese la lingua dei reali e del potere. L’inglese antico fu lasciato al popolo ma, nonostante il suo status meno importante, continuò a svilupparsi e a crescere adottando un intero set di parole latine e francesi divenendo così una lingua ancora più sofisticata.
  4. L’avvento di Shakespeare: nei secoli XIV e XV, dopo la Guerra dei Cent’Anni contro la Francia, che pose fine al dominio francese sulle Isole Britanniche, l’inglese divenne nuovamente la lingua del potere e della diplomazia. Essa subì inoltre un’ulteriore slancio attraverso lo sviluppo della letteratura e della cultura inglesi guidate da William Shakespeare. L’ influenza che quest’ultimo ebbe nell’evoluzione della lingua è difficile da comprendere, ma si pensa che circa 1700 nuove parole furono da lui inventate, arricchendola notevolmente.
  5. I progressi scientifici: il rapido sviluppo del mondo scientifico iniziò a modificare la lingua inglese tra il XVII e il XVIII secolo, richiedendo l’invenzione di nuove parole che dovevano esprimere i nuovi concetti legati alle nuove scoperte.
  6. L’impero coloniale: l’inglese raggiunse un’enorme diffusione agli inizi del XX secolo, quando l’Inghilterra creò un impero coloniale che comprendeva più di un quarto del mondo. Questo comportò inoltre lo sviluppo di moltissime varianti locali e dialetti, da cui vennero adottate altre nuove parole. Per questo nel 1884 venne pubblicato per la prima volta l’Oxford English Dictionary, con l’obiettivo di standardizzare lo spelling e di assicurare che in tutto il mondo gli anglofoni fossero in grado di comprendersi.
  7. Dalla globalizzazione ai giorni nostri: a causa del limite spaziale, non è possibile aggiungere molto altro in questa ultima parte, anche se l’argomento lo richiederebbe, se non che la lingua è in costante e continua evoluzione anche oggi. Il rapido sviluppo tecnologico, i nuovi slang che in ogni parte del mondo anglofono crescono in maniera differente, ecc. sono un esempio di come questa lingua della globalizzazione segua la propria cultura globale. (1)
L’età della Reggenza: etichetta comportamentale e conversazionale

L’età della Reggenza, o Regency era, comprende un periodo storico che va dal 1811 al 1820 ed apre la fase conclusiva dell’Era georgiana. Prende il nome dalla reggenza del Principe del Galles Giorgio Augusto Federico, il cui governo fu segnato dalla vittoria britannica nelle guerre napoleoniche in Europa, e da un clima culturale particolarmente vivace in patria, oltre che dagli smodati eccessi dell’aristocrazia, incentivati dal Principe Reggente stesso.(2)

Uno dei termini più importanti legati a questo periodo storico è “Le Bon Ton“, parola di derivazione francese che fa riferimento all’alta società britannica e il cui significato può essere tradotto con “buone maniere” o “etichetta”, valori fondamentali de “le beau monde“, cioè letteralmente “la bella gente”, che comprendeva proprietari terrieri, ricchi mercanti, banchieri e aristocratici.

Erano questi i membri della società che regolavano tutti gli aspetti della vita sociale, i cui comportamenti erano generalmente dettati dalla moda del momento. Le convenzioni nella vita dell’alta società erano fortemente strutturate e complesse e dipendevano dalla ricchezza di ciascun membro, anche se, alla base di tutto, restava comunque l’accettazione sociale. (3)

Per essere accettato quindi all’interno della società era necessario tenere determinati comportamenti, così come un certo livello di linguaggio. Qui di seguito elencherò alcuni esempi:

