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“… In quell’epoca mi sono allenato a un solo Kata per molti mesi,
e perfino per molti anni. Dovevo continuare, senza sapere per
quanto tempo, fino a che il mio maestro non diceva “Si”. E il
maestro non diceva mai “Si” prima che giungessi a qualcosa di
essenziale dissimulato nel Kata. Per questo la durezza
dell’allenamento è difficile da descrivere. Il maestro Asato non
mi toglieva mai gli occhi di dosso per tutto il tempo degli
allenamenti nel suo giardino. Era tuttavia già molto anziano…
Quando terminavo un Kata mi diceva solo “bene”, “si” o “ancora”,
senza mai un complimento. Dovevo solo continuare a ripetere senza
fine la stessa cosa, inzuppato di sudore. A fianco del maestro
seduto c’era sempre appoggiata una lampada a petrolio, il cui
chiarore pareva affievolirsi, e talvolta mi accadeva di non
percepirlo più a causa della fatica. L’allenamento proseguiva fino
all’alba…”

Gichin Funakoshi (1868 – 1957)
(G. Funakoshi, Il Karate, il mio stile di vita)

Author

Formatore e Coach su temi di Sviluppo del Potenziale Personale, Comunicazione Interculturale e Negoziazione Internazionale, Psicologia Umanistica. Senior Expert in HR, Human Factor, Psicologia delle Performance, Comunicazione e Management, Metodologie Attive di Formazione e Coaching.

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