Articolo copyright Daniele TrevisaniStudio Trevisani Human Factor Research, anteprima dal volume “Self-Power” in fase di pubblicazione, con contributi dal volume “Personal Energy” e “Il Potenziale Umano“.

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Percepisco il mio valore al di la dei riconoscimenti altrui. Questa è la frase, la convinzione, che desidero la persona senta dentro. E questo diventa il mio “end state” (punto di arrivo), al termine di un percorso formativo e di coaching.

Questo atteggiamento può espandersi ad altre aree della vita.

Acluni esempi di “frasi mentali” che possono in iniziare a circolare:

  • Percepisco di valere perchè sono e non solo per “cosa sono”, e quindi ad esempio, valgo per quanto so fare e quanto ho studiato nella vita, anche se il mercato in un momento di crisi non dovesse premiarmi.
  • Percepisco di valere e voglio agire nonostante il contesto, anche se abito in un paese in cui la meritocrazia finora non è la regola e vedo imbecilli arricchirsi… peggio per loro, moriranno anche loro. Percepisco di valere anche se mia moglie o mio marito non mi capiscono fino in fondo.
  • Percepisco il mio valore anche se in questo momento i clienti non sono disposti a pagarlo pienamente, o sono in crisi economica. Quello che so, quello che so fare,  e quello che so essere sono un valore che prescinde qualsiasi tipo di prezzo che gli altri siano disposti a pagare per il mio tempo, non esiste alcuna forma monetaria che li possa comprendere o equivalere.
  • So di valere, anche se in questa fase dell’evoluzione della razza umana le mie qualità possono essere capite da pochi. Io valgo comunque.

Questi tipi di ragionamento fanno parte di quello che io definisco “ragionamento autovalutativo atemporale”, ovvero slegato dalle singole opinioni altrui e dal tempo in cui vivo.

Se un giorno il tuo boss o i tuoi colleghi ti dicono che non vali niente, e il pomeriggio un tuo cliente ti dice di apprezzarti, a chi decidi di credere, quel giorno? All’uno o all’altro poco importa, quando arriverai alla convinzione di sapere quanto vali  tu per come TU per il percorso che hai fatto nella vita.

E questo non significa assolutamente non ascoltare gli altri. Anzi. I feedback sinceri, le opinioni, le voci, possono aiutarci a capire dove possiamo migliorarci, ma sempre secondo la nostra personale visione di cosa sia un miglioramento. Se qualcuno mi dice di essere poco “Glam” (poco incline a far parte del mondo patinato delle PR) magari a me sta proprio bene così!

surrounded by assholes

Ma certo, che se qualcuno mi dice di trovare “complicato” un mio discorso o un mio libro, e che “non si capiva bene dove volevo arrivare”, posso fermarmi a riflettere, magari cercare di avere una registrazione video del mio intervento, chiedere una precisazione (in quale passaggio, in quale pagina, etc) e capire dove esattamente posso lavorare, e soprattutto se era vero, o solo una mossa per depistarmi, o un commento fatto da un incompetente! E probabilmente quello che alla persona non è piaciuto può essere piaciuto ad altri 100. E allora, cambierò il mio modo di essere per accontentare quella singola persona? E chi dice che devo accontentare tutti? Che devo piacere a tutti? Dove sta scritto?

In altre parole, non possiamo essere bandiere che girano ad ogni commento su di noi. Dobbiamo avere una nostra “centratura” sul capire il nostro valore al di la di qualsiasi commento, opinione o critica ci arrivi. E rimanere aperti tuttavia alla pulsione verso la luce, l’idea stessa di volerci migliorare.

Dal volume Self-Power: Il potere dei messaggi degli altri su di te

In merito alle comunicazioni in ingresso, immagina di ricevere questo messaggio:

…sei veramente una Persona meravigliosa e con il tuo libro cambierai sicuramente la Vita di molti , così come avrai già fatto. Sono fortunata a conoscerti .

Un altro messaggio invece recita:

E’ inutile che ti sbatti tanto i tuoi libri andranno tutti a finire in cantina.

Come ti fanno sentire? Come reagisco al primo? Come reagisco al secondo?

È in base a come reagisco ad un messaggio che il mio destino si forma, giorno dopo giorno.

Il messaggio negativo potrebbe annullare le mie energie mentali, oppure spronarmi a fare il massimo, per spirito di vendetta o di narcisismo o di orgoglio: “adesso ti faccio vedere io…” Se così funziona, mi rimane dentro la voglia di impegnarmi e continuare il libro. Addirittura, questo messaggio potrebbe portarmi a cercare cosa di vero ci sia e migliorami, riducendo al massimo la possibilità che il libro rimanga in cantina, ampliando le mie energie sia per realizzare un ottimo libro, che per promuoverlo bene.

La mia personalità ha bisogno del primo messaggio o del secondo, per essere motivata? Se se sono stato in grado di lavorare su di me al punto tale da trarre motivazione da entrambi, significa che so riconoscere i messaggi tossici e gestirli veramente. E che allo stesso tempo so nutrirmi dai messaggi positivi.

Tra i tanti messaggi che ricevi in un giorno, quanti ti fanno sentire bene, quanti ti fanno sentire apprezzato, e quanti cercano di smontarti? E tu cosa fai? Reagisci con spirito guerriero, li ignori, li deridi? Li analizzi per quanto possono magari insegnarti? O ti lasci avvelenare?

“Molte volte la sconfitta bussa alla porta del Guerriero. In quei momenti, egli rimane in silenzio. Non spreca energia con le parole, perché le parole non possono fare niente. E’ meglio usare le forze per resistere e pazientare, sapendo che Qualcuno sta guardando. Qualcuno che ha visto l’ingiusta sofferenza, e non vi si rassegna. Questo Qualcuno dà al Guerriero ciò di cui ha bisogno: il tempo. Prima o poi, tutto tornerà a lavorare in suo favore”.
(Paulo Coelho)

your valueIl “Potere della Comunicazione”, quello vero, è di far sentire bene le persone o invece distruggerle moralmente.

Credo che questa cosa sfugga a tanti.

E so anche che purtroppo pochi conoscono i training che ti aiutano a schermarti dalle negatività, anche perché questo flusso di messaggi inizia presto, accade sino dai primi bagliori di vita. Ma per nostra fortuna, continua da adulti, e possiamo agire, possiamo intervenire. Quindi, se non riprendiamo le redini del “filtro” –  cosa vogliamo far entrare in noi, e cosa no – ne saremo sempre vittime inconsapevoli.

Dobbiamo imparare l’arte di lasciar fluire i messaggi negativi, vedere se per caso contengano qualche suggerimento buono ma lasciar scorrere via la malignità e negatività che contengono. E allo stesso tempo, ricordare sempre e fissare chiaramente in memoria i messaggi positivi che ci arrivano. Questi alimenteranno il nostro Auto-Potere in modo permanente, come batterie inesauribili.

Se non l’hai già fatto, inizia a farne una raccolta. Tieni un diario dei messaggi in ingresso, positivi e negativi.

Rileggila ogni tanto, anche nei momenti difficili, ti aiuterà.


Articolo copyright Daniele TrevisaniStudio Trevisani Human Factor Research, anteprima dal volume “Self-Power” in fase di pubblicazione, con contributi dal volume “Personal Energy” e “Il Potenziale Umano“.

Author

Formatore e Coach su temi di Sviluppo del Potenziale Personale, Comunicazione Interculturale e Negoziazione Internazionale, Psicologia Umanistica. Senior Expert in HR, Human Factor, Psicologia delle Performance, Comunicazione e Management, Metodologie Attive di Formazione e Coaching.

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