  • durante la cena tutti gli ospiti dovevano sedere in ordine di rango;
  • esprimere le proprie emozioni apertamente era generalmente considerato come segno di maleducazione;
  • non era educato ridere in maniera poco moderata, soprattutto tra le donne;
  • le persone ben educate dovevano mantenere un costante controllo sia sul proprio comportamento, sia sul proprio aspetto fisico, che sul modo di parlare;
  • una donna doveva sempre parlare, sedersi e muoversi con eleganza ed appropriatezza;
  • mostrare una mancanza di condotta era considerato il peggior stigma sociale;
  • temi di natura intima, come il sesso, non potevano essere discussi in pubblico;
  • le estremizzazioni emotive, così come le scenate in pubblico, erano inaccettabili;
  • una persona ben educata si comportava con cortese dignità sia con i conoscenti, che con gli sconosciuti, ma doveva tenere a distanza chiunque mostrasse troppa familiarità;
  • era necessario mantenere un portamento e delle maniere eleganti;
  • una persona ben educata aveva un portamento eretto, sedendosi e muovendosi con grazia, delicatezza e semplicità;
  • non era consentito comportarsi in maniera “strana”, ma al contrario era fondamentale rispondere a qualsiasi situazione sociale con calma e sicurezza;
  • essere pretenziosi, arroganti e ostentare ricchezza erano considerati comportamenti molto maleducati;
  • la volgarità era inaccettabile: indiscrezioni, relazioni licenziose e comportamenti oltraggiosi erano quasi perdonabili, ma non le volgarità; (4)

Le regole elencate qui sono chiaramente solo una minima parte delle convenzioni sociali in vigore durante questo periodo storico, ma ci permettono di comprendere come le cose siano in parte cambiate e in parte rimaste uguali.

Se pensiamo di dover incontrare, per esempio nel mondo del business, un qualsiasi nuovo cliente, magari non facente parte della nostra specifica cultura, e immaginiamo quello che potrebbe essere considerato un comportamento decoroso ed educato, sicuramente alcune semplici norme comportamentali e di linguaggio faranno riferimento ad alcuni elementi presentati nella lista, come per esempio l’evitare volgarità e argomenti troppo intimi, il mantenere un comportamento dignitoso, il rispetto della distanza sociale, ecc…

Nello stesso tempo ci rendiamo conto che la rigidità sociale di quelle stesse norme è andata affievolendosi. Non sarebbe strano, oggi giorno, pensare di sedersi accanto a chi è molto più ricco di noi senza paura o vergogna, oppure mostrare maggiore familiarità per mettere a proprio agio chi abbiamo di fronte, e ancora ridere liberamente ed esprimere le proprie emozioni, senza chiaramente esagerare. Ovviamente non posso parlare per ogni cultura esistente al mondo, ma buona parte di quelle europee o occidentali può di certo concordare con me questo fatto.

Questo ci permette di capire che, per comprendere l’evoluzione linguistica è necessario osservare l’evoluzione storica e culturale e vice versa, poiché entrambe si muovono di pari passo e sono imprescindibili l’una dall’ altra. La cultura inoltre non subisce un cambiamento drastico e radicale, ma va modificandosi gradualmente, mantenendo però solidi i valori di fondo. Questo può essere in parte positivo e in parte negativo: è sicuramente positiva la consapevolezza di avere radici forti su cui dipendono tradizioni ed heritage culturale, ma ci sono anche norme, pregiudizi e idee errati, il cui fulcro è davvero difficile da estirpare: pensiamo al ruolo delle donne nella società, ai pregiudizi e all’odio raziale, all’immobile concezione di sesso e genere, ecc…

Dobbiamo quindi renderci conto che essere grati della propria cultura è importante, ma altrettanto importante è riconoscerne i fallimenti e cercare di migliorare ciò che può essere migliorato.

(1) https://www.ef-italia.it/blog/language/una-quasi-breve-storia-della-lingua-inglese/

(2) https://it.wikipedia.org/wiki/Reggenza_inglese

(3) https://en.wikipedia.org/wiki/Ton_(le_bon_ton)

(4) https://austenised.blogspot.com/2011/05/rules-and-etiquette-of-regency-society.html#:~:text=Servants%20and%20social%20inferiors%20were,would%20speak%20to%20an%20equal.

Articolo a cura della dott.ssa Ginevra Bighini, www.negoziazioneinterculturale.wordpress.com; mentoring a cura del dott. Daniele Trevisani, www.studiotrevisani.it

Dr. Daniele Trevisani - Formazione Aziendale, Ricerca, Coaching